venerdì 29 maggio 2015

VISITANDO TREVIGLIO

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Nonostante Treviglio faccia parte della media pianura padana,il suo territorio  presenta dei dislivelli di 15 metri vicino all'Adda. Tali dislivelli sono dovuti alla presenza di un terrazzamento morfologico denominato costa trevigliese.

Il nucleo centrale della città sorge a 125 metri sul livello del mare, anche se l'altitudine varia di ben 35 metri, diminuendo progressivamente nel passaggio dalla zona nord-est alla zona sud-ovest.

Il terreno di Treviglio è d'origine alluvionale, e presenta strati composti principalmente da ghiaia, sabbia e più in profondità anche da arenaria. Dopo il primo strato d'origine alluvionale, il terreno presenta poi strati d'origine quaternaria marina, Pliocene, Langhiano, Aquitaniano ed infine Olocene.

La parte occidentale del territorio comunale è attraversata da un terrazzo morfologico denominato costa trevigliese che suddivide così il comune in due zone morfologicamente differenti: quella orientale in cui si trova il centro abitato, gran parte della Geromina, e la totalità di Battaglie e di Castel Cerreto risale al Pleistocene, mentre una limitata porzione occidentale, comprendente la cascina di Pezzoli e il laghetto Treviza risale all'Olocene.
Treviglio, pur trovandosi a pochi chilometri dall'Adda, non viene lambita da alcun fiume dato che il territorio comunale di Cassano d'Adda si estende, con le frazioni di Cascate, Cascine San Pietro e Taranta, anche sull'altra sponda. Tuttavia in epoca remota, essendo l'Adda più ampio e formando il cosiddetto lago Gerundo la parte più occidentale del comune fosse sommersa, trovandosi al di là della costa, terrazzamento morfologico evidente tutt'oggi.
Il suo territorio è però attraversato da molteplici fossi di cui uno, derivato dal fiume Brembo, lambisce il centro storico, passando per via Cavallotti, attraverso la roggia mulina che dall'epoca medievale portava l'acqua nel fossato del borgo, oggi posto sotto la circonvallazione. Come mostrato dai plastici di differenti epoche storiche posti nel museo civico, il fossato era prima articolato in tre piccoli canali, poi riuniti in uno unico. La copertura del fossato, iniziata nel XIX secolo fu completata nella prima metà del XX secolo.

Per questi motivi, dal punto di vista idrogeologico, pur non presentando gravi segni di dissesto, è in parte a rischio in caso d'alluvione. Tale rischio è maggiore nella zona superiore del territorio comunale data la presenza del fosso bergamasco, e di un grosso fosso da esso derivato.

Va inoltre segnalata la presenza di quattro pozzi per acqua di cui tre situati in prossimità del centro storico e profondi 132,5, 67 e 76 metri. Un altro si trova vicino alla frazione di Castel Cerreto della profondità di 48 metri. Vi sono inoltre nella parte nord del territorio comunale due pozzi per la ricerca di idrocarburi, profondi 850 e 1009,5 metri.

Vi sono inoltre due cave la prima è posta nelle vicinanze della strada che conduce a Badalasco e la seconda è situata vicino alla strada per Casirate d'Adda. Cave come queste in passato sono state trasformate in laghi; il miglior esempio è il laghetto Treviza posto nei pressi del Roccolo. Tra gli altri laghi artificiali avevamo in passato l'attuale cava della Vailata, divenuta tale a causa di fenomeni di erosione.

La basilica di San Martino fu edificata nel 1008 dove sorgeva la chiesa preromanica dell'Assunta, e subì diversi interventi di ampliamento nel corso dei secoli. Nel 1482 venne ampliata e rimodellata secondo i dettami dello stile gotico lombardo; nel 1500 fu impreziosita da alcune opere di Gian Paolo Cavagna. L'attuale facciata di stile barocco, realizzata dall'architetto Giovanni Ruggeri, risale al 1740.

L'interno dell'edificio di culto, a tre navate e con 5 cappelle laterali, ospita affreschi e tele di Nicola Moietta, dei fratelli Galliari, di Gian Paolo Cavagna, di Camillo Procaccini, dei Danedi de' Montalti, del Molinari e del Manetta. L'opera più celebre è tuttavia il polittico di San Martino di Bernardo Zenale e Bernardino Butinone, risalente al 1485 e considerato uno dei maggiori capolavori del Quattrocento lombardo.

La chiesa di San Carlo, in via Zanovello, nelle immediate adiacenze dell'istituto salesiano, fu edificata nel corso del XVII secolo in un terreno allora noto come Gemone, ove era situato il principale cimitero degli appestati del 1630, per volere di Giuseppe Locatelli; nel 1668 fu ampliata grazie all'apertura di una cappella intitolata a San Francesco Saverio. Nel corso del XIX secolo l'edificio venne nuovamente rimaneggiato, sia nella facciata che nei suoi interni che nel campanile di cui fu dotato.

La chiesa ospita la Maria Rossa, precedentemente custodita nell'ex chiesa del convento dei Cappuccini. Nella navata centrale sono inoltre custodite due tele di Giacomo Manetta, la Via Crucis del Nani, le vetrate del Carminati e l'Ausiliatrice di Trento Longaretti.

Recentemente è stata portata alla luce la chiesa di San Maurizio, inglobata a partire dall'ottocento in una cascina. Questa chiesa, assieme a quelle di San Zeno e Sant'Eutropio è una delle chiese più antiche del paese dal momento che sorgevano dove in epoca romana si trovavano le tre ville che nell'Alto medioevo diedero origine al borgo. Alla chiesa di San Maurizio in particolare corrisponde il villaggio di Portoli, di origine longobarda.

La chiesa è posta tra le zone industriali PIP 1 e 2, immersa in un campo e isolata da altre costruzioni, ma a fianco del sovrappassaggio del PIP e della linea ferroviaria Milano-Venezia. In questi luoghi una volta sorgeva la villa romana di Portoli. Proprio per questo motivo sono stati qui rinvenuti alcuni reperti archeologici.

