mercoledì 19 agosto 2015

PADERNO FRANCIACORTA



Paderno Franciacorta è un comune della provincia di Brescia ed è il più piccolo comune della Franciacorta, sito all'esterno della cerchia morenica si estende su un territorio completamente pianeggiante e in leggerissima pendenza. Misura cinque chilometri quadrati e mezzo, ma riserva alla coltura agraria metà della superficie e più di un quarto alla coltivazione della vite.
La presenza del verde e la discreta lontananza delle principali vie di comunicazione, riservano al centro abitato una particolare tranquillità, una scelta che ha avvantaggiato Paderno non solo nell'aspetto economico (fiorente anche nel settore industriale), ma anche in quello estetico ambientale.

L’origine quasi certamente latina del nome, “Paternus”, sta ad indicare che il territorio di Paderno costituì l’eredità passata di padre in figlio in epoca romana: lo testimoniano vari reperti, tra cui un pavimento musivo e un’ara funeraria.
Sono proprio del periodo romano le tracce rinvenute nei pressi del sito castellare degli Oldofredi. Ed è dell'anno 1009 un documento che cita “Paterno” come sede di un castello edificato a difesa degli assalti degli Ungari, i quali compivano spesso in quel periodo e in quella zona scorrerie ed assedi. Il castello aveva anzitutto funzioni di ricovero per genti, animali e prodotti agricoli, soprattutto quando i barbari perpetravano i loro attacchi nel contado e nel paese, tanto facili da raggiungere perché della Franciacorta Paderno è sempre stato un centro in aperta campagna.
Col passare dei secoli il ricetto trasformò via via la propria funzione in una più prettamente militare.
Fu nel 1242 che il re Enzo di Gallura ne fece il centro di operazioni militari; nel 1326 fu addirittura devastato dalle armate di Azzone dei Visconti; nel 1428 venne conquistato dal Piccinino, in quel periodo in costante lotta col Gattamelata; nel 1512 conobbe uno dei suoi peggiori momenti: durante il cosiddetto “sacco di Brescia” apparecchiato dai Francesi guidati da Gastone di Foix, Paderno fu svaligiato (alla fine di luglio) e i suoi occupanti, sia militari che semplici contadini, furono uccisi a centinaia (rimasero in 52).
Citato nell’estimo visconteo del 1385 fra i comuni appartenenti alla quadra di Rovato (Valentini 1898), durante il dominio veneto fece parte della stessa quadra (Da Lezze 1610). Il comune, che nel 1493 contava 580 anime (Medin 1886), all’inizio del ’600 contava 200 fuochi e 700 anime; per governare il comune venivano eletti un console, tre sindici ed un massaro che rendeva loro conto (Da Lezze 1610).
Nel 1764 vi erano 499 anime (Descrizione generale 1764), 516 nel 1802 e 700 nel 1853.
In seguito all’unione temporanea delle province lombarde al regno di Sardegna, in base al compartimento territoriale stabilito con la legge 23 ottobre 1859, il comune di Paderno Franciacorta con 717 abitanti, retto da un consiglio di quindici membri e da una giunta di due membri, fu incluso nel mandamento VI di Ospitaletto, circondario I di Brescia, provincia di Brescia.
Alla costituzione nel 1861 del Regno d’Italia, il comune aveva una popolazione residente di 998 abitanti (Censimento 1861).
Il 10 Luglio 1862 la Prefettura di Brescia scrive al Comune di Paderno chiedendo di modificare il nome del paese. Infatti da circa un anno esiste il Regno d’Italia e vi sono diversi paesi del Regno a chiamarsi Paderno, creando confusione.

Il 28 ottobre 1862 il Consiglio Comunale di Paderno decise quindi di cambiare nome al paese.

