sabato 21 marzo 2015

PAESI INCANTATI : BELLAGIO

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Pochi posti sono più romantici del lago di Como e più belli di Bellagio. Conosciuto come “la Perla del Lago”, Bellagio offre alberghi e ristoranti di gran classe, eleganti e caratteristici; luoghi ideali dai quali ammirare incantevoli panorami.

Il vecchio Borgo, dove si susseguono antiche e suggestive abitazioni, è percorso da misteriosi vicoli e da caratteristiche scalinate acciottolate sulle quali si affacciano variopinti negozi con prodotti di ottima qualità.
Il territorio di Bellagio è molto vasto ed oltre alla zona costiera comprende aree collinari e montane. Nella parte montana si trova la frazione di Monte San Primo.

I primi abitatori del territorio bellagino dei quali la storia è in grado di ammettere l'esistenza furono gli Insubri, che avevano stabile dimora in una parte dell'attuale Lombardia, e quindi del Lago di Como, fino all'altezza del centro lago, dove confinavano con i Reti (riva occidentale del Lago di Como) e con gli Orobi (riva orientale).

Gli Insubri vissero liberi e indipendenti fino all'arrivo dei Galli, capitanati da Belloveso, i quali, intorno all'anno 600 a.C., disfatti gli Insubri, si installarono a Milano e a Como, e, occupate le rive del lago, crearono un presidio nel punto estremo della loro conquista, Bellagio (Bellasium, dal nome del loro comandante Belloveso).

I Galli divennero Gallo-Insubri; si fusero con gli abitanti primitivi e introdussero usi e costumi propri; si radicarono talmente da lasciare impronte anche nella toponomastica del territorio bellagino: Crux Galli (oggi Grosgalla), dalla parte di Lezzeno, e "il Gallo", piccola cappella lungo la vecchia strada di Limonta, che segna ancor oggi il confine tra i due comuni.

Nell'anno 196 a.C. al dominio del Gallo-Insubri subentra quello dei Romani, nella loro graduale espansione verso nord. I Romani, capitanati dal console Marco Claudio Marcello, disfatti i Gallo-Insubri in una violenta battaglia nei pressi di Camerlata, occupano Como e le rive del lago.

Da allora Bellagio diventò, oltre che presidio romano, anche un punto di passaggio e di svernamento degli eserciti romani che si recavano nella Rezia, attraverso il valico dello Spluga. La località di svernamento era ai piedi dell'odierna Villa Serbelloni, riparata dai venti del nord e dal clima mediterraneo.

Negli ultimi anni della Repubblica, ricevette in visita di ispezione Gaio Giulio Cesare, allora governatore della Gallia Cisalpina, il quale dai paesi del lago trasse soldati per le sue legioni, che condusse in seguito nella Gallia Transalpina. Giulio Cesare introdusse alcune migliaia di coloni greci, che si stabilirono in molti paesi del lago, compreso Bellagio, i nomi dei quali ricordano ancora la loro origine ellenica.

Con queste popolazioni sovrapposte l'una all'altra, Bellagio divenne un miscuglio di razze, che diventerà sempre più complesso nei secoli successivi. Aumentò anche la sua importanza strategica, perché, oltre che a luogo di svernamento, serviva come posto di riparo per le navi militari, specialmente nella località di Loppia, dove l'insenatura naturale si adattava sin da allora a riparare le navi. Attorno a Loppia sorse poi uno dei primi nuclei abitati da bellagini.
L'avvento dei Romani nel territorio lariano segna l'introduzione di molte colture mediterranee, tra cui l'olivo e l'alloro; proprio dal nome di quest'ultimo (laurus) deriva la denominazione latina del Lago di Como (Larius). Fra le altre specie vegetali introdotte, il castagno, già diffuso nel Sud Italia, il cipresso, così ben naturalizzato da ritenersi oggi spontaneo, e molti generi di piante erbacee domestiche.

