venerdì 1 luglio 2016

LA PROVINCIA DI MANTOVA

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La provincia di Mantova confina a nord-est con la Provincia di Verona, a est con Rovigo, a sud con Ferrara, Modena, Reggio Emilia e Parma, a ovest con Cremona e a nord-ovest con Brescia.

I confini amministrativi attuali della provincia hanno profonde radici storiche, corrispondendo in gran parte al Ducato di Mantova che fu uno Stato sovrano di diritto internazionale.

La Provincia di Mantova subentrò al napoleonico Dipartimento del Mincio con la nascita del Lombardo-Veneto nel 1815. In seguito alla Battaglia di Solferino e San Martino del 24 giugno 1859 le truppe franco-piemontesi conquistarono la Lombardia fino alla riva destra del Mincio, e il conseguente Armistizio di Villafranca dell'11 giugno 1859 tra la Francia e l'Austria definì i nuovi provvisori confini, spaccando in due il Mantovano che venne attraversato dal nuovo confine internazionale, considerando neutrale un lembo di terra esteso da Lazise a Borgoforte largo svariati chilometri.

Nel frattempo, su proposta del Ministro degli Interni Urbano Rattazzi, Vittorio Emanuele II emanò il Regio Decreto nº3702 del 23 ottobre 1859 sul Nuovo ordinamento comunale e provinciale del Regno (Decreto Rattazzi), e i comuni della Provincia di Mantova ricadenti a ovest del confine stabilito con l'armistizio di Villafranca furono giocoforza inseriti nelle province di Brescia e Cremona. L'Armistizio di Villafranca fu poi ratificato nel Trattato di Zurigo del 10 novembre 1859. Un atto di delimitazione dei confini tra le provincie italiane dell'Austria e il Regno di Piemonte-Sardegna avvenne a Peschiera il 16 giugno 1860. Con Legge nº106 del 26 luglio 1861 la frazione di Borghetto (Comune di Valeggio), situata sulla destra del fiume Mincio, è aggregata al Comune di Volta. Il Comune di Scorzarolo è soppresso, il territorio e l'abitato di Scorzarolo ricadenti nel Regno d'Italia vanno al Comune di Marcaria, la frazione di Ronchi e Balconcelli al Comune di Castellucchio.

Solo con la Pace di Vienna (1866) tra Italia e Austria quest'ultima acconsentì alla riunione del Regno Lombardo-Veneto al Regno d'Italia, nei limiti dei confini del Regno al momento della Pace, con i francesi che aggiunsero "sotto riserva del consenso delle popolazioni debitamente consultate", sebbene nei fatti il governo italiano procedette senza attendere ad espandere la propria giurisdizione. Con plebiscito del 21 e 22 ottobre 1866 la Provincia di Mantova e le Venezie rientrano nel Regno d'Italia. Il Regio decreto 4 novembre 1866 nº3300 e la Legge 18 luglio 1867 nº3841 formalizzarono questo passaggio.

La provincia fu ricostituita il 22 febbraio 1868, data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell'apposita Legge 9 febbraio 1868 n.4232, ristabilendo i confini della precedente Circoscrizione territoriale austriaca originari nel 1868, salvo una serie di piccoli aggiustamenti. La legge in oggetto comportò un'eccezionalità della provincia mantovana, che venne esplicitamente restaurata nella sua forma asburgica senza soluzione di continuità, e ciò sulla base dei fatti, dato che anche la Congregazione Provinciale austriaca era stata fino ad allora mantenuta. A partire dal 1º luglio, sulla base di quanto stabilito dal Regio Decreto 9 febbraio 1868 nº4236 e dal Regio Decreto 8 marzo 1868 nº4289, furono riattivati gli undici distretti austriaci nei loro confini del 1858, escludendo la ripartizione in circondari.

Lo stemma della Provincia, contenente i simboli di Mantova, Bozzolo e Castiglione delle Stiviere, riassume in sé l'unione di quelle tre aree e fu adottato al posto del precedente, dietro pressione di casa Savoia, la quale poco gradiva l'aquila gonzaghesca, troppo simile a quella austriaca.

Anche la Provincia di Mantova è stata duramente colpita dalle scosse del maggio 2012 con epicentro in Emilia. I comuni maggiormente danneggiati sono quelli dell'Oltrepò Mantovano appartenenti al cosiddetto "cratere sismico", in particolare Moglia, Gonzaga, Quistello, San Benedetto Po, Pegognaga, Poggio Rusco, San Giacomo delle Segnate e San Giovanni del Dosso. In questi comuni si sono avuti danni ingentissimi a edifici pubblici e religiosi, che in molti casi sono stati distrutti, ma anche all'edilizia residenziale e industriale. Seri danni si sono registrati anche a Mantova dove sono stati lesionati monumenti ed edifici di grande rilievo storico e artistico come Palazzo Te, Palazzo Ducale e il Palazzo della Ragione. Gravemente lesionata la cupola della Basilica Palatina di Santa Barbara dove è crollata la lanterna posta sulla cupola compromettendone la struttura.

