sabato 15 agosto 2015

COCCAGLIO

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Coccaglio è un comune che si trova nel margine meridionale della Franciacorta, in un'area semicollinare, sviluppandosi per metà in pianura e per metà sul rilievo del Monte Orfano.

A Coccaglio è nato nel 1553 il madrigalista Luca Marenzio e nel 1793 il carbonaro Andrea Tonelli.

La sua origine è antichissima, ben anteriore all'epoca romana di cui conserva importanti testimonianze; sono stati infatti trovati numerosi resti di vasi fittili ed altri reperti che testimoniano la presenza umana sul territorio fin dall'età del bronzo. Non è da escludere che l'etimologia del nome Coccaglio giustifichi tali stanziamenti: nella lingua celtica parlata dai Galli Cenomani, che erano stanziati dalle nostre parti, Kuk-Ai vorrebbe dire "Capo d'Oglio", ossia altura da cui si potevano sorvegliare i guadi del fiume Oglio. Da qui infatti passava l'unico sentiero preistorico che proseguiva poi in vari tracciati fino ai guadi del fiume. Una posizione strategica importante quindi, che con l'andar dei secoli, diede al paese importanza e prosperità.
 
Nel centro s'innalza una bella colonna in granito, sovrastata da una lira, eretta in occasione del quarto centenario della nascita del celebre musicista madrigalista (1553-1599), nativo di Coccaglio e definito "Il più dolce cigno d'Italia"
 
La parte più antica è il Castello, sorto sull'area di un castrum risalente ai primi anni della dominazione romana in Lombardia, del quale rimane la Torre Ovest, in Piazza Torre Romana. Il lato Nord, quello che si affaccia sulla strada statale, presenta resti del castello medioevale, con le tracce del ponte levatoio. Intorno a questa antica struttura si è sviluppato il borgo medioevale, che si è mantenuto in gran parte integro, con le sue viuzze strette e con le sue tipiche case oggi strettamente tutelate dal Ministero dei Beni ambientali ed artistici. Di fianco alla torre d'ingresso del Castello si trova la Chiesa di S. Giovanni Battista, detta anche la "vecchia Pieve", costruita su un edificio religioso precedente e consacrata nel 1488. Nel corso dei secoli subì vari restauri che modificarono il suo aspetto originario.
 
L'inizio dei lavori per la nuova Chiesa Parrocchiale, dedicata a Santa Maria Nascente, risale al 1718, su progetto di Antonio Corbellini, ma solo verso la fine del secolo l'opera si può dire conclusa. All'interno troviamo numerose opere d'arte: il bolognese Francesco Monti realizzò i 4 grandi medaglioni del soffitto ed affrescò anche il soffitto della sagrestia; Francesco Savanni dipinse la pala dell'altare maggiore, che rappresenta la Beata Vergine del Patrocinio, Sante Cattaneo realizzò l'Ultima Cena e Antonio Zadei l'Immacolata Concezione. La maggior parte degli altari è opera dei celebri artisti bresciani Domenico, Bernardino e Giovan Battista Carboni, mentre la facciata fu disegnata da Giovanni Donegani. Sulla strada pedemontana che conduce a Cologne si trova la Chiesetta di S.Pietro, di epoca medioevale, con affreschi del Quattrocento e del Cinquecento.
Fra gli edifici civili non vanno dimenticati i palazzi e le case padronali, caratterizzati da dimensioni emergenti rispetto agli altri edifici residenziali.Vantano porticati, loggiati, scaloni di un certo valore architettonico e presentano elementi decorativi sulla facciata. Possiamo citare: il Palazzo Porro-Schiaffinati in via Lumetti, Villa Lechi in via Valenca (risalgono entrambi al Settecento e richiamano le Ville Venete), la secentesca Villa Calini, il Palazzo Guzzi in via M. Orfano, Villa Mazzocchi in via Carrera (che ospita un'interessante collezione di arte giapponese di proprietà della Fondazione Mazzocchi), ecc. Originalissimo il Castellino, sulle pendici del monte tra Coccaglio e Cologne, fatto costruire nella seconda metà dell'Ottocento da un figlio di Andrea Tonelli, il patriota coccagliese affiliato alla Carboneria e condannato dagli Austriaci al carcere duro dello Spielberg.
 
La campagna, situata a Sud dell'abitato è punteggiata di cascine dalla tipologia edilizia particolare: sono generalmente edifici plurifamiliari articolati attorno ad un cortile, con uno o più fronti esterni disposti su strada. Tipica di tali costruzioni è l'articolazione in corpi di fabbrica disposti a L o a C, con accessi alla corte attraverso portoni carrabili. I percorsi per raggiungere gli alloggi sono generalmente costituiti da scale e ballatoi esterni.
 
