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mercoledì 30 settembre 2015

LA FESTA DEI NONNI



La Festa dei nonni è una ricorrenza civile introdotta in Italia con la Legge 159 del 31 luglio 2005, quale momento per celebrare l'importanza del ruolo svolto dai nonni all'interno delle famiglie e della società in generale.

Viene festeggiata il 2 ottobre, data in cui la chiesa cattolica celebra gli Angeli custodi.

Il compito di promuovere iniziative di valorizzazione del ruolo dei nonni, in occasione di tale data, spetta per legge a Regioni, Province e Comuni.

La Festa dei Nonni è stata introdotta negli Stati Uniti nel 1978 durante la presidenza di Jimmy Carter su proposta di Marian McQuade, una casalinga del West Virginia, madre di quindici figli e nonna di quaranta nipoti. La McQuade iniziò a promuovere l’idea di una giornata nazionale dedicata ai nonni nel 1970, lavorando con gli anziani già dal 1956. Riteneva, infatti, obiettivo fondamentale per l’educazione delle giovani generazioni la relazione con i loro nonni, portatori di conoscenza ed esperienza.

Negli Stati Uniti la festa nazionale dei nonni viene celebrata ogni anno la prima domenica di settembre dopo il Labor Day.

Nel Regno Unito, introdotta nel 1990, dal 2008 viene celebrata la prima domenica di ottobre.

In Canada viene celebrata dal 1995 il 25 ottobre.

In Francia, i nonni e le nonne sono festeggiati ogni anno separatamente. La Festa della Nonna già dal 1987, la prima domenica di marzo. Dal 2008 è stata introdotta la Festa del Nonno la prima domenica di ottobre.

In Italia nasce per volontà di Franco Locatelli (Presidente dell'Unione Nazionale Florovivaisti - Unaflor), Arturo Croci, Wim Van Meeuwen e Walter Pironi del comitato ufficiale della Festa dei Nonni 1997.

Il fiore ufficiale della Festa dei Nonni è il Non-ti-scordar-di-me.

Secondo la tradizione, la denominazione di "non-ti-scordar-di-me" sarebbe legata a una leggenda germanica, secondo la quale Dio stava dando il nome alle piante quando una piantina, ancora senza nome, gridò: "Non ti scordar di me, Dio!" e Dio replicò: "Quello sarà il tuo nome!".

Secondo una più recente leggenda, il nome sarebbe invece legato a un avvenimento occorso lungo il Danubio, in Austria: due giovani stavano scambiandosi le promesse attraverso il simbolo di questo fiore, ma lui cadde nel fiume e le gridò tale frase come promessa di eterno amore.

La canzone della Festa dei Nonni "Tu sarai" è stata scritta e realizzata nel 2005 dal cantautore Walter Bassani nell'ambito del progetto di comunicazione sociale della FAI (Federazione Autotrasportatori Italiani). La sua prima versione venne interpretata da Peter Barcella. Il brano è diventato la colonna sonora del concorso scolastico nazionale di "OKAY" "Fiori e poesie per i Nonni" e successivamente la colonna sonora del corto cinematografico "Tu sarai" dell'Istituto comprensivo di Montefalcone (BN). Questo corto realizzato dai bambini sul tema della canzone ha vinto il primo premio ai concorsi internazionali " Festa del Cinema di Roma 2007 Sez."Corti Scuola K12", Festival del Cinema di Chianciano Terme 2008 Sez."Corti Scuola e Festival del Cinema di Telesia 2008 Sez."Corti Scuola", per il messaggio che unisce le generazioni. "Tu podràs" (la versione in lingua spagnola di "Tu sarai") è la sigla ufficiale della "Fiesta de los abuelos" in Spagna nell'ambito del progetto "Crecemos juntos". La versione in lingua tedesca di "Tu sarai" porta il titolo di "Tag für tag" ed è la canzone ufficiale della "Festa dei Nonni" del Sud Tirolo con l'omonimo videoclip girato nella Val Sarentino con i Nonni e i bambini del luogo. La versione inglese di "Tu sarai" porta il titolo di "Day by day", il brano è stato presentato negli "U.S.A. ad Orlando in occasione della Fiera mondiale delle piante e dei fiori e del giorno mondiale dell'ONU dedicato ai Nonni. Il messaggio della canzone "Tu sarai" è stato premiato con il "Garofano d'argento 2011". Il premio è stato assegnato all'autore della canzone della "Festa dei Nonni" Walter Bassani per il forte messaggio che unisce le generazioni. Suor Miriam Castelli ha presentato il messaggio di "Tu sarai" in tutto il mondo nella sua trasmissione "Cristianità" in onda su Rai International (ottobre 2011).

