giovedì 25 giugno 2015

LE PREALPI VARESINE



Le Prealpi Varesine occupano in territorio italiano la porzione centro settentrionale della Provincia di Varese ed in territorio elvetico parte del Mendrisiotto, del Luganese e del Locarnese nel Canton Ticino.

La cima più elevata è il Monte Tamaro (1967 m s.l.m.), in territorio elvetico.

Esse sono delimitate a nord-ovest dal Lago Maggiore o Verbano (tra Laveno ed il Piano di Magadino), ad est dalla Val d'Agno (Svizzera) e dal ramo occidentale del Lago di Lugano o Ceresio, a sud dalla Pianura Padana.

Le Prealpi Varesine possono essere suddivise in due catene principali, separate dalla valle del Tresa: a nord la Catena Tamaro-Gambarogno-Lema, a sud la Catena Piambello-Campo dei Fiori-Nudo.

La prima è dominata dal Monte Tamaro (1967 m) e dal Monte Gradiccioli (1936 m). Altre vette importanti sono il Monte Paglione (1554 m), il Monte Magno (1640 m) ed il Monte Lema (1621 m). Tra i torrenti che scendono dal Monte Tamaro, il più importante è il Giona, che si immette nel Lago Maggiore nei pressi di Maccagno. Poco più a nord si trova il Lago Delio.

La catena Piambello-Campo dei Fiori-Nudo è composta da diversi gruppi montuosi. Subito a nord di Varese si trova il Massiccio del Campo dei Fiori di Varese, parte principale dell'omonimo gruppo e la cui vetta principale è la Punta di Mezzo (1227 m). Si tratta di una lunga dorsale calcareo-dolomitica, delimitata a sud dal Lago di Varese, ad est dalla Val di Rasa e a nord dalla Valcuvia. Oltre alle numerose grotte, tra le quali spiccano la Grotta Marelli, la Grotta del Remeron, il Bus della Scondurava e la Grotta del Ghiaccio, sono interessanti le "marmitte dei giganti" sul torrente Vellone e le sorgenti perenni del Faggio, del Ceppo e di Fontana Rossa.

Meta di pellegrinaggio è il complesso religioso del Sacro Monte di Varese, che sorge su una delle vette del massiccio. A Punta Paradiso (1226 m) la Cittadella di Scienze Naturali Schiapparelli, che ospita un osservatorio astronomico ed il Centro Geofisico Prealpino. Sul Monte Tre Croci (1124 m) si trova la stazione dei fulmini De Bernardi, sul Monte Tre Crocette (1033 m) l'ex Grand Hotel Campo dei Fiori, sulla Punta di Orino (1139 m) si trovano i ruderi di un forte militare.

Ad est del Campo dei Fiori, superata la Val di Rasa di Varese si trova il Gruppo della Martica (1032 m). Il gruppo è delimitato ad est dalla Valganna, a nord dalla Valcuvia, ad ovest dalla Val di Rasa ed a sud dalla città di Varese. Il Martica è di origine geologica simile al Campo dei Fiori. Degne di nota sono le Grotte di Valganna, l'Antro delle Gallerie, il Boeuc dul Alabastro, le Cascate di Valganna e le Forre della Valganna, formate dalle acque del torrente Fredda e del fiume Olona. Alti interessanti fenomeni naturali sono i pinnacoli calcarei del Monte Chiusarella (915 metri) ed i thor (gigantesche rocce abbandonate dai ghiacci) del Monte Martica. Appartiene al Gruppo del Campo dei Fiori anche il Gruppo del Mondonico, che comprende il Monte Mondonico (807 m) ed il Monte Scerrè (796 m).

A est della Valganna si trova il Massiccio del Monte Piambello (1129 m), delimitato a nord-est dal Lago Ceresio, a sud-est dalla Valceresio. Fa parte del gruppo omonimo anche il gruppo dei Sette Termini (o Bedeloni) che col Monte La Nave tocca i 988 metri. Altre vette del gruppo sono il Monte Mezzano (922 m), I Bedeloni (972 m) ed il Monte Castelvecchio (623 m). A sud est, oltre la Valceresio si trova il Gruppo del San Giorgio-Pravello, in gran parte compreso nel Canton Ticino. La cima principale è il Monte San Giorgio (1100 m); appartengono al gruppo anche il Monte Pravello (1015 m), il Monte Orsa (998 m) ed il monte Sant'Elia (678 m).