Moglia risulta essere il comune più danneggiato soprattutto per quanto riguarda i danni all'edilizia abitativa che hanno portato, soprattutto a seguito delle scosse del 29 maggio, ad avere quasi mille sfollati. I danni maggiormente visibili riguardano chiesa e municipio che sono crollati sulla piazza antistante. Nella fase successiva all'emergenza risultavano essere 3000 gli sfollati nella Provincia. 21 Campi sfollati sono stati aperti in 14 comuni dei quali i più grandi erano quelli di Poggio Rusco (in cui erano presenti 2 Tendopoli e una struttura coperta per un totale di 350 posti) che ospitarono circa 400 persone, Moglia in cui venne allestito un campo gestito dalla protezione civile regionale che ospitò un massimo di 360 persone, Pegognaga che ospitò un massimo di 350 persone e San Giacomo delle Segnate dove nel campo gestito dalla Protezione civile delle varie Province lombarde sono state ospitate 300 persone. Il patrimonio artistico e monumentale dei comuni colpiti ha subito danni ingentissimi: secondo la sovrintendenza numerose sono le chiese a codice rosso tra cui la Chiesa di San Giovanni Battista a Moglia, la Chiesa di San Bartolomeo Apostolo a Quistello, le parrocchiali di Poggio Rusco, San Giovanni del Dosso, San Giacomo delle Segnate e Schivenoglia e infine il complesso Monastico di San Benedetto Po. I centri storici, esattamente come in Emilia, si sono trasformati in zone rosse e con gravi danni alle attività commerciali situate in essi. Per quanto riguarda l'economia locale i danni più ingenti in provincia si sono registrati all'agricoltura: 270 milioni di euro i danni all'agricoltura mantovana.Migliaia di forme di Parmigiano Reggiano e Grana Padano sono cadute dalle scaffalature; ingenti danni anche a stalle, fienili e aziende agricole. Il comparto industriale è risultato meno colpito rispetto a quello emiliano e i danni maggiori si sono avuti nei comuni di Moglia, Gonzaga, Quistello e Poggio Rusco, comuni che ospitano zone industriali dove numerose aziende, a causa dei capannoni inagibili, sono state costrette a ricorrere alle tensostrutture. Le scosse hanno suscitato ripercussioni anche per quanto riguarda l'edilizia civile. Risultano circa 3500 le abitazioni danneggiate in Provincia di Mantova. La situazione più critica è nei comuni di Quistello, Moglia, Gonzaga, San Giacomo delle Segnate e Poggio Rusco che da soli contano la quasi totalità delle 1500 abitazioni dichiarate inagibili in tutta la provincia. Circa 28 edifici scolastici sono risultati inagibili; i comuni di Pegognaga, San Giacomo delle Segnate, Poggio Rusco e Moglia sono stati costretti a ricorrere all'utilizzo di strutture prefabbricate provvisorie. In questi ultimi due comuni si sono registrati disagi nelle procedure di appalto delle strutture che hanno rischiato di compromettere il regolare svolgimento dell'anno scolastico; tali disagi sono stati prontamente risolti da Regione e amministrazioni comunali. In Provincia di Mantova non si sono contati morti.

La provincia mantovana costituisce la propaggine sud-est della Lombardia, incuneata tra Veneto ed Emilia-Romagna, la cui forma sembra rassomigliante ad un triangolo rettangolo.

Il territorio della Provincia di Mantova è prevalentemente pianeggiante; a nord è presente una zona collinare costituita dall'anfiteatro morenico del Lago di Garda digradante verso la Pianura Padana. L'area orientale a sinistra del Po è caratterizzata da una zona pianeggiante dolcemente ondulata mentre la pianura a ridosso del Po, che sulla riva destra costituisce l'Oltrepò mantovano, è totalmente piatta.

La provincia è generalmente suddivisa in tre settori, marcati da lievi differenze culturali e linguistiche: l'Alto Mantovano, corrispondente alla zona nord posta al di sopra della linea immaginaria tra Asola e Goito; il Basso Mantovano, identificabile nella zona posta al di sotto della latitudine di attraversamento del Po; il Medio Mantovano, posto centralmente alle due zone precedenti.

