domenica 28 giugno 2015

GRANTOLA

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Grantola è un comune della provincia di Varese.

Grantola, attestato come Grantora nel XIII, è un nome nato in epoca indoeuropea (allorché esistevano entrambe le parole che formano il composto, ghrnto (terreno) e olah (curva, svolta, piega), si è poi trasformato in ghrnt-olâ (epoca tardoindoeuropea), poi in grantolâ (epoca celtica), rimasto tale e quale in gallico e assunto in latino come Grantola.

La nascita dello Stato Italiano riconobbe a Grantola lo status di Comune sotto la Provincia di Como. Tale condizione perdurò fino al 1927. Infatti con il Regio Decreto 11 dicembre 1927, n. 2480,  i comuni di Grantola, Bosco Valtravaglia e Montegrino furono riuniti in un unico comune, denominato Montegrino Valtravaglia.

Nel 1957, con il Decreto del Presidente della Repubblica 29 novembre 1956, n. 1562, il comune di Grantola fu ricostituito, a seguito di istanza presentata dai cittadini in data 15 febbraio 1948.

Il caratteristico centro storico conserva le testimonianze del passato medioevale.

La chiesa di San Pietro fu edificata nel XII secolo, divenne col tempo parrocchia delle comunità di Grantola e Mesenzana.
Al centro dell’abside è presente un pregevole affresco, delle dimensioni di 140x90 cm, raffigurante la “Madonna del Buon Consiglio”, raffigurata seduta su un trono, mentre tiene sulle ginocchia il Bambin Gesù, ritto in piedi. Sopra il dipinto, contornato da due colonne a spirale, risalta una grossa corona, elevata da due angeli che stanno per poggiare sul capo della Vergine.
Nel 1567, San Carlo Borromeo, in vista pastorale nella vallata, notò che le comunità di Grantola e Mesenzana si trovavano costrette a condividere la parrocchia. Decise dunque di separarle, ordinando di far erigere in entrambi i paesi una nuova chiesa, relegando alla Chiesa di San Pietro la funzione di santuario.
Nel 1596, il Cardinale Federico Borromeo, anch’esso in visita pastorale, trovò immutata la situazione. Inoltre fu informato del fatto che il curato, che aveva l’obbligo di alternare la propria  dimora un anno a Grantola e un anno a Mesenzana, risiedeva sempre a Mesenzana, poiché la casa parrocchiale di Grantola era lontana dal centro abitato, in una zona paludosa e malsana. Il Cardinale rinnovò quindi l’ordine imposto da San Carlo.

La chiesa di San Carlo fu costruita su progetto dell’architetto Francesco Maria Richini, fu Chiesa Parrocchiale dal 1634, anno di fondazione della Parrocchia di Grantola, al 1965, con la conclusione della costruzione della nuova Chiesa dei SS. Pietro e Paolo.
La struttura è composta da tre navate, suddivise da colonne. L’interno dimostra la totale assenza di interventi successivi alla costruzione; l’esterno, al contrario, presenta interventi postumi che hanno comportato l’innalzamento del lato nord del presbitero e il rifacimento della facciata in stile neoclassico.
Con la costruzione della Chiesa dei SS. Pietro e Paolo, la Chiesa di San Carlo fu depredata di tutti i suoi decori, dell’altare e dell’antico organo: oggetti destinati ad essere collocati nella nuova chiesa.

Palazzo De Nicola fu edificato nel XVII / XVIII secolo e successivamente modificato. Presenta al suo esterno, oltre a numerosi simboli massonici, anche una raffigurazione del locomotore Stephenson, a ricordo dell’attività di costruttore ferroviario di Gaspare De Nicola (XIX secolo).
Si ipotizza che il Palazzo sia stato costruito sui resti della fortificazione distrutta nel XVI secolo dai Lanzichenecchi.

La Madonna delle nevi è un affresco datato 17 novembre 1618 e raffigura la Vergine con il Bambino, visibile a lato del lavatoio comunale (località Pasquè).

La Chiesa dei SS. Pietro e Paolo fu edificata fra gli anni '50 e '60 dello scorso secolo.

"Le Mura", resti di un antico edificio, sotto certi aspetti ancora misterioso, che sorgono sulla riva del torrente Grantorella. Si presume - senza alcuna prova - si tratti di resti del colossale castello distrutto dai Lanzichenecchi nel '500. La costruzione, fra le più importanti dell'altro varesotto, realizzata con tipica pietra del posto, si sviluppava su entrambe le sponde del torrente Grantorella, interessando anche l'area attualmente occupata dal Palazzo De Nicola.
In realtà si tratta di uno sfondo neogotico dei primi del Novecento, di giardini uniti al Palazzo De Nicola da un ponte in seguito crollato, come tramandato da una zia-testimone al Sig. Franco Broggini,con la conferma di non-antichità da parte dello studioso Prof. Franco Brichetti.

Il pozzo scoperto qualche anno fa in paese e profondo 100 metri sarebbe un cunicolo di origine vulcanica. Un mistero riguarda la provenienza delle mura che sono ancora in piedi in centro. «Le mura che noi chiamiamo forse impropriamente “medievali”, e che abbiamo inserito in un progetto di recupero, sono lì da chissà quanto tempo, ma ma nonostante incarichi a storici locali e studiosi della materia, non sappiamo a che periodo appartengono, nè da chi vennero erette», Non si hanno notizie in merito: origine ignota anche per l’affresco che da tempo immemore – ma più recente – campeggia su di una facciata del paese: qui si cerca non solo l’autore, ma anche il soggetto, che raffigura una sorta di castello di cui non si hanno notizie: frutto della fantasia o replica di altre mura? E poi il cunicolo. Nel corso di lavori nel centro storico, quello che a tutti gli effetti sembra un manufatto è stato riportato alla luce: si tratterebbe di un pozzo. Singolarmente a Grantola, che trovasi dopo Montegrino e Bosco, tutto è sparso di tomoli conici arsicci, che credonsi fumaiuoli di vulcani estinti, dal che danno indizio anche le scorie che abbondano a Cassano sull’altra riva del fiume”. Vulcani in Valcuvia? Può darsi. Anche se verificare la notizia pare un tantino difficoltoso. L’interno del “pozzo” in centro a Grantola, in una foto appare foderato di mattoni. Potrebbe davvero essere un buco nel terreno realizzato per i rifornimenti idrici (anche se la zona, oggi, è ricca d’acqua); oppure davvero costituire un cunicolo naturale nato dalla tettonica della zona e successivamente sfruttato per altri scopi.

Da Grantola transitava la tranvia Varese-Luino, inaugurata ai primi del Novecento e dismessa negli anni cinquanta, il cui tracciato si snodava strettoie prealpine e della Valganna.
Tutti i ciclisti, dilettanti e non, ben conoscono “la Grantola” , quei duri tornanti della provinciale che da Grantola salgono verso Cunardo, e sempre inclusi nelle classiche Tre valli varesine.
Grantola è spesso citata dal cantautore Biagio Antonacci, perché luogo di soggiorno delle sue estati in età adolescenziale. Se pur non nominata direttamente, Grantola è spesso richiamata nei testi delle sue canzoni.



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