Lo storico Emanuele Lodi indica come data di fondazione il 725; la struttura è, a seguito di alcuni rifacimenti risalenti al XVII secolo, barocca.

La chiesa di San Rocco posta in piazza insurrezione è dedicata la culto dell'omonimo santo, che è particolarmente diffuso in tutta la bassa bergamasca. Il santo, a causa delle sue vicissitudini, era in passato invocato contro la peste. Questa chiesa risalirebbe come gran parte delle chiese dedicate a San Rocco al 1630.

La chiesa di San Zeno è una chiesa situata in via Camillo Terni, verso la strada che conduce a Brignano e a poca distanza dalla circonvallazione interna. Piccola e moderna dato che nacque negli anni settanta dopo che la zona circostante fu edificata per occupare un nuovo quartiere. La cascina adiacente subì una ristrutturazione divenendo l'oratorio omonimo.

Presenta un solo piano ed è circondata da voluminosi ulivi piantati in aiuole di mattoni scuri. I mattoni dell'edificio sono a vista e contrapposti ad un muro bianco. La luce entra nell'edificio in più punti attraverso le variopinte vetrate, realizzate da Tito Toneguzzo e dai suoi figli a partire dai bozzetti di Trento Longaretti, che rappresentano le principali scene bibliche. La forma dell'edificio è piuttosto originale e presenta un porticato sulla parte anteriore.

Il cimitero comunale è situato nella zona orientale del territorio comunale, in via Abate Crippa. Ha una forma pressoché rettangolare, sviluppata lungo la direzione est-ovest; l'ingresso si trova sul lato meridionale, mentre una cappella mortuaria semicircolare dedicata ai caduti sorge sul lato settentrionale.

Il cimitero presenta, oltre alle classiche tombe e colombari, anche degli esempi di arte funeraria liberty quali le cappelle di alcune famiglie e le sculture che adornano determinate tombe.

Tra le tombe celebri abbiamo quelle di Giacinto Facchetti e Ambrogio Portaluppi.

Il Santuario della Madonna delle Lacrime venne aperto al culto il 19 giugno 1619, quando l'immagine della Madonna delle lacrime fu traslata dal monastero delle Agostiniane, ove aveva avuto luogo il miracolo, all'altare maggiore, opera del noto architetto caravaggino Fabio Mangone. Sotto l'immagine sono tuttora conservati la spada e l'elmo del visconte di Lautrec. All'interno, il Santuario ospita affreschi e tele del Molinari, dei fratelli Galliari, del Cresseri, del Montalti e di Bernardino Butinone.
A Treviglio troviamo altre chiese:
Cappella del Miracolo faceva parte fino al 1900 del convento delle monache Agostiniane;
Chiesa del Sacro Cuore di Gesù chiesa delle Battaglie;
Chiesa di San Francesco chiesa principale del quartiere ovest realizzata negli anni ottanta;
Chiesa di San Girolamo e San Francesco chiesa di Castel Cerreto;
Chiesa di San Giuseppe racchiusa nel complesso delle orfanelle di via Casnida;
Chiesa di San Pietro chiesa parrocchiale della zona nord;
Chiesa di San Zeno chiesa parrocchiale posta a nordest del centro storico, omonima dell'antica chiesa che si trovava nella medesima area;
Chiesa di Santa Maria Annunciata chiesa parrocchiale del conventino;
Chiesa di Santa Maria Bambina chiesa del Collegio degli Angeli;
Chiesa di Santa Marta chiesa diroccata della zona nord;
Chiesa del Santo Nome di Maria chiesa parrocchiale della Geromina;
Chiesa del Santissimo Redentore;
Chiesa della Trasfigurazione;
Chiesetta della Madonna degli Alpini chiesa situata nel parco del roccolo.

Il Bar Milano, sito in piazza Manara, è il caffè storico cittadino. Fondato nel 1896 conserva ancora gli arredi originali d'inizio secolo e un bancone in stile liberty.

La "casa della piazza", o "ospizio dei pellegrini", è un edificio che si affaccia su piazza Manara, posto tra la basilica ed il municipio, sulla cui facciata si notano stemmi e segni di antiche aperture con cornici in cotto. La casa della piazza prende il nome da Simone della Piazza, che qui abitava nel XVI secolo e morendo senza eredi nel 1529, volle che la sua casa fosse adibita a ospizio dei pellegrini.

La Casa Bacchetta è posta sul lato sud della via, presenta un cortile affrescato dai fratelli Galliari che ha mantenuto pressoché inalterata la sua fisionomia originaria.

Casa Semenza presenta la facciata dipinta e degli affreschi nelle sale interne.

Palazzo Galliari,posto di fronte al Santuario della Beata Vergine delle Lacrime, ospitò i fratelli Galliari e diede in seguito il nome a tutta la via che ad essi risultò intitolata. Il palazzo, recentemente ristrutturato, anche in seguito al crollo di un edificio adiacente, presenta un portale in pietra e un ampio androne dipinto. Il cortile interno è dotato di una fontana, e le sale del palazzo, che è posto su due piani, sono affrescate.

Il Palazzo Silva è il più pregevole tra i palazzi di via Galliari, sia per l'architettura che per gli affreschi presenti nelle sale interne. Realizzato nel corso del XIV secolo e originariamente appartenuto alla famiglia dei Donati, è oggi sede della Proloco Treviglio e dell'ufficio per le informazioni turistiche della Gera d'Adda.

All'ingresso è posto un portone in stile barocco che conduce ad un ampio cortile circondato da un portico al piano terra e da una loggia di colonne al primo piano.

Le sale interne presentano grandi camini con decorazioni in stucco, soffitti a cassettoni lignei, i quali presentano tracce di dipinti policromi risalenti al XVII secolo. Tra le sale interne degno di nota è sicuramente il salone centrale, posto al piano terra, che presenta decorazioni ed affreschi a carattere mitologico ed allegorico sul soffitto. Tra le altre sale ne abbiamo in particolare due, poste al primo piano nell'ala ovest del palazzo che presentano pareti interamente affrescate. I temi dei dipinti sono però in questo caso a carattere sacro (con storie dell'antico e Nuovo Testamento) e simboli allegorici (alludenti alla Virtù e alle Arti liberali). Questi ultimi sono posti sul soffitto ligneo di pregiata fattura.

