giovedì 25 febbraio 2016

TRAONA

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Traona è un comune ubicato sulla sponda destra del fiume Adda, alle pendici delle Alpi Retiche.

Circa l'origine del nome sono state avanzate diverse ipotesi, che fanno tutte derivare il nome dal latino. La derivazione più accreditata è quella data dallo storico svizzero Giovanni Guler von Weinech, che fa risalire l'origine del toponimo all'espressione "terra bona", data la particolare fertilità del terreno e la salubrità del clima. La presenza umana nel territorio di Traona nell'età antica è attestata da un avvelo sepolcrale del sec. V d.C., rinvenuto durante dei lavori svoltisi nel cortile del municipio durante gli anni '80.

Traona possiede molte e importanti frazioni tra cui le principali sono: Valletta, Somagna, Poiach, Convento, Coffedo, S. Apollinia, S. Caterina di Corlazio, Pianezzo, Moncucco, Bioggio.

Traona è certamente uno fra i più antichi e splendidi borghi della Valtellina, in particolare per la sua posizione centrale e strategica sulla "solatia costiera dei Cech" di cui ne è stato per 900 anni il capoluogo indiscusso . Nove secoli a partire dall'800 , di grandi avvenimenti e grandi mutamenti che hanno fatto di Traona e del suo territorio "comunitas montanae Domopholis" un grande protagonista ,contribuendo suo malgrado anche a condizionare non solo la storia della Valtellina ,ma anche quella dell'Italia e addirittura dell'Europa. Per risalire alla sua prima citazione storica si deve andare al 829 anno in cui il Vescovo di Novara Attone vende alcuni suoi beni al fedele Werentone e alla suora Romana in Travona. Ma la vera nascita storica di Traona, comincia nel 983 anno in cui l'imperatore Ottone II ,concede privilegi ad alcuni dei suoi servitori fedeli (I Vicedomini) consegnando loro la gestione politica ed economica delle terre valtellinesi. Questi ultimi, una volta in Valle, scelsero alcune sedi per il loro dominio, una fra queste fu Traona, in particolare per la sua posizione baricentrica per il controllo dei loro nuovi territori. Una scelta che segnerà l'inizio della lunghissima storia Traonese. E' così a Traona sono arrivati oltre ai Vicedomini, i Parravicini, i Malacrida, i Vertemate, gli Omodei e molte altre famiglie. Queste famiglie tutte di origine comasca, cominciarono una parziale ricostruzione del borgo sulla costiera, scegliendo per il loro controllo terriero il poggio di Domofole, riattando un vecchio maniero già esistente, ma un po' malconcio. Ben presto questi interventi, sia di ordine urbanistico che di ordine strategico, fecero accrescere il controllo totale sull'intera bassa Valle, tanto che Traona divenne ben presto il capoluogo incontrastato del Terziere inferiore, segmento territoriale in cui fu divisa per secoli l'intera Valtellina.

Così i padroni di Traona divennero anche sempre più ricchi imponendo a tutti regole e comportamenti ben precisi. Quest'ultimi imposero di pagare un dazio su quasi tutte le merci che, provenienti dal milanese erano dirette in alta Valle; istituirono il diritto di centena sul bestiame in transito da e per la Valle; incassarono denari sulla fluttuazione dei tronchi sull'Adda che scendevano dall'alta Valle verso il lago di Como.

Sin dai tempi più lontani l'economia prevalente dell'intero territorio di Traona è sempre stata prodotta solo ed esclusivamente da un comparto agricolo vivo e fiorente nelle sue più svariate sfaccettature di cui l'allevamento del bestiame ne era la sua componente principale. Tutto ciò è sempre stato favorito dalla splendida posizione ed esposizione geografica . Infatti, l'intera costiera dei Cech esposta completamente a Sud , possiede un microclima mediterraneo particolarissimo. Questa situazione climatica consente la buona maturazione sia alle coltivazioni tipiche delle zone prealpine, sia ad altre assai pregiate, quali la vite che è prevalente, ma anche l'ulivo e ogni sorta di floricoltura. A questa economia, che ancora oggi produce reddito, ora si affiancano nuove e moderne attività artigianali di completamento, facendo di Traona uno dei borghi della Valle più attivo e anche sufficientemente ricco. Ultimamente si guarda anche ad un certo interesse per gli investimenti turistico-culturali, visto sia le notevoli potenzialità territoriali sia le numerose testimonianze storiche ancora esistenti del suo glorioso passato.

