Visualizzazione post con etichetta edificio. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta edificio. Mostra tutti i post

sabato 6 giugno 2015

IL PALAZZO MOZZANICA A LODI

.


Il palazzo fu l'elegante dimora del conte Lorenzo, feudatario di Turano e Melegnano, personaggio di spicco della corte milanese del Moro, capitano di cavalleria e poi commissario generale delle regie armate di Luigi XII in Italia. Probabilmente negli anni Ottanta del secolo, il conte entrò in possesso del palazzo che era stato fatto edificare nel Trecento dalla potente famiglia Vignati, cui appartenne Giovanni, signore di Lodi all'inizio del Quattrocento e di cui restano alcuni stemmi nel portico del cortile.
Spetta dunque a Lorenzo Mozzanica l'ampliamento dell'edificio gotico e la sua riqualificazione in senso rinascimentale per mezzo di un vocabolario decorativo che, se attinge da un lato al repertorio del classicismo quattrocentesco, tra Bramante e Mantegna, affonda dall'altro, e saldamente, le proprie radici nella secolare tradizione lombarda dell'ornato monumentale in terracotta.

L'edificio ha una struttura organizzata intorno ad un cortile rettangolare interno porticato su due lati consecutivi, con colonne dotate di capitelli ionici e chiuso sul fondo dallo scalone d'onore d'epoca settecentesca. La facciata su strada, tipicamente bramantesca e rinascimentale, si presenta a due ordini separati da un fregio scolpito in cotto. La fascia marcapiano è composta da elementi scultorei, realizzati con la tradizionale tecnica a stampo, ed è decorata con ghirlande e figure mitologiche (tritoni e naiadi si azzuffano vivacemente tra i flutti, alternandosi a tritoni che sostengono ghirlande fitomorfe mentre Nettuno e Proserpina reggono una corona d'encarpi). L'opera decorativa è attribuita ad Agostino de Fondulis, attivo anch'esso a Lodi nella realizzazione della Chiesa dell'Incoronata.
L'ordine inferiore della facciata è costituito da un alto basamento in cotto con cinque finestre a strombo e portale decentrato; l'ordine superiore presenta, disposte irregolarmente, una serie di finestre arcuate incorniciate con motivi archiacuti anch'essi in cotto.
L'ornato del fregio, che insieme al portale, costituisce l'elemento di maggior spicco, rielabora un motivo decorativo proveniente dal repertorio d'orbita mantegnesca ed utilizzato dal De Fondulis anche in altre occasioni.
Le cinque aperture a strombo del piano terra, e ancor più le finestre archiacute con ricche ghiere in cotto del piano superiore, appaiono distribuite in modo irregolare e scarsamente correlato tra loro e con il portale. Sullo spigolo dell'edificio è possibile vedere un grande stemma marmoreo.
Il portale in pietra d'Angera, decentrato nella parte sinistra della facciata e fiancheggiato da due colonne a candelabro ed è arricchito da elementi decorativi: bassorilievi floreali e da quattro medaglioni all'antica con ritratti di profili che confermano l'epoca della realizzazione e rimandano al ruolo che Lorenzo Mozzanica svolgeva;  le quattro medaglie sforzesche decorano l'ingresso, di cui le maggiori nei pennacchi dell'arco avrebbero all'interno i busti di Francesco Sforza e sua moglie Bianca Maria Visconti mentre le più piccole nell'entasi delle due colonne sarebbero di Gian Galeazzo Maria Sforza e Isabella d'Aragona.
L'interno del piano superiore ospita numerosi affreschi.
Secondo la testimonianza dello storico Giovanni Agnelli il 29 luglio 1509  il re di Francia Francesco I alloggiò nel palazzo.



LEGGI ANCHE : http://asiamicky.blogspot.it/2015/06/visitando-lodi.html




FAI VOLARE LA FANTASIA 
NON FARTI RUBARE IL TEMPO
 I TUOI SOGNI DIVENTANO REALTA'
 OGNI DESIDERIO SARA' REALIZZATO 
IL TUO FUTURO E' ADESSO .
 MUNDIMAGO
http://www.mundimago.org/
.
 GUARDA ANCHE


LA NOSTRA APP



http://www.mundimago.org/



lunedì 1 giugno 2015

VILLA BEFFA A CASTEL GOFFREDO

.