In passato dotata di una chiesa posta sul retro (in via Sant'Agostino) e intitolata a San Cristoforo, risulta ora prevalentemente barocco secondo le volontà della famiglia Donati che lo fece restaurare ed abbellire nel XVII secolo.

A Treviglio via Libertà è interamente concepita come quartiere di case giardino: le case siano esse ville o appartamenti presentano ampi spazi verdi. Entrambe le tipologie di edifici sono ben illuminati e sembrano fondersi col paesaggio circostante. Le case, pur essendo realizzate sul finire degli anni venti si sviluppano in verticale piuttosto che in orizzontale per lasciare spazio ai giardini. All'inizio della via vi è inoltre un parco pubblico con strade tortuose che lo attraversano.

La parte superiore di via Portaluppi è occupata dalle case operaie, che si alzano per due piani ed hanno sul retro degli orti che servivano per tenere occupati gli operai-contadini ed arginare vizi e piaghe sociali quali l'alcolismo.La via in cui si trovano è dedicata a monsignor Ambrogio Portaluppi che con la futura cassa rurale fece realizzare anche qui opere pubbliche in linea con la Rerum Novarum. Sul retro delle case operaie vi è inoltre la cascina del santissimo. Che fu realizzata anch'essa all'inizio del XX secolo.

Il nucleo principale dell'attuale palazzo municipale, già menzionato in documenti del 1269 come pallatium novum communitatis, fu terminato nel 1300. Inizialmente caratterizzato da una parlera ed alto solamente due piani, il palazzo venne interamente ristrutturato nel 1582.

Nel 1700 l'edificio fu unito all'adiacente chiesa di San Giuseppe, edificata dall'omonima confraternita nel 1509; l'elegante porticato dell'edificio sacro fu mantenuto. Il palazzo venne alzato di un piano nel 1873. Successivamente ha subito alcuni restauri specie dopo il secondo dopoguerra anche, se non è stato modificato strutturalmente.

Ancora oggi restano tracce della chiesa della confraternita e in particolare della cupola che ha conservato gli affreschi originari.

Le mura costruite durante la dominazione veneta sono state abbattute, a partire proprio dalla porzione davanti alla biblioteca, tra il XIX e il XX secolo con lo sviluppo della città, anche se hanno caratterizzato l'impianto urbanistico del centro storico cittadino. Delle mura del borgo resta visibile solo il dislivello nei pressi del santuario.

A Treviglio era presente inoltre un distretto militare, situato nell'odierno viale delle forze armate, che oggi è sede del centro diurno per gli anziani e dei servizi sociali. La pianta del cortile è tuttavia riconoscibile.

L'esempio più significativo resta tuttavia la centuriazione romana che ha caratterizzato la pianta della città.

Il fosso che lambisce il centro storico portava una volta l'acqua al fossato del borgo, oggi interrato al di sotto della circonvallazione interna.

La sede del museo è stata Monastero di monache benedettine sorto intorno ad una chiesa di S. Pietro costruita nel 1037. Nel 1499 divenne convento delle Clarisse. Dalla fine del sec. XVIII fino ai nostri giorni ospitó l'Ospedale di S. Maria.

Il campanile di Treviglio è un campanile in stile gotico lombardo prospiciente la basilica di San Martino sul lato nordovest, chiesa principale della città. Con i suoi 65 metri d'altezza, è il simbolo per eccellenza dell'intera città e rappresenta un punto di riferimento costante, visibile a chilometri di distanza.

Il campanile di Treviglio è uno squisito esempio di gotico lombardo sormontato da una caratteristica cuspide a forma conica. Per i lati est ed ovest dall'alto verso il basso presenta una quadrifora dalla quale sono visibili le campane, due monofore, il quadrante dell'orologio e una bifora con arco a sesto acuto; mentre per i lati nord e sud non presenta alcuna bifora. È inoltre impreziosito da numerose decorazioni in cotto che evidenziano i piani dell'edificio all'esterno, e da alcuni ordini di cornici ad archetti incrociati e a dente di sega.

Molte delle aperture originarie sono state murate per ricavare la piattaforma della scalinata interna, disposta lungo i quattro lati. Tuttavia i segni dei continui rimaneggiamenti dovuti anche al lungo iter costruttivo sono ancora visibili oggi.

Il campanile è anche denominato maggiore per distinguerlo dal campanile secondario situato sul lato est della basilica.

Incerta la data di costruzione dell'edificio (probabilmente risalente al XII-XIII secolo) che aveva funzione di alta torre d'osservazione del borgo, che permettesse di vedere a chilometri di distanza i nemici. Solo con i lavori di restauro ed ampliamento della basilica di San Martino (XVI-XVII secolo) fu attaccato ad essa. In passato la parte centrale del campanile era affrescata da pitture variopinte e multicolori oggi conservate nella chiesa del miracolo. Nel 1509 fu danneggiato dalle cannoni dei veneti che assediavano la città.
La struttura tuttavia si è preservata nel corso dei 10 secoli ed è stata trovata in buono stato; le scale sono pericolanti e in cima non esiste alcun sistema di protezione per impedire alle persone di sporgersi troppo..

Il 30 agosto 2008 le Poste italiane, in occasione del millenario, hanno emesso un francobollo, che raffigura il campanile, e un annullo postale.

Il francobollo, del valore € 0,60, appartiene alla serie tematica Il patrimonio artistico e culturale italiano e raffigura il campanile di Treviglio annesso alla basilica di San Martino e Santa Maria Assunta su bozzetto dell'incisore Antonio Saliola. Completano il francobollo la legenda "CAMPANILE DI TREVIGLIO" e la scritta "ITALIA".

