venerdì 22 aprile 2016

LA GIORNATA DELLA TERRA

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La Giornata della Terra è oggi, ogni 22 aprile, ed è legata strettamente a una biologa Rachel Carson, la donna a cui il governo degli Stati Uniti chiese a cavallo tra negli Anni 50 un rapporto sullo stato di salute delle coste, e che lanciò per prima l’allarme sull’inquinamento da pesticidi. Nel 1962 uscì il suo “Primavera Silenziosa”, un libro atto di accusa e rapporto su come l’agricoltura intensiva e l’uso della chimica stavano uccidendo il mare e l’ambiente. Il libro fu venduto in milioni di copie e fu il manifesto degli ambientalisti americani che decisero poi nel 1970 di sancire il 22 aprile come Giornata della Terra, l’idea fu del senatore democratico del Wisconsin, Gaylord Nelson, dopo aver visto i grandi movimenti anti guerra nel Vietnam decise che era la stessa strada da seguire per il movimento ambientalista: una grande manifestazione nazionale. Ma a convincerlo fu un fatto di cronaca, un disastro ambientale causato dalla fuoriuscita di petrolio da un pozzo della Union Oil.

Tutti, a prescindere dall'etnia, dal sesso, da quanto guadagnino o in che parte del mondo vivano, hanno il diritto etico a un ambiente sano, equilibrato e sostenibile. La Giornata della Terra si basa saldamente su questo principio. Il 22 aprile del 1970, 20 milioni di cittadini americani, rispondendo a un appello del senatore democratico Gaylord Nelson, si mobilitarono in una storica manifestazione a difesa del nostro pianeta. Oggi, su questo principio quanto mai d'attualità ci si mobiliterà ancora, in 175 paesi del mondo.

Giornata della Terra 2009 ha segnato l'inizio di una grande campagna di sensibilizzazione denominata dagli organizzatori “Green Generation Campaign” i cui punti principali sono la ricerca di un futuro basato sulle energie rinnovabili, che ponga fine alla nostra comune dipendenza dai combustibili fossili, incluso il carbone. Un impegno personale a un consumo responsabile e sostenibile. La creazione di una “economia verde” che tolga la gente dalla povertà con la creazione di milioni di “posti di lavoro verdi” e trasformi anche il sistema educativo globale in un sistema educativo “verde”.

Il 22 aprile 2009, giorno della ricorrenza, è l'occasione per migliaia di eventi organizzati in scuole, comunità, villaggi e città in tutto il mondo. In Italia, per il terzo anno consecutivo, a promuovere la manifestazione sarà Nat Geo Music, il canale musicale di National Geographic.

A Roma, in serata, ci fu un grande concerto a Piazza del Popolo, con Ben Harper e altri artisti internazionali e italiani. Nelle sale cinematografiche anteprima del film Earth - La nostra Terra prodotto da DisneyNature, un inno alla Terra e alla sua bellezza.

Il 22 aprile 2010 a Roma si tenne un concerto al Circo Massimo a cui presero parte Pino Daniele e i Morcheeba.

Dopo la campagna del 2010 per il 40º anniversario della Giornata Mondiale della Terra l'edizione del 2011 sarà organizzata attorno alle “Billion Acts of Green” (Miliardo di azioni verdi). Le “Billion Acts of Green” sono impegni di singoli cittadini, associazioni, aziende, Enti e Governi che puntano a migliorare la vita in maniera sostenibile. L'obiettivo è di far registrare un miliardo di azioni prima del Summit della Terra che si terrà dal 14 al 16 maggio 2012 a Rio de Janeiro in Brasile per sensibilizzare i Governi che parteciperanno a questo fondamentale appuntamento. In Italia è stata avviata una campagna similare chiamata “Azioni del Buon Senso“. Chiunque può registrare la propria azione direttamente dal sito della Giornata Mondiale della Terra prendendo un impegno concreto che permetta di migliorare l'ambiente. Tutte le azioni registrate saranno inviate all'EDN e contribuiranno ad incrementare le “Billion Acts of Green”.

Il 20 aprile 2011 a Roma il concerto si è tenuto a villa Borghese con ospiti del calibro di Patty Smith e Carmen Consoli.