Tra la Valcuvia, la Valtravaglia ed il Lago Maggiore si trova il Gruppo della Valcuvia, il più elevato delle Prealpi Varesine meridionali con i 1235 metri del Monte Nudo. Appartengono al gruppo il Sasso del Ferro (1062 m), Poggio Sant'Elsa (950 m), i Pizzoni di Laveno (1203 m), il Pizzo di Cuvignone (1018 m), il Monte della Colonna (1203 m), il Monte San Martino (1087 m) ed il Monte Pian Nave (1058 m).

Il Monte Tamaro (1.961 m s.l.m.) si erge a sud-ovest del Passo del Monte Ceneri e divide con il passo e altri monti il Canton Ticino in Sopraceneri e Sottoceneri. Una funivia collega Rivera (Svizzera) paese posto ai suoi piedi con l'Alpe Foppa posto a 1567 m. In passato fu anche una stazione sciistica.
Negli anni novanta, venne costruita all'alpe Foppa, su progetto di Mario Botta, la Cappella di Santa Maria degli Angeli, con all'interno pitture di Enzo Cucchi. Altre opere d'arte di natura scultorea sono la Madonna del Tamaro di Antonio Danzi, Il guardiano del tempio di Luca Marcionelli e Suspended Cube di Jaya Schürch.
Presso la sommità imponenti antenne sono state poste dalla Swisscom per collegare telematicamente il cantone con il resto della Svizzera.
A partire dagli anni Sessanta, con l'apertura dell'ovovia Rivera-Alpe Foppa, il Monte Tamaro divenne una medio-piccola stazione sciistica. Furono realizzate una seggiovia biposto, tre skilift ad ancora ed una manovia. Le piste erano cinque ed erano lunghe complessivamente circa 15 km. Una pista consenteva di scendere fino alla stazione intermedia dell'ovovia, in località Pian di Mora a 1150 m, mentre la seggiovia biposto consentiva di raggiungere i 1650 m.
Negli anni Novanta gli inverni scarsamente nevosi misero in difficoltà economiche i gestori degli impianti. Per questo nel 2003, complici anche le previsioni di un lento ed inesorabile surriscaldamento globale, si decise di chiudere gli impianti sciistici e di trasformare la località in un grande parco divertimenti estivo. Alla stazione intermedia dell'ovovia fu aperto un parco avventura, mentre all'arrivo dell'ovovia, all'Alpe Foppa, vennero realizzate una slittovia biposto  ed una tirolese.

La Catena Tamaro-Gambarogno-Lema si trova in Svizzera (Canton Ticino) ed in Italia (Provincia di Varese). Prende il nome dal Monte Tamaro, dal Monte Gambarogno e dal Monte Lema, montagne più significative del gruppo.
Ruotando in senso orario i limiti geografici sono: Passo del Monte Ceneri, Val d'Agno, Lago di Lugano, Valle del Tresa, Lago Maggiore, Piano di Magadino, Passo del Monte Ceneri.

La Catena Piambello-Campo dei Fiori-Nudo si trova in provincia di Varese) ed in parte minore in Canton Ticino. Prende il nome dal Monte Piambello, dal Massiccio del Campo dei Fiori e dal Monte Nudo, montagne più significative del gruppo
Ruotando in senso orario i limiti geografici sono: Valle del Tresa, lago di Lugano, colline del Varesotto, Lago Maggiore, Valle del Tresa.

I versanti del monte Gradiccioli scendono su tre vallate: a sud verso il Malcantone, a est verso la Valle del Vedeggio e a ovest verso la Val Veddasca. A nord invece si congiunge alla vetta del Monte Tamaro che lo sovrasta di qualche metro.
Il monte è facilmente raggiungibile dal paese di Arosio, nel Malcantone. Una mulattiera ben segnata conduce ad un passo di montagna denominato "Bassa di Arosio (1.367 m)" in poco più di un'ora di cammino. Dal passo si segue la cresta nord-est fino in vetta. Solo in inverno, con neve abbondante o ghiaccio, la cresta può essere pericolosa, essendo abbastanza ripida. Sono consigliabili in questo caso le ciaspole o i ramponi. Il monte si raggiunge anche effettuando la traversata Monte Lema-Monte Tamaro, molto conosciuta e frequentata nel Canton Ticino.
Dalle sue pendici nasce il fiume Magliasina che scorre nel Malcantone e dal suo versante est sgorgano ricche sorgenti che la città di Lugano ha sfruttato sin dagli inizi del secolo scorso, questo versante a differenza degli altri due erbosi, è ricoperto da una ricca foresta di conifere, frutto di una piantagione effettuata dalla città di Lugano a protezione delle sorgenti che portano il nome Cusello.