La piazza è nota anche per la presenza della Gatta, un bassorilievo in pietra di piccole dimensioni in origine cippo di confine. Il bassorilievo raffigura un cavallo, noto in dialetto bergamasco come gatèl, da cui il nome.
L'opera fu a lungo oggetto di contenziosi con la vicina città di Caravaggio, giacché era stata rinvenuta lungo il confine tra i due paesi nel 1393. Da questa data risale la rivalità tra le due città che s'inasprì al punto che persino San Bernardino da Siena intervenne predicando la pace tra i due contendenti.
La Gatta tuttavia rimase motivo d'orgoglio Trevigliese al punto che l'originale, murata per alcuni secoli in un vicolo di Via Messaggi, è conservata presso il museo civico e sulla facciata del palazzo antistante la basilica è esposta una copia.
Essa, scambiata per l'originale fu oggetto di un'azione goliardica nel 1953 da parte dei caravaggini che la trafugarono. I trevigliesi se la ripresero dopo un bombardamento aereo di caramelle, rotoli di carta igienica e galline appese al paracadute fra l'allegria di entrambe le parti.
L'ostilità tra Purselì caravaggini e Biligòt trevigliesi prosegue ancora e nel XXI secolo ha preso la forma di scontro bocciofilo nel centro sportivo di Caravaggio.
Piazza Manara è la piazza centrale della città dedicata al patriota milanese Luciano Manara che in un edificio posto di fronte alla piazza soggiornò. Su di essa si affacciano la basilica di San Martino e il palazzo comunale. Sul lato sud occidentale essa è prospiciente a piazza Garibaldi di maggiori dimensioni e di forma allungata.

L'intitolazione della piazza a Manara risale però alla metà del XIX secolo, prima la piazza era intitolata a San Martino e nel periodo medievale antecedente la costruzione dell'omonima basilica, era denominata semplicemente Piazza della Comunità.

Piazza Manara ha una forma a L e in essa confluiscono le quattro vie che conducono alle quattro porte storiche della città: via Roma, via Fratelli Galliari, via Verga e via San Martino. Tra le altre vie laterali abbiamo vicolo Teatro e via Municipio.

La prima è una via chiusa una volta situata sul retro del teatro sociale; la seconda è una via che costeggia per quasi metà del suo percorso il municipio, accanto a questa strada sorge inoltre la casa gotica, antica casa costruita intorno al 1300 con sassi presi dal greto del fiume Adda dalla caratteristica forma levigata e rotonda.

Il piazzale ospita uno dei tre obelischi eretti in città in memoria delle vittime della peste del 1630, precedentemente ubicato in fondo alla roggia Mulina di via Felice Cavallotti.

È inoltre sede del teatro Filodrammatici, dalla caratteristica architettura in stile liberty, del convento delle Figlie della Chiesa e della parte restante del monastero delle Agostiniane, risalente all'XI secolo, nella cui chiesa, il 28 febbraio 1522, si svolse secondo la tradizione cattolica il miracolo della lacrimazione della Madonna.

Il monastero delle Agostiniane non ospita più alcuna ordine religioso dal momento che l'ordine fu soppresso con l'arrivo dei rivoluzionari napoleonici ed il portico di collegamento col santuario, oltre che alla chiesa dell'Ecce Homo, sono stati rimossi agli inizi del XX secolo, durante l'ampliamento del santuario col quale nacque lo stesso piazzale.

Numerose erano anche le edicole sacre, che costituivano un vero e proprio luogo di culto e che vantano antiche tradizioni. La loro importanza nel passato era dovuta anche al fatto di essere considerate un punto di riferimento per indicare zone e vie di Treviglio, quando ancora non esisteva la toponomastica cittadina.

In corrispondenza con l'incrocio tra via Municipio e via Sant'Agostino, è collocata una santella raffigurante la Madonna del Latte, opera di Giacomo Manetta. Secondo la tradizione popolare, anticamente le puerpere accorrevano presso la santella per invocare latte abbondante per i loro neonati e da questa usanza è poi venuto il nome. A partire dal 1987 il dipinto originale, su tela, è stato rimosso per motivi di sicurezza, e sostituito da una fedele riproduzione.

Tra i principali siti archeologici abbiamo il campo che circonda la chiesa di San Maurizio dove sono stati trovati numerosi reperti archeologici. Nella vicina ferrovia sono stati rinvenuti alcuni ordigni bellici.

Anche nel centro storico tuttavia risultano rinvenuti alcuni reperti e in particolare alla base della basilica di San Martino.

In via Verga furono rinvenuti alcuni reperti risalenti all'epoca diocleziana tra cui un'anfora contenente 30 chili di monete. Tali monete furono molto probabilmente nascoste sotto terra per sottrarle al fisco a seguito dell'inasprimento fiscale voluto dall'imperatore stesso.

Altri reperti sono stati rinvenuti nei campi intorno alla città e in particolare in prossimità delle frazioni di Castel Cerreto e Pezzoli e delle cascine Pelizza e San Zeno.

Il parco del Roccolo è un giardino naturale di circa 45.000 m². situato nella zona sud-ovest di Treviglio, lungo via del Bosco, dedicato ad attività ricreative, sportive, e occasionalmente alle celebrazioni liturgiche. È possibile inoltre effettuare visite didattico-naturalistiche d'estate.

Il parco ospita numerose specie di alberi, una roggia attraversata in più punti da una serie di ponticelli che sgorga dal fontanile per poi scorrere ai piedi della pittoresca chiesetta della Madonna degli Alpini, aperta saltuariamente ed utilizzata solo per le celebrazioni liturgiche più importanti.

L'area è gestita dal gruppo alpini di Treviglio insieme alla Associazione Amici del Parco del Roccolo, che hanno provvisto alla piantumazione di piante che possano divenire richiamo per la fauna avicola mediante la creazione di nidi artificiali. Tali piante andranno a ricoprire le porzioni di parco ancora scoperte, in quanto acquisite dai campi confinanti.

Il parco della Gera d'Adda è un parco locale d'interesse sovracomunale in corso d'istituzione che si estende in una porzione nord ovest del comune estendendosi successivamente nei comuni limitrofi di Arcene, Canonica d'Adda, Casirate d'Adda, Ciserano, Fara Gera d'Adda e Pontirolo Nuovo.