Il 22 aprile 2012 il concerto si è tenuto al Palapartenope di Napoli, al quale hanno partecipato Anggun, Enrico Ruggeri, Mario Riso, i Sud Sound System, Pino Scotto ed altri artisti del progetto Rezophonic; è stato presentato da Serena Dandini. L'obiettivo per la Giornata Mondiale della Terra 2012 era "Mobilitare il Pianeta", ovvero una mobilitazione locale di tutti coloro che intendevano aiutare il pianeta. Centinaia le iniziative locali che hanno provveduto alla partecipazione di migliaia di cittadini italiani.

Durante la Giornata della Terra di oggi nella sede delle Nazioni Unite a New York si svolgerà una cerimonia che darà inizio alla firma del nuovo accordo globale sul clima approvato nell’ultima COP 21 della Convenzione Quadro sul Cambiamento Climatico a Parigi: i rappresentanti dei Paesi dovrebbero anche annunciare i propri programmi per una rapida ratifica e iniziative nuove e più incisive per mantenere il riscaldamento al di sotto di 1,5°C. L’evento avviene con una coincidenza: il 2015 è stato confermato l’anno più caldo mai registrato e i primi tre mesi del 2016 sono stati caratterizzati da temperature record. Saranno presenti oltre 165 leader del mondo all’Onu per la cerimonia di firma dell’accordo raggiunto a Parigi lo scorso 12 dicembre, compreso il premier italiano Matteo Renzi. È un record assoluto per il numero dei Paesi che siglano nella stessa giornata un’intesa internazionale. Non accadeva dal 1982 quando 119 stati firmarono la Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del mare. L’evento coincide, e non a caso, con la Giornata mondiale della Terra. Per il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, l’accordo Parigi, insieme all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, «ha il potere di trasformare in mondo». L’intesa dovrà essere ratificata dei singoli stati ed entrerà in vigore 30 giorni dopo che almeno 55 Paesi che rappresentano il 55% delle emissioni globali di gas serra avranno depositato la ratifica all’Onu.
 
Come accade ogni anno le principali associazioni a tutela dell’Ambiente organizzano eventi e manifestazioni in tutto il mondo, dal Wwf alla Legambiente, tutte propongono celebrazioni e rapporti sulla salute del Pianeta, quasi sempre con dati e percentuali da brivido, tra le temperature sempre in salita e la deforestazione che non si ferma. L’attenzione quest’anno è puntata anche sugli sprechi alimentari, si produce troppo cibo che poi finisce nelle discariche, la produzione implica consumo di energia che così diventa un consumo inutile e dannoso. Nei Paesi industrializzati la maggior parte delle perdite avviene nelle fasi di vendita e consumo, in quelli in via di sviluppo si verifica dopo la raccolta o durante la lavorazione. Ma il risultato alla fine non cambia, perché sia le economie mature che quelle in crescita dissipano all’incirca la stessa quantità di prodotti alimentari, rispettivamente 670 e 630 milioni di tonnellate. È quanto sottolinea, alla vigilia della Giornata Mondiale della Terra, la Fondazione Barilla Center for Food&Nutrition (Bcfn), think tank. La sfida è contrastare le perdite nella fase di produzione agricola, ossia dopo la raccolta nei campi e nella trasformazione degli alimenti. Lo spreco di cibo da parte dei consumatori è in media tra i 95 e i 115 kg pro capite all’anno in Europa e nel Nord America , mentre i consumatori di Africa sub-sahariana, sud e sud-est asiatico, ne buttano via circa 6-11 kg all’anno. Diversa la situazione nei Paesi in via di sviluppo, dove il 40% delle perdite avviene dopo la raccolta o durante la lavorazione, mentre in quelli industrializzati più del 40% degli sprechi si verifica nelle fasi di vendita al dettaglio e consumo finale. «Un terzo del cibo viene buttato l’Italia è in prima fila nella battaglia agli sprechi. Nel nostro Paese recuperiamo ogni anno 550mila tonnellate di cibo che viene distribuito a milioni di persone in difficoltà, ma possiamo e dobbiamo fare di più, arrivando entro il 2016 a 1 milione di tonnellate, con il nostro piano SprecoZero, insieme al Ministero dell’economia, siamo intervenuti per rendere più conveniente per le imprese donare che sprecare» lo ha detto il ministro alle politiche agricole Maurizio Martina