Villa Beffa di Castel Goffredo è della metà del 500 era la residenza estiva dei Gonzaga di Castiglione, esempio forse unico nel mantovano di architettura Vignolesca. Tutti i membri della famiglia Beffa, da cui prende nome la villa, morirono con la grande epidemia di peste del 1630. Edificio a pianta quadrata, abbellito da colonnine, di nota la scala interna in marmo.
La costruzione, circondata da parco e da una corte della quale rappresenta la casa padronale, si presenta come unione di più edifici collegati tra loro. Il prospetto principale è dotato di androne d'ingresso ad arco unico, loggia con tre archi e colonne in marmo al primo piano. Sotto la loggia spicca lo stemma della famiglia Pastorio che ha abitato la villa. Tramite una scala ellittica in marmo si accede al piano superiore dove è sito il “salone nobile” con soffitto affrescato.



LEGGI ANCHE : http://asiamicky.blogspot.it/2015/06/in-giro-per-castel-goffredo.html




FAI VOLARE LA FANTASIA 
NON FARTI RUBARE IL TEMPO
 I TUOI SOGNI DIVENTANO REALTA'
 OGNI DESIDERIO SARA' REALIZZATO 
IL TUO FUTURO E' ADESSO .
 MUNDIMAGO
http://www.mundimago.org/
.
 GUARDA ANCHE


LA NOSTRA APP



http://www.mundimago.org/



giovedì 14 maggio 2015

LA CHIESA DI SAN MICHELE A MONZA



La chiesa di San Michele Arcangelo era la più antica di Monza, posteriore solo alla teodolindea basilica di San Giovanni (oggi duomo di Monza).

Secondo la tradizione la sua fondazione fu datata nell’anno 628 e, dunque, in piena epoca longobarda. In effetti la dedicazione all’arcangelo guerriero, da questo popolo molto venerato, ne risulta una conferma. Un più tardo documento del 903 ne comprova l’esistenza nella città.

La chiesa di San Michele, insieme al duomo, fu subito legata alla storia monzese e alla cerimonia delle incoronazioni con la corona Ferrea. Nel 1128 l’imperatore Corrado III vi fu incoronato re d’Italia dall'arcivescovo di Milano Anselmo V Pusterla.

Gestito dagli Umiliati, il tempio venne decorato (probabilmente agli inizi del XIV secolo) con un grande affresco che copriva un’intera parete laterale: vi è raffigurata la celebrazione di una messa a cui assistono il Redentore e la Vergine, vari santi tra cui appunto san Michele che reca uno scettro gigliato, la corte longobarda nelle persone della regina Teodolinda avvolta nel mantello e incoronata, del re Agilulfo e dei loro figli Gundeperga e Adaloaldo.
Il dipinto, che potrebbe rappresentare la consacrazione del Santuario di San Michele Arcangelo sul Gargano (il santuario "nazionale" dei Longobardi) o un raro esempio di "messa aurea" (la messa del mercoledì delle Tempora d'Avvento), è di chiara derivazione giottesca e «possiede una esigenza plastica ed una vena descrittiva realistica affrontata con rigidezze e pesanti manierismi. Esso è certamente non posteriore alla metà del XIV secolo e certamente di un pittore locale piuttosto impacciato».

L’affresco, staccato dalla parete prima dell'abbattimento della chiesa, è oggi conservato nel Museo del duomo di Monza.

Nel 1922 l’antico edificio, insieme all’adiacente convento degli Umiliati di Sant'Agata, fu demolito dalla giunta socialista dell'epoca per creare l’odierna via Francesco Crispi. Per ricordarne l’esistenza, il 29 settembre 2004, ricorrenza della festa di san Michele, venne collocata in piazza San Paolo, in prossimità del luogo in cui sorgeva la chiesa, una statua del santo.
Nel 2004, in memoria dell’edificio abbattuto, venne eretta una statua commemorativa. Il monumento, in bronzo, è stato forgiato da Benedetto Pietrogrande. La figura del santo è alta 3,8 metri e poggia su di un basso basamento. La sensazione che deve dare allo spettatore è quella che aleggi sul pavimento. L’arcangelo è raffigurato nell’atto di pestare un drago. In mano regge uno scettro coronato da un fiore di giglio. L’immagine del santo condottiero, tipica del mondo occidentale, viene abbandonata in favore di quella del santo dignitario di corte, tipica del mondo bizantino. Ciò ha suscitato notevoli polemiche.