Per quanto riguarda l'attività produttiva, nel settore agricolo troviamo numerose piccole aziende a conduzione diretta. Tra queste rivestono particolare importanza quelle vinicole, che producono vini di ottima qualità. E non potrebbe essere diversamente, dato che Coccaglio fa parte della Franciacorta, zona rinomata per i suoi vini d.o.c.
Sviluppate anche le attività industriali e artigianali. Sono presenti due grandi poli: uno ubicato ad Ovest, l'altro sorto a Sud del centro abitato, attestato lungo viale Mattei, entrambi ultimati. Attualmente è in fase di realizzazione un consistente comparto produttivo, attestato sulla strada di gronda e compreso tra la rotatoria per Chiari e via Castrezzato. Una zona commerciale-alberghiera è in fase avanzata di completamento nella parte di territorio situata ad Est dell'abitato, al confine con il comune di Rovato.

Considerando gli aspetti topografici e morfologici il territorio si distingue in tre settori; l'area settentrionale è rappresentata da una limitata parte del versante meridionale del M.te Orfano che localmente descrive un' ampia conca delimitata a valle dal tracciato della Seriola Fusia. La conca valliva è poi compresa alle estremità dagli speroni rocciosi distanti tra loro m 1.650 metri circa e su cui sono rispettivamente ubicati a SE il Convento dell'Annunciata (m 262) e a NO la Villa Bonomi (m 190). La sommità più elevata del crinale raggiunge la quota di m 402, ubicata presso il punto di convergenza dei confini di Coccaglio, Cologne ed Erbusco; si determinano pertanto, tra le quote dell'abitato che si aggirano intorno a m 160 e la maggior altitudine del rilievo, dislivelli locali prossimi m 242, con acclività del suolo che variano dal 45% al 10%. Il profilo del colle, con sommità a forma di cupola o di elissoide e con selle molto aperte, indica una morfologia erosiva dovuta in gran parte a rilevanti fenomeni glaciali, succedutisi in diversi periodi dell'Era Quaternaria. Si osserva ancora che buona parte dei versanti estesi nella parte orientale come i tratti situati alle quote inferiori dell'area collinare presentano una morfologia caratteristica a gradoni terrrazzati, predisposti per la coltivazione della vite; le rimanenti aree del rilievo mostrano per lo più una copertura a cespugli e a bosco di latifoglie e conifere.

A valle del percorso della Seriola Fusia si estende il settore pedecollinare che raggiunge una estensione di 1 Kmq o poco più, comprendendo buona parte dell'abitato; la sua delimitazione verso Sud con la zona di pianura, raggiunge e oltrepassa per breve tratto la Strada Statale n. 11, mentre verso Ovest si mantiene ad un centinaio di metri a valle della strada comunale per Cologne. Lungo il margine con la Fusia l'area è caratterizzata dalla presenza di alcuni terrazzamenti che si raccordano poi con il terreno pianeggiate ("Le Vigne") con pendenze comprese mediamente tra il 2% e 8%; questo settore si distingue inoltre per la formazione argillosa e argilloso - morenica del terreno, avente spessori che si riducono regolarmente via via che ci si avvicina alla zona di pianura.

La maggior superficie del territorio, corrispondente all'incirca a Kmq 9,50, è invece rappresentata dal settore meridionale di pianura che presenta presso l'abitato una altitudine dell'ordine di m 159, mentre la quota più depressa di m 138,50 è situata ad Est della C.na Valenca Bassa lungo Via del Fossato che coincide con la linea di confine con il territorio di Castrezzato. In tal modo con il dislivello di m 20,50 sulla distanza di Km 4,50 circa si deduce in direzione NS una pendenza del suolo compresa fra 0,4% e 0,5%. Una particolare caratteristica della pianura coccagliese è ancora rappresentata da un ampio avvallamento mediano, poco depresso rispetto alle aree laterali situate ad Est e ad Ovest: infatti i tracciati delle Vie delle Valenche e di S. Paolo presentano quote topografiche più depresse rispetto ai tracciati stradali per Castrezzato e Via Fiumicello che corrono con direzioni subparallele rispettivamente lungo i margini orientale e occidentale del territorio comunale. L'area comunale, che non presenta corsi d'acqua naturali, è attraversata in senso longitudinale da tre canali irrigui principali da cui si dipartono poi in canali secondari; la Seriola Fusia, scorre a settentrione lungo il margine del versante del M.te Orfano, mentre la Seriola Nuova presenta un tracciato mediano nel settore di pianura; la Seriola Castrina mantiene infine un andamento parallelo con i confini dei territori di Chiari e Castrezzato, presentando da questi distanze comprese fra m 500 e m 800 circa. Il settore di pianura rimane regolarmente suddiviso in poderi destinati alla coltivazione agricola, mentre le aree produttive sono dislocate per lo più lungo la strade Statali n. 573 per Cologne e n. 11 per Chiari.
 
