giovedì 17 settembre 2015

PIETRA DE' GIORGI



Pietra de' Giorgi è un comune situato nell'Oltrepò Pavese, su un colle dominante la Pianura Padana. Il comune si estende nella valle del torrente Scuropasso.

Pietra è citata nel diploma del 1164 con cui Federico I sottopose al dominio pavese gran parte dell'Oltrepò. Sotto i Pavesi, Pietra fu sede di podesteria o squadra, soggetta ben presto alla signoria della casata dei Sannazzaro, un ramo della quale fu detto appunto de Petra. I Sannazzaro, di fede guelfa, vi sostennero nel 1277 un duro assedio da parte dei ghibellini. Nel 1405 fu assegnata a Galvagno Beccaria, figlio di Messer Fiorello e di Filippina Sannazzaro, dopo l'esautorazione degli altri Sannazzaro. Rimase dunque a quella casata, per cui fu detta Preda Beccaria; passò poi, per eredità, ai Giorgi di Soriasco, detti anche Giorgi Beccaria. Estinta questa casata all'inizio del XVII secolo, il feudo fu acquistato dai Giorgi di Vistarino, da cui prese il nome attuale.

Nell'ambito del feudo di Pietra, oltre al comune del capoluogo esisteva anche il comune di Predalino, soppresso nel XVIII secolo. Predalino era un castello situato nella parte settentrionale del paese attuale, e il suo territorio comunale era costituito da una serie di terreni diffusi a "macchia di leopardo" nel territorio di Pietra.

Nel 1818 fu aggregato a Pietra de' Giorgi il comune di Pecorara, luogo noto fin dal XII secolo, in cui si trova la parrocchia di Castagnara estesa su tutto il territorio di Pietra. A Pecorara nel secolo precedente era stato unito il minuscolo comune di Montevico. Tanto Pecorara quanto Montevico non avevano fatto parte del feudo di Pietra ma di quello di Broni.

Il castello di Pietra de Giorgi ospitò Guglielmo Sannazzaro e i suoi soldati guelfi, i quali, nel 1277, riuscirono a sostenere eroicamente un lungo assedio da parte dei ghibellini pavesi. L'evento testimonia l'efficacia della posizione strategica del castello e delle sue robuste fortificazioni. Inizialmente la costruzione era costituita da quattro torri. Oggi ne rimane una sola mentre nel cortile all'interno della rocca è ancora presente una porta medioevale a sesto acuto; degna di nota è anche una cantina con soffitta a volta, anticamente utilizzata come prigione del castello e recentemente restaurata per essere adibita a sala per convegni.
Il castello risalirebbe al 1012 e fu di proprietà dei nobili Sannazzaro (De Sancto Nazario); nel 1277 i ghibellini pavesi decisero di abbattere la potenza dei guelfi capitanati da Guglielmo Sannazzaro che si era rifugiato con i suoi soldati nel castello di Pietra; nell’aprile e nel maggio di quello stesso anno il castello venne assediato ma non venne mai espugnato, anzi coloro che avevano sferrato l’attacco furono costretti a ritirarsi ciò dimostra l’importanza della posizione strategica del castello e le sue robuste fortificazioni. Per l’assedio del castello di Pietra vennero in aiuto dei ghibellini pavesi che volevano distruggere la potenza dei Sannazzaro i Milanesi che intervennero col Carroccio, il Marchese Guglielmo del Monferrato e parecchie altre città; in aiuto dei guelfi asserragliati nel castello si radunò a Piacenza un forte esercito composto da cavalieri guelfi cremonesi, la milizia della città di Parma ed altri di Reggio, Modena e Brescia questo contingente non si mosse però da Piacenza poiché il castello di Pietra riuscì a resistere senza bisogno di rinforzi. Nel gennaio del 1290 il castello subì un altro assedio ad opera del Marchese del Monferrato però anche questo non andò a buon fine.

Con il passare dei secoli lo scenario politico cambia e nel 1402 il castello di Pietra viene distrutto ad opera dei Beccarla (ghibellini) nemici storici dei Sannazzaro.I Sannazzaro vengono dichiarati ribelli da Filippo Maria Visconti per questo il castello di Pietra il 15 aprile 1406 viene donato a Galvagno e Antonio Beccarla consiglieri del giovane Filippo Maria.Nella donazione si parla del luogo dove sorgeva il fortilizio diroccato, la villa e territorio adiacenti.

