mercoledì 8 luglio 2015

SAVIORE DELL'ADAMELLO



Saviore dell'Adamello è un comune della Val Camonica ed è il più elevato dei paesi della Valle di Saviore; il suo territorio comunale, che si estende soprattutto in territorio montano, è uno dei più estesi della Val Camonica.

Il territorio del comune di Saviore dell'Adamello era già abitato dall'uomo fin dall'epoca antichissima, infatti sono state ritrovate incisioni rupestri e dei reperti presso il lago d'Arno. Nel 1337 Giovanni e Graziolo da Cemmo infeudarono il comune mentre nel '400 erano i Della Torre di Cemmo che riscuotevano le decime; nel '500 ebbe influenza la famiglia dei Lodrone.
                                                 
Quando si formarono i liberi Comuni italiani, anche Saviore si libera dal dominio dei signorotti locali. Sotto il governo di Venezia, a metà del '600, assume importanza il passo di Campo, la più breve via di comunicazione tra la Vallecamonica e Venezia; infatti da qui travalicavano eserciti, contrabbandieri, briganti e mercanti e arrivava in Valle il sale. Nel 1651 un grosso incendio distrusse interamente il paese.                                                                                                        
In epoca napoleonica il notaio di Cividate Bonafini era a capo di un gruppo anti-giacobino che saccheggiò e danneggiò il paese.
Alla fine dell''800 la posizione isolata e la scarsità di risorse indussero gli abitanti a un'emigrazione diffusa, durata quasi fino ai giorni nostri, nonostante la positività, per l'economia locale, della realizzazione, nel primo decennio del '900, di tre importanti centrali idroelettriche. Drammatica è la storia recente: durante la Prima Guerra Mondiale Saviore fu zona di trincea sul confine al Passo di Campo che conduce in Trentino e durante la resistenza ha visto consumarsi gli eroici sacrifici dei partigiani, soprattutto nel maggio 1944, quando i nazi-fascisti effettuarono dei rastrellamenti, portando morte e distruzione nel paese.

Seguendo un apposito itinerario è possibile immergersi nell’atmosfera senza tempo del bellissimo centro storico: fienili, stalle, fontane, lavatoi ed altri piccoli tesori fanno da cornice ad uno dei borghi meglio conservati dell’intera Valcamonica. L’uso quasi esclusivo di granito locale e legno per la costruzione degli edifici sono la viva testimonianza del mondo rurale alpino
Per gli appassionati di gite in montagna Saviore è il punto di partenza ideale per le escursioni ai rifugi alpini, laghi e vette della Val Salarno, sovrastata dai ghiacci perenni del Pian di Neve e della cima Adamello.
La facciata della Parrocchiale di San Giovanni Battista, imponente e proporzionata, è modulata da due ordini di lesene, al centro un portale in granito di pregevole fattura. La torre campanaria fu affiancata all’edificio nel 1852; in blocchi di granito squadrati, termina con quattro merli ghibellini, a coda di rondine, come la maggior parte dei campanili camuni, raggiungendo i 35 metri d’altezza.                                              
In stile barocco, la navata unica comprende sei altari laterali, dedicati alla Madonna, a Sant’Agnese, a San Valentino, scanditi da lesene sormontate da capitelli che riprendono lo stile corinzio. La pavimentazione è in lastre di granito bocciardato, risalenti all’epoca della costruzione, restaurata e riposizionata nel 1998. Nella sacrestia, mobili del XVI e XVII secolo ed una Santa Maria Maddalena di scuola veneta, dipinta ad olio, del XVI secolo. La Madonna lignea conservata in una nicchia presso l’altare della Madonna (il primo alla destra del presbiterio) è attribuita ai Ramus, una dinastia di intagliatori originari di Mu di Edolo, attivi tra il 1630 ed il 1700 nelle vallate alpine.
                                                                                 
Tra i tanti dipinti, è bene soffermarsi sulla pala dell’altare maggiore che risulta essere il tesoro di più grande valore artistico: dipinta ad olio, delle dimensioni di circa 2x3 metri, riporta il Battesimo di Cristo. L’affermazione, improbabile, secondo la quale la tela sarebbe stata portata a Saviore da Bernardino Zendrini a bordo di un asinello, non è suffragata da alcuna testimonianza scritta. Nelle rimanenti pale possiamo ammirare i Santi Antonio Abate, Rocco e Carlo Borromeo (XVII secolo), la Madonna con i Santi Antonio da Padova e Filippo Neri.
Il primo altare di destra porta una pala di scuola veneta seicentesca, racchiusa in una bella soasa e raffigurante la Madonna del Rosario, i Santi Domenico e Caterina con i committenti. Sulla controfacciata vi sono due tele accostate, aventi per soggetto il Crocifisso e la Deposizione, del XVII secolo. La volta a botte è arricchita da affreschi e decorazioni, ripresi nel 1942 dal pittore Giacomo Piccinini, che nell’occasione raffigurò anche alcuni savioresi.

