L'uso smodato di alcol ha una lunga storia. Fonti bibliche, egiziane e babilonesi riportano storie di abuso e di dipendenza da esso. In alcune antiche civiltà l'alcol era adorato mentre in altre il suo abuso veniva condannato. L'uso eccessivo di alcol e l'ubriachezza sono stati riconosciuti come causa di problemi sociali già a partire da migliaia di anni fa. Tuttavia, la definizione di alcolismo cronico e le sue conseguenze negative mediche, non sono state stabilite fino al XVIII secolo. Nel 1647, un monaco greco di nome Agapios, per primo documentò che l'abuso cronico di alcol è associato a tossicità a livello del sistema nervoso e ad una vasta gamma di altri disturbi medici, come convulsioni, paralisi ed emorragie interne.
Nel 1920 gli effetti dell'abuso di alcol e ubriachezza cronica hanno portato in America al proibizionismo, che però fu applicato soltanto per un breve periodo. Nel 2005 i costi annuali sostenuti dall'economia statunitense a causa della dipendenza e dall'abuso di alcol, sono stati stimati in circa 220 miliardi di dollari all'anno, più del cancro e dell'obesità.
I governi di molti paesi sono chiamati ad affrontare i problemi di salute pubblica derivati dall'utilizzo di sostanze. Tra i pazienti che si sottopongono ai trattamenti medici nei casi di dipendenza e/o abuso, la maggior parte di essi sono legati all'alcol. Nel 2001, nel Regno Unito, il numero di "bevitori dipendenti", è stato calcolato in oltre 2,8 milioni di individui. Circa il 12% degli americani adulti ha sperimentato un problema di dipendenza da alcol per almeno una volta nella sua vita. L'Organizzazione Mondiale della Sanità stima che circa 140 milioni di persone nel mondo soffrano di dipendenza da alcol. Negli Stati Uniti e in Europa occidentale, dal 10 al 20 per cento degli uomini e dal 5 al 10 per cento delle donne, in un momento della loro vita, raggiungono i criteri medici per essere considerati alcolisti.
All'interno della comunità medica e scientifica vi è un ampio consenso nel considerare l'alcolismo come uno stato di malattia. Per esempio, l'American Medical Association considera l'alcol una droga e afferma che "la tossicodipendenza è una malattia cronica recidivante del cervello caratterizzata dalla ricerca compulsiva di droga e nel suo utilizzo nonostante le conseguenze spesso devastanti. È il risultato di una complessa interazione di vulnerabilità biologica, dell'esposizione ambientale e di fattori di sviluppo (ad esempio, lo stadio di maturazione del cervello)".
L'alcolismo ha una maggiore prevalenza tra gli uomini, anche se negli ultimi decenni, la percentuale di alcolisti di sesso femminile è aumentata. Le evidenze suggeriscono che per il 50%-60% degli uomini e delle donne, l'alcolismo ha cause genetiche, lasciando il 40%-50% alle influenze ambientali. La maggior parte degli alcolisti sviluppa la dipendenza durante l'adolescenza o in età adulta.
Difficoltà motorie, di eloquio, tempi di reazione rallentati, compromissione della memoria: sono tutti evidenti effetti dell’alcol sul cervello.
Alcuni di questi deficit sono già rilevabili dopo uno o due bicchieri, e si risolvono rapidamente non appena si interrompe l’uso di alcol. Tuttavia, in alcuni soggetti che bevono molto e per lungo tempo, tali deficit possono permanere anche una volta raggiunta la sobrietà.
In che modo influisca esattamente l’alcol sul cervello, e se sia possibile annullare gli effetti derivanti dell’uso, sono argomenti sui quali la ricerca odierna si sta concentrando.
Ciò che sappiamo oggi con certezza è che l'uso di alcol può avere effetti di ampia portata sul cervello, che vanno dal semplice vuoto di memoria a una condizione permanente di debilitazione, che richiede un trattamento di custodia permanente, come dimostrano i numerosi studi sull’impatto dell’alcol sulla guida.
Diversi sono i fattori che influenzano l'impatto dell'alcol sul cervello, tra questi:
la quantità e le modalità di assunzione di alcol;
l'età di inizio e la durata di assunzione;
l'età, il livello di scolarità, il sesso, l'assetto genetico o l'eventuale storia familiare di alcolismo di un individuo;
l'eventuale presenza di esposizione prenatale all'alcol;
la condizione di salute generale.
L'alcol può determinare deficit di memoria rilevabili dopo soli pochi bicchieri e il grado di deficit aumenta in modo direttamente proporzionale alla quantità di alcol assunta.
Grandi quantità di alcol, specie se consumate rapidamente e a stomaco vuoto, possono provocare perdita di coscienza o incapacità di ricordare dettagli di eventi, o addirittura eventi interi, intercorsi in un determinato lasso di tempo.