Nel 1447 muore Filippo Maria e i Sannazzaro cercano di strappare il castello di Pietra a Nicolò Beccaria (1453).Nel periodo di proprietà dei Beccaria il castello venne restaurato e riportato all’antico splendore e il paese prese il nome di Pietra Beccaria, è visibile una torre con merli ghibellini binati segno dell’unione tra le famiglie Beccaria e Giorgi; infatti Franceschina Beccarla ultima discendente del ramo di messer Fiorello I si sposò con il nobile Antonio Giorgi e portò in dote i beni di Pietra.

Le torri erano quattro oggi ne rimane ancora appunto una sola delle altre tre solo dei monconi quasi irriconoscibili, nel cortile della rocca è interessante notare a destra di chi entra una porta medioevale a sesto acuto e la caratteristica decorazione a dente di sega che adorna le mura, le quali in certi punti arrivano allo spessore di 2 metri, il castello è dotato anche di un Oratorio dedicato alla Visitazione della B. V. e di un pozzo della profondità di 75 m. quest’ultimo si trova nel cortile all’esterno della rocca e fa parte del fabbricato ceduto al comune nel 1877.

Alla morte il nobile Antonio Giorgi proprietario del castello di Pietra e di tutti beni di Franceschina Beccaria nominò erede universale il nipote Pio Beccaria (da quel momento si chiamerà Pio Beccarla Giorgi). I conti Giorgi di Vistarino che già da anni reclamavano la proprietà del castello, per questioni di parentela, tornarono a pretendere una parte di eredità; la controversia venne risolta lasciando la rocca a don Pio Beccaria Giorgi e il palazzo (attuale municipio) pure compreso nel recinto del castello ai fratelli Antonio e Gerolamo Giorgi di Vistarino.

Il palazzo d’abitazione venne venduto dal conte Augusto Giorgi di Vistarono alla Signora Giuseppina Meardi vedova Leidi il 3 dicembre 1864 (atto di permuta del notaio Antonio Borella). Lei a sua volta lo vendette per L.28.000 al comune di Pietra de’ Giorgi il 31 agosto 1877 (rogito notaio Cesare Brusati di Pavia).

All’esterno del palazzo municipale si trova il pozzo del castello già citato prima, al piano seminterrato del municipio si può ammirare una splendida cantina con soffitti a volta che in antico era probabilmente utilizzata come prigione del castello e poi successivamente come scuderia per il ricovero dei cavalli del signore.

La rocca per passaggi di eredità passò di proprietà dai Beccaria-Giorgi, agli Eotwos, ai Dal Pozzo; questi ultimi la vendettero agli attuali proprietari sig.i Dosi.

L’origine e la fondazione della Chiesa Parrocchiale di S. Maria Assunta di Castagnara sono stati argomento di studio per molti storici famosi e hanno portato a diverse conclusioni che dimostrano quanto sia difficile ricostruire la storia di una Chiesa che affonda le sue origini alla fine del XIII sec., e che sorge in una zona isolata chiamata appunto Castagnara e non nel centro abitato come la maggior parte delle parrocchiali.Le ricerche si basano soprattutto sui documenti ritrovati nell’archivio parrocchiale che anche se con alcune riserve sono i più attendibili. Alcune di queste antiche “carte” sono andate perse, però grazie allo spirito storico di alcuni rettori della nostra Chiesa che ce le hanno tramandate attraverso numerosi scritti, il loro contenuto non ci è del tutto sconosciuto.La fondazione come si è già fatto notare prima avviene sul finire del XIII sec. e si innesta nelle vicende storico-politiche italiane che hanno contraddistinto quell’epoca.

Alla fine del 1200 a Roma infuriava quella famosa guerra fra il Papa Bonifacio VIII e le famiglie Orsini e Colonna e furono proprio queste vicende a portare alla diaspora una nobile e grande famiglia come quella degli Orsini.Tutto questo ha toccato anche le nostre colline dove un certo Meteliano Massimo Orsini vi era arrivato,e come dice il testo originale, “............invaghitosi delle belle vedute del Monte Predalino.......” vi costruì un castello che oggi purtroppo è andato distrutto ma che ancora alla fine del 1700 esisteva solo in parte; questo castello era costruito a poca distanza dall’attuale Chiesa cioè nel luogo oggi denominato “Castellone”.