Il Monte Lema è una montagna di 1.624 m s.l.m. sul versante svizzero è raggiungibile con una funivia che parte da Miglieglia. Sulla sommità vi è un ristorante con servizio di piccolo albergo, un osservatorio astronomico amatoriale e una stazione meteorologica con un'antenna radar. La vetta è compresa in un vasto tracciato di sentieri che si snodano su queste prealpi per oltre ottanta chilometri.
La via più frequentata è la traversata dal Monte Lema al Monte Tamaro, si cammina sulla cresta delle montagne e la magnifica vista si estenda dal Lago Maggiore al Lago Ceresio. Meta anche di escursionisti in Mountain bike. In passato, tra gli anni sessanta e novanta del XX secolo, il Lema fu anche una piccola stazione sciistica, composta da due skilift, chiusa poi per scarsità di innevamento e mancanza di clientela.
Discendendo verso il versante italiano (comune di Dumenza) si raggiunge il Pradecolo (1184 mlsm), alpe con un rifugio alpino con cappelletta annessa e qualche baita privata. Poco più in basso (979 m) il monastero benedettino della Santissima Trinità. Alla più panoramica alpe Pianello, la comunità Gautama fondata sui principi di Osho. La strada termina in località Cinque Vie (Due Cossani).

Il lago Delio o lago d'Elio è uno specchio lacustre naturale in provincia di Varese nel comune di Maccagno con Pino e Veddasca al confine con il comune di Tronzano Lago Maggiore.
L'origine del lago è di escavazione glaciale, tuttavia l'intervento umano con la successiva costruzione di due dighe di contenimento ha cambiato di molto l'aspetto originario del lago. Il lago si trova equidistante tra Maccagno e il confine italo-svizzero. È raggiungibile da Maccagno tramite la strada provinciale 5.
Un primo sbarramento sul lago fu realizzato nel 1911. Sulla base di questi lavori furono poi realizzati negli anni sessanta due nuovi sbarramenti che innalzarono ulteriormente il livello del lago. L'invaso così creato è utilizzato per la produzione di energia elettrica tramite la Centrale idroelettrica di Roncovalgrande.

Il Campo dei Fiori si trova a nord della città di Varese ed è tutelato dal Parco regionale Campo dei Fiori.
Agli inizi del Novecento, come su altre vicine vette prealpine sopra i laghi, come il Monte Generoso ed il Mottarone, anche sul Campo dei Fiori iniziò un importante sviluppo turistico. Nel 1911, dopo un anno di lavori, fu inaugurata la funicolare Vellone-Campo dei Fiori, che in poco più di 10 minuti raggiungeva i 1.032 m s.l.m. del Monte Tre Crocette, anticima del Monte Tre Croci. Subito dopo vi fu aperto anche il ristorante Belvedere e l'anno seguente fu inaugurato il Grand Hotel Campo dei Fiori, entrambi progettati dall'architetto Giuseppe Sommaruga in stile Liberty.
Lungo la strada carrozzabile che raggiunge il Campo dei Fiori furono edificate residenze private, progettate anch'esse in stile Liberty, dagli architetti Silvio Gambini, Arturo Taddio e lo stesso Sommaruga (villa Petazzi, villa Savina Armiraglio, villa Mercurio', villa Edera e villa De Grandi.
Negli anni venti e anni trenta la località si affermò come meta del turismo d'élite europeo. Durante la seconda guerra mondiale il complesso fu adibito ad ospedale dei feriti e nel secondo dopoguerra andò incontro ad un rapido declino: nel 1958 si decise di sospendere l'esercizio della funicolare, sostituendola con degli autobus e nel 1968 il Grand Hotel e il ristorante Belvedere furono chiusi. Dagli anni ottanta l'edificio dell'albergo è stato utilizzato come supporto di antenne e diripetitori televisivi.
Negli anni sessanta veniva praticato lo sci di fondo su una pista lunga circa 4 km, che corrisponde all'attuale sentiero militare, che conduce dal Belvedere al Forte di Orino. Per alcuni inverni, venne montata anche una manovia per principianti, presso Punta Trigonometrica, che consentiva di praticare lo sci alpino.
Per salvaguardare il delicato ecosistema del massiccio, nel 1984 fu istituito il Parco regionale Campo dei Fiori, con sede a Brinzio. All'interno del parco furono istituite sei riserve naturali speciali, soggette a tutela particolare. La sommità del massiccio del Campo dei Fiori, dal borgo di Santa Maria del Monte sino al Forte di Orino, è interamente compresa nella "Riserva naturale parziale Campo dei Fiori". L'istituzione del parco ha permesso una maggior valorizzazione dei sentieri silvestri, che sono stati ripristinati e dotati di apposita segnaletica, e delle aree naturali ricomprese nel territorio.
Il massiccio del Campo dei Fiori è caratterizzato da vasti boschi di latifoglie. Alle quote meno elevate il castagno è la specie dominante. Sopra gli 800-900 m s.l.m. è, invece, il faggio a spadroneggiare. Nella zona sommitale del massiccio (oltre i 1100 metri) sono poi presenti fitte abetaie di abete rosso, essenza impiantata artificialmente agli inizi del Novecento. I prati magri sono quasi totalmente scomparsi e permangono soltanto nei pressi del Monte Pizzella, di Punta di Mezzo e del Forte Orino.

