venerdì 10 luglio 2015

I MUSEI DI LECCO

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Nelle sale della casa paterna, dove Alessandro Manzoni trascorse l'infanzia, l'adolescenza e la prima giovinezza, è stato allestito il Museo Manzoniano. Fanno parte del percorso anche la Cappella e le cantine. Gli ambienti del piano terra sono rimasti con gli arredamenti originali del 1818, quando lo scrittore vendette la villa. La sala I presenta un bel ritratto dello scrittore attribuito a Giuseppe Molteni (Milano 1800-1867), i costumi realizzati per la versione televisiva dei Promessi Sposi, con regia di Salvatore Nocita, alcuni arredi originali e un bronzo dello scultore Francesco Confalonieri (1850-1925) raffigurante Lucia.

La sala II documenta invece il rapporto tra Alessandro Manzoni e Lecco attraverso dipinti, stampe, documenti e un grande plastico che riproduce Villa Manzoni e i suoi dintorni nel 1799. La sala III presenta alcuni interessanti autografi di Alessandro Manzoni e oggetti appartenuti allo scrittore, nonché l'iconografia dei luoghi manzoniani attraverso una serie di stampe del territorio di Lecco del XVIII e XIX secolo. Nella sala IV, chiamata "tinello", le tele (Otto e Novecento) di diversi autori illustrano l'evoluzione del paesaggio e dei luoghi citati nei Promessi Sposi.

Nella sala V, detta la "cucina", una teca espone la culla di Alessandro Manzoni. Sulla parete sono esposte cinque tele secentesche che probabilmente ornavano lo studio di Pietro Manzoni, padre dello scrittore, di cui vediamo un ritratto. Nella sala VI, la "sala rossa", sono esposte, suddivise in 4 vetrine, le opere di Manzoni. La Prima vetrina è dedicata ai componimenti poetici, la Seconda alle tragedie, la Terza ad alcune delle fonti storiche a stampa consultate dallo scrittore per la stesura dei Promessi Sposi e la Quarta è dedicata ai suoi scritti di carattere linguistico, filosofico e storico. Il "salone delle grisaglie", ambiente di rappresentanza in stile neoclassico, vede una profonda unità tra i dipinti di carattere mitologico delle pareti e i mobili neoclassici. Al centro è appeso un prezioso lampadario di Murano acquistato da Giulia Beccaria.

La sala VIII era la "sala da pranzo", con un soffitto decorato da raffinati stucchi settecenteschi raffiguranti le quattro stagioni. Una bacheca posta nel centro presenta una campionatura dello sterminato repertorio di "curiosità manzoniane": dal riadattamento in melodramma dei Promessi Sposi ai bizzarri studi di "topografia manzoniana" alle figurine pubblicitarie. La sala IX presenta la straordinaria vicenda editoriale della Quarantana, l'editio princeps dei Promessi Sposi pubblicata nel 1840 con le illustrazioni di Francesco Gonin e altri grandi disegnatori e incisori dell'epoca. Nel cortile d'onore cinto dal porticato è possibile vedere la cappella dell'Assunta, tipicamente neoclassica, con una bella pala di G. Preda. Ultimo e suggestivo ambiente visitabile sono le cantine, con una splendida ghiacciaia e due torchi originali di metà Ottocento.

Posta al secondo piano della villa, la Galleria Comunale d’Arte espone al pubblico una selezione di opere facenti parte delle collezioni artistiche dei Musei Civici, ricche di quattrocento dipinti e di duemila incisioni. Il percorso espositivo è strutturato per ambiti tematici e periodi cronologici e tutti i dipinti sono stati esposti con cornici coeve. La sala I espone una selezione di opere di scuola lombarda del XVIII e XVIIII secolo. Nella sala II sono presentate nature morte e pitture di genere del XVIII secolo. La sala III espone una selezione di ritratti dell’Ottocento con i consueti soggetti borghesi. Nella sala IV il tema è il paesaggio dell’Ottocento, con interessanti immagini lecchesi di Massimo Taparelli d’Azeglio (1798-1866), genero di Alessandro Manzoni, Carlo Pizzi (1842-1909), e Giovan Battista Todeschini (1857 - 1938). Il paesaggio lecchese del Novecento è presentato nella sala V, dove sono esposte le opere premiate alla IV Quinquennale di Lecco (Donato Frisia, Raffaele De Grada, Ugo Bernasconi, Angelo Del Bon, Cesare Breviglieri, Umberto Lilloni, Orlando Sora) e “La forgiatura” di Arturo Colombo. Nella sala VI sono raccolti lavori dei più rappresentativi pittori lecchesi contemporanei (Giancarlo Vitali, Alfredo Chiappori, Franco Alquati, Gianni Secomandi, Tino Stefanoni). La prima galleria che corre intorno al portico espone invece le opere di importanti artisti italiani contemporanei, donate nella manifestazione “Città di Lecco per l’Arte”: Enrico Castellani, Emilio Scanavino, Giò Pomodoro, Enrico Baj, Piero Dorazio, Emilio Sangregorio, Alik Cavaliere, Gianni Bertini, Jiri Kolar. Nella successiva sala VII è esposta una collezione di pizzi dell’800 e dei primi 900 donata dai club di servizio cittadini Inner Wheel e Soroptimist.