La perdita di coscienza è molto più comune tra i cosiddetti “bevitori sociali” e dovrebbe essere considerata come una potenziale conseguenza di intossicazione acuta, a prescindere dall’età e dall’eventuale dipendenza clinica dall’alcol del consumatore.
La sperimentano sia uomini che donne, nonostante i primi assumano quantità molto più significative di alcol rispetto alle donne. Ciò indica che, a dispetto della quantità di alcol assunta, gli individui di sesso femminile risultano a maggior rischio dei soggetti di sesso maschile, per le differenti modalità di metabolizzazione della sostanza. Le femmine inoltre, potrebbero essere più sensibili dei maschi a forme più lievi di deficit di memoria alcol-indotti, pur assumono le stesse quantità di alcol dei maschi.
Le donne sono più vulnerabili degli uomini alle numerose conseguenze mediche dell'uso di alcol, quali ad es. la cirrosi, la cardiomiopatia (danno al muscolo cardiaco), la neuropatia periferica (danno al sistema nervoso).
Due studi, condotti con tecniche di visualizzazione attraverso tomografia computerizzata, hanno messo a confronto il rimpicciolimento del cervello, comune indicatore del danno cerebrale, di uomini e donne ed hanno riportato in entrambi i sessi un significativo ridimensionamento cerebrale rispetto ai soggetti del gruppo di controllo, con problemi di apprendimento e di memoria simili in entrambi i sessi. L'unica differenza riscontrata è stata che le donne alcoliste hanno riferito di aver bevuto fortemente per un periodo di tempo equivalente a circa la metà di quello degli uomini.Ciò significa che il cervello delle donne, al pari degli altri organi, è più vulnerabile, rispetto agli uomini, ai danni causati dall'alcol. Altri studi a riguardo invece, non sono giunti a conclusioni definitive. Sono necessari quindi maggiori studi sull'argomento ma, secondo numerose evidenze scientifiche, pare che le donbne siano particolarmente vulnerabili agli effetti dell'alcol su numerosi organi principali.
Coloro che bevono grandi quantità di alcol da lungo tempo corrono il rischio di sviluppare gravi e permanenti cambiamenti cerebrali. I danni possono essere il risultato degli effetti diretti dell'alcol sul cervello o del risultato indiretto di un cattivo stato di salute generale o da una grave patologia al fegato.
Una deficienza di tiamina per esempio, si verifica comunemente in soggetti affetti da alcolismo e deriva da una cattiva alimentazione generale. La tiamina, nota anche come vit. B1, e presente in alimenti quali la carne, i cereali, le noci, i legumi e la soia, è un elemento essenziale necessario a tutti i tessuti, cervello compreso. Fino all'80% degli alcolisti presenta una deficienza di tiamina e alcune di queste persone svilupperanno gravi disturbi mentali quali la sindrome di Wernicke-Korsakoff (WKS). Si tratta di una patologia costituita da due diverse sindromi, una grave condizione chiamata encefalopatia di Wernicke ed una condizione debilitante nota come psicosi di Korsakoff. I sintomi dell'encefalopatia di Wernicke comprendono: confusone, paralisi dei nervi oculari e difficoltà di coordinazione dei muscoli. I pazienti con encefalopatia di wernicke potrebbero avere difficoltà a trovare la via d'uscita all'interno di una stanza o essere addirittura incapaci di deambulare. Circa l'80-90% dei soggetti alcolisti con encefalopatia di Wernicke sviluppano anche psicosi di Korsakoffm, una sindrome cronica e debilitante caratterizzata da persistenti problemi di apprendimento e di memoria. I pazienti affetti da questa sindrome sono smemorati e ed hanno difficoltà a deambulare e a coordinare i movimenti. Oltre a non riuscire a ricordare vecchie informazioni, hanno difficoltà anche ad acquisirne di nuove.
L'assunzione di alcol in forti quantità e per lunghi periodi di tempo può danneggiare il fegato, l'organo principalmente responsabile della metabolizzazione dell'alcol. Molte persone tuttavia, potrebbero non essere al corrente della loro disfunzione al fegato, di avere ad es. la cirrosi derivante dall'abuso di alcol, e ciò potrebbe causare danni al cervello con un conseguente disturbo cerebrale potenzialmente mortale noto come encefalopatia epatica.
L'encefalopatia epatica può causare cambiamenti del sonno, dell'umore e della personalità, condizioni psichiatriche quali l'ansia e la depressione, gravi effetti a livello cognitivo quale ad es. una minore capacità attentiva; nei casi più gravi può portare a coma potenzialmente mortale.