Ha la sua sede nel vicino comune di Fara Gera d'Adda e secondo le intenzioni coprirà un'area di 3001 acri in prossimità del terrazzamento morfologico della Gera d'Adda.

Il dialetto trevigliese appartiene al gruppo dei dialetti della Lombardia Orientale od Orobici. Si distingue leggermente dal dialetto di Bergamo città e da quelli delle Valli Bergamasche.

Il dialetto trevigliese presenta suoni più dolci, rispetto al bergamasco dei territori a nord della provincia, dato che risulta più influenzato dai dialetti circostanti, tipo il cremasco e soprattutto dal milanese.

I suoni infatti sono meno aspirati rispetto a dialetti parlati anche in zone vicine dove viene aspirata la "s" (per esempio a Cologno al Serio) e tendono a sostituire l'acca (h) con la esse (s) in termini come sura (sopra), hura.

Retaggio del proprio passato milanese sono i molti termini di chiara origine meneghina, come: cardiga (sedia), furcheta (forchetta), cicinì (un pochino).

Usanza tipica del dialetto trevigliese è quella di troncare le parole: prestinèr (panettiere), falegnamèr (falegname), sindèch (sindaco), francès (francese), inglès (inglese). Nel caso dei vocaboli riguardanti i lavori è frequente l'utilizzo di -èr alla fine.

La numerazione, ad eccezione del numero "uno", è quella milanese.

La religione maggiormente praticata a Treviglio è il cattolicesimo. Il comune, pur essendo nella provincia di Bergamo, fa parte dell'arcidiocesi di Milano, ed in particolare alla VI zona pastorale. Treviglio è sede decanale ed è dotata di un prevosto e decano.

Nonostante l'appartenenza all'arcidiocesi milanese, Treviglio non ha mai adottato il rito ambrosiano e conserva, fatto assai raro nella diocesi, il rito romano. Nel corso dei secoli questa è stata una delle principali diatribe tra alti prelati di Milano, tra i quali Carlo Borromeo, e clero trevigliese che, sostenendo la popolazione locale, ha fatto sì che fosse mantenuto quello romano.

Tra i principali culti praticati vi è quello della Madonna delle Lacrime e quello di san Martino di Tours, patrono della città. Altri culti importanti praticati in città, oltre a quelli cui è dedicata una parrocchia, sono: sant'Agnese, sant'Agostino, santa Bartolomea Capitanio, san Bernardino, san Carlo Borromeo, sant'Eutropio, san Giovanni Bosco, santa Lucia, san Luigi, san Maurizio, san Michele, san Rocco e santa Vincenza Gerosa.

Le altre religioni praticate oltre al cattolicesimo sono quella islamica, il cui luogo di culto è situato nelle vicinanze della stazione centrale, il geovismo, che si avvale di una Sala del Regno pure prossima alla stazione, e Scientology.

L'ospedale Treviglio-Caravaggio, realizzato nel 1971 dai comuni di Treviglio e di Caravaggio dopo la chiusura di due nosocomi, è il più grande ospedale della zona, anche se non presenta servizi sanitari avanzati quali ad esempio la cardiochirurgia. La struttura, ampliata agli inizi del XXI secolo, si sviluppa su 10 piani ed è dotata di una pista d'atterraggio per elicotteri, di un parco interno e di un ampio parcheggio. Dal 1º gennaio 1998 è a capo di un insieme di ospedali locali, tra i quali abbiamo: l'ospedale di Santissima Trinità di Romano di Lombardia, l'ospedale di Calcinate e quello di San Giovanni Bianco.

La città ospita una sezione distaccata del tribunale di Bergamo, che ha giurisdizione su 41 comuni, per una popolazione di circa 200.000 abitanti. La sede del tribunale, in piazza Insurrezione, è di proprietà comunale; data l'inadeguatezza della struttura il Comune sta valutando da tempo l'opportunità di costruire una nuova sede.

A Treviglio vi è anche un ufficio del giudice di pace.

L'associazione locale dei volontari della protezione civile, attiva dal 1982, che si occupa di tutta l'area della Gera d'Adda. Oltre alle attività di formazione, conduce un'opera e di monitoraggio e intervento soprattutto per rischi di tipo industriale e tecnologico. Ha operato anche nelle missioni umanitarie in Bosnia ed Erzegovina e in Kosovo e in occasione dei terremoti dell'Irpinia, dell'Umbria e dell'Abruzzo e dell'alluvione che ha colpito il Piemonte nel 1994.

Treviglio è dotata di un sistema coordinato di biblioteche formato da una biblioteca centrale e da 4 biblioteche periferiche ad essa coordinate situate in zona Ovest, Nord e nelle frazioni Geromina e Castel Cerreto. La medesima tessera personale consente di chiedere il prestito di libri ubicati indifferentemente in una delle quattro biblioteche.

Inoltre il sistema bibliotecario trevigliese rientra nel Sistema Bibliotecario Integrato della Bassa Pianura Bergamasca e risulta perciò integrato con 31 comuni.

La biblioteca centrale fu fondata nel 1861 a seguito della donazione di 4.000 volumi da parte di Carlo Cameroni. Successivamente il numero di volumi crebbe con donazioni da parte di Gian Battisti Crippa, Andrea Verga, Giacomo Sangalli, Giuseppe Grossi e Agostino Cameroni. Oggi conta 75.000 libri tra i quali 10.000 del nucleo storico conservati in archivio.

Tra le principali organizzazioni che effettuano ricerche in campo tecnologico e in particolare nell'ambito meccanico abbiamo la SAME che nella seconda metà del secolo scorso ha introdotto innumerevoli innovazioni nel campo della meccanica.

L'ospedale cittadino punta molto sulla ricerca medica ed è all'avanguardia da questo punto di vista anche se sperimenta al contempo forme innovative d'organizzazione aziendale.

