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giovedì 21 luglio 2016

PERCHE' SI E' DIMESSO PAPA BENEDETTO XVI ?

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Il Vaticano gestisce fondi poco chiari e da un paio d’anni sono state rivelate diverse questioni che hanno a che vedere con le finanze, i conti truccati e le operazioni illecite, un’eredità finanziaria lasciata da Giovanni Paolo II.

Nel febbraio 2013 i fedeli di tutto il mondo rimasero spiazzati dalla decisione dell’allora papa Benedetto XVI di dimettersi dal suo incarico.

Lo stupore generale fu molteplice anche perché il cavillo a cui il pontefice si rifece per lasciare il papato era sconosciuto ai più. Ebbene, nuove e inquietanti notizie pare che si celino dietro quelle dimissioni. Quell’anno infatti, era cominciato in modo nefasto per il Vaticano, che veniva trattato quasi come uno stato terrorista dal governo italiano, dopo che lo IOR era stato escluso dallo SWIFT e la magistratura aveva cominciato una serie di indagini, dopo aver ricevuto pressioni internazionali, circa i pagamenti delle tasse apparentemente evase dalla Chiesa.

Quello che successe pochi giorni prima delle dimissioni del Papa Benedetto XVI, era che il Vaticano era escluso dallo SWIFT, situazione che si è sbloccata solo dopo la sua firma per lasciare il mandato. Fondamentalmente, quindi, quello che agli occhi di tutti è apparso come un gesto vile, sembra che sia stato un passo obbligato per consentire allo Stato del Vaticano di riprendere la propria vita economica.

Una prova di tutto quello che c’è sotto questo evento, è data proprio dal testo che comunicava le dimissioni di Ratzinger. Tale testo recitava le motivazioni in latino, adducendo motivi di età, ma esso conteneva una serie di imperdonabili quanto elementari errori grammaticali che il Papa non avrebbe mai potuto commettere. Ciò vuol dire che quella lettera non era stata scritta da lui ma da altri e in un secondo momento resa al pubblico. Una volta formalizzate le dimissioni, inoltre, non c’è stato nemmeno bisogno di aspettare l’elezione di Papa Bergoglio ma immediatamente si è avuto lo sblocco dei conti da parte dello SWIFT.

Gli esperti del Vaticano spiegano che Papa Benedetto XVI aveva già deciso di lasciare il Pontificato nel marzo 2012, dopo un viaggio in Messico e a Cuba, dove aveva scoperto la prima parte di un rapporto elaborato dai cardinali Julián Herranz, Jozef Tomko e Salvatore De Giorgi.

In quel documento erano riassunti gli abissi nei quali era caduta la Chiesa : corruzione, finanze occulte, guerre fratricide per il potere, furti massicci di documenti segreti, lotte tra fazioni e riciclaggio di denaro.
La conclusione insisteva sulla “resistenza al cambiamento da parte della Curia e i numerosi ostacoli posti alle azioni richieste dal Papa per promuovere la trasparenza.”

Il Vaticano è un nido di vipere, un labirinto di corruzione molto lontano dal Cielo e molto vicino ai peccati terreni. Un pugilato senza limiti né morale, dove la Curia assetata di potere fomenta le illazioni, i tradimenti, il riciclaggio di denaro, operazioni segrete per mantenere prerogative e privilegi di fronte alle istituzioni religiose e finanziarie.
Sotto il mandato religioso di Benedetto XVI, il Vaticano era uno degli Stati più opachi al mondo. Se Josef Ratzinger ha sollevato il velo del silenzio sui curati pedofili, non ha per nulla modernizzato la Chiesa, né voltato la pagina degli sporchi affari che aveva ereditato dal suo predecessore Giovanni Paolo II.



Questo primo rapporto dei tre cardinali, nell’agosto 2012 aveva portato alla nomina dello svizzero René Brülhart, specialista di riciclaggio di denaro che per otto anni aveva diretto la Financial Intelligence Unit (FIU) del Liechtenstein, un’agenzia incaricata di analizzare le operazioni finanziarie dubbie.
La missione di Brülhart era mettere la Banca del Vaticano in sintonia con le norme europee. Ovviamente non ci era riuscito.