Il brano dal titolo "Ninna Nonna", scritto da Igor Nogarotto e Gregorio Michienzi, due autori astigiani (in arte I 2 Così), dal 2006 è stato riconosciuto in via informale come "Canzone Italiana dei Nonni"



Figure insostituibili capaci di risolvere mille problemi pratici ai genitori di oggi: i nonni non sono più soltanto quelle figure parentali affettuose che amano incondizionatamente i nostri bambini e tramandano storie e saggezza del passato. I nonni vanno a prendere i bimbi a scuola, li accudiscono se sono malati, li accompagnano a nuoto... svolgono quel lavoro che la carenza di strutture e la poca flessibilità lavorativa impedisce ai genitori di svolgere in prima persona.

La tradizione italiana di affidare i figli alle cure dei nonni è diventata una necessità per molte famiglie. Secondo una recente ricerca sono ben il 37% le famiglie con figli fino a 14 anni che si affidano giornalmente alle cure dei nonni, mentre in Europa il dato è molto più basso: il 15% in Germania e il 2% in Svezia. Ci sono poi quei genitori (il 45%) che fanno ricorso alla cura dei nonni-sitter una volta alla settimana (30% in Francia e 20% in Svezia).
Coltivare il rapporto nonni-nipoti è molto importante per i bambini, li fa sentire parte di una "famiglia allargata". Molto precocemente i piccoli apprendono le loro radici e sono affascinati dai racconti sull'infanzia dei genitori... esperienze che solo un nonno può tramandare. Il maggior tempo libero dei nonni già in pensione fa sì che i bambini possano fare esperienze uniche come coltivare un orto o fare la pasta fatta in casa.
Quello che lascia l'amaro in bocca è che questo rapporto non si instauri solo per il piacere di stare insieme, ma che i nonni debbano sopperire alla carenza di asili nido, ai costi di una baby sitter e alla mancanza di politiche adeguate a sostegno della flessibilità negli orari di lavoro.

Solo il 14% dei bambini tra zero e 2 anni è iscritto a un asilo nido pubblico. Un dato ancora troppo basso e che non può garantire alle mamme un rientro al lavoro sereno dopo la maternità. Infatti le donne che non lavorano più a distanza di due anni dal parto sono sempre più numerose: il 22,3% nel 2012 (contro il 18,4% nel 2005, dati Istat). Un incremento preoccupante, che vede ancor più fondamentale il ruolo dei nonni che si prendono cura dei bambini.
E anche in quelle famiglie dove si sceglie o si può far frequentare un asilo nido al proprio bambino, il ruolo dei nonni è fondamentale. Ad esempio durante le malattie stagionali, che sono quasi all'ordine del giorno nei primi anni di comunità e che comporterebbero continue assenze lavorative da parte dei genitori.

I nonni sono importanti anche per la cura della casa: una ricerca della Camera di Commercio di Milano ha quantificato in cinquanta miliardi di euro il risparmio delle famiglie che si affidano ai nonni anziché far ricorso a colf e baby sitter. Ancor prima di avere dei bambini, queste figure parentali sono fondamentali per le giovani coppie, con veri e propri aiuti economici.

Ma se oggi una gran parte delle mamme può affidarsi all'aiuto dei nonni, questo "welfare familiare" è destinato ad esaurirsi nel giro di poche generazioni, a causa dell'aumento dell'età pensionabile e l'età sempre più avanzata delle neomamme. Se oggi una mamma di 40 anni può contare sui propri genitori per la cura dei figli e della casa, lo stesso non potranno fare quei bambini arrivati all'età adulta. Perché le nonne delle prossime generazioni saranno sempre più anziane. Ma si spera che fino ad allora le politiche sociali per l'aiuto all'infanzia facciano grandi passi in avanti.