L'organismo più attento alla ricerca umanistica è la biblioteca cittadina che ha accumulato nel corso degli anni un numero rilevante di volumi e promuove attività culturali sul territorio. Altro ente di particolare rilevanza in tale ambito di è il centro di studi storici della Gera d'Adda che ha qui la sua sede.

A partire dall'anno accademico 2004-2005 Treviglio è divenuta sede di un corso di laurea triennale in Economia e Amministrazione delle imprese, tenuto presso la sede della Cassa rurale ed artigiana che, assieme al comune e all'Università di Bergamo, ha finanziato tale progetto. È da quest'ultima che essa fa capo e dipende per ogni aspetto amministrativo, didattico e formativo, anche se l'aspetto immobiliare è curato dalla Cassa rurale.

L'accordo tra i tre istituti è basato su convenzioni di carattere pluriennale e persegue l'ampliamento progressivo dell'offerta formativa della facoltà. I primi cinque anni accademici hanno visto l'iscrizione di poco più di 400 studenti e nel corso del 2007 ci sono stati i primi laureati del corso. Nel corso del 2008, con la dismissione degli impianti della Baslini, si è proposto di realizzare un campus universitario. A settembre 2013 i corsi non sono ripartiti e l'università è stata chiusa.

È attivo inoltre, da più tempo rispetto al corso di economia, presso l'ospedale cittadino un corso di laurea in assistenza infermieristica tenuto dall'Università di Pavia.

La costituzione del museo civico è frutto di due donazioni significative di opere d'arte da parte di Giovan Battista Dell'Era e nel 1961, del professore Pier Luigi Della Torre, che volle con la sua volontà testamentaria costituire una pinacoteca civica. A essi sono intitolate due diverse vie del centro storico.

Il museo include principalmente dipinti, opere scultoree e stampe di varie epoche ed è intitolato ai genitori di Pier Luigi Della Torre: il padre Ernesto e la madre Teresa Pedrazzini. Altre donazioni importanti sono state fatte da Trento Longaretti, Luigi Cassani e Tommaso Grossi. Una parte delle opere proviene dall'ex monastero di San Pietro.

Il museo dispone anche di una sezione archeologica e una scientifica.

Il museo storico del gruppo SAME Deutz-Fahr (SDF) rappresenta, attraverso materiale testuale e fotografico, alcune tra le più importanti tappe della storia della meccanizzazione agricola illustrando le innovazioni introdotte dai 4 maggiori marchi del gruppo SDF. Il museo è situato all'interno dello stabilimento, ma è aperto sia ai visitatori che ai dipendenti.

È articolato in tre diverse sezioni. La prima si occupa dei trattori analizzando l'evoluzione nel corso del secondo dopoguerra, la seconda più tecnica si occupa dei propulsori, dei dispositivi e dei sistemi che hanno consentito tale sviluppo nel corso degli anni e la terza si occupa degli annunci pubblicitari che consentono di ripercorrere l'attività promozionale del gruppo e le principali campagne pubblicitarie.

La pinacoteca mette a disposizione di comuni ed enti locali, pubblici e privati, ove opera la Cassa Rurale e la sua fondazione, il suo patrimonio artistico. Tra i quadri della pinacoteca ne abbiamo molti di pittori trevigliesi di secoli diversi. La richiesta per l'esposizione deve essere fatta all'Ufficio Patrimonio Artistico e Culturale della Cassa Rurale, impegnandosi a rispettare il regolamento.

Treviglio.tv  è la prima webtv della Città di Treviglio. Nata nel 2010 è stata fondata da Emilio Zanenga e Pierbruno Cortesi. Unica testata di informazione multimediale sulla cittadina creata usando nuove tecnologie opensource dopo la sperimentazione della fase beta riprende le trasmissioni in rete nel gennaio 2012.

A Treviglio è nata il 6 novembre 1976 Radio Zeta, per volontà di Angelo Zibetti. Il palinsesto dell'emittente radiofonica è costituito principalmente da programmi d'intrattenimento musicale e da programmi d'attualità. La radio, tuttavia, è da molti anni che si è trasferita a Caravaggio.

La radio trasmette in FM in doppia frequenza ed è ascoltabile in quasi tutte le regioni dell'Italia settentrionale, ad eccezione del Trentino-Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia, oltre che in Toscana.

Nel 1988, inoltre, nasce Discoradio, una radio indirizzata ai giovani e orientata verso la musica disco e house; dove trasmetteva nei locali sovrastanti la discoteca Studio Zeta situata nel comune limitrofo di Caravaggio sulla statale Treviglio-Caravaggio. In passato la radio era situata nella zona PIP 1.

Successivamente, in seguito alla cessione di Zibetti al gruppo RDS, nel 2006 la sede della radio fu trasferita a Milano.

A Treviglio è stata girata la scena milanese, ambientata presso i navigli del film L'albero degli zoccoli diretto da Ermanno Olmi nel 1978, vincitore della Palma d'oro al 31º Festival di Cannes, che però è ambientato nella cittadina via cavallotti, milanesizzata per l'occasione con l'aggiunta di insegne di negozi.

I principali artisti trevigliesi si sono sempre occupati di pittura (Zenale e Butinone, Dell'Era, Longaretti e Mombrini) e scultura (Mombrini). I principali stili che hanno influenzato l'arte cittadina sono il neogotico lombardo e il liberty.

Quest'ultimo è visibile non solo sulla superficie esterna del teatro filodrammatici, ma anche su molte case private e balconi. Una zona degna di nota in tal senso è il piazzale del Santuario che è stato ristrutturato proprio all'inizio del XX secolo.

Il Teatro Nuovo è stato inaugurato nel gennaio 2015 e si trova nel centro civico di Treviglio, in Piazza Garibaldi.