LEGGI ANCHE : http://asiamicky.blogspot.it/2015/05/le-citta-della-pianura-padana-monza.html


.

FAI VOLARE LA FANTASIA 
NON FARTI RUBARE IL TEMPO
 I TUOI SOGNI DIVENTANO REALTA'
 OGNI DESIDERIO SARA' REALIZZATO 
IL TUO FUTURO E' ADESSO .
 MUNDIMAGO
http://www.mundimago.org/
.
 GUARDA ANCHE


LA NOSTRA APP



http://mundimago.org/



sabato 18 aprile 2015

LA CHIESA DI SANT' ALESSANDRO A ANGERA

.


La Chiesa di Sant' Alessandro, come è normalmente chiamata ad Angera, è situata nel vicolo che delimita la parte absidale di Santa Maria Assunta a pochi passi di distanza. L'attuale aspetto è quello secentesco ed è frutto di un recente restauro che ha permesso di riutilizzare l'edificio per convegni e manifestazioni varie. Ha un'unica navata e l'altare è delimitato da una balaustra in pietra d'Angera, mentre la volta del presbiterio è interamente affrescata. L'altare in legno intagliato e dipinto è dominato dal grande quadro attribuito a Francesco Lampugnati (circa 1630) raffigurante il Crocifisso, San Franceso, i Santi Sisino, Martirio e Alessandro e due Confratelli del SS. Sacramento con la loro veste rossa. Alla base dell'altare un paliotto in scagliola. Sulla parte destra un grande affresco settecentesco con la Madonna, i Santi Giuseppe, Antonio, Lucia e Apollonia ed altri affrescho moderni.
Il campanile è staccato dalla Chiesa ed è utilizzato per la Parrocchiale.



LEGGI ANCHE : http://asiamicky.blogspot.it/2015/04/le-citta-del-lago-maggiore-angera.html




FAI VOLARE LA FANTASIA 
NON FARTI RUBARE IL TEMPO
 I TUOI SOGNI DIVENTANO REALTA'
 OGNI DESIDERIO SARA' REALIZZATO 
IL TUO FUTURO E' ADESSO .
 MUNDIMAGO
http://www.mundimago.org/
.
 GUARDA ANCHE


LA NOSTRA APP



http://mundimago.org/le_imago.html



sabato 21 marzo 2015

LE VILLE DI COMO : VILLA ERBA

.


Villa Erba, a Cernobbio rappresenta una delle più importanti ville di lago italiane dell'Ottocento.

Inizialmente voluta dalla famiglia Peluso, che già possedeva la confinante Villa d'Este, passò poi a Luigi Erba, fratello ed erede di Carlo Erba, uno dei maggiori industriali farmaceutici dell'epoca, che fece costruire una villa che doveva rappresentare la manifestazione della ricchezza e dell'importanza della famiglia. La realizzazione fu affidata ai due architetti più in auge del momento: Angelo Savoldi e Giambattista Borsani.

In quegli anni gli Erba ospitarono spesso artisti nella villa dove si svolse una intensa vita culturale e mondana.

La villa fu poi ereditata dalla figlia Carla, che sposò a Cernobbio il duca Giuseppe Visconti di Modrone. Fu la dimora nei mesi estivi anche del noto regista Luchino Visconti, figlio, appunto di Carla. A villa Erba, ormai non più di sua proprietà, Luchino Visconti tornò negli ultimi anni e lì ultimò il montaggio del film Ludwig.

