venerdì 24 giugno 2016

LA PROVINCIA DI SONDRIO

.


La provincia di Sondrio è composta da un territorio prevalentemente montuoso solcato da valli che si estendono principalmente per via longitudinale; le principali sono la Valtellina e la Valchiavenna. Racchiude in sè le montagne più elevate della Lombardia appartenenti alle Alpi Retiche ed è una provincia molto estesa, che comprende comuni di alta montagna come ad esempio Livigno, posto a quasi 2000 m di quota. A nord e a ovest la provincia di Sondrio confina con la Svizzera (Canton Grigioni), a ovest con la provincia di Como e la provincia di Lecco, a sud con la provincia di Bergamo e a est con la provincia di Brescia e con il Trentino-Alto Adige (provincia di Trento e provincia di Bolzano).

Importante canale europeo, la provincia di Sondrio è stata per secoli la più veloce via di collegamento tra Europa centrale e penisola italiana, perciò fu oggetto di continue mire espansionistiche da parte dei popoli confinanti.

Sita nella zona che i romani chiamavano Gallia cisalpina, fu abitata in età antica da popolazioni celtiche, scomparse dopo l'avvento della dominazione romana.

Dopo la fine della dominazione romana con lo sgretolarsi dell'impero, passò sotto la dominazione dei Longobardi e poi dei Franchi. Gli imperatori assegnarono il territorio provinciale ai vescovi della Diocesi di Como, a cui tuttora appartiene.

Nel XIV secolo il territorio occidentale fu sotto il dominio dei Visconti e poi degli Sforza del ducato di Milano mentre quello orientale costituiva il limite estremo della Serenissima.

Nel 1512 passò al dominio del Canton Grigioni durante il quale si verificò nel 1620 il Sacro Macello in cui furono uccisi 400 protestanti (in maggioranza lo erano i grigionesi). Giacomo Robustelli, capo della rivolta, dichiarò l'indipendenza della Valtellina. La Valchiavenna, che aveva traffici commerciali coi dominanti, non vi prese parte. La sanguinosa insurrezione dei cattolici contro i protestanti fu fomentata dalla Spagna (la quale aveva il ducato di Milano) e dai nobili valtellinesi esautorati dai nobili grigionesi. Ci fu un ventennio di sospensione del dominio grigionese fino al 1639 col Capitolato di Milano.

Nel 1797 cessò il dominio dei Grigioni quando Napoleone Bonaparte annesse la provincia alla Repubblica Cisalpina col nome di Dipartimento dell'Adda (che comprendeva l'intero territorio della provincia come costituito oggi).

Sconfitto Napoleone passò in mano agli austriaci che la annessero al regno lombardo-veneto.

Nel 1861 entrò a far parte del Regno d'Italia.

Nel XX secolo, la Provincia di Sondrio è una delle istituzioni territoriali insignite della Medaglia d'Argento al Valor Militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale.

Per la città di Sondrio e per tutta la provincia una voce vitale nell'economia e nella tradizione culturale è la coltivazione della vite da cui si ottengono diverse varietà vinicole molto rinomate, le cui principali sono Grumello, Inferno (cantato anche dal poeta Eugenio Montale), Sassella e Valgella.

Per poter coltivare la vite nei difficili territori montuosi i contadini dovettero strappare, tramite l'uso dei terrazzamenti costruiti con muretti a secco, metro su metro a rocce e territori boschivi.

I terrazzamenti costruiti nel corso dei secoli rappresentano un brillante esempio di ingegneria rurale e un interessante esempio di trasformazione del territorio da parte dell'uomo, che cerca di sfruttare al meglio un territorio ed un clima certo non favorevole all'agricoltura.

Culturalmente la coltivazione della vite rappresenta tuttora un punto focale nel mantenimento delle tradizioni popolari, ancora molto radicate soprattutto nei paesi.

L'Amministrazione Provinciale ebbe sede inizialmente presso la Prefettura, nell'antico Palazzo del Terziere, già Martinengo che lasciò per trasferirsi nell'edificio situato lungo l'argine sinistro del Mallero, che attualmente ospita l'Archivio di Stato di Sondrio. Lo stabile venne progettato nel 1883 espressamente come sede del Consiglio e della Deputazione riadattando la Scuderia Fojanini, dove fino a quel momento avevano trovato alloggio le carrozze e i cavalli degli ospiti del centralissimo albergo Fojanini.

Della progettazione fu incaricato l'ingegnere provinciale Giovanni Battista Bosatta che decise di unire i due corpi di fabbrica della scuderia, documentati da stampe dell'epoca, sopraelevandoli di un piano. Naturalmente l'organizzazione interna degli spazi dovette essere adattata alla nuova destinazione d'uso, così come l'aspetto esterno, che si voleva solido e rigoroso. A tal fine ben si prestavano il finto bugnato, i cornicioni decorati a rilievo e l'elegante incorniciatura delle finestre con persiane a scorrimento entro i muri. Lo stabile assunse così un aspetto nobile e severo che conservò anche con la ricostruzione seguita all'alluvione del 1927.

Per decorare la sala consiliare del primo piano, si fece ricorso al pittore valtellinese Giovanni Gavazzeni. Sulle pareti e sul soffitto del salone più importante e rappresentativo vennero dipinti gli stemmi dei vari Comuni della Provincia e figure allegoriche, ma l'opera del Gavazzeni andò distrutta durante l'alluvione del Mallero del 1927. Una sola vecchia fotografia documenta l'allegoria della Valtellina, immaginata come una giovinetta con in mano l'uva e il bastone, a rappresentare la viticultura e al pastorizia che erano a quel tempo le più importanti attività economiche della valle. Tale decorazione fu molto criticata, soprattutto da chi, accanto alle allegorie, avrebbe voluto veder rappresentati episodi della storia provinciale.

Nel corso dei secoli il torrente Mallero fu causa di innumerevoli allagamenti e distruzioni. Con la costruzione degli argini, avvenuta nel 1835, si ovviò in parte al problema, ma a nulla servirono i pur possenti muraglioni nel 1927, quando le acque invasero la città provocando gravissimi danni alle case affacciate sul Lungo Mallero. Quel disastroso evento è documentato da numerose foto d'epoca, una delle quali raffigura la sede degli uffici provinciali sventrata e pressochè priva del fronte principale.

Fu allora che l'Amministrazione Provinciale pensò di costruire una nuova grandiosa sede, sfruttando un'ampia area disponibile a sud del centro storico. Nel 1931 l'architetto milanese Giovanni Muzio (a cui è stata dedicata una mostra nel 1998) vinse il concorso progettuale e l'Amministrazione si insediò nel nuovo palazzo nel 1935. La vecchia sede venne ricostruita per ospitarvi l'Archivio Notarile e, più tardi, l'Archivio di Stato che la occupa tuttora.







FAI VOLARE LA FANTASIA 
NON FARTI RUBARE IL TEMPO
 I TUOI SOGNI DIVENTANO REALTA'
 OGNI DESIDERIO SARA' REALIZZATO 
IL TUO FUTURO E' ADESSO .
 MUNDIMAGO
http://www.mundimago.org/
.
 GUARDA ANCHE





http://www.mundimago.org/



Nessun commento:

Posta un commento


Eseguiamo Siti e Blog a prezzi modici visita: www.cipiri.com