La seconde parte del rapporto era stata presentata a Papa Benedetto nel dicembre 2012. Da allora, le sue dimissioni si erano poste in maniera irrevocabile.
In pieno marasma, la Curia romana aveva cercato d’imporre una verità ufficiale con metodi moderni. Per far questo aveva contattato il giornalista americano Greg Burke, membro dell’Opus Dei, ex membro dell’agenzia di stampa Reuters, della rivista Time e del canale televisivo Fox.
La missione di Burke era quella di migliorare l’immagine deteriorata della Chiesa, ma era troppo tardi, perchè ai vertici della Chiesa cattolica non c’era più niente di chiaro.

La divulgazione dei documenti segreti del Vaticano orchestrata dal maggiordomo del Papa, Paolo Gabriele e da altre mani invisibili era stata un’operazione sapientemente orchestrata ma i cui fini rimangono misteriosi : un’operazione contro il potente Segretario di Stato Tarcisio Bertone, una cospirazione destinata a spingere Benedetto XVI alle dimissioni o un tentativo di frenare la purga interna in corso? In ogni caso, il Vatileaks aveva sommerso il compito di pulizia che era stato affidato a Burke.

Ben più che motivi teologici, sono i soldi e i conti occulti della banca del Vaticano, lo IOR, che sembrano comporre la trama delle dimissioni inedite di Benedetto XVI.
Un nido di corvi pedofili, di reazionari e di ladri assetati di potere e capaci di tutto pur di difendere le proprie fazioni. E’ questa la terribile immagine di decomposizione morale lasciata dalla gerarchia cattolica.
Niente di diverso dal mondo in cui viviamo. Corruzione, capitalismo assassino, protezione dei privilegiati, circuito di potere che si auto-alimenta e si auto-protegge. Il Vaticano è nient’altro che il riflesso della decadenza del sistema.



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domenica 22 febbraio 2015

MILANO & SALUTE - IL SAN RAFFAELE -




L'Istituto scientifico universitario San Raffaele, meglio conosciuto con il nome di ospedale San Raffaele, è una struttura ospedaliera che sorge a cavallo dei comuni di Segrate e Milano. Fino al 10 maggio 2012 faceva parte della Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor. Dall'11 maggio 2012 le attività sanitarie e di ricerca che facevano capo alla Fondazione sono state trasferite all' Ospedale San Raffaele srl controllata da Velca SpA. L'ospedale, accreditato nel 1999 come istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, fu fondato nel 1969 da don Luigi Maria Verzé, che ne è stato presidente fino al luglio 2011. Da maggio 2012 è diventato parte del Gruppo Ospedaliero San Donato.

L'ospedale si estende su un’area di 300.000 m2 nei pressi di Cascina Gobba e dell'Olgettina, sul confine tra Milano e Milano 2 di Segrate, mentre un suo distaccamento è situato nel quartiere milanese di Turro (San Raffaele Turro).

Un articolo pubblicato dal quotidiano la Repubblica pone l'Ospedale San Raffaele al primo posto tra gli ospedali italiani come qualità della cura. L'Ospedale San Raffaele è sede della Facoltà di Medicina e Chirurgia e della Facoltà di Psicologia dell'Università Vita-Salute San Raffaele.
La costruzione dell'ospedale San Raffaele venne richiesta espressamente nel 1950 dall'allora arcivescovo di Milano Alfredo Ildefonso Schuster, che incaricò don Luigi Maria Verzé di costruire un ospedale cristiano. Con questo scopo venne fondato nel 1958 il "Centro assistenza ospedaliera San Romanello", che elaborò un progetto di nosocomio, pronto due anni dopo. I finanziatori principali dell'opera furono la famiglia Bassetti e il conte Bonzi, che mise a disposizione il terreno per l'edificazione della struttura. Secondo alcuni, Luigi Verzé (nel frattempo interdetto dalla Curia milanese il 26 agosto 1964 con "la proibizione di esercitare il Sacro ministero") avrebbe potuto acquistare l'area del conte Bonzi grazie a un finanziamento statale di 600 milioni di lire, ottenuto attraverso i suoi contatti con i leader della DC romana.

Bisogna però aspettare il 24 ottobre 1969 per la posa della prima pietra, che avvenne a Segrate; l'anno successivo l'ospedale in costruzione viene conferito alla neonata Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor. La struttura venne inaugurata il 31 ottobre 1971.

