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domenica 8 marzo 2015

IL BREMBO

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Il fiume Brembo (Brèmb in dialetto bergamasco) è un corso d'acqua di 74 km della Lombardia; è un affluente di sinistra dell'Adda che scorre completamente nel territorio della Provincia di Bergamo.

Il Brembo nasce da quattro rami sorgentizi. Il principale sgorga ai piedi del Pizzo del Diavolo di Tenda, presso l'omonimo laghetto, nelle prealpi Orobiche, ed è denominato Brembo di Carona. Un altro ramo proviene dal bacino del Pizzo Rotondo ed è denominato Confluente di Cambrembo. Il terzo ramo ha origine dal bacino del Corno, a nord di Foppolo. Il Confluente di Cambrembo e il Brembo di Foppolo si congiungono presso Valleve, originando il Brembo di Valleve. Il Brembo di Valleve si unisce al Brembo di Carona, presso Branzi, originando il Brembo Orientale o Brembo di Branzi. Il Brembo di Branzi riceve inoltre le acque del torrente Valsecca. A Lenna il Brembo di Branzi si unisce al Brembo Occidentale o Brembo di Olmo, che nasce ai piedi del Monte Azzarini, presso Mezzoldo. Il Brembo di Olmo è poi alimentato dai torrenti Mora (che proviene dal Passo di San Marco) e Stabina; quest'ultimo percorre la Valtorta. A Lenna si può dire che inizi il "vero" Brembo, visto che tutti i rami sorgentizi che lo formano si sono riuniti. Il Brembo prosegue percorrendo la Val Brembana, dove viene alimentato da diversi corsi d'acqua, i più importanti dei quali per la loro portata sono il Parina, l'Enna o Taleggia che scende dalla Val Taleggio e si congiunge al Brembo nel centro abitato di San Giovanni Bianco, l'Ambria, che scende dalla Valle Serina, il Brembilla che forma la Valle Brembilla e sfocia nel Brembo presso i ponti di Sedrina, l'Imagna, presso Villa d'Almè, ed il Dordo, nell'Isola bergamasca.

Il Brembo è un affluente di sinistra dell'Adda, dove finisce il suo percorso nei pressi di Crespi d'Adda, esattamente tra i comuni di Capriate San Gervasio, Canonica d'Adda e Vaprio d'Adda, sul confine tra le province di Bergamo e Milano. Il Brembo rappresenta il maggior affuente dell'Adda per portata.

Nel corso dei secoli il fiume ha dato luogo a diverse disastrose alluvioni. La prima di cui si ha notizia è avvenuta il 17 ottobre 1230, se ne ricordano altre di violente nel 1493, 1523, 1646, 1793, 1830, 1882 e l'ultima nel 1987 che causò ingenti danni ai paesi brembani. La più disastrosa fu quella del 30 agosto 1493 che distrusse 24 ponti, lasciando in valle solo quello di Sedrina (allora chiamato ponte di Zogno).

Milioni di anni fa albeggiava in Valle Brembana un caldo sole tropicale.Il ritrovamento di testimonianze fossile che lo attestano richiama l'attenzione di numerosi ricercatori che studiano l'avvicendamento delle ere geologiche.

Tutto si può ricondurre a 20 milioni di anni fa, quando il mare Mediterraneo era assai più vasto di oggi ed era collegato in modo esteso ed aperto con gli oceani Atlantico e Indiano. L'Italia non esisteva e l'Europa e l'Africa erano più piccole di oggi essendo costituite solo dal loro nucleo centrale. In particolare l'Europa era formata dalle attuali pianure della Russia europea, della Polonia, della Germania e della Francia. Questo stato di cose si conservò in modo abbastanza stabile fino a 50 milioni di anni fa, allorché iniziò il graduale scivolamento del continente africano verso quello europeo.

