domenica 19 aprile 2015

LE CITTA' DEL LAGO MAGGIORE : ISPRA

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Ispra  è un comune italiano di Varese in Lombardia, ed ha una superficie territoriale con un'altimetria che varia dai 193 m s.l.m. ai 311 m s.l.m. È sede del Centro Comune di Ricerca (C.C.R.) o Joint Research Center (J.R.C.), che ne occupa un terzo del territorio. È un comune lacustre affacciato sulla riva sinistra del lago Maggiore, soprannominata "sponda magra", ora detta anche in modo più accattivante "Costa Fiorita".

Il paesaggio è modulato dal Lago Maggiore sul quale lspra si affaccia con uno sviluppo molto esteso di costa. Una ripida collina, articolata nei due rilievi del Monte del Prete e del Monte dei Nassi, si inoltra a promontorio nel Verbano, delimitando piccole insenature, con pendii rocciosi segnati dalle tracce di antiche fornaci da calce.

Alla natura rocciosa di questo paesaggio si deve, secondo Gaudenzio Merula (De Gallorum Cisalpinorum antiquitate ac origine, Lione 1538), l'origine del nome del paese: Hisprum quasi asperum ob saxorum difficultates.

Questo territorio fu abitato fino da tempi antichissimi. Alcuni ritrovamenti recenti di manufatti di selce, sulla sponda del lago, in località Lavorascio, fanno pensare a remote età preistoriche. Nella torbiera che si estendeva sotto il colle di Barza, tra Quassa e Angera, fu trovata nel secolo scorso la bella piroga preistorica che oggi è conservata nel Museo dell'isola Bella. Se l'età del bronzo, con la civiltà delle palafitte, è ben documentata nelle immediate vicinanze, sulle sponde del lago di Cadrezzate, in lspra si sono scoperte tracce consistenti ed inequivocabili che testimoniano della presenza stabile di popolazioni dell'età del ferro, riconducibili alla cosiddetta Cultura di Golasecca protoceltica. Una tomba con un notevole corredo di ceramica è stata messa in luce nel 1971, mentre altri frammenti di ceramica domestica, provenienti in gran numero dal Monte del Prete, hanno successivamente confermato il quadro di un centro che fu sicuramente abitato in quel periodo. Anche in età romana ci fu una sicura presenza umana. Ne sono testimonianza alcuni bei monumenti che si conservano ancora in paese: are, urne di serizzo e lapidi con iscrizioni latine si trovano nel parco e nella villa Sagramoso-Brivio, nella torre medievale dì Barza e nell'ingresso del parco di Quassa.

Il più antico documento che cita il nome del paese è una pergamena dell'anno 826, che si trova oggi nell'Archivio di Stato di Milano. Da allora molti documenti riferiscono della vita di un abitato di ampiezza non trascurabile. Molte delle memorie sopravvissute, relativamente al medioevo, riguardano la vita religiosa.

Sappiamo che nel XIII secolo il paese poteva contare ben sette tra Chiese e Cappelle, mentre i nobili di lspra sono ricordati tra coloro che maggiormente concorsero all'edificazione del vicino Eremo di Santa Caterina del Sasso di Leggiuno, verso il quale il paese conservò sempre particolare devozione.

Lungo il piccolo fiume Quassera, nella pianura verso Angera, si combatté nel 1276, anche con la presenza di forti milizie straniere, la cruenta battaglia tra i Torriani e i sostenitori all'Arcivescovo Ottone Visconti per il dominio dello Stato di Milano. Una superstite testimonianza delle vicende civili e militari di quei tempi si trova nei ruderi del Castello di San Cristoforo sulla cima del Monte del Prete (il colle principale) che sovrasta il nucleo più antico del centro abitato e che già nel XVI secolo aveva perso le sue funzioni difensive.

Nell'età moderna il villaggio segui il destino delle terre circostanti. Visse la vita modesta dei piccoli paesi di questa zona e fu per lungo tempo infeudato alla famiglia Borromeo. Nel 1636 subì il saccheggio che le truppe francesi, dopo la battaglia di Tornavento, portarono in questa pieve.

Nel XVIII sec. vi ebbe proprietà la nobile famiglia dei Forni di Milano.