Nei primi 50 anni dell’unità d’Italia Paderno attraversa ed è attraversata da diversi avvenimenti: la ferrovia, le fontane, la prima guerra mondiale, mentre assistiamo nello stesso periodo ad un aumento notevole della popolazione.
In base alla legge sull’ordinamento comunale del 1865 il comune veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio.
Sin dagli anni successivi all’Unità d’Italia per gli interscambi fra la pianura e l’alta montagna era diventato vitale e pressante collegare il Sebino con la Valcamonica.
Grazie a Giuseppe Zanardelli, che nel 1876 diventa Ministro dei Lavori Pubblici e che diventerà nel 1901 Presidente del Consiglio, assistiamo alla inaugurazione della sospirata strada sebina costiera collegante Marone con Toline .
Inoltre nel 1883 iniziarono i lavori per la costruzione della ferrovia che terminarono due anni dopo con l’inaugurazione ufficiale il 21 giugno 1885. Il tratto che univa Brescia con Iseo, via Paderno e Monterotondo misurava 23 chilometri.
La prima variante importante colpisce proprio la stazione di Paderno in quanto da qui che si decide di rifare il tracciato per Iseo (quello attuale) con una pendenza più dolce (intorno all’1%) in previsione di trasporti con carichi molto pesanti .

Nel 1891 la popolazione di Paderno potè giovarsi del primo acquedotto pubblico dell'era industriale.

Passano solo vent’anni e la Grande Guerra è alle porte. I treni avranno un ruolo determinante nel supporto alle truppe che combatteranno sul fronte dell’Adamello. I carri carichi di soldati, di armi, di viveri dopo essere transitati da Paderno e aver costeggiato il lago, percorreranno la Valle penetrando sin dentro il cuore della battaglia.
Durante la prima guerra mondiale la popolazione di Paderno pagò un gravoso tributo di sangue: i trentuno caduti sono ricordati dal monumento, opera dello scultore bresciano Luigi Lanfranchi, eretto nel 1922 nella piazza antistante il castello.

Nella piazza di Paderno Franciacorta si erge maestoso l'antico castello medioevale che fu teatro di diverse battaglie, ad esempio contro gli Unni prima e contro i Visconti e Francesi poi, durante le quali venne parzialmente distrutto. Costruito nel X secolo per scampare alla feroci incursioni degli Ungari, questo castello ebbe una vita terribilmente movimentata lungo un arco di tempo di circa mezzo millennio: prima per le contese fra Guelfi e Ghibellini durante le quali vi pose il proprio campo anche re Enzo, figlio di Federico II, poi per le guerre fra Milano e Venezia ed infine il saccheggio e le sanguinose stragi inferte dai Francesi d'Aubigny nel 1512, anno del sacco di Brescia. Dopo oltre tre secoli di abbandono, il castello fu restaurato nel secolo scorso, ma in maniera scarsamente rispettosa dell'originaria struttura. Si è conclusa una recente fase di restauro che ha portato alla creazione di una piazza all'esterno dell'entrata principale del Castello ed alla ristrutturazione dell'ala sinistra dello stesso che ora ospita la biblioteca comunale intitolata alla Maestra Alfides Tessitori.
All'interno delle mura si trova la cinquecentesca chiesa della Madonna in castello che ospita una immagine molto venerata dagli abitanti.
La chiesa parrocchiale, dedicata a San Pancrazio è opera dell'arch. G. Marchetti e venne costruita dal 1740 al 1790. L'interno è ricco di tele, decorazioni in stucco e affreschi del Teosa e di Pietro Scalvini. Le statue in pietra che ornano la facciata rappresentano San Pancrazio e San Gottardo che è anche il patrono del paese. Presso il cimitero si erge la chiesetta dedicata a San Gottardo, vescovo bavarese, con abside documentata dal 1449. La festa patronale si celebra il 4 Maggio.
Tra gli edifici signorili sono da segnalare i settecenteschi palazzo Guaineri già Martinengo Villagana, palazzo Sandrinelli ora sede municipale e palazzo Oldofredi.
La fiorente attività agricola originale ha lasciato, in parte, il posto alle numerose attività artigianali tessili e meccaniche ed ora anche industriali. Il nucleo storico non ha comunque modificato la sua impronta che rimane di dimensioni ridotte e di tranquilla vita quotidiana.



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