domenica 23 agosto 2015

PREVALLE

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Prevalle è un comune della provincia di Brescia.

Il comune di Prevalle venne creato nel 1928 dall'unione di due precedenti comuni, denominati rispettivamente Goglione di sopra e Goglione di sotto.

Abitata fin da epoche antiche, in documenti dell'ottavo secolo figura col nome di Goglione, derivato dal termine dialettale "goio", con cui si indicavano i gorghi del fiume Chiese; la denominazione attuale, che significa 'prato della valle'. Sviluppatasi nel corso del XII secolo attorno alla chiesa di San Michele, seguì le vicende dei territori circostanti, assoggettati a più dominazioni e passati da un signore all'altro. Gravemente danneggiata durante le lotte per il controllo sul ducato di Milano, nella prima metà del Quattrocento fu conquistata dalla repubblica di Venezia, che vi governò fino alla fine del 1700. Agli inizi del XVIII secolo, mentre era in atto la guerra di successione spagnola, vi si accampò l'esercito imperiale; coinvolta in ripetuti scontri, fu più volte saccheggiata dalle truppe francesi. La storia successiva alla caduta della Serenissima non si discosta da quella del resto della provincia che, dopo l'occupazione napoleonica e il ritorno degli austriaci, partecipò attivamente ai moti risorgimentali nonché agli avvenimenti nazionali e internazionali della seconda metà dell'Ottocento e della prima del Novecento.

Edifici di interesse sono costituiti dalle due chiese Parrocchiali: di San Zenone (riedificata agli inizi del XIX secolo) e di San Michele (esistente già nell'XI secolo) con numerose opere d'arte di pregio. Di particolare rinomanza è Palazzo Morani-Cantoni, costruito verso la metà del XVIII secolo dalla nobile famiglia Morani appena fuori dall'abitato del paese in una cornice di verde di grande attrattiva. Oggi, dopo essere stato ristrutturato agli inizi degli anni'80 è adibito a sede del Comune ed è circondato da curiose leggende e tradizioni locali. A Prevalle si trova inoltre il Santuario del Carrozzone dedicato alla Madonna quale ringraziamento per aver scongiurato un'epidemia nel 1830. Una curioso voto della gente del luogo porta tuttora ad osservare una tradizione che vuole svolgersi una processione alle 4.00 di mattina la seconda domenica di luglio di ogni anno.

Risalendo la sponda del fiume Chiese prima di Gavardo, porta che accede alla Valsabbia, dove degradano le asperità di Serle e ai piedi del tortuoso monte Budellone si apre la piana di Prevalle. Qui, in tempi immemori, risanate le terre acquitrinose, sorsero le contrade di Goglione e qui ebbe inizio la storia del paese. Oggi, Prevalle conserva ancora numerosi angoli che trasudano di passato e tra questi alcuni veri e propri tesori. Forse il più importante e di certo il più affascinante, è il Palazzo Morani-Cantoni, oggi sede del Municipio. Il corpo centrale si eleva non troppo, ma quanto è sufficiente, per rendere armonico l'insieme. Il palazzo fu realizzato per opera del conte Giovanni Morani verso la prima metà del Settecento. La famiglia Morani, che rappresenta una fugace realtà del panorama nobiliare bresciano acquistava i terreni in località Notica nel 1731 dalla famiglia Conter costretta a ciò dagli ingenti debiti accumulati. Non sappiamo con precisione la data di inizio dei lavori ma sull'arcata nel fondale del vasto brolo sito a mezzogiorno, si nota un'iscrizione con la data 1752. Una conferma, si direbbe, circa l'epoca di costruzione della fabbrica. L'opera, tuttavia, non venne mai ultimata. Il conte Morani, probabilmente per sopravvenute disgrazie familiari, abbandonò la costruzione che rimane tutt'oggi un'opera incompiuta. Non sappiamo, ad esempio, la funzione attribuita al vasto corpo centrale turriforme, forse una enorme sala da ballo, mentre l'altro salone di fianco presenta ancora i resti di un affresco con una prospettiva che forse preludeva ad un utilizzo come teatro. Anche nella tradizione popolare è sempre stato riferito come "sala del teatrino". A queste imponenti sale si accede per mezzo di uno scalone di grande effetto scenico. Per successive eredità, estintasi la famiglia Morani, il palazzo passò alla famiglia Camplani e quindi alla famiglia Cantoni ma da nessuna di queste venne mai completato. Proprio per questa sua particolarità che lo vide per lunghi periodi disabitato e comunque dotato di ampi spazi mai abitati del tutto, venne circondato anche da un alone di mistero. Nel 1883-1884 il proprietario l'ingegnere Geronimo Cantoni, già combattente in occasione delle gloriose Cinque Giornate di Milano del 1848, Deputato nel 1865 e nel 1867 vi installò una sua personale stazione di rilevazione meteorologica di cui pubblicò le "Osservazioni Termopluviometriche" sui Commentari dell'Ateneo di Brescia.