Sul “Libro della Primizia” (scritto dal Can. Odoardo Terenzio Parroco di Castagnara dal 1730 al 1766) fonte principale di questa trattazione il Prevosto Terenzio dice che Meteliano arrivò nel nostro paese probabilmente nel 1295 e qui costruì oltre al castello cisterne e fontane per l’approvvigionamento dell’acqua, comprò numerosi appezzamenti di terreno; non rimaneva dunque che da costruire la Chiesa. Ma è veramente interessante vedere in che modo Meteliano arrivò alla decisione di fondare un luogo di culto in un bosco di castagne isolato dal paese.Poco dopo l’arrivo di questa nobile famiglia a Predalino, l’unico figlio si ammalò gravemente e la sua vita sembrava giunta ormai al termine. Ma suo padre Meteliano molto devoto della B.V. Maria uscì al tramonto dalla stanza del figlio e discendendo dal colle dove si trovava il castello si diresse verso il sottostante bosco di castagne dove poteva riposarsi e pregare per le gravi condizioni del figlio.Mentre recitava alcune preghiere alla Vergine SS.ma udì, in quel luogo deserto, una voce che usciva tra i rami di quei grossi alberi e che chiamava proprio lui: “Meteliano, Meteliano, tuo figlio è vivo e sano”. Il padre stupito e in un primo tempo impaurito da questa voce, capì subito chi era che parlava con lui e fu pieno di gioia e disse: “O gran Madre di consolazione quali sono e quali saranno le mie obbligazioni? Indicatemi quali sono i vostri voleri per corrispondere al meglio che posso a tante grazie sinora da voi ricevute e che in questo giorno mi fate con la ricuperate sanità del mio povero figlio”.La Vergine rispose: “Sarà necessario, o caro, che tu in questo medesimo luogo eriga una Chiesa”. Dette queste parole scomparve, infatti si dice che Meteliano non solo udì la voce, ma la Madonna le apparve visibile per ben due volte.Il nostro fondatore ritornò velocemente a casa con grande gioia e arrivato in prossimità della porta della camera del figlio lo vide allegro, ridente e perfettamente sano Il padre per la gioia non riuscì a parlare ma il figlio disse: “O padre sappi che pochi minuti o quarti d’ora fa mentre ero agli ultimi affanni di mia vita mi sentii tutto occupare le membra e sentimenti da un sonno, mi si presentò la nostra grande Avvocata Maria Vergine, toccommi ella leggermente il capo e mi disse: levati va incontro tuo padre. E disparve il sonno con la SS. Liberatrice; subito svegliato sono quale voi mi vedete o caro genitore”.Meteliano dopo aver ascoltato il figlio raccontò alla famiglia quanto gli era accaduto nel bosco di castagne e insieme resero grazie a Maria Vergine. Diede immediatamente ordine che venissero tagliate le piante là dove era apparsa la Madonna per iniziare la costruzione della Chiesa

Questo luogo venne benedetto il 15 agosto del 1300 e venne posta una Croce ad indicare che quel luogo era Sacro. Dopo tutto ciò l’anno seguente, fece scavare le fondamenta della Chiesa del campanile e di alcune case che dovevano servire al Santuario.Venne così ultimata la costruzione della Chiesa di Castagnara dedicata alla Vergine Assunta che venne elevata a parrocchia sul finire del XV sec., quando sotto il pontificato di Paolo IV ricevette l’atto di fondazione ufficiale; questa “cartuccia” o “logora pergamena”, così viene denominata in alcuni documenti, è andata probabilmente persa infatti non è stato possibile ritrovarla tra i documenti dell’archivio parrocchiale.

La Chiesa non divenne subito Parrocchia probabilmente perché a Pietra esisteva già un altro luogo di culto che era ubicato nel luogo ancora oggi chiamato S. Antonino, proprio in ricordo di quella Chiesa dedicata al martire piacentino Antonino; la fondazione di questo tempio si perde nella notte dei tempi e probabilmente risale ad epoca romanica.

La Chiesa di S. Antonino è realmente esistita infatti all’inizio del nostro secolo, mentre si stavano effettuando degli scavi per reimpiantare dei vigneti, venne alla luce una grande quantità di ossa umane segno che in quel luogo si trovava un cimitero.

Il Cerioli ricorda che insieme a quei resti che vennero raccolti e trasportati in un luogo idoneo (probabilmente l’ossario di Castagnara) venne ritrovata una grossa lastra di pietra, che a considerare dalle dimensioni, doveva essere la mensa dell’altare.Oltre a questi reperti si trovarono frammenti della balaustra e una gran quantità di tegole e mattoni; lassù a S. Antonino venne posta una Croce a ricordo dei morti ivi sepolti e una volta l’anno il Parroco di Castagnara celebrava una Messa a ricordo di quei defunti; comunque anche pochi anni fa, sempre in quel luogo, sono tornate alla luce delle ossa umane. La località di S. Antonino si trova appena fuori Pietra de’ Giorgi sulla strada che dalla località Cinque Vie conduce a Boffalora.Ritornando alla fondazione della Chiesa di Castagnara, è doveroso far notare che alcuni storici di inizio secolo considerano la vicenda del miracolo completamente fasulla e priva di fondamento, inventata da qualche Parroco smanioso di rendere famosa la propria Chiesa.Tuttavia queste accuse sono false perché non sono state addotte prove precise che riescano a confutare gli scritti che tramandano la grazia ricevuta. Anche la stessa ubicazione geografica della nostra parrocchiale è una dimostrazione della realtà del fatto; infatti sorge troppo isolata dai due centri abitati più vicini (Pietra e Pecorara) perché qui non sia accaduto nulla. Bisogna considerare appunto il fatto piuttosto inusuale, che una Chiesa venga edificata fuori dal paese diventando così abbastanza scomoda per i fedeli. Poco sopra è stato detto che a Pietra esisteva già un’altra Chiesa e questa con ogni probabilità era la parrocchiale; forse anche a Pecorara, che in quegli anni era un centro di importanza rilevante (rimase comune indipendente fino al 1819) esisteva un luogo di culto.