Anche sotto l'aspetto geologico il territorio di Coccaglio viene suddiviso in tre settori che mostrano dissimili caratteristiche litologiche del sottosuolo. Come sopra segnalato nel settore Nord si estende parte del versante meridionale del M.te Orfano, costituito dalla formazione litologica del "Conglomerato del M.te Orfano" di età miocenica (Cenozoico) che nel calendario geologico viene datata all'incirca a 15 milioni di anni dall'era recente. Il "Conglomerato del M.te Orfano" è una roccia sedimentaria rappresentata in gran parte da un conglomerato ad elementi ghiaiosi e ciottolosi di forma arrotondata (puddinga) e in prevalenza di natura calcarea, cementati da una matrice quarzoso-calcarenitica che conferisce alla roccia una notevole compattezza e tenacità. La formazione che raggiunge localmente spessori dell'ordine di m 400 si presenta in strati e in banchi massicci e talora la stratificazione è indistinta; nella successione stratigrafica sono inoltre presenti in più punti livelli e sacche di argilla o argilla marnosa di color giallognolo caratteristico a cui si accompagnano detriti e trovanti. In generale gli strati presentano immersioni stratigrafiche orientate verso SS.E o SS.O con pendenze per lo più comprese tra 20° e 40°; la fratturazione della massa rocciosa e la presenza di alcune linee di dislocazione vanno poste in relazione con le notevoli sollecitazioni che si sono prodotte nell'intero corpo roccioso durante le fasi del sollevamento manifestatosi con l'orogenesi alpina.

La formazione della serie litologica del "Conglomerato del M.te Orfano" viene attribuita al trasporto, alla deposizione ed alla cementazione nel litorale abbastanza profondo del Mare Padano di materiali alluvionali ad opera di fiumi o torrenti di portate idriche consistenti, provenienti dai bacini camuno e triumplino che avevano lo sbocco al mare nell'area della Franciacorta. Tale processo sedimentario della durata dell'ordine di 1-2 milioni di anni determinò un ragguardevole accumulo di sedimenti ghiaoso-ciottolosi che in corrispondenza del territorio di Cologne raggiunsero e forse superarono spessori della misura di 1.000 metri. Il ciclo sedimentario si interruppe alla fine del Miocene (Messiniano) con la ripresa dell'orogenesi alpina che determinò un notevole innalzamento delle aree costiere e di buona parte del fondale del Mare Padano. L'azione erosiva dovuta soprattutto alle glaciazioni che certamente a più riprese raggiunsero e valicarono la dorsale del M.te Orfano ne ridussero in parte la mole primitiva; la successiva trasgressione marina del Pliocene che interessò parte del territorio di Coccaglio non sommerse invece il rilievo della collina che andava assumendo un aspetto alquanto simile all'attuale.

Lo strato di copertura del substrato roccioso, costituito da ferretto di color rossastro misto a detrito ghiaioso-ciottoloso, mostra spessori modesti alle quote più elevate, mentre nelle aree più depresse del versante tale copertura raggiunge spessori superiori al metro.
Ilsettore pedecollinare di limitata acclività che comprende buona parte dell'abitato si estende all'incirca per 1 Kmq al piede del M.te Orfano e la sua delimitazione coincide con quella morfologica, precedentemente segnalata. Come è stato rilevato in diversi scavi, in quest'area, al di sotto della copertura di terreno agrario, è sviluppata una formazione litologica rappresentata da argilla compatta di origine palustre di colore rossastro e talora a chiazze grigie caratteristiche. Lungo il margine di raccordo con il versante collinare si osservano alcuni terrazzamenti costituiti da antichi accumuli di detrito di versante o di conoide, misto a ferretto e con presenza di grossi trovanti di origine morenica; banchi morenici per lo più molto argillificati si incontrano a qualche metro di profondità anche presso il limite con la zona di pianura.

I depositi argillosi di ambiente palustre vengono in gran parte cronologicamente riferiti all'ultimo interglaciale della glaciazione wurmiana e al periodo postglaciale (Olocene), mentre le formazioni moreniche e le conoidi risalgono ai periodi più antichi, corrispondenti all'interglaciale Riss-Wurm ed alla glaciazione del Wurm, risalenti a 150.000 - 120.000 anni dall'epoca attuale.

