mercoledì 20 maggio 2015

IL PARCO DELLA LURA

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Il Parco del Lura comprende la valle scavata dal torrente Lura che inizia a sud di Bulgarograsso e si estende fino alle porte di Saronno. Il parco comprende un ambiente caratteristico dei pianalti lombardi.

I boschi sono formati principalmente da farnie e robinie. Circa metà del parco è coltivata a cereali o coperta da prato.

L’ente del parco ha anche fornito alla zona trenta chilometri di fogne che convogliano i reflui dei centri abitati e le portano al depuratore di Caronno Pertusella.

Scendendo nella valle della Lura da Lomazzo, da Bregnano, Cadorago o da alcun altro dei comuni lungo il torrente, la dimensione urbana lascia il posto ad una dimensione agreste, nel verde e nella quiete, che è ormai in via d'estinzione, almeno da queste parti. E si potranno udire persino i grilli, almeno d'estate; di notte, con un po' di fortuna, anche qualche lucciola. Lungo il fiume non vi sono strade, si può passeggiare solo a piedi o andare in bicicletta. Il miracolo del silenzio e della pace può prendere il sopravvento per un attimo, almeno. Ci sono boschi di querce e di robinie, ci sono lembi di pineta silvestre (a Guanzate e Bulgarograsso); ci sono campi coltivati e colline moreniche: c'è una parte dell'alta pianura lombarda che si conserva per le future generazioni, quale corridoio ecologico, trama d'unione, fra il Parco regionale delle Groane e il Parco regionale Pineta di Appiano G.le e Tradate.

Per scorgere lo scoiattolo, individuare il ghiro, il moscardino o il picchio verde, il Consorzio ha recuperato un vecchio, delizioso roccolo nei boschi della Pioda fra Cermenate e Cadorago. Un luogo che era nato per far polenta e uccelli, è oggi dedicato all'educazione ambientale per le giovani generazioni.

Il Parco è per metà boschi e per metà campi seminati; non è una foresta vergine e nemmeno una riserva naturale. E' un territorio interamente coltivato e governato dagli agricoltori e dai boscaioli che vi traggono sostentamento.

Il torrente Lura è troppo spesso un rigagnolo colorato e maleodorante; per contro, quando piove troppo, cambia umore, tracima e allaga quartieri interi e città.

L'idea di fare qualcosa di concreto per difendere la vallata che si trova ai margini del torrente Lura nasce nel 1975, quando le nove amministrazioni comunali per la prima volta si riuniscono in un consorzio di depurazione che, con risorse proprie, finanziamenti regionali e statali, ha provveduto a realizzare trenta chilometri di grandi collettori fognari che raccolgono i reflui delle industrie e dei centri abitati fino ad un grande depuratore, a Caronno Pertusella. L'impegno di risorse economiche e tecniche è gravoso e impegna tempo e uomini.
"L'idea del Parco - dice Giacomo Castiglioni, Amministratore Delegato di Lura Ambiente - nasce negli anni '80 dalla passione degli amministratori impegnati nella realizzazione del progetto di depurazione delle acque. Nei primi anni si operò per rendere omogenei i piani delle singole amministrazioni sul tema ambientale. Definita poi la perimetrazione del territorio a parco, finalmente nel 1995 è avvenuto il riconoscimento da parte della Regione Lombardia. Si iniziò allora a concretizzare l'idea del Parco".
All'inizio del 2000 nasce uno specifico Consorzio per la gestione del Parco e i primi di maggio viene eletta la prima struttura direttiva.
Dal 1997 al 2000 il Parco viene gestito dal Comune di Cadorago, grazie ad una convenzione tra comuni; il Sindaco Renata Romano, Presidente pro - tempore, inizia a strutturare quello che oggi è diventato il Consorzio di gestione.
In tutti questi anni l'area protetta ha avuto comunque modo di farsi conoscere sempre di più grazie a molte associazioni e gruppi di volontari che con manifestazioni o semplici camminate nel parco hanno aiutato la natura a combattere il degrado ambientale che avrebbe potuto rovinare molte delle stupende valenze paesaggistiche che il Parco del Lura intende preservare. Infatti camminando a fianco del Lura si incontrano centinaia di ettari di bosco, tranquillità, animali liberi di correre e volare, cappellette votive e antichi cascinali.
Questa vallata che unisce le provincie di Como e Varese riesce a ripristinare il giusto rapporto tra uomo e natura.

Il torrente Lura, che dà il nome al Parco, nasce nel territorio del Comune di Bizzarrone, ai confini con il Canton Ticino. Il suo corso si snoda da nord a sud per una lunghezza pari a 35 Km confluendo, all'altezza di Rho, nel fiume Olona, che a sua volta si immette nel Lambro. Il Lura attraversa per esteso tutto il Parco, bagnando le zone collinari di modesta pendenza che caratterizzano un territorio fortemente antropizzato. Un corso a meandri con portate medie fiancheggiato da fasce boschive su entrambe le sponde. Al fine di scongiurare o almeno arginare le eventuali esondazioni a valle, la Regione Lombardia ha progettato la realizzazione di un sistema di regimazione delle acque di piena del torrente con la formazione di alcune vasche di "laminazione" per trattenere le ondate di piena nella valle. Si eviterebbero così potenziali allagamenti a Saronno e Rho, già avvenuti in passato.