Il suo confine passa, nell’angolo di sud-est, dal ponte sull’Adda che si trova all’ingresso settentrionale di Morbegno (e per il quale si accede alla strada provinciale n. 4 Valeriana occidentale),e seguono, verso ovest, per un buon tratto, il fiume Adda. Poi, prima di Piussogno, il confine volge a nord, passando ad est di questa località e salendo lungo il versante montuoso per il quale passa la strada che da Piussogno sale a Cercino. Volge poi a nord-est, includendo la frazione di Moncucco, fino ad una quota di 625 metri circa; qui prende di nuovo la direzione nord, salendo fino al crinale che separa la Costiera dei Cech dalla Valle dei Ratti (punto di massima elevazione del territorio comunale, m. 2200). Segue, poi, solo per breve tratto il crinale, verso est, scendendo quasi subito verso sud-sud-est.
Della fascia di alta montagna a monte di Traona rientra nel suo territorio il Piazzo della Nave (m. 2010), mentre ne resta fuori, in territorio del comune di Mello, l’Oratorio dei Sette Fratelli. Scendendo alla media montagna, troviamo nel territorio di Traona i prati di Bioggio (termine connesso con la voce dialettale “bedoia”, betulla, oppure con “Biogio”, soprannome personale), che si stendono su una fascia compresa fra i 1250 ed i 1350 metri, mentre ne restano fuori i prati Aragno, più in basso, a 1150 metri (comune di Mello). Il confine scende ulteriormente per il largo dosso sul quale è tracciata la pista che da S. Giovanni di Bioggio (m. 697) sale ai prati Aragno; la chiesetta di S. Giovanni rientra, appena, nel territorio di Mello, mentre rientra in quello di Traona il nucleo di Bioggio, a 771 metri. A quota 450 metri circa il confine volge verso sud-est ed est, procede per un buon tratto, fino al versante che sta immediatamente a valle di S. Croce (che appartiene al comune di Mello): qui volge a sud e scende al ponte sul fiume Adda, dal quale siamo partiti. Rientrano, quindi, nel territorio di Traona in questa fascia che si colloca sulle prime falde del monte della costiera, da ovest, le frazioni di Coffedo, Convento, Mentasti, Poncia, Ca’ Pensa, Isolabella e Valletta.

All'ingresso del paese è ben visibile l'arco dell'antica porta d'accesso a Traona, che fungeva anche da dogana, perchè qui venivano riscossi i diritti di dazio per le merci in transito e soprattutto per il bestiame. Alle spalle dell'arco, vediamo la sede comunale in uno dei palazzi Parravicini e, sul prato antistante, un avello sepolcrale che risale al V secolo. Nel centro del paese diversi palazzi storici e cade di particolare pregio ne testimoniano i fasti e l’antica nobiltà: vi si trovano due palazzi Parravicini, un palazzo Parravicini-De Lunghi, un palazzo Vertemate, una casa Torri, una casa Massironi ed una casa Bellotti.
Ma nulla rappresenta visivamente in misura maggiore lo spirito fiero del paese della sua chiesa parrocchiale, dedicata a S. Alessandro, che se ne sta alta, sopra le case, su un poggio rafforzato da grandi muraglioni. Vi si accede, dal centro del paese, per una stradina acciottolata circondata da un alto muro. La sua presenza è attestata dal 1286, ma è dal secolo XV che divenne il centro della devozione plebana (prima lo era la chiesetta di S. Maria di Bioggio, fra i boschi della mezza montagna). Dal bel porticato, quattrocentesco, lo sguardo si può posare sull'intero paese, ma spazia anche oltre, soprattutto in direzione degli ultimi lembi di Valtellina. Un panorama eccellente, di ampio respiro, come di ampio respiro è la storia del paese il cui spirito di pacata nobiltà ancora aleggia nell'ampia spianata del sagrato.

Per la posizione strategica e per l'audacia dei padroni delle terre, un po' per l'intraprendenza e la caparbietà della comunità , Traona ha saputo segnare davvero il suo tempo storico per molti e molti secoli. Ora le cose sono cambiate, Traona è ormai un ridente e fiorente borgo che ha saputo stare al passo coi tempi, conservando fra i suoi tortuosi vicoli, per la verità un po' a fatica, il suo glorioso passato storico in cui dominava le terre da Olonio a Buglio, la costiera invece piano piano si sta trasformando in una piacevole zona di residenza e di villeggiatura per molti turisti che provengono per lo più dal lago di Como e dal milanese.








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