Il Museo archeologico della Villa Belgiojoso, inaugurato nel 2001, documenta gli insediamenti umani dal Paleolitico all'Alto Medioevo, presentando tutte le culture (Polada, Golasecca, La Tène, Romana) che si sono susseguite nel Lecchese.

Tra i reperti esposti da notare i manufatti della Bagaggera di Rovagnate (Uomo di Neanderthal) e il menhir istoriato di Ello (età del Rame).

L'allestimento utilizza un ricco corredo didascalico che illustra le modalità di rinvenimento dei reperti esposti e le loro funzioni d'uso, ricostruendo l'ambiente , l'abbigliamento e l'armamento dei diversi periodi.

A fini divulgativi sono stati realizzati anche video, plastici, ricostruzioni e copie fedeli di oggetti secondo le tecniche dell'Archeologia Sperimentale.

Il Monetiere, le Collezioni greche, etrusche e italiote e la Sala della metallurgia completano il percorso.

Il Museo Storico conserva una ricca collezione di documenti originali, lettere, fotografie, dipinti e incisioni, manifesti a stampa, giornali, armi e divise riguardanti la Storia moderna e contemporanea del territorio lecchese.
E' un museo in costante sviluppo: fondato nel 1934, nell'originaria sede della Torre Viscontea, e ricollocato da pochi anni a Palazzo Belgiojoso, è oggetto di nuovi allestimenti, che privilegiano le funzioni didattiche attraverso lo sviluppo dei supporti multimediali e l'utilizzo d'immagini, documentari e film, oltre ai tradizionali reperti.
Le sale attuali sono dedicate al Risorgimento, alla storia industriale e alla seconda guerra mondiale e Resistenza. Il percorso espositivo documenta la storia sociale, economica, culturale e politica di Lecco e della sua provincia.

Tra i diversi oggetti e materiali documentari esposti segnaliamo una fascia di amministratore della Repubblica Cisalpina, un disegno a carboncino di Sebastiano De Albertis (1828-1897), proclami e avvisi a stampa relativi alla rivolta della Milano delle Cinque giornate e alla partecipazione dei lecchesi. L'evoluzione industriale della città nel sec. XIX è evidenziata dal Registro della fucina grossa di S.Giovanni alla Castagna, mentre l'adesione alle correnti radicali dei volontari lecchesi alle guerre d'indipendenza e alla spedizione dei Mille è narrata con un autografo di Giuseppe Mazzini, il Ritratto di Giuseppe Torri Tarelli di Andrea Fleissner (1807-1876), un revolver appartenuto a Giuseppe Garibaldi e una sua lettera autografa. Completano l'allestimento armi, divise e altri "militaria", stampe, incisioni, molte fotografie d'epoca relative ai personaggi più illustri del Risorgimento lecchese e ai raduni dei veterani garibaldini.

La Sala virtuale dell'industria lecchese è nata nel 2008 da un progetto del Si.M.U.L. e del Rotary Club Lecco, cui hanno contribuito enti territoriali, associazioni di categoria, sponsor privati e numerose aziende lecchesi. Attraverso l'inconsueto mix fra dati immateriali e materiali e l'utilizzo d'innovative metodologie informatiche, la sala presenta le aziende, gli imprenditori, le maestranze e le tecnologie che hanno fatto di Lecco una delle più importanti realtà industriali del Paese.

La sala presenta ben quattro postazioni multimediali:
un megaschermo interrogabile a distanza attraverso un finger-mouse virtuale. Con il solo movimento del dito indice, il visitatore potrà accedere a diversi video che lo guideranno attraverso due percorsi: uno dedicato alla storia economica e sociale e l'altro allo sviluppo tecnologico del settore metalmeccanico e metallurgico compreso tra la rivoluzione industriale e la seconda guerra mondiale.
Un primo Totem touch-screen dedicato alla Storia dell'industria e della tecnologia, segue ed approfondisce i percorsi contenuti nella postazione finger mouse, arricchendoli con dati e schede sulla tecnologia e la sua evoluzione.
Un altro Totem riporta gli esiti di una complessa opera di Censimento delle fucine e degli opifici disposti lungo la valle del Gerenzone. Il visitatore può visualizzare la scheda di ogni singolo opificio censito, traendone informazioni, storiche, bibliografiche e sulle fonti. Il censimento è diviso in quattro diverse aree, dalla diga del Paradone al lago.
Infine si trova un terzo Totem è dedicato alla filmografia "industriale" e contiene due sezioni:
Documentari: contenente il documentario La valle del Gerenzone di Sofia Ceppi Badoni (1961)
Film: presenta spezzoni di film, dai capolavori di Chaplin ed Eisenstein ai più recenti registi italiani e stranieri, che raccontano alcuni aspetti del lavoro in fabbrica e del suo impatto sulla società e sulla vita di coloro che vi erano impiegati, dalla rivoluzione industriale alla deindustrializzazione postmoderna. Ogni filmato è introdotto da una scheda informativa e dall'immagine della sua locandina.