Quest’anno i satelliti Sentinel del sistema europeo Copernicus ci regalano anche le immagini della Terra, immagini magnifiche che dovrebbero convincere tutti ad avere più rispetto per la Terra. Il blu degli oceani, l’ocra dei deserti, il verde dei campi coltivati: ci sono tutte le sfumature dei colori, nei ritratti del Pianeta che i satelliti portano in dono per l’Earth Day. Le nuove immagini, che riguardano deserti, acqua, ghiacci e atmosfera terrestre, vanno ad arricchire la mostra «Il mio Pianeta dallo Spazio - Fragilità e Bellezza», ospitata al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano. Il progetto promosso e organizzato dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa) in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e la Commissione Europea, guida il visitatore nei luoghi più belli e remoti della Terra. Immagini di rara bellezza invitano a riflettere sulla fragilità del nostro Pianeta, minacciato dal cambiamento climatico a livello globale, e su come i satelliti possano contribuire a gestirne gli effetti. Il loro occhio dallo spazio cattura ogni giorno ghiacciai che si sciolgono, oceani che si innalzano, foreste pluviali minacciate dalla deforestazione, terre coltivate che si inaridiscono e megalopoli che crescono in modo incontrollato.
Due promesse per il Pianeta segnano la 46esima edizione della Giornata della Terra: la prima è l'annuncio dell'imminente ratifica, in questo appuntamento simbolico, dell'accordo raggiunto alla Conferenza sul clima di Parigi, la COP21; la seconda è l'impegno, lanciato nella campagna dell'Earth Day 2016, di riempire la Terra con tanti alberi quanti sono i suoi abitanti. Iniziamo dagli alberi.

Trees for the Earth ("alberi per la Terra") è lo slogan scelto quest'anno per lo storico appuntamento dedicato alla salvaguardia del pianeta. L'impegno e l'invito è quello di piantare 7,8 miliardi di alberi da qui al 2020, anno in cui ricorrerà la 50esima edizione dell'Earth Day e in cui dovrebbe entrare in vigore il l'accordo raggiunto a Parigi lo scorso dicembre. Le piante rappresentano un impegno, simbolico e non solo, a limitare le emissioni dannose, ma anche una fonte di aria pulita e sostentamento per le comunità locali.
Dopo la Conferenza di Parigi, i 196 Paesi del mondo che partecipano alla Convenzione Onu per i cambiamenti climatici (UNFCCC) devono formalizzare gli accordi. Il Segretario Generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha voluto far coincidere l'evento con l'International Mother Earth Day (Giornata internazionale della Madre Terra), e alla cerimonia parteciperanno anche rappresentanti della società civile e del settore privato, per discutere impegni economici e strategie per interventi mirati sulle questioni ambientali.
Perché gli accordi abbiano valore legale, però, devono essere sottoscritti da almeno 55 Paesi che, nell'insieme, siano responsabili per almeno il 55 per cento delle emissioni globali. Gli accordi iniziano ad avere valore 30 giorni dopo la firma della 55esima nazione, sempre che sia soddisfatta la condizione del volume globale delle emissioni.
A tutt'oggi circa 155 Paesi hanno confermato l'adesione, ma pur con i volonterosi proclami delle nazioni che hanno partecipato, il processo, simile a quello del Protocollo di Kyoto, potrebbe richiedere molto tempo. Perché nonostante la presenza e la disponibilità di tanti Paesi firmatari, il volume minimo necessario richiesto - ossia quel 55% delle emissioni - è ancora lontano. Mancano infatti i grandi emettitori, come la Cina e gli Stati Uniti, e anche l'Unione Europea. I primi due hanno promesso di firmare entro l'anno (il presidente uscente degli Stati Uniti, Obama, ha interesse a firmare per obbligare il prossimo presidente a rispettare gli accordi). Per quanto riguarda l'Unione Europea, è necessario che i suoi 28 membri raggiungano innanzi tutto un'intesa globale: ma l'adesione rapida della UE è messa in discussione dagli interessi contrastanti degli Stati membri (in particolare quelli dell'Est, ma in parte anche dalla Gran Bretagna) e anche da governi che non si sono mai impegnati troppo in materia ambientale.
Dunque molti firmeranno oggi, per onorare la "Madre Terra".
Ma non sarà sufficiente.



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