giovedì 19 marzo 2015

LA VALLE SERIANA

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La Val Seriana è la valle del fiume Serio, in provincia di Bergamo, nelle Alpi Orobie.

I primi insediamenti in Val Seriana risalgono al VII millennio a.C., quando l'uomo inizia a stanziarsi anche nelle zone di alta quota precedentemente inaccessibili a causa delle glaciazioni. Le presenze umane aumentano nel III millennio a.C. durante la cosiddetta età del rame quando l'uomo vive in grotte e ripari presenti ancora oggi sul territorio; ne sono esempio le grotte ad Aviatico il "Bus de la Scabla" e "Corna Altezza".

Con l'età del ferro le presenze si intensificano maggiormente nei territori di Castione della Presolana, Colzate, Gazzaniga, Clusone, Casnigo e Parre dove vengono creati veri e propri insediamenti. Proprio a questo periodo risale la dominazione Gallica che contribuisce alla modifica del territorio e introduce nuovi metodi di costruzione dei villaggi. Nel II secolo a.C. il nord Italia viene conquistato dai Romani che avviano il processo di romanizzazione dando al territorio bergamasco una ben definita configurazione giuridico-politica: il territorio viene suddiviso in pagi e vici e si verifica lo spostamento della maggior parte della popolazione dalle zone di alta montagna verso il fondovalle dove si sviluppano i primi centri romani di Albino, Nembro e Alzano Lombardo.

Con il sopraggiungere delle invasioni barbariche nella Valle si verificano distruzioni e razzie mentre la vita politica e sociale non viene modificata in quanto gli eserciti barbari non si stanziano nei territori bergamaschi e non li sottomettono. Nel 568 il nord Italia subisce l'invasione da parte dei Longobardi che occupano anche la Valle Seriana e fondano numerosi accampamenti militari e villaggi, mentre nel 774 il territorio diventa di dominio dei Franchi capeggiati da Carlo Magno, di questo periodo non restano comunque grandi testimonianze.

I primi documenti recanti i toponimi della Val Seriana risalgono a periodi compresi tra l'VIII ed il X secolo.

Durante l'età comunale, dalla fine dell'XI fino al XIII secolo, la Val Seriana conosce un periodo di grande splendore soprattutto dal punto di vista commerciale e politico; nascono nuove forme di vita culturale, religiosa ed artistica. Anche il paesaggio naturale subisce profonde modifiche a causa della diffusione dei dissodamenti delle colline lungo il fiume Serio e nelle valli laterali e si avvia una vera e propria "agrarizzazione" del territorio, ampliando la coltivazione di prodotti, quali il miglio, il frumento, la segale, fave e rape. Questa agrarizzazione del territorio, fu resa necessaria per soddisfare le richieste alimentari della popolazione in forte crescita.

Nacquero numerosi villaggi detti burgi (potestas comunis burgi de Nimbro et de Alzano, 1303), ma anche villaggi fortificati detti castra, (a Gandino, Cene ed Albino).

Un'ulteriore evoluzione, questa volta a livello sociale, si ebbe tra il XII ed il XIII secolo: documenti attestano la creazione e l'esistenza di numerosi statuti civili. Esempi in tal senso sono conservati a Vertova, Leffe, Gandino, Albino e Casnigo. Ma la vita del tempo era resa particolarmente turbolenta dai violenti scontri tra schieramenti ghibellini e guelfi. I primi, che appoggiavano l'imperatore del Sacro Romano Impero, avevano come riferimento le famiglie Suardi, Mozzi, Lanzi e, ad intermittenza, i Colleoni. I secondi invece, con capo le famiglie dei Rivola, dei Comenduni e dei Borghi, con posizioni filo-papali. Gli scontri fra queste fazioni si verificarono con un'intensità tale da avere pochi eguali nelle altre zone della regione intera. Le cronache infatti ricordano tragici eventi, accaduti nel 1315 e raccontati da Alberto Mussato, in cui persero la vita centinaia, forse migliaia, di persone. Si racconta che i guelfi assaltarono il paese di Nembro, perpetrando saccheggi ed efferati delitti. Di conseguenza i ghibellini andarono alla riscossa, provocando ulteriori carneficine. La guerra era pressoché continua, con attacchi e contrattacchi, agguati e rappresaglie, sconvolgendo tutto il territorio della valle. Nonostante questo, il commercio della zona crebbe, grazie soprattutto all'industria laniera: Albino, Gandino e Vertova, risultavano essere piazze importanti per il settore, anche grazie ad un prodotto denominato panno bergamasco, che, pur non essendo di grande qualità, era estremamente competitivo sul mercato di tutto il nord Italia. Oltre all'industria laniera si svilupparono altri arti e mestieri, in qualche modo ad essa legati: i fabbri (ferarius) per la costruzione e manutenzione di telai, gli arrotini (cortelarius), i calzolai (caligarius), i sarti (sartor), i tessitori (textor) e le ricamatrici (recamatrix).