L'attuale villa sorge sui terreni dell'antico convento benedettino di Santa Maria Assunta che, secondo gli atti della visita pastorale del Vescovo di Como Feliciano Niguarda fra il 1589 e il 1593, ospitava 25 monache che vi avevano organizzato un educandato ed amministravano le proprietà agricole. Chiuso per disposizione dell'autorità austriaca nel 1784, il convento fu scorporato e rivenduto nel 1816 alla contessa Vittoria Peluso che lo trasformò in una sontuosa residenza aristocratica circondata da un vasto giardino all'inglese. Alla morte della contessa, la proprietà passò nella mani dei nipoti, una delle quali, Giuseppa Peluso, maritata Cima, rilevò le quote degli altri eredi e cedette l'intero complesso al marito, dal quale, per successione, passò al figlio Cesare.
Nel 1882 Anna Brivio e Luigi Erba, figlio di Carlo, fondatore dell'omonima casa farmaceutica milanese, rilevarono la proprietà e decisero di far costruire, fra il 1898 e il 1901, su progetto di Gian Battista Borsani e Angelo Savoldi. una nuova villa a lago, più ricca rispetto alla villa già esistente, a dimostrazione della potenza economica e della nobiltà della famiglia. Gli Erba dimorarono spesso a Cernobbio, ricevendo illustri ospiti, artisti e personalità del mondo politico e industriale. Convegni, concerti e feste vivacizzavano l'atmosfera della villa ai primi del secolo.
Alla morte dei genitori la proprietà passò alla figlia Carla, la quale sposò a Cernobbio il duca Giuseppe Visconti di Modrone. Nei mesi estivi la famiglia, accresciuta dalla nascita di sette figli - tra i quali il noto regista Luchino Visconti -, vi trascorreva una buona parte delle vacanze e, quando donna Carla ed il marito si separarono, i periodi di permanenza a Villa Erba si allungarono. "Villa Erba è una casa che noi amiamo molto - scriveva proprio Luchino Visconti -, una vera villa lombarda, tanto cara. Ci riuniremo tutti là, fratelli e sorelle e sarà come al tempo in cui eravamo bambini e vivevamo all'ombra di nostra madre". Donna Carla morì nel 1936.
Durante la guerra la villa fu requisita dal Commissariato alloggi del comando germanico. Al termine del conflitto, suddivisa tra i fratelli Visconti, tornò ad essere un luogo di svaghi dove la famiglia era solita organizzare feste e incontri mondani. Luchino, ammalatosi all'apice della sua carriera, vi trascorse un lungo periodo di riabilitazione e trascorse qui gli ultimi anni nella sua vita.
Nel 1986 gli eredi Visconti cedettero la villa ottocentesca con gran parte dei terreni ad un consorzio pubblico che l'acquistò con l'intento di realizzarvi il complesso espositivo congressuale attuale. I nuovi padiglioni espositivi sono stati progettati dall'architetto Mario Bellini e sono stati costruiti all'interno del parco nel corso degli anni successivi.

Negli ultimi anni, nei mesi primaverili, presso le aree della villa e quelle dell'adiacente Villa d'Este viene organizzato il Concorso d'eleganza Villa d'Este; un'importante rassegna espositiva internazionale in cui partecipano vetture d'epoca di tutto il mondo e innovativi concept automobilistici.

Il complesso, inserito in una vasta conca pianeggiante, si articola nella casa padronale, nell'abitazione di servizio e foresteria, e in un complesso di portinerie, oltre alla serra, alla darsena e alle scuderie. Gli spazi esterni non coperti adiacenti alla villa sono costellati di opere a carattere mitologico e storico dello scultore Mazzuchelli, come i due leoni posti ai lati dell'ingresso delle carrozze sul lato ovest, verso il giardino. Il vasto parco è impreziosito da alberi esotici.

