mercoledì 20 maggio 2015

LA CHIESA SI SAN FRANCESCO A SARONNO

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La chiesa di San Francesco è una chiesa di Saronno. Alle origini era conosciuta come chiesa parrocchiale di San Pietro. L’attuale edificio fu ricostruito nel 1297 con annesso convento. La creazione di questa chiesa è si deve, probabilmente a sant'Antonio di Padova, mentre visitò Saronno sulla strada per Varese per l’insediamento di un monastero di conventuali, datato 1230 e soppresso nel 1797 da Napoleone. È monumento nazionale dal 1931.

La chiesa ha un'adiacente convento, di epoca medioevale, che ospitava frati francescani.

All'esterno della chiesa è conservata un'ara di epoca romana che risale ad un periodo compreso tra il I ed il II secolo. Sull'altare compare un'iscrizione che recita: Quintus Cassius Mercator Deis Deabus.

La presenza dei francescani a Saronno è documentata dal 1286.
Nel 1297 una lettera dell’Arcivescovo Fontana invitava la Diocesi a contribuire alle spese per la “fabbrica” della nuova Chiesa di S.Pietro in Saronno, della cui esistenza si hanno notizie dal 1154. Questa dedicazione rimase alla Chiesa fino al 1570 quando S.Carlo diede il titolo di S.Pietro alla Chiesa parrocchiale e di S.Francesco alla Chiesa dei frati.
Nel 1400 i francescani con Duns Scoto, sostengono il culto dell’immacolata Concezione. Si costruisce una cappella in suo onore. In seguito nel 1712 vi fu collocata la statua che fu portata poi in Prepositurale.  Segue un periodo di grande splendore spirituale, artistico e musicale.
Nel 1797, durante il governo della Repubblica Cisalpina, per ordine del Direttorio, si è giunti alla soppressione del convento. Le chiavi della Chiesa furono consegnate al Parroco. L’ex Convento ha poi ospitato Scuole e Collegi.
Mons. Angelo Ramazzotti, che fu poi Patriarca di Venezia, nel convento, che era diventato proprietà della sua famiglia, ha fondato prima l’Oratorio maschile e un orfanotrofio e poi,
come ricorda una lapide, nel 1850, ha dato inizio al PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere).
Il Cav. Felice Carcano, che era diventato il proprietario della Chiesa e del convento, nel 1898 ha fatto atto di donazione della Chiesa e dell’annessa canonica alla Prepositurale.
Dal 1960  si eseguirono i lavori di restauro della Chiesa che aveva subito tanti danni. La conclusione dei grandi lavori fu nel 1990 ma la Chiesa ha bisogno di continue cure.
Nel 1992 torna a S.Francesco l’antico coro che era stato salvato portandolo in Prepositurale.
Dopo il restauro della facciata nel 2003, vi sono state collocate nel 2004 due nuove statue di S.Francesco e S.Antonio, le precedenti, che erano cadute, sono conservate in Chiesa.

La Chiesa di S.Francesco è mirabile nella semplicità del suo stile romanico lombardo. Ha una armoniosa facciata, un bel campanile, la cupoletta di quella che era la Cappella dell’Immacolata.
È a tre navate, sui due lati vi sono 12 cappelle edificate a cura di famiglie saronnesi.
Sono notevoli: sulla destra la Cappella del Crocifisso e quella di S.Antonio; sulla sinistra l’affresco della Madonna del S.Rosario, che è di Aurelio Luini (figlio di Bernardino) e la Cappella dell’Immacolata che si nota per la sua cupola, qui si trovava la Statua dell’Immacolata.
Particolare importanza assume la Cappella del “Compianto”. Vi si trova un gruppo di statue lignee: la Madonna con il Cristo morto, S.Giovanni e la Maddalena. L’opera è della fine del 400, inizio del 500. Attualmente è attribuita ad Andrea da Milano, che ha lavorato in Santuario.
Anche l’interno della Chiesa è tutto affrescato: sulle colonne e nei medaglioni vediamo figure di Santi e di personaggi che hanno avuto rapporti con i francescani, importante è l’apoteosi francescana che si trova nella navata centrale. Rappresenta storie della vita di S.Antonio e S. Francesco. Il ciclo degli affreschi è stato commissionato dal Maderna ad Ambrogio Legnani nel 1678. In seguito vi lavorò anche il figlio, Stefano Maria Legnani, detto “il Legnanino”.
Nel presbiterio vi sono affreschi del Lanzani e, dietro l’altare, è il coro riportato dalla Prepositurale.
Sono stati tanti gli artisti che hanno prestato la loro opera, la tradizione artistica continua nella raccolta di opere moderne nel museo allestito nelle sale della canonica.
Uscendo sulla via Carcano, inserita nell’abside, troviamo un’ara romana (I-II sec. d.C.) è il mercante Quinto Cassio che la dedica agli dei ed alle dee.



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