La chiesa parrocchiale di Valle è dedicata a S. Bernardino; è della prima metà del '500 ma è stata ricostruita nel 1685 in stile barocco. Sull'altare maggiore c'è una pala a olio su tela di Bartolomeo Litterini, da notare è anche l'altare ligneo di S. Croce, opera dello scultore della Val Gardena Perathoner.

Della chiesa di Santa Maria di Ponte cominciano ad apparire notizie a partire dal 1495 quando sono elencati alcuni beni. La visita cinquecentesca presenta l’antica struttura: “la chiesa ha la cappella maggiore intonacata e dipinta, il resto del tetto è coperto da pietre.
                                                                                         
Ha due porte, sul frontale e sulla parete destra e una lobbia corrispondente al numero di abitanti. L’altare maggiore è consacrato, ha un bel quadro e al di sopra un gran crocifisso”. All’interno della chiesa di santa Maria di Ponte è possibile ammirare “l’Adorazione dei Magi”, posizionata in prossimità della sacrestia.
                                                     
Si tratta dell’opera più antica presente in Valsaviore, la cui origine è da far risalire ai maestri altoatesini tra il 15° e 16° secolo. L’unica possibilità di confronto è con un’opera dell’inizio del XVI secolo presente nel Museo “Poldi Pezzoli” di Milano.

Il centro storico di Saviore e di Valle conserva ancora il volto tipico di una terra alpestre, soprattutto per i bei portali in granito e per i caratteristici loggiati in granito con affreschi. Le case che si affacciano su via Risorgimento furono di illustri famiglie: Sisti, Boldrini, Zendrini, fra cui c'era l'illuminista matematico, medico e scienziato Bernardino (1679 - 1747) che fondò la moderna idraulica fluviale e ideò i "Murazzi" per difendere la laguna veneziana dall'acqua alta.

La Valle di Saviore, solcata dal torrente Poia, è la più estesa di tutto il Parco dell'Adamello. Il monte Re di Castello (2891 m) domina la valle Ghilarda, che scende verso il lago d'Arno, grande bacino usato a scopo idroelettrico. Da Valle di Saviore ci si immette nella lunga Valle Adamè, attraversata dal torrente Poia di Adamè, che nasce dall'omonima Vedretta che scende dal Pian di Neve, uno fra i nevai più estesi di tutto il gruppo alpino. Lungo il coster di sinistra si ergono le cime di: Levade, Artigliere, Coster, Buciaga, Corno di Grevo, monte Campellio e Zucchello. Sul coster di destra si trovano il corno Triangolo e Gioia, le cime Coppellotti, Poia, Frampola, Gana, il corno Lendeno e di Bos, con la piccola conca glaciale che ospita il lago di Bos.
Da Saviore si accede alla Valle di Salarno con i suoi tre laghi; risalendo il corso del torrente si giunge al lago Salarno, da cui inizia la parte alta della vallata, coronata da Punta del Pian di Neve, Cornetto di Salarno e Corno Miller, fra i quali scende una notevole lingua glaciale, la Vedretta di Salarno, proveniente dal Pian di Neve. Sul coster di destra le quote più elevate sono dei corni Remulo e Maccesso, cima Prudenzini e Coppo; verso est il monte Marser e il Pian della Regina.

In Valsaviore negli ultimi anni sono stati fatti ritrovamenti di rocce incise a Dos Curù, ad Androla, a Loa e a Plot Campana.

Situate nella pineta sopra il paese di Ponte, sono lunghe e intricate gallerie scavate nella roccia in tempi antichi per l'estrazione del ferro, che veniva poi lavorato poi nelle fucine di Fresine. La visita non è difficile se accompagnati da una persona esperta del luogo, poichè la folta vegetazione ne nasconde le entrate.
Il "Bus de la glassa" (buco del ghiaccio) è situato a est di Valle in località Forami, è una grotta formata da grossi massi dell'età glaciale dove, per combinazione di correnti d'aria sotterranee, la temperatura è sempre sotto zero in ogni stagione e quindi c'è il ghiaccio anche d'estate.

Il vecchio mulino fu costruito nel 1923 dall'ingegno di Primo Rossi per dare occupazione e sostentamento ai sette figli, l’impianto è costituito da due macine mosse da un antico motore elettrico. Tra alti e bassi rimase in funzione fino al 1954, dopodiché venne abbandonato. Tuttavia nel 2005 iniziarono le opere di restauro e messa in sicurezza dell’impianto, al fine di rimetterlo in funzione per scopi dimostrativi e turistici: sono visibili le due macine, il piano di lavoro di una macina e gli organi di movimento.
La struttura, divisa in due piani, ospita anche una mostra permanente di erbe officinali, creando un straordinario connubio di attività che mirano al recupero e riscoperta di antiche tradizioni.

