martedì 27 ottobre 2015

IL REATO STRADALE



Sono notizie di ogni giorno quelle relative ad incidenti stradali che presentano caratteristiche ingiustificabili. Molte sono le vittime innocenti che pagano per il dolo e per la colpa di guidatori che, in stato di ebbrezza o per essersi drogati,  si mettono alla guida di un’autovettura; così come, molti sono gli incoscienti che trasformano la strada in una pista da corsa, convinti di poter correre senza conseguenze e che invece, sono autori di terribili incidenti mortali. Troppo spesso leggiamo che autori di tali atti godono di una ingiustificata clemenza che concede loro non solo tutte le attenuanti del caso ma che, addirittura, gli consente di continuare a guidare nonostante il reato commesso.
E’ ora di cambiare registro e di punire tutti coloro che sono autori di incidenti che, con la casualità, non hanno nulla a che fare.

Entro la fine dell'anno sarà approvata dal parlamento l'introduzione del reato di omicidio stradale. Chi causerà un incidente mortale e non presterà un primo soccorso alle vittime, sarà considerato alla stregua di un assassino. Tanto che l'aggravante potrà farlo sbattere in galera per 18 anni, proprio come per un "omicidio volontario".
La riforma del codice della strada mira a punire pesantemente chi causa un incidente mortale perché si è messo alla guida "sotto l'effetto dell'alcool o in condizione di alterazione per l'uso di sostanze stupefacenti". La nuova legge introduce anche il reato di lesioni stradali. Che prevede: "pena da otto a dodici anni per l'omicidio stradale con ubriachezza e tasso alcolemico superiore a 1,5 mg e per stupefacenti" e pena "da quattro a dieci anni per ubriachezza tra 0,8 e 1,5 mg". Tanto per capirci: 0,8 mg equivalgono a circa 3 bicchieri e mezzo di vino oppure un paio di boccali di birra. "Il pezzo potrebbe uscire dall'Aula con alcune modifiche la più probabile è l'innalzamento del minimo della pena da quattro a cinque anni per la seconda fascia di omicidio stradale".



Chi uccide qualcuno guidando un’automobile o una imbarcazione sotto l’effetto di alcol, droghe rischia il carcere fino a 12 anni - che diventano 18 anni nel caso di omicidio plurimo - e la revoca della patente fino a 30 anni.
 
La commissione ha approvato il testo quasi all’unanimità, con il solo voto contrario di Forza Italia che ha messo sotto accusa soprattutto la sanzione, ritenuta eccessiva, della revoca della patente fino a 30 anni. Perplessità anche da Area popolare che auspica che in aula si affronti la questione con le dovute differenziazioni («sacrosanto punire chi uccide, ma bisogna valutare anche il comportamento passato, i singoli casi», spiega il senatore Carlo Giovanardi) e del gruppo Misto che parla di «luci ed ombre».

Intanto questi sono i punti forti del testo che arriverà in aula. Si introduce, innanzitutto il delitto di omicidio stradale e nautico.  Pene severe anche per chi provoca la morte di una persona in seguito a una manovra pericolosa, anche se non si è sotto l’effetto di alcol o droga: dai 7 ai 10 anni se l’incidente mortale avviene perché si attraversa un incrocio passando con il semaforo rosso o si fa una manovra di inversione del senso di marcia o un sorpasso in prossimità delle strisce pedonali, per fare qualche esempio. La stessa pena sarà applicata anche in caso di incidente mortale in acqua se chi guida l’imbarcazione procede ad una velocità superiore al doppio di quella consentita o se circola in uno specchio d’acqua nel quale non è consentita la navigazione.

C’è poi la revoca della patente, con differenziazioni: se si uccide qualcuno mentre si guida ubriachi la revoca arriva fino a 15 anni; fino a 20 anni, invece, se in passato si è stati già sottoposti all’alcol test. Se, infine, si guida in stato di ebbrezza e si supera il limite di velocità scatta la revoca massima dei 30 anni.

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