La Val di Rasa collega la conca della città di Varese con la Valcuvia. Il suo territorio inizia nel comune di Varese, a nord della frazione di Fogliaro, e termina ad ovest di Brinzio, dove il torrente Valmolina raccoglie le acque del Pardomo.
È suddivisa in due segmenti dal Passo della Mottarossa (565 m s.l.m.). A sud si trova la bassa valle, solcata dal principale ramo sorgentizio del fiume Olona, dove si trova l'abitato di Rasa; a nord del passo, si trova invece la conca di Brinzio, nella quale scendono molti torrenti, che confluiscono nel torrente Valmolina.
La Val di Rasa è stretta tra i massicci del Campo dei Fiori (1227 m s.l.m.) ad occidente e della Martica-Chiusarella (1032 m s.l.m.) ad oriente, entrambi compresi nelle Prealpi Varesine.
La valle è ricca di corsi d'acqua e zone umide.
Il fiume Olona ha in questa valle tre delle sue sei sorgenti. La principale si trova a monte di Rasa, in località Fornaci della Riana, a 548 m s.l.m., nel parco di Villa Cagnola, una villa di inizio novecento, che il Parco Campo dei Fiori ha in progetto di recuperare. Presso l'abitato di Rasa confluiscono nell'Olona gli altri due rami sorgentizi ed alcuni affluenti, i torrenti Legnone, Des e Sesnivi o Valle del Forno. Più a sud in località Gottardo, confluiscono nell'Olona anche i torrenti Braschè e Pissabò.

La conca di Brinzio è altresì interessata da numerosi corsi d'acqua. I torrenti Intrino, Rio di Brinzio e Buragona, che discendono dal Campo dei Fiori, confluiscono nel Laghetto di Brinzio, che è alimentato anche da sorgenti interne al bacino. Suo emissario è il solo torrente Brivola, che attraversa la parte meridionale dell'abitato brinziese e confluisce nel Valmolina presso l'inizio della Strada provinciale 45. Nel Valmolina confluisce anche il Riazzo, che nasce in cresta al Campo dei Fiori, nel territorio di Varese.
A sua volta, il torrente Valmolina nasce dall'unione di diversi ruscelli montani, che confluiscono l'uno nell'altro in località Cascina Valicci, sulla Martica, a Brinzio. In seguito, dopo essere disceso dal monte, il torrente attraversa il centro storico brinziese, si unisce al rio Brivola e forma la Cascata del Pesegh (o Pesech), alta 27 m, fino ai primi del XX secolo sfruttata per produrre energia elettrica. Scendendo verso Castello Cabiaglio, il Valmolina raccoglie anche le acque del torrente Pardomo, ed infine confluisce nel Rancina, il quale percorre l'alta Valcuvia.
Nel territorio comunale di Brinzio vi sono altresì alcune torbiere, la principale delle quali è il cosiddetto Pau Majur.

