lunedì 23 febbraio 2015

MILANO MULTIETNICA : VIA PAOLO SARPI

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Via Paolo Sarpi è una strada pedonale di Milano che si estende per circa 1 km in direzione est, partendo da Porta Volta. È l'asse centrale e fondamentale su cui s'è sviluppata a partire dai primi decenni del Novecento una forte presenza cinese, tanto che l'intera area compresa fra le vie Procaccini, Montello e Canonica è solitamente chiamata Chinatown di Milano.
Nel 2010 e 2011 l'intera via Sarpi è stato oggetto di un intenso lavoro di riqualificazione, con la pavimentazione della strada per tutta la sua lunghezza, che diventa un'elegante strada pedonale con pista ciclabile, ornata di aiuole ed alberi. È una strada commerciale; sono anche presenti laboratori di arte contemporanea e molti locali e ristoranti.
Molti pensano che la nascita della Chinatown milanese sia un fenomeno recente. Sbagliato: la comunità cinese ha iniziato a insediarsi qui negli anni ’20, dedicandosi prevalentemente alla lavorazione della seta. Un secondo e più consistente afflusso si è avuto a partire degli anni ’90, con conseguenze molto più visibili sull’aspetto del quartiere: oggi infatti le insegne con ideogrammi sono la netta maggioranza.
Un’altra opinione piuttosto diffusa è che in via Paolo Sarpi abitino solo orientali. Anche questo non è vero: a differenza di altre Chinatown (come quelle ben più grandi e famose di New York, Londra o Toronto, la maggioranza dei residenti è ancora italiana, mentre gli esercizi commerciali sono saldamente in mano a cittadini cinesi.

Chinatown è il nome attribuito nel gergo comune a un quartiere della Zona 1 di Milano (ma si estende anche fino entro la Zona 8), per via della notevole concentrazione della comunità cinese e di esercizi commerciali gestiti da persone di provenienza prevalentemente asiatica. Formalmente detto quartiere Sarpi in riferimento all'omonima via, in passato era noto con come il Borgo degli ortolani. È compreso tra via Canonica e via Paolo Sarpi, ai confini con il centro storico. Nonostante il nome, presenta delle differenze rispetto alle tradizionali Chinatown conosciute al mondo.

La presenza cinese ha avuto inizio intorno al 1920 con una massiccia immigrazione dalla regione dello Zhejiang in una zona che, per il particolare tessuto urbanistico, favoriva la concentrazione di laboratori nei cortili con le abitazioni adiacenti. Già durante il fascismo il quartiere era chiamato "quartier generale dei cinesi".

Le prime attività, localizzate principalmente attorno a via Canonica furono legate alla lavorazione della seta, specialmente per la produzione di cravatte, favorita dalla vicinanza con gli impianti industriali del comasco. Durante la seconda guerra mondiale la lavorazione venne convertita in quella della pelle, al fine di fornire cinture militari ai contingenti italiani e tedeschi. Il commercio all'ingrosso è sostanzialmente monotematico, prevalentemente concentrato sull'abbigliamento e la pelletteria. Dalla fine degli Anni '90 c'è stato il boom delle agenzie immobiliari unito a quello dei telefonini e dell'hi-tech in genere. Data ai primi anni del 2000, invece, la comparsa di agenzie viaggi e internet point.

Dal 2000 si è assistito a una trasformazione radicale del quartiere, col massiccio ingresso di nuove attività gestite da cinesi, prevalentemente focalizzate sul commercio all'ingrosso, che si sono progressivamente insediate al posto dei dettaglianti italiani, grazie al pagamento di buonuscite molto elevate per subentrare nei loro locali, espandendosi lungo via Paolo Sarpi e nelle strade adiacenti del quartiere Canonica-Sarpi-Bramante.

La peculiarità del quartiere è la prevalenza di residenti italiani per il 95%, contro oltre 500 attività commerciali cinesi all'ingrosso che servono gli ambulanti provenienti da tutta Italia, formando così un'area particolare che, secondo alcuni, sarebbe addirittura sbagliato definire "Chinatown". Questo sviluppo ha provocato anche problemi organizzativi: la struttura urbanistica del quartiere è infatti incompatibile con le necessità logistiche dei grossisti che assediano la zona da carrelli e furgoni che la rendevano sempre meno praticabile per i residenti.