Il percorso dedicato alla storia industriale di Lecco è stato recentemente implementato con gli strumenti introdotti dal progetto Legami di Ferro.

Le due Sale della Resistenza espongono documenti originali, lettere di esponenti dell'antifascismo lecchese, fotografie, manifesti a stampa, giornali e reperti militari dall'affermazione del Fascismo alla fine della Seconda guerra mondiale, con particolare riguardo al periodo dal settembre 1943 all'aprile 1945.
Dal 2013, il percorso espositivo è stato arricchito da alcune incisioni e acqueforti di Giansisto Gasparini, selezionate tra le opere donate dall'artista al Si.M.U.L.

Oltre all'esposizione tradizionale nelle vetrine e alle opere d'arte, è presente un monitor touch screen, tramite cui il visitatore può fruire di mappe interattive, testi d'approfondimento, materiale fotografico e sequenze video di capolavori cinematografici.

I contenuti sono organizzati secondo itinerari tematici, che privilegiano aspetti della vita quotidiana durante la Repubblica di Salò (I bombardamenti, L'approvvigionamento alimentare, L'economia industriale e la militarizzazione delle fabbriche) e la realtà politica e militare del movimento antifascista e patriottico in provincia di Lecco (Le formazioni partigiane, Il ruolo delle donne, l'antifascismo cattolico e il contributo del clero, Il ruolo dei militari, Il 25 aprile).

Il museo della storia naturale consente di conoscere gli ambienti naturali del territorio e rivivere la cultura scientifica di fine Ottocento. Alcune vetrine risalgono addirittura agli inizi del secolo XIX e fanno da cornice agli esemplari, in genere coevi, delle tre collezioni principali di uccelli, mammiferi e pesci, a cui si aggiungono anche numerosi esemplari di rettili, anfibi e insetti.

La necessità di fornire all'odierno visitatore informazioni naturalistiche corrette e aggiornate viene soddisfatta dalla presenza di pannelli e didascalie riguardanti gli ecosistemi del territorio e i comportamenti ecologici delle principali specie animali presenti nelle collezioni zoologiche. Questi supporti permettono di costruire percorsi di visita alternativi a quello tradizionale (di tipo sistematico) mantenuto nell'ordinamento espositivo.

Il planetario, gestito in collaborazione con il Gruppo Astrofili "DEEP SPACE Lecco", rappresenta una delle migliori strutture nel suo genere in Italia, con la sua cupola di otto metri di diametro e la capienza di sessantadue posti, e riproduce l'aspetto del cielo visibile a occhio nudo.
Lo strumento si compone di due parti fondamentali: un proiettore e una cupola in alluminio, che funge da schermo semisferico. La cupola raccoglie la luce proiettata dagli obiettivi, riproducendo la volta celeste in modo rigorosamente aderente al reale. I moti apparenti sono realizzati tramite movimenti del proiettore, i cui movimenti sono guidati tramite comandi elettrici.
Durante la proiezione, il conferenziere presenta le costellazioni e le stelle che le compongono, i metodi per riconoscerle, gli oggetti del profondo cielo, i pianeti e i loro movimenti.
Soprattutto si possono osservare le stelle e i pianeti contemporaneamente al Sole. Ciò è di grande importanza didattica per la comprensione di nozioni fondamentali dell'astronomia sferica: l'eclittica, i punti equinoziali e solstiziali, la precessione degli equinozi, il cammino del Sole rispetto alle stelle nel corso dell'anno, la variazione della durata del giorno e della notte al variare delle stagioni e della latitudine dell'osservatore.
Inoltre, accelerando opportunamente i moti, è possibile mostrare in pochissimi minuti gli spostamenti apparenti della Luna e dei pianeti rispetto al Sole e alle stelle, che nella realtà si svolgono nell'arco di settimane, mesi o anni.
Nel complesso il Planetario è in grado di simulare il cielo realmente osservabile in condizioni di visibilità ideali da qualsiasi punto della Terra, in qualsiasi data. Si tratta quindi di uno strumento formidabile per la divulgazione rivolta alle scuole di ogni ordine e grado, e al pubblico in genere.

Il Museo della montagna e dell'alpinismo lecchese, sito nel secondo e terzo piano della Torre Viscontea, è stato promosso dalla Sezione lecchese del Club Alpino Italiano, una delle più importanti del Paese per numero di soci e intensità di iniziative.

Il museo è in corso d'ampliamento per le continue donazioni spontanee da parte dei soci e cittadini di materiale d'epoca, fotografie, vecchie attrezzature e altri reperti dell'attività alpinistica, che vede la città di Lecco particolarmente attiva in questo campo.

Il Museo della seta Abegg, aperto nel 1935 dalla famiglia svizzera Abegg, proprietaria di setifici, è Museo di Garlate dedicato all'archeologia industriale della seta, ed è ospitato in un'antica filanda. Fu il primo museo della seta al Mondo, vi sono esposte antiche macchine, tra cui un torcitoio circolare in perfetto stato.



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