Nel periodo visconteo la Val Seriana migliorò la propria economia, grazie ai provvedimenti presi dalla nuova signoria in favore dei commerci. Si ebbe anche un miglioramento della produzione di tessuti, tanto che questi vennero richiesti da esponenti della nobiltà e della politica. Nonostante questo l'economia ebbe gravi ripercussioni a causa del protrarsi degli scontri tra fazioni guelfe e ghibelline, ma anche a causa di una crisi generale che colpì, nel XIV secolo, gran parte dell'Europa, a causa di pestilenze e carestie. Numerose ondate di peste, concentrate nella seconda metà del secolo, provocarono perdite umane stimate attorno alle ventimila unità, come riportato dal Chronicon bergomense. Nel 1365 un editto visconteo concesse alla valle Seriana un'autonomia amministrativa e fiscale dalla città di Bergamo, fino ad allora mai posseduta. Queste parole sancirono gli accordi

Con il XV secolo si verifica la fine delle signorie, ed il territorio viene assoggettato alla repubblica di Venezia nel 1428.

L'arrivo della Serenissima portò alla valle notevoli cambiamenti. In primo luogo si verificò il disfacimento delle truppe ghibelline e la conseguente espulsione delle relative famiglie dalla provincia, che non volevano accettare la nuova dominazione. La Val Seriana, ormai considerata terra di San Marco, possedeva centri urbani in piena espansione economica e demografica: Gandino, Alzano, Nembro ed Albino ne sono un esempio. Un'espansione dovuta alla lungimirante politica attuata dai veneti in queste terre, dato che mantennero i privilegi fiscali che la zona possedeva, ma crearono un accentramento economico che faceva capo a Venezia stessa, garantendo un florido scambio di prodotti.

Le attività che risentirono positivamente della nuova rete commerciale furono l'attività manifatturiera, che esportava merci, uomini ed alta professionalità. Casi importanti erano i paesi di Leffe e Gandino, dove la produzione di coperte è tuttora importantissima.
Lo sviluppo di questo settore crebbe al punto da entrare in competizione con tessuti prodotti nella città più importanti d'Italia.

Nel XVII secolo però cominciò il declino per questa attività. Le cause furono la concorrenza straniera, la chiusura dei tradizionali mercati e l'avvento di nuove pestilenze. La peste, arrivata nel 1630, ebbe effetti devastanti sull'intera popolazione che in alcuni paesi venne addirittura dimezzata. Ma l'economia della valle poté risollevarsi grazie a nuove innovazioni, tra cui i filatoi. Questi permisero la nascita dell'industria della filatura della seta, che utilizzava l'acqua prelevata dal Serio, e soppiantò i lanifici.

Il volto della Val Seriana, dal termine della dominazione veneta, avvenuta nel 1797, all'avvento dell'industrializzazione fino ad arrivare ai giorni nostri, è cambiato radicalmente. Dall'inizio del XIX secolo la popolazione cominciò a crescere a dismisura, modificando di conseguenza l'aspetto dei borghi e dei paesi. Questo fu dovuto al miglioramento delle condizioni igieniche, sociali ed economiche della valle. Vi fu un incremento notevole dello sfruttamento minerario della zona, ricca di pietre coti (Pradalunga, Albino e Nembro), marmo (Cene, Albino e Gazzaniga), argilla e lignite (Leffe e Gandino), e mercurio (Val Gandino). Ma la “rivoluzione industriale” della valle avvenne grazie all'arrivo di investitori stranieri (in prevalenza svizzeri): Zopfi a Ranica, Widmer-Walty a Cene, Blumer a Nembro, Spoerry e Honegger ad Albino, che portarono l'intera valle a livelli d'eccellenza nel mondo del tessile.

Anche l'industria della produzione della carta ha avuto un ruolo importante, con le Cartiere Paolo Pigna Spa, sorte, nel 1856 ad Alzano, le cartiere Pesenti a Nembro e le cartiere Olivati.

Numerosi sorsero anche i cementifici ad Alzano, Albino e Nembro: l'unione di queste aziende portò alla costituzione delle Società Italiana dei Cementi, oggi chiamata Italcementi.

In una prima fase dell'industrializzazione la presenza della forza motrice tratta dal fiume Serio (caratterizzata da un pendenza continua) veniva utilizzata localmente, perché non era stato ancora trovato il modo di trasferire l'energia elettrica sulle grandi distanze. Questo favorì il sorgere di una attività industriale diffusa lungo l'asse del fiume.