Le contraddittorie caratteristiche della presenza cinese nel quartiere Canonica-Sarpi di Milano hanno comportato la decisione comunale di operare per la delocalizzazione dei grossisti, creando una frizione tra l'amministrazione comunale e la comunità cinese, e tra questa e i residenti nel quartiere, che è sconosciuta nelle varie Chinatown disseminate nel mondo, che infatti sono molto diverse (essendo caratterizzate da massiccia residenza di cinesi e prevalenza del commercio al dettaglio).

Il 25 novembre 2000 si ebbe una prima manifestazione di protesta nella zona ad opera del Comitato ViviSarpi. Diversamente da quanto spesso riferito, essa non era assolutamente in opposizione alla presenza cinese, bensì contro il degrado comportato dall'aumento del commercio all'ingrosso, con conseguente eradicazione del commercio di prossimità. Le proteste del comitato, ripetute nel tempo, ottennero che il Comune stabilisse nell'area una regolamentazione dell'orario in cui è permesso il carico e scarico delle merci nei magazzini e nei negozi, volto nella pratica a regolamentare le attività gestite dalla comunità del quartiere, sia essa italiana o cinese.

Il 12 aprile 2007 ebbe luogo una breve rivolta in strada della comunità cinese, con cariche della polizia e l'intervento del console cinese a Milano.

Alla fine del 2008 il Comune ha reso via Paolo Sarpi area ZTL (Zona a Traffico Limitato), mentre nel 2011 ha pedonalizzato la stessa via, rendendola una lunga passeggiata lastricata che congiunge Porta Volta con Corso Sempione. L'auspicio dell'amministrazione era che questi interventi favorissero lo spostamento delle attività di commercio all'ingrosso altrove, rivitalizzassero il commercio al dettaglio e orientassero il quartiere verso una effettiva multietnicità, valorizzandone nel contempo la storia e le tradizioni.

In realtà via Sarpi è senz'altro migliorata, ma le circostanti strette vie del quartiere hanno subito il contraccolpo del carico di traffico dei grossisti non più possibile in via Sarpi, riversatosi nei dintorni dove le norme sugli orari di carico e scarico e sulla circolazione sono ormai costantemente violate senza alcuna efficiente attività di controllo e sanzione da parte del Comune.

Sembra in tal modo vanificarsi uno degli obiettivi della pedonalizzazione, perché la possibilità di non rispettare le regole senza subire controlli e sanzioni induce i grossisti a mantenere il loro insediamento nel quartiere, che offre oggi, nei dintorni della pedonalizzata via Sarpi, uno scenario di sporcizia e disordine laddove rimane il commercio all'ingrosso.

Il fatto che la maggior parte dei cinesi che lavorano in Canonica-Sarpi non vi abitino, congiuntamente alla massiccia presenza dei grossisti, impedisce di considerare il quartiere alla stregua di una Chinatown classica, anche se non mancano iniziative per tenere vive tradizioni e proposte culturali cinesi. Particolarmente suggestiva è la ricorrenza del capodanno cinese quando una coppia di draghi sfila per la via principale del quartiere (via Paolo Sarpi) addobbata per l'occasione. Il corteo si snoda da piazza Gramsci all'estremità occidentale del quartiere, preceduto da danze e rulli di tamburi, e attira una folla di curiosi da ogni parte della città. Recentemente, inoltre, è stato promosso, sempre in Piazza Gramsci, il China Film Festival, breve rassegna all'aperto di film in lingua cinese sottotitolati in italiano.

Nel quartiere si trovano i migliori ristoranti cinesi della città, che offrono soprattutto l'autentica cucina cinese dello Zhejiang. In questi ultimi anni, anche per le recensioni delle più recenti guide turistiche, sta crescendo un sempre più forte interesse turistico, legato soprattutto alla possibilità di uno shopping di tipo diverso.

Il quartiere ospita inoltre le redazioni di numerosi giornali in lingua cinese, i quali vengono stampati nella periferia della città e distribuiti in tutta Italia. Uno dei più importanti è lo Europe China News.


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