Ispra fu per molto tempo terra di confine sul lago che divide la Lombardia dal Piemonte e fu sede di stazione doganale nel periodo della dominazione austriaca. Fu teatro, nel Risorgimento, di episodi patriottici minori ed alcuni dei suoi abitanti si segnalarono per la partecipazione alle vicende militari. I suoi abitanti erano sempre vissuti dei frutti di una agricoltura non ricca, integrati da qualche abilità artigianale e da limitate attività di pesca. Non mancavano i vigneti che nel secolo scorso caratterizzavano le colline di questi paesi. Lungo il fiume Acquanera prosperavano i mulini.

Nella seconda metà dell'Ottocento e nei primi anni del Novecento si impose drammaticamente il fenomeno dell'emigrazione verso la Francia e le Americhe.

Nel 1882 venne inaugurata la stazione della ferrovia Novara-Pino, che offrì nuove opportunità allo sviluppo del paese.

Si affermò maggiormente in quel periodo la particolare industria per la produzione della calce ricavata dal calcare strappato ai fianchi delle colline e lavorata nelle molte fornaci esistenti. La attività estrattiva del calcare era in passato stagionale, ma i primi impianti a ciclo continuo segnarono uno dei primi tenui esempi di industrializzazione anche se di stampo artigianale: infatti le mansioni di carico e scarico della fornace erano eseguite da pochi addetti.

A cavallo di ottocento e Novecento le ditte che lavoravano il calcare erano divenute una decina e si era formata una classe di operai qualificati: costruite in riva al lago le fornaci servivano direttamente sul posto i barconi appositi che, via acqua, raggiungevano Milano. Si era creato così un indotto produttivo importante ma che declinò negli anni successivi. Successivamente, nel 1956-1958, in loco venne “industrializzato” lo sminuzzamento del “sasso calcareo” in diversi calibri e tramite camion veniva distribuito e ceduto anche ad altre fornaci lacuali come ad esempio quelle di Caldè, e l'ultima fornace chiuse nel 1960.

Negli anni ‘60, proprio quando iniziarono i lavori, con le prime ruspe, di sbancamento per la costruzione dell’”Euratom”, oggi (anno 2010) Centro Comune di Ricerca o JRC.

La principale attrattiva turistica di Ispra è sicuramente il Lago: quì si possono trovare piccoli porticcioli, barconi e le vecchie fornaci da calce. Da vedere inoltre i resti del Castello di S. Cristoforo, e i ruderi dell'antica chiesa di S. Crescenzio.
La chiesa parrocchiale è dedicata a S. Martino ed è formata dall'unione di chiese: l'una del XVII e l'altra del XVIII sec.
Nella piazza troviamo il monumento al Padre Ignazio da Ispra (1880-1935) frate francescano che sacrifico’ la sua vita nelle missioni in Brasile.

L'antico Castello di San Cristoforo, di cui sopravvive qualche testimonianza in cima alla collina detta Monte del Prete, a breve distanza dal centro più antico del paese, risultava già diroccato nella seconda metà del Cinquecento. Si trattava di un impianto modesto, costruito con la tipologia dei castelli recinto ed era posizionato in un punto panoramico, aperto su tutto il bacino centrale del lago e collegata a vista ad altri importanti castelli. Si sono conservati fino ad oggi la torre d'ingresso, una cisterna ed alcuni tratti del muro di recinzione.

La Chiesa di Barza fu costruita circa un secolo fa dalla famiglia Mongini per sostituire il precedente ed antico tempietto ormai diroccato.

Al lungolago ci si può arrivare direttamente in auto, passando nei pressi del monumento ai Caduti e della Cappella Castelbarco (1865), oppure a piedi passando per una strada acciottolata che parte dalla Chiesa di San Martino, in centro paese. Sul lungolago si può ammirare anche un platano monumentale prima di arrivare al porticciolo.
Il borgo si sviluppa in posizione sopraelevata rispetto al lago e comprende molte ville storiche circondate da grandi parchi, tra cui Villa Castelli (XIX sec.- oggi sede del Municipio con un bel giardino romantico), Villa Ranci Ortigosa e Villa Brivio Sagramoso appartenuta a Antonietta Litta Arese moglie del Conte Castelbarco.
Dal Municipio si può prendere una ripida salita che conduce al Monte del Prete, dove sono stati ritrovati molti reperti della Civiltà di Golasecca e dove adesso c’è un parco pubblico con le rovine del Castello di S. Cristoforo che comprendono una cisterna, una torre e dei tratti di mura. L’antica chiesa castellana è stata trasformata in cascina.


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