Tutto questo fervore industriale portò l'esigenza di trasporti più veloci: il 21 aprile 1884 venne quindi inaugurata la ferrovia Bergamo-Albino; il 23 agosto la tratta Albino-Vertova ed il 23 marzo 1885 venne completata con l'ultimo pezzo Vertova–Ponte Selva. In poco più di quaranta minuti da Albino si poteva raggiungere Bergamo. Questa linea ferroviaria fu soppressa nel 1967, per favorire il trasporto su gomma.

Nel XX secolo, la valle subì cambiamenti sostanziali, a volte quasi traumatici. Alla crescita industriale del dopoguerra, si è infatti associata una crescita edilizia, a dir la verità alquanto disordinata, che ha portato i paesi ad unirsi tra loro, creando una “città lineare” che va da Bergamo ad Albino, facendo perdere l'anima rurale che era stata mantenuta nei secoli.

La Val Seriana può essere divisa in tre zone. La prima, più a nord, presenta i caratteri alpini; la zona intermedia è caratterizzata da estesi pianori; la parte finale si distingue per la presenza di un ampio territorio limitato da morbidi fianchi.

Le cittadine di Nembro, Albino e Alzano Lombardo sono i centri principali della bassa valle.

Dopo una quindicina di chilometri troviamo la Val Gandino, polo turistico, industriale e artistico da secoli. Menzione particolare merita Selvino che si trova sull'altopiano che separa le valli Seriana e Brembana.

Prima di giungere in Alta Val Seriana, sulla sinistra vi è la Val del Riso, sede in passato di miniere di zinco.

Dell'Alta Val Seriana nucleo principale è Clusone, che si trova a un'altitudine di 650 m sul livello del mare.

Altri paesi: Gromo, con il suo borgo medioevale; Valcanale, da dove partono molti dei sentieri per le Orobie; Valbondione che offre la possibilità di vedere le cascate del Serio, le seconde cascate più alte in Europa, con un tuffo di 315 m.

Infine abbiamo, tra gli altri, i paesi montani di Castione della Presolana e Onore.

La valle si può percorrere grazie alla strada provinciale che collega Bergamo e Valbondione (lunghezza: 55 km).

Tra le componenti più caratteristiche del paesaggio naturale si ritrovano le aree naturalistiche e faunistiche come la catena delle alpi Orobie, il pizzo della Presolana (confine naturale tra la Val Seriana e la Valle di Scalve), il pizzo Formico che troneggia sulla cittadina di Clusone e la Val Vertova.

Ad arricchire il già articolato paesaggio naturale, vi sono elementi storico-culturali di grande interesse come sentieri di montagna e mulattiere, sedimi di ex ferrovie locali, ville e residenze nobiliari, miniere e cave, centrali elettriche e santuari religiosi isolati.

Tra i centri storico-artistici più noti vanno certamente citati Clusone, per i suoi antichi e prestigiosi affreschi, Ardesio, Gromo, Vertova e Oneta.

Precedentemente l'economia della valle si basava sull'agricoltura. Le colture più diffuse erano quelle del castagno (eccettuata l'Alta Valle), del granturco e della patata (soprattutto a Selvino e Rovetta). Era importante anche l'allevamento di bovini, caprini e ovini. Dopo la Seconda Guerra Mondiale l'agricoltura si ridimensionò lasciando spazio all'industria. Le principali attività manifatturiere della valle hanno storicamente gravitato attorno al comparto dell'industria tessile, meccanotessile e della chimica delle fibre tessili; anche la valle è stata soggetta ad un ridimensionamento delle proprie attività industriali durante gli anni ottanta.

In Val Seriana si possono effettuare numerosi itinerari tematici sia culturali che artistici. Uno dei più importanti è il percorso dedicato ai Santuari Mariani, e non solo, che ogni anno attira migliaia di fedeli. Ciò che lega la maggior parte di questi santuari è il fatto che in ognuno dei paesi nei quali sorgono è apparsa la Madonna e questo evento è spesso legato ad una leggenda che è stata tramandata di generazione in generazione.

Altro aspetto che lega la storia di questi santuari è la presenza di opere di Andrea Fantoni e di alcuni tra i maggiori artisti nella zona.

Altri interessanti itinerari che in questi ultimi anni sono stati istituiti sono:

La zona delle miniere in località Riso di Gorno e Gorno, dove si possono visitare le vecchie miniere ristrutturate.
Il Museo dei Magli ad acqua a Ponte Nossa con visite guidate e dimostrazioni, frequentate soprattutto dalle scolaresche. Vicino ai Magli, sgorga la Sorgente Nossana che con la sua portata di acqua di ottima qualità, serve i bacini idrici della zona e della città di Bergamo, nonché alcune zone di pianura.
Monumenti degni di interesse a Clusone sono i seguenti:

l'orologio planetario dei Fanzago
il complesso della Danza Macabra e dell'oratorio dei Disciplini
la basilica di Santa Maria Assunta.


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