sabato 21 febbraio 2015

PARCO RAVIZZA UNO DEI PARCHI PIU' ANTICHI



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Il Parco Alessandrina Ravizza è un parco pubblico di Milano, dedicato alla memoria di Alessandrina Ravizza.

È il primo a essere progettato lungo la circonvallazione esterna, a sudest della città.

L'area del parco Ravizza fu prevista in uno dei primi tentativi di espansione della città di Milano avvenuti sul finire dell'Ottocento. L'area venne già destinata a parco pubblico dal piano regolatore Beruto del 1889, ma venne realizzato solo nel 1902, quando venne completata la demolizione della cascina Camporicco che ne occupava lo spazio.

Il progetto definitivo fu steso dall'architetto Tettamanzi il quale articolò il parco Ravizza come l'area verde per il quartiere destinato a sorgervi attorno.

Il parco venne successivamente intitolato ad Alessandrina Ravizza, anticipatrice di molti temi femministi e benefattrice della città dove si dedicò all'infanzia abbandonata e al problema del diritto allo studio delle donne. Il parco divenne molto popolare come ritrovo diurno di studenti a partire dagli anni quaranta dopo che venne costruita nei suoi pressi la nuova sede dell'Università Bocconi (1938-1941).

Negli anni successivi all'entrata in vigore della legge Merlin la prostituzione invase progressivamente le strade di molte città e il parco Ravizza nottetempo era frequentato soprattutto da travestiti e transessuali cui si aggiunsero ben presto sistematici atti di vandalismo e fenomeni legati allo spaccio e al consumo di stupefacenti. Non era l'unico parco milanese a essere in condizioni disastrose per le frequentazioni notturne. La stampa quotidiana si faceva eco del disagio e delle proteste dei cittadini e sottolineava l'inadeguatezza dei provvedimenti delle autorità. Si giunse fino alla pubblicazione di vere e proprie "mappe cittadine" dei luoghi maggiormente colpiti dal fenomeno e la "singolarità" del parco Ravizza suscitò evidentemente una risonanza che andò ben oltre i confini milanesi, suscitando anche morbose e sinergiche curiosità.

La cattiva nomina del luogo è rimasta a lungo, anche quando più frequenti controlli, un'illuminazione efficace e soprattutto un diverso modo di affrontare il fenomeno hanno riportato la situazione a non essere diversa da quella di tanti altri luoghi cittadini.

Il parco è, in pianta, un grande rettangolo affacciato sul viale Toscana, fronteggiato dal parco ex OM; gli altri lati sono disegnati dalle vie Ferdinando Bocconi, Vignola e Vittadini. Il viale Giovanni Sebastiano Bach, chiuso al traffico dagli anni sessanta lo taglia in due proseguendo la viabilità esterna, mentre il largo viale Giovanni Brahms ha andamento sinuoso e si raccorda, attraverso viali minori, al largo Ludovico Beethoven: i viali, secondo il gusto del tempo, sono affiancati da numerosi alberi di alto fusto, di cui è ricco l'intero parco. Tra le essenze ricordiamo: l'acero americano, l'ailanto, il cedro deodara, il cedro dell'Atlante, il platano, varie specie di quercia, la sophora, il tiglio, il pioppo nero, il bagolaro, il carpino, l'olmo e lo spino di Giuda.

Le attrezzature sono scarne: è presente un solo campo gioco e tre sono le aree cintate per i cani; per il resto, il parco è soltanto l'ombroso riposo progettato dal suo ideatore.


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