Il museo della civiltà contadina è ospitato nell’ex caseificio e grazie alla collezione di circa 400 oggetti concessi dalle famiglie del paese rappresenta un importante tassello della memoria collettiva.
In questa pregevole raccolta di attrezzi tradizionali dell’economia rurale di un tempo, avviata negli anni ’80 dall’insegnante e pittore Primo Tinelli, si possono ammirare strumenti per il lavoro dei campi, finimenti per cavalli e buoi, aratri e gioghi, pentolame di antiche cucine e due curiosità: gli attrezzi del calzolaio ed i numerosi utensili del caseificio. Non semplici oggetti “senz’anima”, bensì strumenti grazie ai quali far scoprire o far emergere dall’oblio la cultura rurale di montagna che si sta via via dissolvendo e stimolare le giovani generazioni a frenare lo spopolamento dei piccoli borghi alpini.

Il Plot Campana è un sito archeologico situato a 1.400 metri di quota è facilmente raggiungibile con una piacevole passeggiata dall’abitato di Saviore dell’Adamello. Oltre ad essere un interessante abbinamento al sentiero etrusco-celtico, è immerso in una pineta attrezzata per pic-nic con tavoli e barbecue.
La superficie del grande masso a forma di piramide che dà il nome all’area (tradotta significa “sasso della campana”), è caratterizzata da antichissime incisioni rupestri.
Inoltre nei pressi del Plot a seguito di studi archeologici è stata accertata la presenza di una struttura preistorica definita "castelliere", un insediamento fortificato risalente all'Età del Ferro. Nell'area sono presenti altre sedici rocce e massi incisi con coppelle, canaletti, figure schematiche e segni astratti databili soprattutto tra il primo ed il secondo millennio a.C.

Per valorizzare il centro storico l’associazione “Resistere” ha attivato un progetto che prevede, tra l’altro, il recupero delle antiche meridiane e la creazione di nuove. Particolarmente significativa è quella realizzata sulla facciata sud della Casa Parrocchiale, dove fino agli anni Settanta spiccava un’antica meridiana che però andò distrutta. Questa iniziativa è stata resa possibile solo grazie alla memoria degli anziani del paese. Questi orologi solari, grazie all’abilità di artisti e di uno “gnomoni sta” locale sono delle vere e proprie opere d’arte che consentono di misurare diversi fasi della giornata: le ore solari vere, le ore mancanti al tramonto del sole (ore italiche), gli equinozi di primavera-autunno ed i solstizi di inverno e primavera.

La chiesa di Sant’Antonio si trova nell’omonima piazza, principale luogo di ritrovo e commerciale di Saviore. L’imponente edificio in blocchi squadrati di tonalite (caratteristico granito locale) venne eretto in posizione sopralevata nel 1652 dalla ricca famiglia Sisti con la funzione di oratorio privato. La facciata è rivolta verso sud ed è caratterizzata da cinque nicchie contenenti statue.
E’ consigliata anche la visita dell’interno, dove si possono ammirare l’altare in marmo bianco di Carrara, gli affreschi recuperati dalla quattrocentesca chiesa di S. Rocco, delle opere della scuola del Foppa e un’Adorazione che per alcune fonti è attribuibile alla scuola del Tiepolo.
La dedicazione a Sant’Antonio da Padova testimonia la devozione a un santo invocato per la benedizione del bestiame condotto al pascolo nei mesi estivi.
 
Le altre frazioni del comune sono: Valle, Fresine ed il minuscolo ma grazioso borgo di Ponte.
La più popolosa è Valle, nota per aver dato i natali a Bernardino Zendrini (1679-1747), grande matematico della Repubblica di Venezia. Nel centro storico sono ancora presenti eleganti dimore signorili appartenute alla sua ricca e potente famiglia.
Dall’abitato proseguendo lungo una strada pianeggiante si raggiunge facilmente località Rasega, dove vi sono diverse attrazioni di interesse turistico. Un esempio sono la struttura “La Plasa”, dotata di bar-ristorante e ampie sale multifunzionali; la pista di pattinaggio su ghiaccio; il campo sportivo ed il parco giochi. E’ prevista, inoltre, la realizzazione di un percorso ad anello di 2500 metri che in inverno servirà da pista di sci di fondo (omologata per gare nazionali secondo la normativa FISI) ed in estate come sentiero per il trekking.
Per gli amanti della montagna Valle è la meta ideale poiché si ha accesso alla stupenda Valle Adamè ed ai suoi rifugi, maghe e cime.



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