Nella sella fra il Monte Budellone e quel che rimane del Monte Paitone, letteralmente mangiato dalle cave, si trova una cavità nota con il nome di Buco del Frate. La grotta, che si trova nel territorio del comune di Prevalle, è la più importante tra le numerose cavità che sono presenti nel cosiddetto "Carso Bresciano" che si estende nel territori montuosi del comuni che vanno da Botticino a Gavardo passando per Rezzato, Mazzano, Nuvolera, Nuvolento, Paitone e Prevalle.

Vi si accede attraverso due ingressi distinti: il più ampio e più basso di quota, immette in una grande sala discendente tramite una dolina di crollo, nella quale sono stati costruiti una serie di gradini. Il suolo della sala è occupato nella parte iniziale da enormi massi franati dalla volta e verso il fondo da un notevole deposito di argilla rosso che ha restituito numerosi reperti di interesse paleontologico. Da questo salone si dipartono due rami. A sinistra parte il "ramo del fango", che si sviluppa in una serie di piccoli ambienti fortemente riempiti dall'argilla e raggiunge, attraverso alcuni disagevoli pozzetti, una piccola pozza d'acqua che rappresenta con i suoi 53 metri la massima profondità della grotta.
A destra invece un basso varco mette in comunicazione con un altro vasto salone da cui penetra la luce del secondo imbocco. Per ben due volte negli ultimi vent'anni gli speleologi sono dovuti intervenire per togliere il materiale che, scaricato dalle cave e fluitato dalle acque meteoriche, aveva ostruito il passaggio.

Come abbiamo accennato, al Buco del Frate è presente una fauna interessante e molteplice: infatti oltre ai pipistrelli sono presenti anche insetti endemici che vivono esclusivamente in questi luoghi. Accanto a questi minuscoli "fossili viventi" si sono conservate anche testimonianze fossili di altri esseri, di ben maggiori dimensioni, alcuni del quali però hanno avuto vita meno breve essendo già estinti. Si tratta di fauna fossile conservata nelle sacche argillose sul fondo del primo salone: stiamo parlando del resti di piccoli e grandi mammiferi che popolavano le nostre terre in epoche lontane.Questi resti ci parlano di condizioni climatiche diverse dalle attuali e sono riferibili all'ultimo periodo glaciale, quando il clima fresco e umido del tardo Wurmiano determina nelle nostre zone un paesaggio simile alla taiga siberiana o canadese con limpidi corsi d'acqua abitati da Castori e un ambiente forestale a pino silvestre, betulla e salice abitato da Cervi, Ghiottoni, Martore e Volpi.Ma nel deposito argilloso del Buco del Frate i meglio rappresentati sono i grossi carnivori: più di cinquanta individui di Orso delle caverne, ma anche il Lupo e non manca la Iena delle caverne.

L'origine del nome e del Santuario dedicato al Santuario della Madonna del Carrozzone si potrebbe pensare ad un'origine recente per il Santuario ma, se si prende in considerazione il nome stesso, assai interessante, di Carrozzone si scoprono alcuni rilievi di assoluta curiosità. Si tratta di un toponimo che ha subito una evoluzione interessante ed emblematica; la località che oggi identifica il Santuario sul confine con il Comune di Gavardo rappresenta un curioso caso di "etimologia popolare". Deriva infatti da una forma originaria di CARAZONO/CAREZONO documentata a lungo a partire dal XIV secolo in qua (nel 1300 si legge "in terra de CARAZONO" o "in contrata CAROZARUM", "in contrada Campo di CAROZE" ecc.). Si è passati solo in epoca più tarda alla forma di CARROZZONE sulla scorta della tradizione popolare che ricorda una processione con relativo "carroccio" per scongiurare la fine dell'epidemia di colera del 1836 e il salvataggio del "carro" di bambini ribaltato dal cavallo imbizzarrito.  Fatti questi realmente accaduti e tuttora oggetto di una fervida devozione e perciò stesso scolpiti nell'immaginario popolare. A completare il panorama delle ipotesi quella che fosse un luogo adibito al cambio di cavalli per carrozze (Mosconi, Il paese di Prevalle, p.61). Il nome, invece, ha origine diversa e, per così dire, più... terra terra, deriva infatti dal termine latino CAREX = "cariceto, luogo di carici (piante palustri assai diffuse). Il termine appartiene, peraltro, al dialetto bresciano e come toponimo è frequente in zona. Le grazie e il voto della processione La seconda domenica di luglio per sciogliere un voto fatto nel 1836 dalla popolazione della contrada di Baderniga, una delle otto che compongono il paese di Prevalle, si svolge una singolare processione dalla contrada stessa sino al santuario della Madonna del Carrozzone.

Il Büs dei Lader è una cavernetta scavata nei calcari del Lias del versante meridionale del Monte Budellone.  Seguendo la descrizione dell'itinerario fornita da Ghidini, si trova "poco prima del secondo sperone roccioso che, staccandosi dalla sua cresta, si protende verso la strada provinciale". La sua imboccatura, rivolta esattamente a sud, si apre ad un'altezza di circa 310 metri e guarda verso la pianura sottostante. Lunga una decina di metri ed alta, nel suo punto massimo, poco più di sei metri, la cavernetta ha la forma di uno stretto ed alto passaggio a pianta angolare e termina in una specie di saletta più ampia.


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