Ciò portò ad un corrugamento delle superfici terrestri e alla nascita delle catene montuose dei Pirenei, delle Alpi e dei Balcani. Gli Appennini sorsero dalle acque dell'antico Mediterraneo qualche milione di anni dopo. In modo contemporaneo questo scivolamento produsse anche l'effetto di chiudere il Mediterraneo verso Gibilterra e verso la Siria e la Turchia trasformandolo in un immenso lago salato asciutto. Solo pochi milioni di anni fa, sempre a causa dell'avvicinamento dell'Africa all'Europa, si aprì una profonda fessura verso Gibilterra e le acque dell'Atlantico si riversarono nel Mediterraneo riempendolo e conferendogli in mille anni di tempo un aspetto simile a quello odierno. L'ultimo assestamento importante risale a circa 20.000 anni fa allorché uno sprofondamento del Bosforo mise in collegamento il nuovo Mediterraneo con il mar Nero, anche se in misura più limitata rispetto ad epoche remote. Le acque fredde e dolci del nord della Russia attraverso il mar Nero e l'Egeo confluirono nel Mediterraneo abbastandone la temperatura e la salinità. Con questo evento il bacino del Mediterraneo assunse una configurazione geografica e climatica vicina a quella odierna e divenne adatto ad ospitare l'uomo primitivo più evoluto, HOMO SAPIENS, da cui attraverso vicende preistoriche e storiche abbastanza note si sviluppò la civiltà umana sino ai nostri giorni. Riesce difficile immaginare quali siano state le condizioni della Terra prima della comparsa dell'uomo specie in epoche tanto lontane nel tempo da risultare quasi inconcepibili per la mente umana. Eppure a grandi linee queste gigantesche trasformazioni sono veramente accadute e alcune importantissime prove di queste evoluzioni si sono rinvenute anche in Valle Brembana e in modo particolare a partire dal 1976 nel territorio di Zogno. Si tratta del ritrovamento di numerosi pesci, rettili e vegetali fossili, ricondotti dagli esperti a circa 220 milioni di anni fa (Triassico Superiore) che dimostrano come in epoche tanto lontane in Valle Brembana, e segnatamente a Zogno, vi fossero un mare non molto profondo, piuttosto caldo e salato, con coste frastagliate e lotti lussureggianti di vegetazione del tutto simili a quelli che si trovano presso le scogliere coralline negli attuali oceani Atlantico e Pacifico. I pesci e i rettili man mano morivano, si depositavano sul fondo dell'antico Mediterraneo.

Poiché questo fenomeno si prolungò nel tempo per molti milioni di anni ciò produsse strati di depositi organici spessi decine di metri e in certi casi anche di centinaia di metri che nel corso dei millenni si pietrificarono grazie alle sostanze chimiche presenti nell'acqua. Quando 50 milioni di anni fa, per le cause già descritte, incominciò a nascere la catena Alpina, gli strati di roccia più profondi, che costituivano per così dire le radici delle Alpi, sollevandosi sollevarono anche gli strati di roccia sedimentaria soprastanti, cioè il fondo del mare contenente i fossili. In modo irregolare zone di questi strati fossiliferi furono portate in superficie a contatto con l'aria.

L'azione dei ghiacciai, dei fiumi e delle piogge nel corso dei millenni raschiò la superficie o pelle di questi strati fino a far affiorare le impronte degli organismi pietrificati. Al di sopra di questi strati più profondi, che hanno potuto raggiungere la superficie in modo occasionale e solo in pochi punti della Val Brembana (oltre a Zogno ci sono limitati affioramenti anche in Valle Brembilla e in Valle Imagna), ci sono altri strati sedimentari che si sono depositati in tempi successivi, quindi si tratta di strati meno antichi. Alcuni di questi come epoca si depositarono pochi milioni di anni prima che incominciassero a innalzarsi le Alpi da fondo dell'antico Mediterraneo.

Questo è il motivo per cui in tutte le Prealpi Orobiche, in modo speciale in tutta la Val Brembana, si trovano facilmente fossili di conchiglie di svariatissimi tipi, lumachelle, gasteropodi di ogni dimensione, ricci di mare, piccoli coralli e altri invertebrati. Abbastanza noti, molto belli e di grandi dimensioni (circa 80 cm) sono vari gasteropodi presenti nei monti che fiancheggiano i cosiddetti Piani di Scalvino poco a valle del paese di Lenna. Il bilancio della ricerca legittima l'auspicio che tutti i fossili della Valle Brembana si possano raccogliere in un'unica istituzione museale, capace di attivare lo studio e la ripresa sistematica degli scavi nei giacimenti fossiliferi che promettono la scoperta di altre importanti testimonianze scientifiche.