Il monte Chiusarella è una montagna alta 915 m s.l.m. compresa nel territorio dei comuni di Varese e Induno Olona (provincia di Varese), in Lombardia. Fa parte del parco regionale del Campo dei Fiori ed è un belvedere su Varese, la pianura e l'arco alpino e prealpino.

Il Monte Màrtica è una montagna  alta 1.032 metri s.l.m.. Fa parte del gruppo delle Prealpi varesine, nel territorio dei comuni di Brinzio, Induno Olona, Valganna e Varese.
Il complesso montuoso del Monte Martica appare, dall'alto, come un grosso irregolare "apostrofo" che, sulla destra verso oriente, segue la prima parte della Valganna partendo da Bregazzana: sull'altro versante fronteggia il Monte Monarco, il Monte Minisfreddo e il Monte Poncione, detto anche Poncione di Ganna, cima di poco inferiore ai 1000 m s.l.m. e che si distingue per pareti rocciose verticali proprio sopra il paese di Ganna e di fronte alla cima della Martica. Sul lato inclinato grosso modo sull'asse Nord-Ovest/Sud-Est la montagna si affaccia sulla breve Valle del Pralugano dal laghetto di Ganna al paese di Bedero Valcuvia.
Più o meno a quota 650 m s.l.m. su questo lato si distinguono bene, se osservati dalla parte alta di Bedero Valcuvia e del Monte Mondonico, i Valicci o Tre Valicci, una unica bella radura con tre vecchie costruzioni. L'accesso orientale a questi prati è lungo il sentiero che porta al comune di Brinzio, situato a Sud-Ovest del monte lungo la Val di Rasa. Il sentiero più agevole, e più lungo, per raggiungere la cima del monte è quello che parte nei pressi di Bregazzana, è largo e con poca pendenza. Un altro sentiero, più stretto e nel folto del bosco e con varia pendenza, parte da Bedero Valcuvia, un altro è quello del Brinzio che raggiunge il precedente, un altro ancora, più ripido, parte dal fondo della Val Ganna, poco prima del paese di Ganna provenendo da Varese e, seguendo un crinale da sud-est a nord-ovest, raggiunge il sentiero da Bregazzana poco prima della vetta.
La cima è piana e circondata dal bosco, consta di due quote (1028 metri s.l.m. e 1032 metri s.l.m.) una posta a occidente, l'altra ad oriente, su entrambe le quali si trovano i resti di altrettanti appostamenti d'artiglieria scoperti (o "in barbetta") realizzati nell'ambito della Frontiera Nord, il sistema difensivo impropriamente noto come Linea Cadorna. Un terzo rilievo, posto tra le due quote su un esiguo sperone roccioso con suggestiva vista sulla Valganna, ospita una piccola croce. Sotto di esso, sul versante sud del massiccio, si trova la cosiddetta cava della Motta Rossa, vasto sito di estrazione del porfido dismesso dal 1993.

Il Monte Scerrè è alto 796 m s.l.m.e si trova nei territori dei comuni di Bedero Valcuvia, Cunardo, Valganna, in provincia di Varese e fa da spartiacque fra la Valcuvia e la Valganna. Sulle sue pendici si trova il paesino di Mondonico, frazione della Valganna.
La Bevera è un torrente della provincia di Varese, affluente dell'Olona. Nasce dal Monte Scerrè, presso Baraggia di Viggiù e scorre in direzione nordest-sudovest confluendo da sinistra nell'Olona a Varese. Attraversa i comuni di Viggiù, Arcisate, Cantello, Malnate e Varese. Il principale affluente è il Cavo Diotti. Le falde e molte sorgenti del fiume Bevera alimentano almeno il 60% dell'acqua potable della città di Varese e dei comuni limitrofi.
La fauna ittica comprende la trota fario, lo scazzone, il vairone, il gobione, il pesce persico, il persico sole, l'alborella, la lampreda padana ed il cobite comune.
La cappella della Madonna degli alpini è situata sul Monte Scerrè, da cui si gode un ottimo panorama su Bedero e tutta la Valcuvia. È stata dedicata a tutti gli alpini della valle nel 900'. Periodicamente, si svolgono feste e celebrazioni promosse da diverse organizzazioni, soprattutto il gruppo degli alpini.