Durante l'esecuzione di scavi eseguiti in quest' area del territorio sono stati rinvenuti in più punti materiali di età preistorica che nella Carta Archeologica della Provincia di Brescia risultano datati all'età del Bronzo (XIII° sec. a.C.). In particolare, in base ai ritrovamenti fatti sono stati identificati insediamenti preistorici in prossimità della Torre Romana, situata sul lato circa Ovest del Castello (1958), nell'ex Brolo Tonelli presso Casa Salvoni- Corridori e nell'area ex "Vigne", in corrispondenza delle sedi della Scuola Elementare e del Palazzetto dello Sport (1985). I materiali ceramici e litici classificati di età preistorica si rinvengono in generale a profondità comprese tra m 1,00 e m 1,30 dal piano di campagna in un piattaforma antropica di natura argillosa, avente spessori che si mantengono intorno al metro. Alcune cuspidi di frecce in selce sono state ritrovate anche sul versante del M.te Orfano posto in territorio di Coccaglio.

Le caratteristiche stratigrafiche dell'area di pianura che si estende a Sud del settore sopra descritto e che occupa una superficie prossima a Kmq 9,50 sono documentate dalle sezioni di pozzi idrici comunali e di proprietà privata. Nella zona considerata il terreno di copertura, al di sotto dello strato coltivo, è regolarmente rappresentato da un banco di argilla rossastra (ferretto) con presenza talora di ghiaia e ciottoli spesso grossolani (ruser, maroco), avente spessori per lo più variabili da m 0,80 a m 1,50. Dai dati in possesso, la successione stratigrafica alluvionale di età quaternaria, sviluppata nel sottosuolo della pianura sino a profondità m 150 circa, può essere distinta in due formazioni. Nell'intervallo stratigrafico corrispondente ai primi 75 - 85 metri prevalgono i livelli costituiti da ghiaia assortita con ciottoli e trovanti a cui si accompagna in minore percentuale una frazione sabbiosa; talora i materiali alluvionali risultano cementati, dando origine a banchi di conglomerato (ceppo). La sottostante formazione che nel pozzo comunale "Ingussano" raggiunge la profondità di m 148,50, mentre nel pozzo di Via Buscarino è stata rilevata fino a quota di m - 124,00, mostra invece una prevalenza di sedimenti di natura argillosa, rispetto ai depositi ghiaioso-ciottolosi.

Strati di limitato spessore di argilla carboniosa con torba si rinvengono a profondità comprese tra m 100 e m 110; nella ghiaia con ciottoli e sabbia del livello di fondo del pozzo idrico comunale "Ingussano" sono state rinvenute numerose valve di lamellibranchi non determinati.

Sotto l'aspetto cronologico la coltre alluvionale ora descritta può essere riferita con buona approssimazione ai periodi glaciali e interglaciali del Riss e del Wurm.

Si ritiene opportuno ancora segnalare che la stratigrafia del pozzo aperto per ricerche di idrocarburi nel 1963 dall'AGIP presso la Cascina Buonvicino mostra fino a profondità prossime a m 350 circa la serie alluvionale di età quaternaria (glaciale e postglaciale), rappresentata prevalentemente da livelli di ghiaia mista a ciottoli e sabbia, alternati a orizzonti di argilla o di argilla con sabbia, ghiaia e ciottoli. Nell'intervallo stratigrafico compreso tra la predetta quota di prossima a m - 350 e la quota di m - 500 circa succede una formazione alluvionale sempre in gran parte rappresentata da ghiaia e sabbia, cronologicamente riferita al Pliocene continentale. Segue poi fino alla profondità di m 1.000 il substrato roccioso rappresentato da una monotona formazione di strati di marna e di marna arenacea grigia o biancastra di età oligocenica (Cenozoico medio-inferiore).

Le stratigrafie dei pozzi comunali e di ditte private permettono infine di ricostruire l'andamento degli acquiferi localizzati nel sottosuolo del territorio; in particolare la prima falda idrica si attesta in generale tra le quote di m - 35 e m - 43 dal piano di campagna, mentre nell'intervallo compreso tra m 85 e m 110 si rileva una serie di strati acquiferi con portate molto variabili. Nel pozzo aperto in Via Buscarino la falda più profonda risulta ubicata nel livello terminale costituito da roccia, compreso tra le quote di m - 124 e m - 135 dal piano di campagna.



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