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venerdì 6 marzo 2015

ADDA

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L'Adda (Ada in lingua lombarda, genere femminile) è un fiume dell'Italia settentrionale, il cui corso è interamente compreso nella Regione Lombardia. Il suo nome deriva dal celtico, lingua delle antiche popolazioni locali, e significa "acqua corrente".

È il più lungo affluente del Po e con un percorso che si sviluppa per 313 km è il quarto fiume italiano per lunghezza dopo Po, Adige e Tevere e il sesto per ampiezza di bacino dopo Po, Tevere, Adige, Tanaro e Arno, limitatamente ai fiumi affluenti (cioè che non sfociano direttamente al mare, ma in un altro corso d'acqua) è quello che vanta la maggior lunghezza nella penisola.

Nella gerarchia degli affluenti del Po si distingue oltre che per la sua lunghezza anche per il suo apporto di acque, in quanto secondo per portata media alla foce (dopo il Ticino). Attraversa le Province di Sondrio, Como, Lecco, Bergamo, Milano, Monza e Brianza, Cremona e Lodi; le sue acque irrigano anche una piccola porzione della provincia di Pavia. Entra nel Po nella località Brevia del comune di Castelnuovo Bocca d'Adda, in provincia di Lodi.

L'Adda nasce dal monte Alpisella nelle Alpi Retiche. Dopo aver disceso la Valle di Fraele giunge nel comune di Bormio, ove raccoglie le acque del torrente Frodolfo, prosegue lambendo anche la parte sud della città di Sondrio attraversando l'intera Valtellina, successivamente si immette presso Colico (Lecco) nel lago di Como. Il tratto di fiume che attraversa il Pian di Spagna per immettersi nel Lago di Como è stato rettificato su volere dell'Imperial Regio governo Austriaco nel 1838 ad opera dell'ingegnere e architetto Giuseppe Cusi.

Le sue acque, dopo aver alimentato questo bacino lacustre, escono come suo emissario dall'estremità meridionale del Lario, nei pressi di Lecco, dove formano i piccoli bacini naturali di Garlate e di Olginate, (da qui fino a dove riceve il Villoresi fa da confine est della Brianza), prima di questi si incontra una piccola isola fluviale denominata Viscontea. Dopo aver attraversato il territorio del Meratese si dirige quindi verso Sud ricevendo il fiume Brembo presso Canonica d'Adda (Bergamo).

Nei dintorni di Fara Gera d'Adda (Bergamo) sbocca nella Pianura Padana e versa la maggior parte delle proprie acque nel canale della Muzza, che riacquisterà a Castiglione d'Adda (Lodi). Da Cassano piega in direzione Sud-Est e perde altre acque in favore del canale Vacchelli a Merlino (Lodi), attraversa la città di Lodi, per poi accogliere le acque del fiume Serio presso Montodine (Cremona). Subito dopo attraversa Pizzighettone (CR) e confluisce nel fiume Po presso Castelnuovo Bocca d'Adda (Lodi) a circa 36 m s.l.m., tra Piacenza e Cremona.

Il regime dell'Adda è di tipo alpino e viene modulato naturalmente dal Lago di Como, di cui è contemporaneamente immissario ed emissario. Il modulo medio annuo presso la foce nel Po è notevole in quanto pari a circa 190 m³/s. La portata minima del fiume tuttavia nei periodi di forte siccità (come ad esempio nell'estate 2003) può scendere anche notevolmente toccando valori di 18 m³/s, mentre quella massima può anche superare i 1.000 m³/s. Tale regime tuttavia è ampiamente modificato da indigamenti costruiti a scopo di sfruttamento idroelettrico, presenti soprattutto nella zona montana, ma anche nel basso corso (Pizzighettone). Non mancano eventi di piena eccezionali: nel novembre 2002 ad esempio forti piogge hanno ingrossato pesantemente il fiume all'uscita dal lago di Como e soprattutto il suo affluente Brembo causando così una violenta piena di 2.500 m³/s che ha sommerso in parte la città di Lodi.