La copertura vegetale del Parco del Lura, caratterizzata dall'alternanza di fitti boschi, prati e campi ha favorito l'insediamento di molti animali. Un habitat naturale ideale per numerose specie capaci di adattarsi a questo contesto ambientale prossimo ad una zona densamente urbanizzata. Nel Parco risulta particolarmente significativa la presenza degli uccelli. Sono presenti passeri, rondini, pettirossi, cinciallegre ed alcuni rapaci tipici del nostro territorio come la civetta, il gufo, il barbagianni e il gheppio; più comuni risultano essere tortore, zigoli, cornacchie, merli, piccioni e fagiani selvatici.
Ben più difficili da sorprendere sono i mammiferi selvatici che popolano il sottobosco del Parco: carnivori di taglia piccola come la volpe, la faina, la donnola o roditori come il ghiro ed il tasso.
E' possibile invece incrociare la strada del coniglio selvatico, del simpatico riccio, che si muove con circospezione nella boscaglia, scorgere gli scoiattoli saltare da un albero all'altro ed i roditori o i rettili più comuni che vivono nei prati tipici delle zone coltivate, anche in prossimità dei centri abitati.

Passeggiando lungo il corso del torrente Lura ci si accorge di quanto sia rigogliosa e varia la vegetazione che caratterizza la superficie del Parco. L'ambiente forestale, tipico del "climax" delle prealpi lombarde evidenzia l'equa suddivisione tra area boschiva e ambiente agricolo. Serie di formazioni boschive dominate dalla robinia, farnia, carpino, nonché dai filari di ontano nero sono diffusi su entrambe le sponde del torrente da Rovellasca fino a Saronno. Presenti anche le specie autoctone come il pino, il castagno, il ciliegio e la betulla. L'attento osservatore può notare la ricchezza del sottobosco ben rappresentato dal nocciolo, dal sambuco, ma anche da una varietà di funghi, erbe, felci e muschi che disegnano un paesaggio variopinto e caratteristico, godibile in ogni stagione. Sono presenti anche campi a seminativi, coltivati soprattutto a cereali.
Alcune presenze esotiche sono riscontrabili nei boschi: a Guanzate c'è una collina rimboschita con querce rosse. Qua e là si trovano piante di larice e soprattutto ciliegi tardivi; questi ultimi, purtroppo, sono pericolosi infestanti americani che degradano e semplificano l'ecosistema.

Il Parco del Lura si colloca nell'Alta Pianura Lombarda posizionandosi allo sbocco delle grandi valli prealpine, al di sotto della linea insubrica. Il paesaggio geomorfologico si è modellato in seguito agli eventi verificatisi durante l'ultima era glaciale che hanno interessato tutta la Brianza. Infatti il territorio del Parco, come tutta l'area della provincia di Como, è caratterizzato da una successione di strati geologici formatisi in seguito alle ultime glaciazioni note agli esperti del settore con i nomi di Mindel, Riss e Wurm. Emblematici testimoni di queste fasi glaciali sono i caratteristici circoli morenici, che spingendosi fino a Lomazzo e Cermenate evidenziano l'espansione massima raggiunta dalle lingue glaciali presenti fino a 10.000 anni fa, quando le stesse cominciarono a ritirarsi. Segni di questa espansione sono ben visibili nel Parco attraverso massi e tracce rocciose dei cordoni morenici. Proprio dallo scioglimento dei principali ghiacciai "lariani" si sono formati nel corso del tempo i terrazzi alluvionali che caratterizzano, con un'alternanza di pianure e colline la conformazione geomorfologica del territorio. Il torrente Lura nel corso dei secoli ha scavato il suo letto tra le morene glaciali per scendere verso sud, verso l'aperta pianura dove troviamo deposizioni sedimentarie di origine quaternaria. Buona parte del suolo si è poi trasformata, nel corso dei millenni, in argille rosse o "ferretto".

"Mi ricordo ancora quando da piccolo andavo con i miei cugini al torrente per fare il bagno. Ogni volta era una festa, stavamo lì delle ore". Le donne si recavano al "fossato" con i panni sporchi da lavare, i ragazzi , alla domenica, con una canna da pesca, i più piccoli a giocare ed a fare il bagno.
Gli aneddoti delle persone più anziane ci fanno notare quanto una volta il torrente Lura fosse "vissuto".
Tra le due guerre qualche scarico entrava già nel torrente : la capacità di autodepurazione del corso d'acqua era però sufficiente a conservarne le acque pulite.
E' stato il grande boom del dopoguerra a rovinare questo idilliaco rapporto tra il corso d'acqua e gli abitanti dei paesi da esso attraversati.
La mancanza di una coscienza ecologica ha fatto sì che le industrie scaricassero nel torrente senza alcuna precauzione.
E' quindi iniziato il periodo di massimo degrado del nostro corso d'acqua, considerato da privati, amministratori pubblici e industrie una fogna a cielo aperto. Dalle sorgenti all'Olona tutti scaricano senza alcuna preoccupazione.
I danni sono ancora oggi evidenti anche se ormai sono più di vent'anni che i primi depuratori sono stati costruiti, le prime regole applicate e la conoscenza di cosa si può fare contro l'inquinamento appresa.
Un grande lavoro è già stato fatto e quanto ancora possibile fare è stato impostato e iniziato: il processo virtuoso del ripristino ambientale oggi è inarrestabile. Certamente l'ecosistema è profondamente alterato ed il torrente ha bisogno ancora di anni di sforzi per ritornare un corso d'acqua limpido, non inquinato e abitato da una corretta fauna e flora acquatica.
Considerando l'elevata popolazione residente nel bacino idrografico del torrente e l'elevata industrializzazione non siamo certamente arretrati rispetto alla realtà italiana.




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