Nei primi decenni dell'Impero, due grandi personaggi collegarono la loro fama al lago e a Bellagio: Virgilio e Plinio il Giovane. Virgilio, il grande poeta latino, visitò Bellagio, e ricordò il lago nel II libro delle Georgiche, al verso 155 ("o grandissimo Lario"). Plinio il Giovane, residente a Como per la maggior parte dell'anno, possedeva, fra le altre, anche una villa per il soggiorno estivo situata sulla sommità del colle di Bellagio, denominata Villa Tragoedia.

Da Bellagio passarono, nell'anno 9 d.C., le legioni romane, guidate da Quintilio Varo, che, attraverso il valico dello Spluga, dovevano recarsi in Germania contro Arminio (le legioni, composte anche da militi tratti dal presidio di Bellagio, vennero poi completamente disfatte nella battaglia della foresta di Teutoburgo).

Al tempo delle invasioni barbariche, Narsete, generale di Giustiniano, nel suo lungo peregrinare guerreggiando attraverso l'Italia, creò lungo il Lago di Como una linea fortificata per fronteggiare in special modo i Goti, comprendente anche la rocca di Bellagio, l'Isola Comacina, il castel Baradello.

Nonostante ciò, verso il 568 i Longobardi, guidati da Alboino, si riversarono nella Pianura Padana e si stabilirono in vari luoghi della Lombardia, nelle vallate alpine e lungo i laghi. Anche la rocca di Bellagio venne occupata.

Con l'arrivo in Italia dei Franchi di Carlo Magno, discesi in Piemonte, e quindi in Lombardia, attraverso le Alpi Cozie, e vittoriosi sui Longobardi con la battaglia di Pavia del 773, il territorio lombardo venne diviso in contee — dando con ciò inizio al Feudalesimo. Bellagio venne a trovarsi nella contea di Milano, sotto la sovranità dei re franchi.

Il nipote di Carlo Magno, Lotario, con suo diploma risalente all'anno 835, investì feudatari del territorio di Limonta e Civenna i monaci di Sant'Ambrogio di Milano (unitamente al territorio di Campione d'Italia). Gli abitanti di questi due paesi, che più tardi appartennero ecclesiasticamente alla pieve di Bellagio (San Giovanni), avevano l'obbligo di consegnare una parte dei loro prodotti (olio d'oliva, castagne…) ai monaci di Sant'Ambrogio — diritto conservato per diversi secoli.

Seguì poi la dominazione degli Ottoni di Germania. Durante l'impero di Enrico V, per la successione vescovile nella Diocesi di Como, si accese una lunga guerra tra Milano, fautrice del vescovo imposto dall'imperatore, e Como, che aveva già designato il vescovo in Guido Grimoldi, consacrato dal pontefice.

La guerra durò dieci anni (1117–1127), con una serie di piccole vittorie e disfatte, in terra e sul lago. Bellagio partecipò con la sua flotta (scorribiesse e ganzerre) come alleata di Milano, dell'Isola Comacina e di Gravedona. La guerra si concluse con la distruzione di Como e il suo assoggettamento a Milano — fatto da cui si risollevò soltanto dopo alcuni decenni.

Nel 1169, dopo la distruzione di Milano da parte di Federico Barbarossa (1162), Como assalì l'Isola Comacina, devastandola, e obbligando gli abitanti a rifugiarsi a Varenna e a Bellagio, rocche a quel tempo considerate inespugnabili.

Nel frattempo, si formava la Lega Lombarda, alla quale anche Bellagio partecipò come alleata di Milano — intervenendo anche nella Battaglia di Legnano (1176), contro Barbarossa e Como.

Nel 1440, durante la signoria dei Visconti, alcuni Cernobbiesi assalirono il carcere di Bellagio, dove erano reclusi dei prigionieri politici. Liberatili con la forza, questi presero la fuga sui monti di Bellagio, stabilendosi nella località che assunse il nome di Cernobbio, in ricordo del paese di origine dei loro liberatori.