Degno di nota è il "Corpo musicale Città di Treviglio", che tiene numerosi concerti in ambito cittadino tra i quali il caratteristico concerto natalizio che si tiene nella piazza principale dopo la Messa di mezzanotte e numerosi altri in occasioni delle principali festività, tra le quali l'elevazione musicale dedicata al patrono San Martino a inizio novembre, il concerto di Natale, solitamente tenuto al PalaFacchetti, il palazzetto dello sport dedicato al calciatore trevigliese Giacinto Facchetti, i concerti d'estate e di primavera e quelli nelle feste civili, come il 2 giugno e il 4 novembre. Il direttore di questa orchestra di fiati, Paolo Belloli, ha dedicato alla sua città, Treviglio, un brano intitolato Trivilium, diviso in tre parti: le tre parti più significative della vita medioevale del paese: il lavoro, la preghiera e il divertimento.

Va inoltre segnalata la Schola Canthorum, che si occupa dei canti durante le messe in momenti particolari dell'anno quali il Natale e la Pasqua.

A sede nella città anche il coro ICAT, costituito nel 1967 come coro maschile dedito a quel tempo all'esecuzione di canti tradizionali e popolari.

La cucina di Treviglio è la tipica cucina povera della pianura lombarda.

La minestra e gnocchetti è una minestra davvero "Trevigliese", si aggiunge alla polenta la farina tipo "0" in modo che si formi una pasta fresca; tagliata a dadini, cotta e servita nel brodo di verdure e verze (meglio se con la pestàda)

Il Salame è un prodotto tipico della bassa bergamasca, ovvero della parte pianeggiante del territorio comunale. Prodotto tipico tra i più caratteristici della civiltà rurale, veniva prodotto con ricetta segreta custodita gelosamente dalla famiglia. Custodito in passato nelle cantine a stagionare arricchendosi delle muffe che sono una sua caratteristica principale è oggi realizzato industrialmente in grandi quantità. L'allevamento suino con alcune fasi della lavorazione è rappresentato anche da alcune scene ne L'albero degli zoccoli di Ermanno Olmi.

Prodotto tipico è sicuramente il dolce denominato Turta de Treì, una pasta frolla granulosa di forma circolare farcita con mandorle e burro; nata agli inizi degli anni novanta in un concorso bandito dall'Associazione Botteghe Città di Treviglio per un prodotto da associare alla festa della Madonna delle Lacrime, si è successivamente affermata come prodotto tipico, venendo prodotta e consumata durante tutti i mesi dell'anno.

Tra i principali eventi che si tengono sul territorio comunale abbiamo:

Trevigliopoesia, festival di poesia e video poesia, giunto alla quinta edizione. Si svolge alla fine di maggio e si propone di coniugare la poesia con altri linguaggi: il video, la fotografia, la musica, il teatro. Nei 4 giorni del festival vengono premiati i vincitori del concorso di videopoesia (con partecipazioni internazionali) e di fotografia abbinata alle poesie di un autore (per le prime 2 edizioni Merini e Pasolini)
la Cena medievale si tiene a fine giugno nel chiostro della biblioteca, antico ospedale e ancora prima monastero. La cena è servita da figuranti in abiti storici e si consuma rigorosamente con le mani. È possibile a richiesta partecipare in abiti storici.
i Concerti d'Autunno si tengono le tre domeniche centrali di ottobre al teatro Filodrammatici alle 21 e sono dedicate a Nino Crespi, storico presidente della Proloco. La prima sera ci sono i giovani trevigliesi in concerto, la seconda il coro Calycanthus e le Tirit'ere e la terza l'orchestra dell'Accademia musicale di Treviglio.
i Concerti di Primavera sono 3 concerti che si tengono uno per ciascun mese della stagione, ciascuno in una diversa località del centro storico cittadino. La prima serata è dedicata agli allievi del Ce.S.M., il Centro Studi Musicali di Treviglio, la seconda all'Accademia musicale cittadina e la terza agli allievi dell' indirizzo musicale della scuola media statale Tommaso Grossi di Treviglio.
la Fiera agricola della Bassa Bergamasca, dura tre giorni di fine aprile e si tiene in zona fiera col patrocinio del comune di Treviglio, della provincia di Bergamo e dalla camera di commercio sin dal 1981.
la Sagra di Sant'Anna si tiene dal 2001 per le tre sere dell'ultima settimana completa di luglio di fila alle ore 21 in piazza Garibaldi. La prima sera si tiene una sfilata di moda con fontane danzanti, la seconda scene umoristiche in dialetto, e la terza un'operetta. Inoltre vi è una lotteria abbinata e un concorso di scialli.
Sfilata storica "Miracol si grida": prima domenica di marzo, seconda in caso di maltempo, nel centro storico con partenza dalla piazza principale di 4 cortei verso le 4 porte cittadine, per poi riunirsi di nuovo in piazza e spostarsi al piazzale del Santuario. Successivamente, dopo uno spettacolo degli sbandieratori, i cortei tornano ancora in piazza Garibaldi e la manifestazione si conclude con un altro spettacolo degli sbandieratori.

La Festa patronale della Madonna delle lacrime si svolge l'ultimo giorno di febbraio con messa solenne tenuta dal cardinale di Milano nel Santuario alla presenza delle autorità civili. È la festa più sentita, dato che si ricorda il pericolo di distruzione dal quale il borgo scampò con onore grazie all'intercessione della Madonna.
Festa patronale di San Martino: celebrata non, come vuole la tradizione, il giorno 11 novembre ma il 9 novembre.

Il primo nucleo difensivo, denominato castrum vetus sorgeva nelle attuali piazza Manara, piazza Garibaldi e via Galliari ed era circondato da un fossato, il cui ingresso era posto in corrispondenza dell'attuale vicolo teatro. In seguito esso è stato circondato da un secondo ordine di mura e da un triplice fossato che sorgeva al posto dell'attuale circonvallazione interna.

Vi erano inoltre quattro torri poste alle quattro porte poste in direzione dei quattro punti cardinali nelle attuali vie Roma, Galliari, Verga e San Martino. Le vie del centro storico hanno mantenuto la fisionomia medievale ed è proprio per questa ragione che non sono mai completamente dritte, ma leggermente incurvate al fine di disorientare i nemici. Ciò diventa più difficile con la costruzione del campanile che consente di giungere sino alla piazza principale prendendolo come riferimento.

