sabato 28 marzo 2015

IL SANTUARIO DEL FRASSINO

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Al confine fra Lombardia e Veneto, fra le colline moreniche, vicino al laghetto di origine glaciale del Frassino, il Convento e il Santuario furono eretti nel 1514. Furono chiamati i Frati Francescani Minori. Il suo nome deriva dalla miracolosa apparizione della Madonna, una statuina in terracotta di fattura francese, luminosa, dimenticata su un frassino da un soldato francese, a Bartolomeo Broglia, aggredito da un serpente mentre stava potando le viti (1510).

La Chiesa ha la facciata preceduta da un portico con affreschi del Seicento. L'interno ad una navata conserva: alcune tele di Paolo Farinati; affreschi del Muttoni nel presbiterio; l'altare maggiore ed un coro in noce del 1652 con in alto un grande organo "callido"; nel quarto altare di sinistra la pala San Pietro e San Giovanni Battista, del Quattrocento, di Zeno da Verona; nella cappella della Madonna la statuetta in terracotta dell'apparizione, collocata dentro ad un pezzo dell'antico frassino. Il Convento, unito al Santuario, ha due Chiostri: il Chiostro degli Uccelli, con al centro una voliera; il Chiostro Interno con al centro la vasca dei pesci rossi e delle tartarughe marine, con affreschi del Seicento che narrano le Storie di San Francesco e di S. Antonio del Muttoni. Nel 1960 è stata costruita la Cappella Penitenziale, adiacente al Santuario.

Al luogo sacro fece visita, nel 1514, anche Isabella d'Este, che in una lettera al marito Francesco II Gonzaga, malato da tempo, scrisse:

« Hozi sono stata a Peschiera, smontando prima alla chiesa de la Madonna del Frassino, che si dice far tanti miraculi. Et ben ghi sono molte imagine de voti et principio di una bella chiesa. La ho pregata cordialmente per la sanità de Vostra Excellenzia. »
(Isabella d'Este)
Si decise quindi di costruire intorno alla cappella una chiesa più grande: la posa della prima pietra avvenne il 18 giugno 1515, mentre il 14 gennaio 1518, papa Leone X concesse l'autorizzazione per la costruzione di un convento dove potessero alloggiare i monaci.

Nel corso dei secoli successivi il santuario si abbellì di numerose opere d'arte e si arricchì economicamente tramite le donazioni dei fedeli: nel 1610 il semplice stile francescano fu rifinito con stucchi in stile barocco, così come fu abbellita la cappella della Madonna. Nel 1652 fu aggiunto il coro ligneo sull'altare principale, mentre nel corso del XVIII secolo fu posto l'organo.

Nel 1810 a seguito dell'invasione napoleonica il santuario subì una grave battuta d'arresto: i monaci furono allontananti dal convento ed una serie di profanazioni interessarono la chiesa; nel 1848 il borgo che era sorto intorno al santuario venne completamente raso a suolo in seguito ad un bombardamento, ma la chiesa riuscì miracolosamente a rimanere intatta. In seguito il convento fu adibito ad usi civili e militari, diventando quartier generale dell'esercito piemontese e poi ospedale comunale anche fin dopo il 1860, data di riapertura riapertura della chiesa, continuando a svolgere la funzione di accoglienza per persone senza fissa dimora e anziani. Nel 1898 sia il convento che la chiesa ritornarono nelle mani dei francescani: la chiesa fu completamente restaurata con il rifacimento sia della facciata che del pavimento e si provvide al restauro delle diverse opere d'arte contenute. Nel 1929 Pio XI concesse l'incoronazione della statua della Madonna del Frassino, avvenuta poi il 24 settembre 1930. Nel 1969 fu realizzata la cappella penitenziale, di stampo moderno, ad opera dell'architetto Avesani, mentre lavori di restauro sono stati effettuati dal 1996 al 1998. La facciata esterna della chiesa ha la caratteristica di avere la zona del portale d'ingresso protetta da una sorta di tetto a spiovente che poggia su 4 colonne che formano tre archi frontali e due laterali e che si chiudono con delle volte a crociera: ai lati e nella zona superiore del portale sono realizzati diversi affreschi di Domenico Muttoni che rievocano scene dell'apparizione della Madonna del Frassino. Sulla facciata è presente un rosone con vetri policromi.