Con la morte di Filippo Maria, la casata dei Visconti si estinse, e per breve tempo il territorio si trasformò nella Repubblica Ambrosiana (1447), istituzione che si resse fino al 1450, finché Milano non capitolò e Francesco Sforza divenne signore di Milano e della Lombardia.

Bellagio, il cui territorio (e specialmente la rocca) era stato occupato dalle truppe di Francesco Sforza nel 1449, durante la guerra per la successione allo stato di Milano, fu uno dei primi Comuni del lago che parteggiò e aderì alla nuova signoria degli Sforza.

Nel 1508 — durante il ducato di Ludovico il Moro (1479–1508) — il feudo di Bellagio, tolto alla signoria del vescovo di Como, fu assegnato al marchese Stanga ("Marchesino"), amico del Moro, che fu aiutato anche a costruire, verso la sommità del colle di Bellagio, una villa — che venne in seguito distrutta, durante un'incursione di Cavargnoni.

Lungo le rive del promontorio di Bellagio si trovano molte antiche dimore nobiliari, circondate ciascuna da parchi e giardini secolari.

Luchino Visconti gira a Bellagio una scena del suo Rocco e i suoi fratelli (1960) nella zona dell'attuale Lungolago Europa, tra l'imbarcadero e l'allora funzionante Hotel Grande Bretagne. Guardando proprio questo albergo, la protagonista della scena, Nadia, dice al suo amato:

« Come che cos'è, è un albergo. Ma un albergo al bacio, caro mio. Guarda si chiama Gran Bretagna: vedi, una volta ci venivano molti turisti inglesi a Bellagio, adesso non ci viene più nessuno. Sì, oggi c'è gente perché è il giorno di Pasqua, sennò... deve avere sulle cento, centocinquanta stanze. »
(Nadia, in Rocco e i suoi fratelli, di Luchino Visconti, Italia 1960)
Sempre sul lungolago viene girata nel 1984 una scena del film di Sergio Leone C'era una volta in America, la passeggiata di Robert De Niro (Noodles) con la sua amata Deborah.

Nel giardino e negli interni di Villa Melzi, oltre che in altre località del Lago di Como, furono girate numerose parti del film "Haunted Summer" (Stati Uniti, 1988, regia di Ivan Passer) tratto da un romanzo della scrittrice Anne Edward. Il racconto e il film sono ambientati nel 1816 in riva al lago di Ginevra, dove si riunisce una bella compagnia per discutere di letteratura e filosofia: George G. Byron con il suo segretario John Polidori, Percy B. Shelley con l'amante Mary Godwin, scrittrice, di lì a poco anche moglie e la sorellastra Claire. Ben presto la situazione degenera in un gioco di sesso, droga e elucubrazioni intellettuali. Per passare le serate si raccontano storie di paura e di orrore (come quella di "Frankenstein" e de "Il vampiro").

È ambientata invece nel giardino e al piano nobile di Villa Melzi la sequenza di Frankenstein oltre le frontiere del tempo ("Frankenstein Unbound", Stati Uniti, 1990, regia di Roger Corman) che rappresenta la dimora di Percy Bysshe Shelley e di sua moglie Mary Wollstonecraft (autrice del romanzo Frankenstein).

Bellagio è sede della Corale Bilacus, coro maschile, fondato nel 1963, che canta un repertorio popolare, religioso e alpino.

Il piatto tradizionale tipico di Bellagio è il tóch, una polenta cotta con burro e formaggio locale – consumato specialmente nelle occasioni di festa.

Sono numerose le personalità che sono legate a Bellagio e alla sua storia, per vari motivi: musicisti, pittori, architetti, politici, scultori, poeti, giornalisti, militari e sportivi che, alcuni vi sono nati, altri hanno solo vissuto e/o operato significativamente, altri ancora vi sono deceduti ma stabilendo comunque, un legame con il territorio.



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