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lunedì 2 marzo 2015

QUARTIERI MILANESI : GRATOSOGLIO

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Il Gratosoglio (Grattasoeuj in dialetto milanese) è un quartiere di Milano posto nella periferia meridionale della città, appartenente alla Zona 5. In precedenza borgo rurale facente parte dei Corpi Santi di Milano, venne annesso al comune di Milano nel 1873.

Originariamente villaggio a vocazione agricola lungo il fiume Lambro meridionale, apparteneva ai Corpi Santi di Milano, Gratosoglio nel ventunesimo secolo è un quartiere di edilizia popolare che sorge intorno ad un asse centrale costituito da via dei Missaglia. Occupa una superficie di 422.000 m2 ed ospita 9.838 abitanti.

Il quartiere è nato nei primi anni sessanta su iniziativa dell'Istituto Autonomo Case Popolari di Milano, in collaborazione col Comune di Milano, in un periodo in cui vi era forte richiesta di alloggi popolari per la grande pressione migratoria dei lavoratori che dalle regioni del sud Italia venivano a lavorare nelle industrie del Nord. Il piano quadriennale dal 1962 al 1965 prevedeva l'edificazione di 21.000 alloggi. Impiegando per la prima volta in modo massiccio le tecniche di costruzione con materiali prefabbricati, vennero realizzati 52 edifici di 9 piani (di lunghezza variabile tra i 50 ed i 90 metri) e, circa un decennio dopo, 8 torri di 16 piani, alte 56 metri (le famose "Torri Bianche" progettate dal famoso studio di architettura BBPR).

Nonostante le problematiche strutturali e logistiche iniziali (pavimentazione dei marciapiedi posticcia, collegamenti pubblici con il centro di Milano precaria, negozi alimentari carenti, ecc.) fino a metà anni '70, il quartiere ebbe una vivacissima vitalità sociale grazie a iniziative di gruppi di famiglie che organizzavano gare, tavolate, e feste in ogni parte. Un ruolo importantissimo fu svolto dall'attivissima Chiesa: la parrocchia di S.Barnaba gestita laboriosamente da don Ernesto Prina (Varese, 1º gennaio 1940 - Varese, 7 aprile 2011) e da don Alberto Nordi, posta al centro del quartiere e base per tantissimi eventi culturali e sportivi. Anche le organizzazioni sindacali diedero un solido appoggio nel superamento dei vari problemi del nuovo quartiere.

Inoltre il quartiere si caratterizzò per la presenza di molti spazi verdi, molte strutture sportive ad uso pubblico e di strutture scolastiche sperimentali di primissimo ordine (con mense scolastiche, palestre, piscine e laboratori). Purtroppo con la crisi economica di metà anni '70, con l'evoluzione anagrafica degli abitanti che portò la maggior parte di essi a frequentare maggiormente il centro di Milano, con l'esplosione del problema droga e malavita locale, l'iniziale vivibilità scomparve e trasformò, per molto tempo, Gratosoglio in un tipico quartiere dormitorio, emarginato dal resto della città e con un tessuto sociale deteriorato nonostante tutte le promesse delle amministrazioni succedutesi negli ultimi 20 anni.

Attualmente è in corso un turn-over degli abitanti per motivi anagrafici: i primi abitanti, oggi molto anziani, lasciano il posto a famiglie che, spesso, arrivano da paesi stranieri. Da qualche tempo sono in atto iniziative tese a fornire luoghi di aggregazione e di vita sociale meno alienata.

La maggior parte dei palazzi sono stati restaurati in modo radicale e il rinnovamento sarà esteso a tutto il quartiere. Oggi non può più essere considerato un quartiere degradato, nonostante il pensare comune, in quanto è un quartiere per la maggior parte residenziale (si prendano in considerazione "Le Terrazze" e il complesso di via Guido de Ruggiero e via Minerbi, con parchi giochi, percorsi per jogging, aree verdi e strade pedonali).

Dal 2007 all'interno del quartiere è attivo un teatro, il "Teatro Ringhiera", presso il centro civico di via Boifava.