L'interno la chiesa è a navata unica con dieci cappelle laterali, cinque per ogni lato, tutte della stessa dimensione eccetto le ultime due quelle poste ai lati dell'altare maggiore che invece risultano essere più ampie: si tratta della cappella di San Francesco d'Assisi o del Santissimo Sacramento e quella della Madonna del Frassino. La prima è protetta da un cancello in ferro battuto ed ha sull'altare una raffigurazione di San Francesco mentre riceve le stigmate, opera di Francesco Astolfi, risalente al XVIII secolo; nella cappella nel 1639 fu posto il sepolcro della Congregazione dei Cordigeri.

Quella dedicata alla Madonna è anch'essa protetta da un cancello in ferro battuto: sull'altare una tela del Farinati raffigurante il Padre Eterno tra una corona di angeli e San Francesco d'Assisi e Sant'Antonio Abate; ai piedi di queste raffigurazioni, in un tabernacolo in marmo è posta la piccola statua in terracotta della Madonna miracolosa che reca in braccio Gesù bambino: intorno sono stati posti alcuni ex voto. Sempre in questa cappella è presente l'affresco della Madonna del Frassino con Sant'Antonio Abate, risalente al XVI secolo e l'affresco della Madonna col Bambino in trono e San Bernardino da Siena, attribuito a Domenico Morone, scoperto da Carlo Zanfrognini durante i lavori di restauro del 1931 che dovrebbe essere la prima raffigurazione del miracolo. L'arco di ingresso, così come le pareti laterali sono interamente rivestiti da stucchi e fregi, opera di Giambattista Reti, tra cui spiccano le raffigurazioni dei profeti Geremia ed Isaia; altre tele di Bertanza da Salò raffigurano i misteri del Rosario ed i santi Giovanni, Francesco e Bernardino. Le cappelle minori del lato sinistro sono decorate rispettivamente con un dipinto della Natività coi santi Francesco e Bernardino da Siena del 1560, della Madonna col Bambino tra Sant'Anna, San Gioacchino e San Giovannino del 1586, della Madonna in Gloria del 1576, tutte opere di Paolo Farinati, mentre la quarta è adornata con una tela di Zeno da Verona del 1541 raffigurante San Pietro e Giovanni.

Nelle cappelle di destra si trovano invece il dipinto della Madonna con ai piedi Sant'Antonio, Valentino vescovo, Isidoro Agricola e San Domenico di Guzman, una statua del Sacro Cuore di Gesù, una statua di Gesù in croce ed un'altra tela sempre raffiguranti personaggi della chiesa.

L'altare principale ha una mensa in marmo e l'organo posto alle sue spalle; sulle mura laterali quattro affreschi del Muttoni che rappresentano Sant'Antonio da Padova che fa inginocchiare la mula davanti all'Ostensorio, Santa Chiara che mette in fuga i Saraceni con l'Ostensorio, San Bonaventura che riceve la comunione da un angelo e Gesù Bambino che appare a Giovanni Duns Scoto inginocchiato dinanzi al tabernacolo. La volta non presenta elementi artistici di rilievo.

Sul lato destro della chiesa è poto un piccolo cimitero riservato ai monaci francescani ed un corridoio, dove è possibile tra l'altro osservare il luogo in cui ebbe origine il miracolo, che conduce ai due chiostri del convento, i quali furono affrescati nel 1653 sempre dal Muttoni con scene della vita di San Francesco d'Assisi e Sant'Antonio da Padova: nei chiostri inoltre si trovano opere pittore più recenti, precisamente del XIX secolo, del pittore Salesio Pegrassi che raffigurano le vicende storiche del santuario ed una serie di ex voto. Al centro dei chiostri sono posti rispettivamente una gabbia per colombi ed una fontana sormontata da una statua di Sant'Antonio. Alle spalle della chiesa il campanile.


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