mercoledì 28 ottobre 2015

CONFIENZA

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Confienza è un comune situato nella Lomellina nordoccidentale, presso la riva sinistra del Sesia.

Confienza appartenne al Vescovo di Vercelli dal 999 per donazione di Ottone III. Condivise poi le sorti del vicino Robbio, appartenendo ai Signori di Robbio, e mantenendosi nell'alleanza con Vercelli nonostante le pressioni di Pavia. Quest'ultima solo nel 1220 ne ebbe il dominio da Federico II, senza che cessassero le contese con Vercelli.

Nel 1250 è citato nell'elenco delle terre pavesi. Nel secolo successivo, divenuto sede di podesteria, divenne possesso dei Beccaria di Pavia. Nel 1431, sotto i Visconti, viene infeudato ad Alberico da Barbiano insieme a Belgioioso. Nel 1464, sotto gli Sforza, è dato a Fioramonte Graziani. All'epoca dell'occupazione francese del Ducato di Milano, viene in potere di Gian Giacomo Trivulzio, marchese di Vigevano.

Nel 1532 viene staccato dal Principato di Pavia e incluso nel Contado di Vigevano o Vigevanasco. Ritorna comunque ai principi Barbiano di Belgioioso, cui rimane fino all'abolizione del feudalesimo (1797).

Nel 1743 Confienza, con tutto il Vigevanasco, entra a far parte dei domini dei Savoia, cui già dal 1707 apparteneva la Lomellina (in questo periodo quindi Confienza fu un luogo di confine). Nel 1859 fu aggregato alla provincia di Pavia.

Risalgono all'epoca di Giacornino e Pantaleone i due affreschi che adornano la casa ritenuta per antica tradizione il Lazzaretto, ora proprietà dei fratelli Radaelli. Quasi scomparso, per le tinteggiature sovrapposte, il dipinto del cortile nord (si intravede solo un volto di Madonna), sopravvive relativamente risparmiato dal tempo e dalle intemperie quello del cortile sud, a contorno rettangolare, occupa una superficie di circa 5 metri quadrati.
Con delicato senso decorativo dominano al centro sul tronetto le soavi immagini della Vergine e del Bambino e negli scomparti laterali le assorte figure dei Santi Agostino e Rocco.
Ne è tratto così, pur senza la suggestione dello sfondo un complesso ambientale raffinato e armonico.
A destra, lungo il bordo superiore, una iscrizione latina, reca l'indicazione dell'anno e un cristiano augurio di pace: (1496 primo die iunie pax huic domui).
Per grazia di forma e di sentimento l'opera si inserisce degnamente nella corrente artistica del quattrocento lombardo-piemontese, risentendo il nuovo influsso del milanese Boniforte Oldoni, trasferitosi verso il 1460 a Vercelli.
Pure alla scuola vercellese i critici moderni attribuiscono la pala della Crocifissione venerata nella Chiesuola dietro al maggior altare.
Si rinvenne insieme con altre pregevoli pitture del secolo XV, il 2 agosto 1889 nel corso dei lavori di restauro intrapresi dal compianto pievano Teologo Francesco Garrione. La ricopriva il quadro della Madonna del Carmelo ordinato l'8 agosto 1598 dalla compagnia del Rosario.
Lo sfondo, appena accennato a destra da una catena di colli, che si allontanano sotto un cielo velato di nubi, accentua il tono e la solitudine della scena.
La Croce occupa il centro prospettico della composizione. Un tragico colloquio pare crearsi e un dolore esasperato esplodere dalle membra spente del Cristo. Alla Vergine e a Santa Maddalena la morbida rotondiià delle linee, la pacata espressione del gesto, la smorzata vivacità del colore, le ampie pieghe delle vesti conferiscono una dignità grave e melanconica.
L'affresco, collocato per municifenza di alcuni eletti cittadini Confienzesi come attesta l'epigrafe "Baptista Ferr... Antonius Pasagius, Mattea e Maddalena De Faletis iussu qua Bartolomei Faleti hoc opus fieri fecert anno 1583 die 9 augusti", appartiene esteticamente al tardo stile di Bernardino Lanino (1510 - 1586) allievo di Gaudenzio Ferrari (1474-1546), meglio alla scuola o ai figli del Maestro Vercellese, che sfruttarono il nome e i cartoni del padre con grande vantaggio del loro stato finanziario (cfr. Masoero in Numero unico per le feste cinquantenarie della Addolorata 1909).
Singolare decoro di Confienza dunque serbare alla ammirazione degli studiosi la sua preziosa produzione artistica, il cui valore intrinseco dovrebbe assurgere per ogni anituo sensibile a simbolo di storia, a ricordo di nobili secoli, ad auspicio di pace e prosperità.