La Madonnina del Filo si trova a poco meno di cento metri dalla Cappella della Madonna degli Alpini, sul monte Scerrè, in una specie di "nicchia" scavata nella roccia. È stata costruita da dei boscaioli, nei primi decenni del 1900, quando la legna era una preziosa risorsa per il paese e parecchi lavoravano come boscaioli. Il trasporto della legna dai boschi situati in quella zona dove ora sorge la Madonnina, avveniva mediante una sorta di teleferica costituita da un cavo di acciaio (filo) sul quale venivano appesi i fasci di legna, che per gravità, data la pendenza, scivolavano a valle in un punto accessibile ai carri che la trasportavano poi in paese per venderli. Questa operazione veniva effettuata dai boscaioli del posto, che nella stagione invernale si associavano in gruppo per il lavoro di taglio e trasporto della legna.
Durante l'inverno del 1927 alcuni boscaioli di Bedero stavano trasportando in questo modo la legna, tagliata nei boschi situati sul Monte Scerrè. Durante l’operazione uno dei boscaioli restò impigliato nel carico di legna che partiva con rapida accelerazione, trascinandolo per un pezzo, dopo di che si staccò cadendo rovinosamente sulle rocce, ma fortunatamente restò illeso. I boscaioli, riconoscenti per l'episodio che aveva del miracoloso, in quel punto, sul Monte Scerrè, vollero costruire una piccola nicchia nella quale collocarono una Madonnina, che nella denominazione popolare divenne la “Madonna del Filo”.

Alcuni manufatti della Frontiera Nord, si trovano nel versante più a nord del monte e consistono in una serie di trincee con postazioni per fucilieri e mitragliatrici, in tutto simili a quelle presenti sul resto del territorio dell'Alto Varesotto. I manufatti si possono raggiungere tramite un sentiero che risale nei boschi staccandosi dalla strada che risale dalla Valcuvia, poco dopo Bedero Valcuvia, sulla strada che porta a Cunardo, oppure risalendo il fianco nord-orientale del monte, dalla ex stazione dei tram di Ghirla. Altre tracce della Frontiera Nord sono presenti verso la vetta del monte, ma sono assai difficili da individuare perché nascoste dalla vegetazione.

Il Monte Piambello è interamente compreso nel territorio della Provincia di Varese, in Lombardia.
Domina il paesaggio del territorio di Valganna, della Valcuvia, della Valceresio, di Cuasso al Monte e di Marzio, e coi suoi 1.125 metri s.l.m., tra il lago di Ghirla e il Lago di Lugano, rappresenta la maggiore vetta della zona.
Di origine vulcanica, ebbe il suo periodo di massima attività nel permiano medio.

La Valceresio è una valle dell'alta provincia di Varese, formata da undici comuni: Arcisate, Induno Olona, Cantello, Besano, Porto Ceresio, Clivio, Viggiù, Saltrio, Brusimpiano, Cuasso al Monte, Bisuschio.
Comprende la parte Sud della valle del lago di Lugano e si stende fino all'alta valle del fiume Olona. Confina con la Svizzera e la provincia di Como; Induno Olona è il comune più popoloso mentre la sede della Comunità Montana è ad Arcisate che si trova a metà della valle e antica sede della Pieve. La popolazione è di 50.000 abitanti circa, impiegata prevalentemente nel settore terziario e, in misura minore, nel settore primario (ad es. attività estrattiva, settore lattiero caseario, coltivazione di asparagi, foraggi ecc.); una parte importante della popolazione lavora nelle industrie della vicina Svizzera. Fa parte della Comunità Montana del Piambello.

Il monte Castelvecchio (622 m s.l.m.) è situato nel comune di Cunardo, si erige nella zona prealpina in mezzo alle valli dell'Alto Varesotto.
Il nome deriva da una fortezza fatta erigere nel 900 da Liutprando re dei Longobardi, molto utile per la sua posizione strategica che dominava la Valcuvia e la Val Marchirolo. Il castello fu incendiato ben tre volte - nel 1164, nel 1447 e poi solo settant'anni dopo. Signori milanesi tra cui anche i Visconti, seppero sfruttare le sue potenzialità difensive. Più tardi verso la metà del 1700 le rovine del castello vennero usate per la costruzione della chiesa parrocchiale.
Attualmente Castelvecchio è una località di Cunardo ai piedi del monte.