Va inoltre segnalata una porta che, posta in fondo a via Sangalli, fu chiusa con l'apertura di Porta Nuova e venne denominata quindi "Porta Stoppa". Via Sangalli tuttavia non confluisce direttamente nella piazza principale, ma in Via Verga.

All'interno presenta le 4 vie principali delle porte che portano alla piazza comunale principale (l'attuale piazza Manara), ai piedi del Campanile di Treviglio e un complesso reticolato di vicoli che avevano la funzione di far perdere l'orientamento al nemico; da qui deriva il fatto che tali veicoli, assieme alle vie principali sono incurvati in più punti, non permettendo di vedere interamente le singole vie.

Nel corso del 1700 le mura della città furono vendute e il fossato fu nel corso degli anni coperto e asfaltato, diventando la moderna circonvallazione interna di Treviglio. Il fosso che portava l'acqua del Brembo al fossato è ancora ben visibile in molte vie tra le quali la via vicino alla porta nord intitolata a Felice Cavallotti. Gli ultimi residui di mura sono stati eliminati ad inizio 1900.

La conformazione del centro storico ha un andamento ortogonale a causa della centuriazione romana. Il primo nucleo difensivo, denominato castrum vetus sorgeva nelle attuali piazza Manara, piazza Garibaldi e via Galliari ed era circondato da un fossato, il cui ingresso era posto in corrispondenza dell'attuale vicolo teatro. In seguito esso è stato circondato da un secondo ordine di mura e da un triplice fossato che sorgeva al posto dell'attuale circonvallazione interna che lo ha semplicemente coperto.

Vi erano inoltre quattro torri poste alle quattro porte poste in direzione dei quattro punti cardinali nelle attuali vie Roma, Galliari, Verga e San Martino. Le vie del centro storico hanno mantenuto la fisionomia medioevale ed è proprio per questa ragione che non sono mai completamente dritte, ma leggermente incurvate al fine di disorientare i nemici. Ciò diventa più difficile con la costruzione del campanile che consente di giungere sino alla piazza principale prendendolo come riferimento.

Tutte le quattro frazioni di Treviglio sorgono nella parte nord-occidentale del territorio comunale.

La più popolosa è la Geromina, situata lungo la strada per Canonica d'Adda. Benché in passato fosse una zona prevalentemente agricola, da alcuni decenni è interessata da una forte crescita edilizia, che ha portato la popolazione a circa 2000 abitanti. Dispone di una scuole primaria, una banca, la chiesa del Santo Nome di Maria, un oratorio ed è sede di alcuni centri sportivi e di una decina di parchi pubblici.

Castel Cerreto, detta pure Cerreto, sorge nella parte più settentrionale del territorio del comune e costituisce un paese a sé stante, relativamente autonomo dal capoluogo. È un centro prevalentemente agricolo immerso nella campagna, e conta poche centinaia di abitanti. Il nome si riferisce alla residenza dei Rozzone, signori locali, durante il Medioevo.

Pezzoli e le Battaglie prendono il nome delle omonime cascine. In entrambe le frazioni vi sono cascine, alcune mantengono il loro aspetto agreste originario, altre invece sono state ristrutturate, all'interno della cascina Pezzoli infatti i residenti hanno ristrutturato e apportato migliorie all'interno della corte; nell'azienda agricola di uno dei residenti è stata anche istituita una Fattoria Didattica, accreditata dalla Regione Lombardia e dalla Provincia di Bergamo, che ospita scolaresche durante tutto l'anno scolastico e organizza settimane estive per bambini e ragazzi, offrendo la possibilità di trascorrere del tempo all'aria aperta, immersi nella natura e riscoprendo, attraverso laboratori didattici, la vita di campagna.

La Balagia era una località della "brughera" a nord di Treviglio, pascolo naturale ai confini con Arcene e Pontirolo Nuovo.
La Blancanuca era un antico insediamento di case coloniche sulla sponda sinistra dell'Adda, nei pressi dell'attuale cascina Cornella. Si trovava in un'area particolarmente fertile, ai confini con Casirate d'Adda e Fara Gera d'Adda e fu solo in piccola parte trevigliese; oggi lo stesso territorio è compreso in buona parte nel territorio del comune di Cassano d'Adda. Il toponimo - composto dalle parole "bianca" e "nuda" - sembra discendere da qualche antica particolarità del paesaggio. Nel 1509 vi si accampò l'esercito francese il giorno precedente la battaglia di Agnadello.
La Brughera, il toponimo designa una parte delle terre tra Pontirolo Nuovo, Fara Gera d'Adda e Treviglio. Le origini sono antiche, ma restano ignote. Queste zone, un tempo occupate da boschi furono trasformate in campi, conservando però l'aspetto originario. Nel medioevo furono acquistate dagli abitanti di porta Zelute, poi Zeduro, ora via Roma al comune di Pontirolo Nuovo, e da quel momento rimasero trevigliesi.
Ferrandino fu una piccola frazione di Treviglio, che deve il suo nome alla presenza di una proprietà rurale nel Seicento di Tommaso Ferrando, detto "giumenteso". Tale soprannome è tutt'oggi conservato da un ramo della famiglia.
Cascine Dotti, Giuseppana, Pelisa e Santissimo contano poche decine di abitanti ciascuna. Il toponimo Pelisa significa "erba fine dei prati stabili".
Il Gerundio è il tratto di costa e sottocosta con centro nella statale per Milano deriva dall'antico lago Gerundo.
Il Roccolo è una località cara alle scampagnate dei trevigliesi a sud-ovest del comune in via del bosco. Vi è situato l'omonimo parco.
La Valle del lupo è una zona selvaggia a nord di Treviglio, posta nell'ultimo tratto comunale della roggia vailata accanto a via Canonica all'altezza di Castel Cerreto. Vi è situato un ponticello in pietra che in antichità serviva a collegare Castel Cerreto e Fara Gera d'Adda. In tale area sono stati rinvenuti dei reperti di origine romana. Sino al 1830 circa era popolata da lupi.






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