Se i fatti erano questi a Castagnara non era certo necessaria un’altra Chiesa poiché già ne esistevano due nelle immediate vicinanze; dunque nel lontano 1300 qualcosa a Castagnara è accaduto ed è stato questo qualcosa a spingere un uomo a costruire un Santuario dedicato alla B.V. Assunta, che attraverso diverse vicissitudini è diventato uno dei più belli dell’Oltrepo’ Pavese.

Nel muro esterno della Chiesa di Castagnara sono inseriti due busti, mentre un terzo si trova nel muro esterno dell’Ossario; secondo la tradizione raffigurano Meteliano, la moglie e il figlio e nel campanile è inserita una lapide funeraria di un legionario della XIII legione.Questi piccoli tesori in marmo-arenaria sono senza dubbio di origine romana, infatti risalgono al I° sec. d. C.

Il famoso storico Teodoro Mommsen ha studiato questi busti e ne parla nel suo scritto “Corpus Inscriptionum Latinorum”.Il Cerioli storico di inizio secolo dichiara che queste lapidi provenivano da una villa romana posta tra Mornico e Pietra demolita nel 1800; infatti lo stesso Cerioli dice di aver sentito dire dai più anziani di Pietra che parte dei laterizi della villa demolita erano stati portati a Castagnara.In tutto ciò però c’è una contraddizione poiché questo storico parla del XIX sec. mentre noi sappiamo con certezza che queste lapidi esistevano già nel muro della Chiesa nel 1730, poiché il Can. Odoardo Terenzio parla di busti di granito con sembianze di nobili romani che ricordano secondo tradizione i fondatori della Chiesa, lo stesso Parroco aggiunge poi che i busti potrebbero provenire da qualche antico sepolcro della famiglia Orsini.Comunque basandoci su studi più recenti sappiamo che i nostri busti non sono contemporanei alla venuta di Meteliano nel nostro paese; dunque si può pensare, come dice lo stesso Terenzio, che provengano da qualche tomba della nobile famiglia Orsini e siano state poste qui a ricordo della fondazione della Chiesa.

Quello che ormai sembra sicuro è che questi monumenti risalgono al I° sec. d.C.; ed è molto interessante visitare questi busti poiché mettono in evidenza le tecniche rappresentative e scultoree usate nell’epoca sopracitata. E’ veramente bello che monumenti che ormai fanno parte della storia di un paese non siano finiti in un asettico museo ma sul muro della Chiesa di Castagnara a ricordo delle generazioni che ci hanno preceduto.

La Chiesa di Castagnara dopo essere stata elevata a Parrocchia era diventata il vero e proprio centro spirituale del paese; infatti nel 1578 venne edificata la Cappella di S. Antonio Abate a causa di un voto fatto dai fedeli in occasione della pestilenza che aveva colpito duramente la Parrocchia nel 1574 e ne aveva sterminato la popolazione (inizio della Cappella 21 marzo 1578); da questo momento S. Antonio Abate è diventato il Patrono del nostro Comune e si festeggia la ricorrenza il 17 gennaio.Il tempio nel XVII sec. era diventato troppo piccolo per le esigenze della popolazione che andava via via aumentando e nel 1692 si decise di demolire l’abside e di costruirne una nuova e più grande, nello stesso tempo venne edificato lo svettante campanile su progetto dell’architetto Giovanni Battista Cassano detto Cassanino (probabilmente venne conservata buona parte del vecchio campanile e lo si sopraelevò costruendo la nuova cella campanaria, infatti al di sotto della cella campanaria è possibile vedere otto finestroni murati (due per ogni lato del campanile).Però pochi anni più tardi, nel 1712, vennero iniziati i lavori di costruzione della Chiesa che possiamo vedere ancora oggi; la Chiesa vecchia non venne demolita subito per permettere lo svolgimento delle sacre funzioni e venne utilizzata anche come ponteggio; infatti questa essendo più piccola rimaneva all’interno della più grande Chiesa nuova.