Confienza nel 1198 possedeva due castelli. Il grande detto Castellaccio, ora scomparso del tutto, sorgeva accanto all'antica Pieve.
Di questo castello poche notizie ci rimangono e si sa soltanto che per qualche tempo appartenne a Vercelli, mentre l'altro, che sorge quasi al centro del paese, apparteneva ai Duchi di Milano.
Tale castello, costruito su un rialzo artificiale, misurava a levante metri 78,85, a ponente a nord e a sud metri 60.
Aveva cinque torri, delle quali una esiste tutt'ora, sebbene un po' modificata, ed è la torre del Comune, sulla quale è collocata una grossa campana che serve, oltre a dare il segnale della scuola e del mezzodì, anche per funzioni religiose.

Si incontra proprio nel centro del paese la Chiesa di San Rocco e si può dire cuore di Confienza, cuore che ha pulsato fin dalle antichità, quando molti uomini devoti del luogo, desiderosi di "repigliar et reasumer una smarrita compagnia" inviarono all'Autorità Diocesana umile supplica a voler concedere la facoltà di convocarsi e pigliar l'abito di disciplinati di tela rude in onore e gloria di San Rocco.

La Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo fu nuovamente restaurata e quasi rifatta nel 1883 su disegno dell'Architetto Cav. Ettore Tartara di Vercelli. E' caratteristica, principalmente per la sua navata centrale, il cui soffitto a cassettoni, con dipinti in finto noce e con grandi rosoni in istile, le dà un'aria severa e nello stesso tempo armonica e fine di bellezza.
In essa si riscontra ancora un'altra opera di valore notevole che è rappresentata da un'affresco che si trova nell'abside, in fondo al Tempio.
Esso mostra, con tinte a tratti decisi, il supplizio di S. Lorenzo, cioè il supplizio del Santo a cui venne dedicata la Chiesa; è una pittura di pregio, forse e significativa.

La Chiesuola è un vero gioiello di architettura gotica.
La sua volta a costoloni salienti verso il cielo, le finestre ogivali da cui piove una mistica luce, il candido altare di marmo Carrara ne fanno un complesso artisticamente armonioso ispirante raccoglimento.
Sulla parete del piccolo coro affiora un magnifico affresco che pare del Lanino o almeno della sua scuola. E' la chiesa delle Consorelle del Carmine, la piccola chiesa che raccoglie nei mesi di maggior lavoro una buona parte della popolazione lontana dalla parrocchia.

Terminata la guerra mondiale del 1915 - 1918, Confienza, per commemorare degnamente i gloriosi caduti per la Patria e lasciarne imperitura memoria ai posteri, si prodigò per l'erezione di un monumento.
A seguito di iniziativa da parte della locale Sezione Mutilati, invalidi di guerra e Combattenti, con l'intervento del Comune, tale Monumento venne eretto, nel 1928, proprio nel centro del comune, in Piazza Cavour.
L'Amministrazione Comunale, in occasione del quarantennio della fine delle ostilità (4 novembre 1958) ha fatto collocare su detto monumento, delle lapidi in marmo recanti i nomi di tutti i caduti e dispersi delle guerre 1915 - 1918 e 1940 - 1845.


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