La villa nella sua veste attuale, concepita secondo l'ispirazione di tipo manierista alessiano dagli architetti Borsani e Savoldi, ha un carattere sfarzoso e imponente ed è edificata in riva al lago, circondata da una vasta conca pianeggiante.
Si articola in un complesso di portinerie (quella nei pressi dell'imbarcadero di Cernobbio è a pianta quadrata e in pietra di Viggiù ed ha un carattere vagamente liberty), casa padronale, abitazione di servizio e foresteria, serra, darsena e scuderie. L'edificio centrale si sviluppa su pianta quadrata, con ampie scalinate digradanti verso il lago, portico di ingresso ed una torretta panoramica, tipica di questo periodo, che unisce la parte nobile all'ala di servizio, costruzione caratterizzata da una veste architettonica ben distinta dall'edificio principale. Ciascun locale dell'edificio a due piani, è riccamente decorato dalle opere di Angelo Lorenzoli, il quale ideò e coordinò, coadiuvato per gli affreschi da Ernesto Fontana, l'insieme dei fregi variopinti, gli stucchi, le dorature, le pavimentazioni in ceramiche colorate, i legni pregiati e l'inserimento nell'architettura di particolari soluzioni di arredo e il riutilizzo di opere d'arte antiche nell'allestimento di pareti e soffitti. Gli affreschi di carattere figurativo sono opera del pittore Ernesto Fontana. Di un certo interesse sono anche alcuni elementi di arredo, tra i quali la doppia serie di scanni di coro seicentesco in sala biblioteca e il prezioso rivestimento in "Cuoio di Cordova", finemente lavorato e sormontato da un fregio di coronamento a putti dipinti ad olio su tela (di origine settecentesca e proveniente da altra sede) che caratterizza il cosiddetto salottino giapponese o del the. Numerosi sono i dipinti inseriti nelle decorazioni di pareti e soffitti tra i quali i celeberrimi strappi della sala feste, attribuiti a Johann Christoph Storer, attivo in Lombardia nel 1600, e i decori di Angiolo D'Andrea, noto pittore della Bèlle Epoque milanese.I due grandi ritratti dei primi proprietari della villa, Luigi Erba e Anna Brivio, entrambi di Cesare Tallone, sono collocati alla base dello scalone che porta al primo piano, dove le sale, sebbene con toni più domestici e meno imponenti rispetto agli sfarzi del piano terra, hanno comunque raffinate decorazioni a parete, pavimenti e soffitti ospitano importanti dipinti come il tondo ad olio con Madonna settecentesca, inserito nella pannellatura della parete.
Gli spazi esterni non coperti, immediatamente adiacenti alla villa, sono costellati di opere a carattere mitologico e storico dello scultore Mazzuchelli, come i due leoni posti ai lati dell'ingresso delle carrozze sul lato ovest, verso il giardino.
Attualmente, le ampie sale al pian terreno sono disponibili per la realizzazione di galà, banchetti, concerti ed eventi esclusivi, mentre le sale al primo piano sono oggi in parte sede degli uffici della società che gestisce il centro fieristico e congressuale internazionale e in parte ospitano il percorso museale e multimediale dedicato a Luchino Visconti.
Il vasto parco che circonda l'edificio è frutto delle cure dei passati proprietari che vi si dedicarono appassionatamente impreziosendolo con alberi esotici.


LEGGI ANCHE : http://asiamicky.blogspot.it/2015/03/laghi-lombardi-il-lago-di-como.html



http://www.mundimago.org/

FAI VOLARE LA FANTASIA 
NON FARTI RUBARE IL TEMPO
 I TUOI SOGNI DIVENTANO REALTA'
 OGNI DESIDERIO SARA' REALIZZATO 
IL TUO FUTURO E' ADESSO .
 MUNDIMAGO
http://www.mundimago.org/
.
 GUARDA ANCHE
LA NOSTRA APP


http://mundimago.org/le_imago.html



.

giovedì 19 marzo 2015

LA BASILICA DI SANTA MARIA ASSUNTA (Gandino)

.


La chiesa prepositurale, assurta a ruolo di basilica, dedicata a santa Maria Assunta è posta nel cuore del vecchio centro storico e da sempre ha ricoperto grande importanza per i propri abitanti, come testimoniato dalle numerose elargizione che, fin dall'epoca medievale, le hanno permesso di dotarsi di importanti opere d’arte. Risalente al 1180, subì numerose trasformazioni fino alla fine del XVII secolo, operata dal gandinese Paolo Micheli, rimase poi tale fino ai nostri giorni. Costituita da una sala interna a tre navate, presenta la copertura con una successione di spioventi posti a differenti altezze (detta facciata a saliente), composta in pietra locale con intensità calda che fanno risaltare lesene e cornicioni di tonalità chiara. Sempre sulla facciata si trovano i portali, realizzati dai veneziani Domenico Rossi ed Antonio Cavalleri, nonché statue di figure zoomorfe eseguite in pietra di Rovigno da Paolo Callolo e Paolo Groppelli. Sulla struttura svetta la torre campanaria alta 74 metri con cupola a cipolla, di derivazione mitteleuropea, dotata di una cuspide in rame alta 13 metri, ed eseguita dal bolzanino Francesco Shgraffer e dal trentino Paolo Sterzl. Il campanile possiede inoltre un concerto di 10 campane datate dal 1706 al 1822. All'interno sono custodite numerose opere di indubbio valore.