Dopo le Ere glaciali, i mutamenti climatici hanno consentito la formazione di foreste, che ricoprivano anche la zona planiziale, nella Pianura Padana. A partire dal Basso Medioevo questi grandi boschi sono stati via via ridotti, fino a scomparire quasi del tutto nella zona di pianura. Lungo il corso inferiore del fiume esistono due parchi naturali, istituiti il 16 settembre 1983:

Parco Adda Nord, che si estende in lunghezza per 54 km, da Lecco - punto in cui l'Adda lascia il Lago di Como - a Truccazzano (Milano);
Parco Adda Sud, che si estende per 60 km, da Rivolta d'Adda (CR) a Castelnuovo Bocca d'Adda (LO).
La flora presente in questi tratti del fiume è rappresentata da varie specie vegetali: coltivate, come il pioppo bianco (Populus alba) ed il trifoglio comune (Trifolium pratense); selvatiche, come l'acero campestre (Acer campestre), il campanellino estivo (Leucoium aestivum), l'equiseto (Equisetum arvense), l'olmo campestre (Ulmus minor), l'ontano nero (Alnus glutinosa), la quercia farnia (Quercus robur), il salice bianco e grigio (Salix alba e cinerea), il Salicone (Salix caprea), il sambuco nero (Sambucus nigra), il sanguinello (Cornus sanguinea), le tife (Typha latifolia).

Altrettanto diversificata la fauna selvatica: l'airone cinerino (Ardea cinerea), il biacco (Coluber viridiflavus), il colombaccio (Columba palumbus), il cuculo (Cuculus canorus), la donnola (Mustela nivalis), la garzetta (Egretta garzetta), il gruccione (Merops apiaster), la lepre (Lepus europaeus), la natrice dal collare e tassellata (Natrix natrix e tessellata), la nitticora (Nycticorax nycticorax), l'orbettino (Anguis fragilis), il picchio rosso maggiore (Dendrocopos major), la poiana (Buteo buteo), la rana temporaria (Rana temporaria), il ramarro (Lacerta viridis), il tasso (Meles meles), il tritone comune (Triturus vulgaris). Nelle zone adiacenti Rivolta d'Adda e Camairago (Lodi) vi sono boschi protetti e circoscritti in cui vivono animali come il cinghiale (Sus scrofa) ed il daino (Dama dama).


Dei monumenti presenti lungo le sponde dell'Adda sono da ricordare il Forte di Fuentes (Colico), la fortezza di Trezzo sull'Adda e la città murata di Pizzighettone, imponenti esempi di architettura militare che rievocano i periodi in cui il fiume rappresentava una barriera anche militare. Il corso del fiume già sul nascere attraversa la zona montuosa dell'Alta Valtellina immersa nel Parco Nazionale dello Stelvio fino al raggiungimento dell'antico Contado di Bormio, vi sono poi altri parchi naturalistici, come quelli di Rivolta d'Adda, Zelo Buon Persico (Lodi) e Camairago. Interessante pure il cosiddetto «Traghetto di Leonardo», che collega Imbersago (Lecco) a Villa d'Adda (Bergamo), fedele ricostruzione di un progetto ideato da Leonardo da Vinci. Da ricordare anche il Ponte di Paderno, lungo 226 m ed alto 80 sopra il livello del fiume, formato da un'unica campata in ferro.

Già sotto il dominio longobardo, tale fiume era confine tra Neustria ed Austria. Dalla fine del Trecento alla fine del Settecento divise (a parte temporanee conquiste) il Ducato di Milano dalla Repubblica di Venezia, sino all'occupazione napoleonica. Interessante è il capitolo di intensa poeticità de "I promessi sposi" in cui il Manzoni descrive il tentativo di Renzo di raggiungere Bergamo per fuggire dal Ducato di Milano (nel quale era ricercato) alla Repubblica di Venezia.

Attualmente il corso dell'Adda segna approssimativamente il confine linguistico tra i dialetti lombardo-occidentali e lombardo-orientali.

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