martedì 21 luglio 2015

LA VAL TALEGGIO



La Val Taleggio è una diramazione occidentale della Val Brembana che inizia nel comune di San Giovanni Bianco, in provincia di Bergamo. La valle è percorsa dal torrente Enna che nel corso dei secoli, tra Taleggio e San Giovanni Bianco, ha formato una spettacolare forra della lunghezza di circa 3 chilometri, chiamata l'Orrido della Val Taleggio.

L'Enna nasce da una piccola grotta situata nella parte inferiore della Costa del Palio, nei pressi di Morterone in Provincia di Lecco, dove subito riceve da sinistra il suo primo affluente, il Remola e con esso, proprio all'altezza della sorgente, forma il pozzo chiamato Fiume Latte (in dialetto locale Füm Lacc), una splendida marmitta dei giganti. Entra in Provincia di Bergamo all'altezza del suo secondo affluente da destra, il Bordesigli e percorre tutta la Val Taleggio, dividendo letteralmente la valle in due. Esiste infatti un unico ponte carrozzabile che unisce i due versanti della Val Taleggio, il Ponte della Lavina, che collega il comune di Vedeseta con Peghera, frazione di Taleggio.

Superato il comune di Taleggio, l'Enna percorre una spettacolare forra lunga circa 3 chilometri, chiamata l'Orrido della Val Taleggio per poi confluire da destra nel fiume Brembo a San Giovanni Bianco.

Amministrativamente è suddivisa in tre comuni:

Taleggio, con le frazioni
Sottochiesa (sede del Municipio);
Peghera;
Olda;
Pizzino;
Vedeseta, con le frazioni:
Avolasio;
Lavina;
Reggetto.
Morterone, in provincia di Lecco

La Val Taleggio ha una precisa identità storica e un passato di fiera indipendenza. Fino all'inzio di questo secolo l'accesso alla valle era possibile solo attraverso i valichi poco battuti della Forcella di Bura, per chi veniva da Bergamo attraverso la Valle Brembilla, del Culmine di San Pietro per chi proveniva dalla Valsassina e del Passo di Baciamorti per i collegamenti con l'alta Val Brembana attraverso la Val Stabina. Ora la strada provinciale consente di accedere direttamente dal fondovalle superando il suggestivo e spettacolare orrido scavato dal Torrente Enna tra il Monte Cancervo e il Monte Sornadello.

I versanti della valle presentano caratteristiche molto differenti: le pendici esposte a meridione hanno una morfologia dolce disegnata dai coltivi e dalle numerose contrade rurali; sulla sponda opposta, con l'eccezione della conca di Peghera, dominano versanti ripidi e scoscesi che ospitano vasti ed ininterrotti boschi di latifoglie. Le originarie architetture civili della Val Taleggio sottolineano la singolare identità di questa vallata e costituiscono, insieme a quelle della limitrofa Valle Imagna, una tipologia assolutamente unica, che non trova riscontro sul resto del territorio alpino. Gli edifici sono sempre in pietra calcarea locale, molto regolari, a pianta rettangolare, singoli o aggregati, con volumi estremamente semplici e lineari, sottolineati dai precisi spigoli, realizzati con pietre d'angolo accuratamente lavorate e dagli spettacolari tetti spioventi di lastre calcaree. Queste coperture sono senz'altro il particolare architettonico che rende caratteristiche ed uniche le costruzioni della valle.

La presenza in loco di cave di pietra calcarea affiorante in regolari depositi stratificati e l'impossibilità di affrontare gli alti oneri di trasporto necessari per reperire altrove un differente materiale di copertura, hanno determinato lo sviluppo di questa particolare tecnica costruttiva. Le pietre impiegate (pióde) arrivano anche a spessori di 7/8 cm e, a causa dell'elevato peso, non possono essere appoggiate parallelamente all'orditura del tetto, come avviene con le ardesie di Branzi e Valleve, ma devono necessariamente essere appoggiate orizzontali una sopra l'altra a scalare, in modo che il grande peso della copertura (fino a 150 Kg/mq.) si scarichi parzialmente sui massicci muri perimetrali. Purtroppo queste coperture risentono in modo particolare dell'usura del tempo. Mentre gli edifici minori e i fabbricati rurali in discrete condizioni si possono ancora incontrare con relativa frequenza, le costruzioni di una certa rilevanza sono restate poche. Tra queste si segnalano la casa signorile dei Borghi” nel centro di Sottochiesa, che si distingue per la composizione a più falde del tetto, la bella abitazione sulla corna di Pizzino e il caratteristico nucleo di Ca' Corviglio. La Valle Taleggio merita di essere percorsa e visitata nella sua interezza e pertanto non si può prescindere dall'uso dell'automobile. Le sensazioni più penetranti però restano quelle che si assaporano percorrendo a piedi le antiche mulattiere, cogliendo tutti i particolari di un ambiente che mantiene ancora una dimensione genuina e semplice.

I Guelfi della Val Taleggio resistettero ai numerosi assalti e impedirono ai milanesi l'accesso al Passo di Baciamorti e quindi all'alta Valle Brembana. Con questa impresa la Val Taleggio si meritò la benemerenza da parte dei Dogi di Venezia e il riconoscimento dei propri statuti.  La Corna di Pizzino costituisce inoltre uno spettacolare balcone panoramico affacciato su tutta la Val Taleggio.


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