I primi documenti che ne attestano l'esistenza risalgono all'anno 1180, mentre nel 1223 venne menzionata negli atti che sancirono l'emancipazione comunale del paese, a dimostrazione dell'importanza ricoperta già in quel tempo. Per venire incontro alle mutate esigenze della popolazione in costante crescita, nel 1421 il primitivo edificio lasciò il posto ad una nuova struttura più grande, che già nel 1469 venne ulteriormente ampliata verso sud con l'aggiunta di una seconda navata. Quella struttura, di poco più corta dell'attuale, venne ristrutturata nei primi anni del XVII secolo, come testimoniato dalla lapide che, tuttora presente, fu murata nel lato sud dell'edificio all'inizio dei lavori. Il progetto fu affidato al gandinese Paolo Micheli, che lasciò le pareti nord ed ovest della precedente struttura, aggiungendo una terza navata. Dopo un rallentamento della costruzione, a causa dell'ondata di peste del 1630, che uccise anche il progettista, la chiesa fu inaugurata nel 1640.

La struttura, rimasta sostanzialmente invariata fino ai giorni nostri, presenta una copertura costituita da una successione di spioventi posti a differenti altezze (detta facciata a saliente), composta in pietra locale con intensità calda che fanno risaltare lesene e cornicioni di tonalità chiara. Sempre sulla facciata si trovano i portali, realizzati dai veneziani Domenico Rossi ed Antonio Cavalleri, nonché statue di figure zoomorfe eseguite in pietra di Rovigno da Paolo Callolo e Paolo Groppelli. Sulla struttura svetta la torre campanaria alta 74 metri con cupola a cipolla, di derivazione mitteleuropea, dotata di una cuspide in rame alta 13 metri, ed eseguita dal bolzanino Francesco Shgraffer e dal trentino Paolo Sterzl. Il campanile possiede inoltre un concerto di 10 campane datate dal 1706 al 1822.

L'interno è a tre navate e vi sono custodite numerose opere d'indubbio valore. Tra queste vi sono la barocca cupola ad ombrello dipinta da Giovanni Battista Lambranzi, con Cristo, san Pietro, san Giacomo Maggiore e san Bartolomeo posti ai quattro punti cardinali, ed il presbiterio, con volta a botte affrescato da Ottaviano Viviani. Presso gli altari dei santi patroni e di san Pietro vi è il ciclo pittorico di Giacomo Ceruti (detto il Pitocchetto), mentre presso quelli laterali sono poste le tele di Simone Cantarini (Incoronazione della Vergine), Domenico Carpinoni, Vincenzo Dandini, Bernardo Luca Sanz, Gian Giacomo Barbello e Gian Cristoforo Storer. Sopra le bussole d'ingresso si trovano inoltre le opere di Paolo Zimengoli (Il diluvio universale), Antonio Balestra (Fuga in Egitto), Sante Prunati (Adorazione dei Magi) , mentre presso l'ancona è collocato il dipinto Maria Assunta con i santi Patroni, eseguito dal gandinese Ponziano Loverini.

Numerosi sono gli intarsi che ornano l'edificio, tra i quali spiccano i confessionali di Giovan Battista Caniana e di Andrea Fantoni, del quale si segnalano anche l'abside in marmi policromi e le sculture della Vergine e degli angeli, l'organo di Ignazio Hillepront, la balaustra in bronzo di Francesco Lagostino, le sculture dei Carra, del Marengo e dello Schmeidel.

LEGGI ANCHE : http://asiamicky.blogspot.it/2015/03/lombardia-la-regione-che-ospita-expo.html


http://www.mundimago.org/

FAI VOLARE LA FANTASIA 
NON FARTI RUBARE IL TEMPO
 I TUOI SOGNI DIVENTANO REALTA'
 OGNI DESIDERIO SARA' REALIZZATO 
IL TUO FUTURO E' ADESSO .
 MUNDIMAGO
http://www.mundimago.org/
.
 GUARDA ANCHE
LA NOSTRA APP


http://mundimago.org/le_imago.html



.

venerdì 27 febbraio 2015

GRATTACIELI DI MILANO

.


