domenica 1 marzo 2015

IL MUSEO DELLA MODA A MILANO

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Nell'elegante cornice settecentesca di Palazzo Morando ha sede il Civico Museo della Moda: qui sono state trasferite le preziose collezioni di tessuti, abiti e accessori un tempo conservate al Castello Sforzesco. Oltre ad ospitare periodicamente mostre di fashion design e di fotografia, l'edificio è impreziosito da dipinti, sculture e stampe della collezione di Luigi Beretta.

Il museo della moda è un spazio dove si conserva e si presenta al pubblico collezioni legati al tema di moda.

Molti musei pubblici o privati nel mondo possono essere classificati come museo di moda. Tutti non sono denominati “Museo della moda”, tuttavia, i loro spazi espositivi sono in gran parte dedicati alla moda (storia del costume, collezioni tessili antichi e contemporanei, disegni di stilisti, abiti storici, accessori, biblioteche, archivi...).

Il palazzo di via Sant'Andrea fu abitato nel corso dei secoli da svariate famiglie del patriziato milanese. Il primo importante casato a venirne in possesso fu la famiglia Casati, che lo acquistò alla fine del Cinquecento. della decorazione seicentesca del palazzo, dovuta a questa famiglia, resta traccia in due saloni del piano nobile, siti nell'ala posteriore che si affaccia sul giardino, con soffitti a cassettoni dipinti, e brani di un fregio con amorini, nel quale si legge la data 1651. L'impronta più profonda nel palazzo fu tuttavia lasciata dalla famiglia Villa, che lo possedette dal 1733, quando il giureconsulto Carlo Federico Villa lo acquistò, fino alla morte senza eredi diretti del nipote Carlo, omonimo del nonno, nel 1845. Giovanni Villa, figlio di Carlo, acquistò nel 1750 il feudo di Grezzago, e nel 1762 sposò Maria, dell'antico e nobile casato dei Pusterla. Nel 1770 fece richiesta all'amministrazione austriaca per l'annessione della propria famiglia nel corpo della nobiltà milanese. In concomitanza con la sua scalata sociale, Giovanni in quegli stessi anni promosse importanti lavori di abbellimento del palazzo, che gli conferirono l'aspetto ancora oggi predominante, negli interni come negli esterni, secondo il gusto del barocchetto lombardo allora imperante.

Con la morte di Carlo, podestà di Milano, che non ebbe né moglie né figli, il palazzo passò ai De Cristoforis, ai Weill Schott e infine nel 1909 fu acquistato dai coniugi Gian Giacomo e Lydia Morando Attendolo Bolognini, che lo abitarono fino alla morte della Contessa Lydia, che, in mancanza di eredi diretti, ne fece donazione al Comune di Milano nel 1945.

Nel dopoguerra, a seguito della distruzione durante i bombardamenti degli appartamenti monumentali di Palazzo Sormani, sede fino ad allora del Museo della città di Milano, si decise di trasferire qui la collezione di opere e cimeli della storia della città, scampata alle distruzioni, costituita in massima parte dal lascito di Luigi Beretta. Al Museo è esposta anche la collezione d'arte donata dalla duchessa Eugenia Litta Visconti Arese nata Attendolo Bolognini all’Ospedale Maggiore di Milano, comprendente fra l'altro la famosa Preghiera del Mattino, scultura di stampo romantico commissionata a Vincenzo Vela nel 1846 dal duca Giulio Litta, marito di Eugenia.

Gli ambienti di maggiore interesse artistico del palazzo sono:

lo scalone monumentale, a doppia rampa, con la caratteristica balaustra a volute Rococò.
la Galleria Cinese, esposizione delle porcellane e delle ceramiche cinesi della collezione Morando.
la Sala dell’Olimpo, la cui decorazione, attribuita a Giovanni Antonio Cucchi, commemora le nozze tra Giovanni Villa e Maria Pusterla celebrate nel 1762.
Il Salottino Dorato
la sala Egizia, dal pavimento a mosaico a motivi egizi e classicheggianti
la sala d’Ercole, dall'affresco della volta realizzata dal pittore Giovan Battista Ronchelli
la sala Dhò, precedentemente camera da letto ai tempi dei Villa
la galleria dei busti.

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