Le vicende di Verzé si incrociano presto con quelle di Silvio Berlusconi, all'epoca imprenditore e proprietario di Edilnord, dato che l'ex sacerdote aveva acquistato un terreno di 46 000 metri quadri - con l'idea di costruire quello che sarebbe poi diventato il "San Raffaele" - vicino all'area che sarebbe poi diventata "Milano 2", il complesso residenziale realizzato da Berlusconi. Il problema di allora era il transito su quell'area degli aerei in partenza dall'aeroporto di Milano-Linate, "così, nel 1971 inoltrarono, assieme, una petizione al Ministro dei Trasporti al fine di salvaguardare la tranquillità degli abitanti di Milano 2 e i ricoverati del san Raffaele". Tuttavia la modifica delle rotte, accordata dal Ministero, creò problemi di rumore ai comuni limitrofi; "la questione delle rotte si trascinerà per qualche anno, tra direttive serrate, proteste, irregolarità e comitati antirumore la direttiva Civilavia del 30 agosto 1973, a seguito dell'incontro di marzo scontenta tutti, eccetto, naturalmente, Edilnord e San Raffaele". Il 13 marzo 1973 si incontrano infatti comitati dei cittadini e funzionari del ministero, ma le carte topografiche di riferimento risultano pesantemente manomesse: Pioltello e Segrate rispecchiano la cartografia del 1848 mentre Milano 2, terminata al 25%, risulta completata.

Negli anni '70 si sviluppa anche la prospettiva scientifica di ricerca dell'HSR: nel 1973 vennero edificati laboratori per la ricerca e venne firmata con l'Università degli studi di Milano un'intesa di collaborazione, che si tradusse nel 1980 con l'apertura del Polo Universitario di Medicina e Chirurgia. Nel marzo 1976 Verzé è stato condannato dal tribunale di Milano a un anno e quattro mesi di reclusione per tentata corruzione in relazione alla convenzione con la facoltà di medicina dell'università statale di Milano e la concessione di un contributo di due miliardi di lire da parte della Regione Lombardia.

Negli anni ottanta proseguì l'espansione dell'ospedale: iniziò la costruzione del DiMeR (Dipartimento di Medicina Riabilitativa), il Dipartimento di Scienze Neuropsichiche presso la sede di Ville Turro, il centro per l'assistenza ai malati di AIDS. Seguirono negli anni novanta il Dipartimento di Biotecnologie (DiBit) e l'istituzione dell'Università Vita-Salute San Raffaele.

Nel 1999 l'Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico San Raffaele venne accreditato dalla Regione Lombardia.

Nel 2000 Verzé sostenne che, a causa di pressioni del mondo politico e degli ambienti finanziari di Roma, fu «costretto» a vendere la succursale romana dell'Ospedale San Raffaele «a un prezzo irrisorio» all'imprenditore romano Antonio Angelucci, il quale, soltanto pochi mesi più tardi lo rivendette allo Stato, suscitando scandalo sui media e numerose interrogazioni parlamentari.

Nel maggio 2003 viene inaugurata la nuova area di accettazione, con la Galleria delle Botteghe: per la prima volta in Italia una galleria commerciale si trova a operare all'interno di un ospedale.

Nel 2004 sono partiti i lavori per il raddoppio della struttura, con nuovi spazi per la ricerca, per la didattica, per l'accesso al Pronto Soccorso, per l'alloggio dei parenti e per il Dipartimento materno-infantile.

Nel marzo 2006 è stata inaugurata la prima parte del nuovo dipartimento di ricerca DiBit 2 ed è stata posata la prima pietra per la costruzione del Dipartimento materno-infantile.

Nel marzo 2008 è stata posata sulla sommità della cupola del nuovo DiBit 2 una statua raffigurante l'Arcangelo Raffaele, uno dei simboli dell'istituto.

Il 10 gennaio 2012 il gruppo ospedaliero San Donato si aggiudica l'ospedale per 405 milioni di euro. L'11 maggio 2012 le attività sanitarie e di ricerca che facevano capo alla Fondazione sono state trasferite alla Ospedale San Raffaele S.r.l. controllata da Velca S.p.A.



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