Caratteristica geografica peculiare è la ricchezza di acque, diversi fiumi l'attraversano: il Po, il tratto finale dell'Oglio e del Chiese suo affluente, il tratto finale del Mincio, il tratto finale del Secchia, la parte nord-est della provincia rientra nel bacino del fiume Tione, affluente di destra del Tartaro che raccoglie le acque di risorgiva (detti fontanili) di quell'area. Il Mincio attorno a Mantova crea dei laghi (Laghi di Mantova), unici laghi di rilievo estesi interamente in Pianura Padana. Moltissimi sono i canali, dedicati all'irrigazione o alla bonifica.

L’Alto mantovano, che si estende dalla pianura alle colline dell’anfiteatro morenico del Garda, offre un paesaggio vario e, talvolta, di incomparabile bellezza. La fascia collinare con i suoi dolci declivi, i suoi vigneti e i percorsi a piedi, in bicicletta e a cavallo, propone un paesaggio dolce e di grande impatto.
Tutta questa zona presenta anche significativi esempi di architettura, specie medioevale (castelli, mura e borghi fortificati), e religiosa.

Il Medio mantovano, dove si trova Mantova, è un'area pianeggiante, attraversata dal Mincio e chiusa a sud dal Po. Dal punto di vista paesaggistico sono interessanti soprattutto le zone umide, quali le valli del Mincio fra Rivalta e le Grazie, i laghi di Mantova, la Vallazza e la Garzaia di  Valdaro, aree protette di grande rilevanza che rientrano nel Parco del Mincio, l’ente proposto alla salvaguardia oltre che delle sponde del fiume, anche delle zone circostanti, dal Garda al Po.

Il territorio dell’Oglio Po si caratterizza per la ricchezza delle acque e delle zone umide divenute zone protette dal Parco Oglio Sud, che pure è a cavallo fra le provincie di Mantova e Cremona.
Troviamo così la garzaia di Pomponesco e le torbiere di Marcarla, interessanti sia dal punto di vista naturalistico che paesaggistico. L’agricoltura e l’agroalimentare sono elementi importanti dell’economia della zona.

L’ Oltrepo mantovano è la zona della  provincia in destra Po  fino all’Emilia, che pure esercita un notevole influsso (dialetto, mentalità.  Il  territorio, estremamente fertile e ricco di produzioni agricole,  lega  la sua storia e  la sua economia al grande fiume, vero padre padrone, che spesso ha fatto sentire la sua forza con ricorrenti inondazioni. L’arginatura dell’alveo fluviale ha reso più sicure queste terre; l’ agricoltura ricca e specializzata produce  meloni, zucche, pere, angurie, cipolle. Notevole l’allevamento suinicolo e bovino.

Il 12,8% dei residenti in provincia, cioè 53.259, erano cittadini stranieri di ben 134 nazionalità e un apolide. La crescita della popolazione provinciale continua nel suo trend positivo pur non essendo più influenzata dagli effetti prodotti dal cosiddetto decreto flussi (Legge Bossi-Fini) con la quale molti stranieri furono regolarizzati nel biennio 2003-2004.
La comunità straniera più numerosa al 31/12/2010 si è rilevata essere quella indiana con 9.053 persone, seguita dalla comunità marocchina con 8.198 individui; con più di 6.000 componenti la comunità rumena e con più di 4.000 la cinese e l'albanese.

La provincia di Mantova è divisa in tre grossi gruppi dialettali: il dialetto mantovano puro (parlato a Mantova città e nella fascia centrale della provincia, appartenente all'Emiliano ma di transizione con il dialetto veronese e il dialetto alto mantovano), il dialetto alto mantovano (di natura prevalentemente lombardo orientale ma con evidenti influssi del mantovano cittadino, parlato nell'Alto Mantovano, ossia la zona settentrionale della provincia di Mantova), e il dialetto basso mantovano (di natura emiliana pura, di transizione con il ferrarese, il mirandolese e il guastallese, parlato nella zona meridionale della provincia, per l'appunto nell'Oltrepò mantovano).

Vicino al confine veronese (Ostiglia, Castel d'Ario) è percepibile la commistione col dialetto veronese (Monzambano, Roverbella, Castelbelforte, Casteldario ecc.). Abbastanza evidente è l'influenza del dialetto ferrarese sui comuni confinanti con tale provincia.