Il Monte San Giorgio è raggiunge un'altezza di 1097 metri s.l.m. e giace circondato da due rami del lago Ceresio (lago di Lugano).
Monte San Giorgio è situato a sud del lago di Lugano al confine fra Lombardia e Svizzera e fa parte di un piccolo gruppo montuoso incuneato nel lago che comprende il Prasacco (poco più di un colle), che fa parte della Svizzera, il Poncione d'Arzo o Pravello (1.015 metri s.l.m.) su cui passa la linea di confine e il Monte Orsa (998 m) in territorio italiano.

La Valtravaglia è percorsa dal torrente Margorabbia. Fu feudo dapprima dei Sessa, in seguito dei Rusca sino al 1511. La valle inizia a Grantola, dove il Margorabbia, proveniente dalla Valganna, si unisce al torrente Rancina, proveniente dalla Valcuvia. La valle termina a Germignaga, dove il Margorabbia confluisce nel fiume Tresa.
Comprende varie parrocchie tra cui quella antica di Domo.

Il Monte Nudo è interamente compreso nel territorio della Provincia di Varese.
Domina il paesaggio del territorio della Valtravaglia e della Valcuvia, e coi suoi 1.235 m s.l.m. rappresenta la maggiore vetta della zona.
Il nome attuale, traduzione italiana dal lombardo biota (nuda, spoglia), è dovuto al fatto che fino agli anni settanta la cima del monte era completamente priva di vegetazione arborea.

La Valcuvia è una valle situata a nord della provincia di Varese.
È caratterizzata da aree prettamente montane che si estendono tra il Monte Nudo (1235 m) ed il Monte Campo dei Fiori (1226 m), aprendosi sul Lago Maggiore, e da un orientamento prevalentemente est-ovest. Una parte della valle è attraversata dal torrente Boesio che sfocia nel lago in località Laveno.
Il suo nome deriva dal villaggio storicamente più importante che era Cuvio, capoluogo del Feudo dove risiedevano le autorità civili: il Feudatario appunto e il Pretore, ed era sede di Pieve e di Distretto. Alcuni vogliono farlo derivare dal latino "vallis cum via", "Valle con via", in quanto probabilmente è stata fin dai tempi degli antichi romani un luogo di passaggio. Se così fosse sarebbe un'eccezione unica perché altre valli avevano la stessa caratteristica senza che nessuna ha preso il nome dalla rispettiva generica strada. Altro luogo particolare è Arcumeggia (frazione di Casalzuigno), il cui nome deriva dal latino "arx (rocca)" e "media (di mezzo)", in quanto si trova a metà strada tra due valli e fu sede di una fortezza, ora non più esistente.

Il Sasso del Ferro è una montagna posta a dominio del Lago Maggiore, immediatamente sopra Laveno.
La Cestovia Laveno-Poggio Sant'Elsa, rinnovata nel 2006, conduce fino a quota 974 m s.l.m. dove si trova la terrazza panoramica di Poggio Sant'Elsa. Negli anni sessanta sorsero anche due impianti per la pratica dello sci alpino, che vennero però ben presto dismessi a causa della scarsità di neve durante tutta la stagione invernale.
La montagna è tra le più frequentate come punto di lancio dagli appassionati di parapendio e deltaplano.
Sul belvedere appena fuori la cestovia si trova infatti una pedana per il decollo dei deltaplani, mentre a circa 15 minuti di sentiero c'è uno spiazzo molto inclinato adibito a decollo per parapendio.

Il Monte Pian Nave (1.058 m s.l.m.) delimita a ovest la Valtravaglia.
Si trova fra il Lago Maggiore ed il Lago di Lugano subito prima del confine con la Svizzera. Porta anche il nome di una delle frazioni del comune di Porto Valtravaglia.
Su questo monte si stende un tratto della Frontiera Nord.

Il monte Gambarogno (1.734 m s.l.m.) si erge nel Canton Ticino (Svizzera).
È situato sopra l'Alpe di Neggia sul territorio di Indemini nel Gambarogno. Sul monte nel 2000 è stata posata una croce giubilare dove ogni anno viene celebrata una messa. Il monte Gambarogno può essere raggiunto da Neggia in 45 minuti.
Il Monte Rogoria, detto anche Rogorio o Motto Croce, è situato sul confine tra il Canton Ticino e la Lombardia con un'altitudine di 1184 m.
La vegetazione sulla cima, che domina il lago Verbano e le isole Borromee, è composta da faggi.

Il monte Monarco alto 858 m s.l.m. è interamente compresa nel territorio della provincia di Varese, nei comuni di Valganna, Induno Olona e Arcisate.



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