L’attuale Chiesa venne ultimata nel 1731 anno in cui venne edificata la facciata. Il 24 agosto 1706 la Chiesa venne saccheggiata e semidistrutta da dei soldati Germani che andavano in aiuto di Torino assediata dai Gallispani. Nel 1749 venne scavata la nicchia per la nuova statua della Madonna Assunta che fu scolpita in legno quello stesso anno. Il Vescovo di Piacenza autorizzò la costruzione della nicchia e diede la possibilità di utilizzare la nuova statua per la Processione. Le nicchie dove ora si trovano le statue di S. Antonio e del Sacro Cuore vennero scavate nel XX° sec. In Chiesa al posto delle attuali statue si trovavano tre grandi tele ad olio del 600-700 oggi purtroppo andate disperse; una raffigurava la Vergine Assunta, l’altra S. Antonio Abate e San Bovo con al centro il Redentore con le braccia aperte, l’altra ancora rappresentava l’Immacolata ed era posta sopra l’omonimo altare (oggi del Sacro Cuore) che era anche Altare privilegiato; privilegio che più tardi con l’autorizzazione del Papa venne dato all’Altar Maggiore.L’Altar Maggiore di pregevole fattura è del 1730 ed è realizzato in marmo rosso di Verona come la balaustra.

Nel 1845 la Chiesa era diventata troppo piccola per l’accresciuta popolazione del comune di Pietra de’ Giorgi e si decise di realizzare un progetto che prevedeva la demolizione di parte dei muri a nord e a sud con la realizzazione di due navate. Fortunatamente questo progetto non venne mai realizzato altrimenti avrebbe sconvolto notevolmente l’architettura della Chiesa.

Nel 1926 vennero realizzati gli affreschi interni della Chiesa ad opera del pittore Rodolfo Gambini originario di Alessandria e molto attivo nella nostra zona, il lavoro effettuato nella nostra Chiesa è stato considerato uno dei suoi più grandi capolavori; da alcuni anni è in atto un’opera di restauro che speriamo si concluda nel più breve tempo possibile.Di pregevole fattura è anche il pulpito in legno, scolpito a mano nella prima metà del XX° sec. ad opera di una ditta di Ortisei.

Negli anni '30 venne tolto anche l’antico pavimento in cotto e sostituito con l’attuale; nel corso di questi lavori vennero ricoperti gli antichi sepolcri di diverse famiglie nobili della Parrocchia fra questi anche la sepoltura della famiglia Orsini che si trovava ai piedi del Presbiterio. Quando la famiglia fondatrice della Chiesa si estinse, la loro tomba venne utilizzata per la sepoltura dei Parroci.La famiglia Orsini mantenne il iuspatronato sulla Chiesa di S. Maria Assunta in Castagnara sino al XVIII° sec. (i nobili Orsini avevano pertanto il diritto di nominare i Parroci) quando Maria Orsini ultima discendente di questa nobile famiglia cedette per una certa somma di denaro ai nobili Giorgi il iuspatronato della nostra Chiesa.

La Parrocchia di Castagnara fece parte della Diocesi di Piacenza fino al 1805, poi con l’avvento di Napoleone passò alla Diocesi di Casale Monferrato e vi restò fino al 1817 anno in cui venne a far parte della Diocesi di Tortona.

Nelle immediate vicinanze della Chiesa di Castagnara è possibile osservare l’Oratorio della B.V. Addolorata edificato nel XVII sec. ed utilizzato come Chiesa ausiliaria poiché la Parrocchiale era diventata troppo piccola per il gran numero di fedeli.Nel 1824 venne utilizzato come Cimitero infatti nei sotterranei della costruzione si trovano delle camere dove venivano deposti i defunti.

Sul finire degli anni settanta l’Oratorio si trovava in pessime condizioni; infatti un incendio e continue infiltrazioni d’acqua hanno causato il crollo della stupenda volta, che poggiava su una serie di archetti di ricordo bizantino.L’edificio venne restaurato a cura della Soprintendenza ai beni Culturali e Architettonici, ma purtroppo la volta che ricordava quella di S. Sofia a Istanbul era irrimediabilmente andata persa.

La Chiesa Parrocchiale e l’annesso Oratorio dell’Addolorata costituiscono uno stupendo complesso architettonico di grande valore culturale e artistico fiore all’occhiello per il Comune di Pietra de’ Giorgi.


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