Milano, da un punto di vista storico, è una delle città italiane che più si è sviluppata in verticale attraverso la costruzione di grattacieli. Nel suo paesaggio urbano spicca la Torre Unicredit, che, con i suoi 231 m d'altezza, è il grattacielo più alto d'Italia.

Storia
1954: completamento della Torre Breda, progettata da Luigi Mattioni, con i suoi 117 metri per 30 piani diventa il primo grattacielo a superare l'altezza della Madonnina a Milano (109,5 m) e per quattro anni l'edificio abitabile più alto d'Italia.
1958: viene realizzato un altro grattacielo simbolo dello skyline milanese, la Torre Velasca, di 106 m, destinata per i primi 18 piani ad uffici e negozi e per i successivi 8 ad appartamenti. È il più alto dei grattacieli presenti all'interno dei vecchi bastioni spagnoli ed è ancora tra i grattacieli più alti di Milano.
1959: viene costruita la Torre Galfa, che con i suoi 109 metri si attesta subito dopo la Torre Breda.
1960: in Piazza Duca d'Aosta su progetto di Giò Ponti nasce uno dei grattacieli simbolo di Milano e grande rappresentante del boom economico italiano, il Grattacielo Pirelli, chiamato affettuosamente dai milanesi "Pirellone". Rimasto per 50 anni il più alto grattacielo d'Italia con i suoi 127 m e 31 piani, è tutt'oggi il quinto edificio più alto di Milano e uno dei più alti al mondo in calcestruzzo armato. Fino al 2010 ha ospitato la giunta e parte degli uffici della Regione Lombardia, poi spostati nel nuovo Palazzo Lombardia. Attualmente ospita il Consiglio regionale della Lombardia. Il Pirelli è stato internazionalmente acclamato e diversi grattacieli nel mondo vi hanno preso ispirazioni, su tutti il MetLife Building di New York, costruito cinque anni dopo. Nel 2005 ha subito un restauro conservativo.
1992-1994: a fianco della Stazione Garibaldi vengono completate le due Torri FS, entrambe alte 100 m. Nel 2010 sono state interessate da un massiccio rifacimento delle pareti esterne (recladding) completato nel 2012.
2010: viene completato il Palazzo Lombardia, alto 161,3 m per 39 piani. A partire dal 2010 vi si trasferiscono la giunta della Regione e tutti gli uffici della Regione Lombardia dispersi in città. È il secondo edificio più alto d'Italia al tetto dopo il Grattacielo Intesa Sanpaolo di Torino.
2009-2014: il nuovo progetto Porta Nuova ha portato una rivoluzione nella skyline meneghina. Nuove e alte torri entrano a far parte del panorama cittadino. Il complesso progettato da Cesar Pelli è formato da 3 torri disposte a cerchio, con altezza rispettivamente di 231, 110 e 70 metri. La più alta delle 3 la (torre A) è oggi l'edificio più alto d'Italia grazie all'imponente guglia di metallo. La Torre Solaria, dall'alto dei suoi 143 metri, è invece il più alto edificio residenziale d'Italia. Fanno parte del progetto anche la Torre Diamante di 140 metri (gergalmente "Diamantone"), la Solea, l'Aria e il Bosco verticale.
2010-2023: nell'ex area della fiera campionaria sta sorgendo il progetto CityLife, che prevede altri 3 grattacieli, in completamento nei prossimi anni, che diverranno uno dei nuovi simboli di Milano. Iconici nel loro insieme. Si tratta dei soprannominati Dritto, Storto e Curvo, rispettivamente di 207, 175 e 160 metri.

LEGGI ANCHE :asiamicky.blogspot.it/2015/02/milano-citta-dell-expo-conosciamola.html


http://www.mundimago.org/

FAI VOLARE LA FANTASIA 
NON FARTI RUBARE IL TEMPO
 I TUOI SOGNI DIVENTANO REALTA'
 OGNI DESIDERIO SARA' REALIZZATO 
IL TUO FUTURO E' ADESSO .
 MUNDIMAGO
http://www.mundimago.org/
.
 GUARDA ANCHE
LA NOSTRA APP


http://mundimago.org/le_imago.html



.

Post più popolari

Elenco blog AMICI