Nuove e sofisticate tecniche di visualizzazione hanno consentito ai ricercatori di studiare specifiche aree cerebrali di pazienti con patologie al fegato derivanti da uso alcolico importante, fornendo loro una più chiara comprensione di come si sviluppa l'encefalopatia epatica. Questi studi hanno confermato che almeno due sostanze tossiche, l'ammoniaca e il manganese, giocherebbero un ruolo cruciale nello sviluppo di questa patolgia. Le cellule del fegato danneggiate dall'alcol fanno sì che eccessive quantità di queste sostanze dannose entrino nell'organismo, danneggiando così le cellule cerebrali.
I ricercatori che studiano gli effetti dell'uso di alcol sul cervello si avvalgono del supporto di tecnologie avanzate quali la visualizzazione attraverso risonanza magnetica (MRI), la visualizzazione del tensore di diffusione (DTI), la tomografia ad emissione di positroni (PET) e la mappatura elettrofisiologica del cervello. Questi strumenti forniscono preziose informazioni sugli effetti dell'alcol sulla struttura e sul funzionamento cerebrale.
L'assunzione di alcol in forti quantità e per lunghi periodi può provocare il rimpicciolimento del cervello e una deficienze di fibre (materia bianca) che trasportano le informazioni tra le cellule nervose (materia grigia). La MRI e il DTI vengono utilizzate insieme per valutare il cervello dei pazienti nel momento in cui interrompono l'assunzione cronica di alcol e successivamente dopo lunghi periodi di sobrietà, per monitorare possibili ricadute.
La formazione ed il recupero della memoria sono fortemente influenzati da fattori quali l'attenzione e la motivazione. Studi condotti con MRI stanno aiutando i ricercatori a determinare in che modo la memoria e l'attenzione migliorino con l'astinenza a lungo termine di alcol, e quali cambiamenti si verificano quando un paziente riprende a bere nuovamente. l'obiettivo di questi studi è quello di determinare quali effetti alcol-indotti sul cervello sono permanenti e quali possono essere annullati con l'astinenza.
La visualizzazione con la PET consente ora ai ricercatori di vedere i danni del cervello derivanti da una forte assunzione di alcol. Questa "istantanea" delle funzioni cerebrali consente di analizzare gli effetti dell'alcol sui vari sistemi di comunicazione delle cellule nervose, così come sul metabolismo delle cellule cerebrali e sul flusso sanguigno all'interno del cervello. Questi studi hanno rilevato dei deficit nelle persone affette da alcolismo, in modo particolare nei lobi frontali che sono responsabili delle numerose funzioni associate all'apprendimento e alla memoria, così come nel cervelletto, che controlla il movimento e la coordinazione. La PET è uno strumento promettente per monitorare gli effetti del trattamento dell'alcolismo e l'astinenza su parti danneggiate del cervello e può aiutare a sviluppare nuovi farmaci per correggere i deficit chimici riscontrati nel cervello delle persone alcoldipendenti.
Un altro strumento, l'elettroencefalografo (EEG), registra i segnali elettrici del cervello. Piccoli elettrodi vengono collocati sul cuoio capelluto per rilevare questa attività elettrica, che poi viene amplificata e raffigurata attraverso grafici come onde cerebrali, ossia oscillazioni neurali. Queste onde cerebrali mostrano l'attività del cervello in tempo reale.
I soggetti alcoldipendenti non sono tutti uguali. Si hanno diversi livelli di compromissione, e la malattia ha diverse origini a seconda degli individui. Allo stato attuale, non è stata ancora individuata alcuna variabile responsabile da sola dei deficit cerebrali presenti nelle persone affette da alcoldipendenza. Riuscire a capire ciò che rende alcuni alcoldipendenti vulnerabili ai danni cerebrali e altri no è ancora oggetto di studio.
La buona notizia è che la maggior parte dei soggetti alcol-dipendenti con deficit cognitivi mostrano almeno alcuni miglioramenti nella struttura e nel funzionamento cerebrale dopo un anno di astinenza, anche se per alcuni è necessario più tempo.
Per aiutare i pazienti ad interrompere l'assunzione di alcol e per guarire dai deficit cerebrali alcol correlati è necessario prendere in considerazione vari metodi trattamento adattandoli al singolo individuo.
Le avanzate tecnologie avranno un ruolo importante nello sviluppo di queste terapie. Tecniche di visualizzazione del cervello possono essere utilizzate per monitorare il corso e il successo dei trattamenti poichè la visualizzazione è in grado di rilevare i cambiamenti strutturali, funzionali e biochimici dei pazienti nel tempo. Sono in fase di sviluppo poi anche nuovi promettenti farmaci per prevenire gli effetti dannosi dell'alcol e per promuovere la ricrescita di cellule cerebrali in sostituzione di quelle danneggiate dall'alcol.
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