Nelle zone sud-orientali della provincia, al confine fra le provincie di Cremona e Mantova, si trova invece l'area dialettale del dialetto casalasco-viadanese, un idioma che per inflessioni, cadenze e modi di dire rappresenta un dialetto di transizione fra il dialetto mantovano, il dialetto cremonese e il dialetto parmigiano, fra i quali è incuneato. È parlato nei comuni di Gussola, Martignana di Po, Casalmaggiore, Rivarolo del Re ed Uniti, Sabbioneta, Viadana, Pomponesco e Dosolo.

La città di Mantova, sede della Corte dei Gonzaga, il cui dominio era esercitato sul territorio dell'attuale omonima provincia, fu una delle capitali politiche e culturali del Rinascimento italiano. L'illustre tradizione culturale, appannatasi dopo il Sacco di Mantova del 1630 e la fine del ducato gonzaghesco, è stata rinnovata da iniziative quali, dal 1997, Festivaletteratura e da importanti eventi espositivi come nel 2002 la Celeste Galeria su iniziativa del Centro Internazionale d'Arte e di Cultura di Palazzo Te, istituzione culturale creata nel 1990.

Il principale quotidiano provinciale, la Gazzetta di Mantova, può fregiarsi del titolo di più antico giornale d'Italia, essendo stato fondato nel 1664. La provincia di Mantova ha dato, altresì, i natali a uno dei più illustri editori italiani, Arnoldo Mondadori, nato a Poggio Rusco, che iniziò la sua attività tipografica ed editoriale a Ostiglia.

Fu a partire dal racconto storico "Un ricordo di Solferino", che Henry Dunant scrisse a seguito dell'esperienza vissuta a Solferino e a Castiglione delle Stiviere l'indomani della battaglia di Solferino e San Martino (24 giugno 1859), che prenderanno gradualmente forma la Croce Rossa Internazionale e la Convenzione di Ginevra.

Nella provincia di Mantova è diffuso il loghino, una costruzione rurale costituita dall'abitazione del contadino, con annessi il fienile e la stalla.

Lo sport più diffuso nella provincia è il calcio, del quale la squadra di maggior blasone è il Mantova Mantova che attualmente milita nel campionato di Lega Pro. Nel suo passato si annoverano 12 partecipazioni alla serie A, l'ultima delle quali nella stagione 1971-72. Partecipò altresì per 17 volte a campionati di serie B, l'ultimo nella stagione 2009/10.
Nella stagione 2012-2013 ha esordito in Seconda Divisione lo Sterilgarda Castiglione Sterilgarda Castiglione che vi rimase due anni. Guadagnò a maggio 2015 il ritorno in Lega Pro, ma vi rinunciò. Fino al 2015 ha militato nel campionato di Serie D la Castellana Castellana.
Altre squadre mantovane in passato hanno disputato campionati professionisti come il Suzzara Suzzara, che disputò anche due campionati di serie B nell'immediato secondo dopoguerra, e la Poggese Poggese che disputò un campionato di C2 nel 2001/02.

Importante la tradizione rugbystica con il Rugby Viadana e il Rugby Mantova. La squadra viadanese ha vinto lo scudetto nazionale nel campionato 2001-02, la Coppa Italia negli anni 2000, 2003, 2007 e 2013, una Supercoppa italiana nel 2007 e vanta numerose partecipazioni in Heineken cup la coppa campioni del rugby.

Nella specialità del tennis tavolo, straordinariamente rilevanti a livello nazionale e internazionale i risultati conseguiti dalla Sterilgarda Castel Goffredo che in campo maschile ha vinto 4 scudetti (2003/04/09/10) e che ha conquistato ben 13 vittorie del campionato di serie A con la squadra femminile iniziando dal 1996 una serie quasi ininterrotta conclusasi nel 2010. La Sterilgarda Castel Goffredo femminile divenne Campione d'Europa negli anni 2006 e 2007. Comunque il tennis tavolo mantovano aveva già raggiunto risultati di vertice negli anni sessanta del XX secolo, quando la squadra maschile di Asola conquistò lo scudetto nazionale nel 1964 e nel 1970.

Molto diffusa in provincia, soprattutto nell'Alto Mantovano, l'attività agonistica del tamburello, tanto che nell'anno 2012 sono state cinque, tra dodici, le formazioni mantovane partecipanti al campionato di serie A: AT Medole, Solferino, AT Ennio Guerra Castellaro, Cavrianese e Malavicina.
A partire dal 1947, quando la Polisportiva Castel Goffredo si aggiudicò il suo primo scudetto, il campionato di serie A di tamburello è stato vinto più volte da formazioni mantovane: Polisportiva Castel Goffredo (3), Medole Canova Martini (3), AT Ennio Guerra Castellaro (2), G. Carpani Goito (2), Ongari Marmirolo (2).

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