LEGGI ANCHE : asiamicky.blogspot.it/2015/02/milano-citta-dell-expo-conosciamola.html

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lunedì 23 febbraio 2015

ANDIAMO IN BORSA

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L.O.V.E., comunemente nota come “Il Dito” è una scultura posta al centro di Piazza degli Affari a Milano, opera dell’artista italiano Maurizio Cattelan. L’opera è collocata di fronte a Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa. Il nome è un acronimo di libertà, odio, vendetta, eternità. La scultura è alta 4 metri e 60, che diventano 11 complessivi contando il basamento, ed è realizzata in marmo di Carrara.

L'opera raffigura una mano intenta nel saluto fascista ma con tutte le dita mozzate - come se erose dal tempo - eccetto il dito medio. Il gesto irriverente, che contrasta ironicamente con lo stile classico e monumentale dell’opera, sembra così rivolgersi sia all’architettura del ventennio di Palazzo Mezzanotte sia al mondo della finanza che esso rappresenta. È stata inaugurata il 24 settembre 2010 dal sindaco Letizia Moratti. Inizialmente si era previsto che la scultura rimanesse nella piazza soltanto per due settimane, ma nel 2012 la giunta Pisapia decise di lasciare la sua collocazione nel cuore della finanza italiana, grazie all’intervento dell’assessore alla cultura Stefano Boeri.

La scultura è stata spesso associata ai temi della crisi economica e della protesta contro l'alta finanza, associazione che Cattelan non ha mai avallato esplicitamente. Il 23 febbraio 2013, in occasione della Settimana della moda, degli attivisti di Greenpeace hanno coperto il dito con un guanto verde per chiedere all’industria della moda maggiore attenzione ai temi ambientalisti.

La borsa valori di Milano è sorta nel 1808 per volontà del napoleonico viceré del Regno d'Italia Eugenio di Beauharnais e venne inizialmente collocata presso il Palazzo del Monte di Pietà. Sebbene le contrattazioni fossero ridotte, lo spazio era troppo ristretto e così già nel settembre del 1809 si decise di trasferire gli scambi in Piazza Mercanti presso il Palazzo dei Giureconsulti, oggi sede della Camera di Commercio di Milano e che ospitò la Borsa di Milano per quasi un secolo.

Dopo il periodo napoleonico Milano ritornò a essere controllata dagli Austriaci, parte del Regno Lombardo-Veneto e un decreto imperiale del maggio 1816 ribadì i compiti e finalità della Borsa.

Con la nascita dell'Italia unita, sulla Borsa vennero quotate, con l'intermediazione di banche su base azionaria come il Credito Mobiliare e la Banca Generale e molte case bancarie private milanesi, come Achille Villa, Burocco Casanova, Giulio Belinzaghi, Zaccaria Pisa, Vonviller & C., Weill-Schott, ingenti quantità di titoli di debito statali, necessari a ripagare gli sforzi finanziari sostenuti per l'unificazione, a cui si aggiunsero titoli di poche grandi società private come banche, compagnie ferroviarie e assicurazioni.

Tra i maggiori titoli industriali tra il 1862 e il 1894 le azioni e le obbligazioni Società per le strade ferrate meridionali, Società ferrovie del mediterraneo, Navigazione generale italiana, Acciaierie e fonderie di Terni, Società generale immobiliare, cui si aggiungevano i titoli della Banca Nazionale nel Regno d'Italia e del Credito Mobiliare.

La seconda rivoluzione industriale in Italia si manifestò con un po' di ritardo anche a causa della mancanza di materie prime e della non facilità di capitali mobilitabili. Nonostante questo gli ultimi due decenni dell'Ottocento, in particolare dal 1895, furono caratterizzati da una crescita economica e industriale molto intensa, sospinta dal governo e coadiuvata da banche milanesi come la Banca Commerciale Italiana (1894-5), il Credito Italiano (1895) e altre banche e banchieri; la Borsa venne scelta quale via per il coinvogliamento di capitali nelle grandi imprese e alcune banche si specializzarono appunto in questa funzione di intermediazione e garanzia verso il pubblico. Così i titoli azionari quotati a Milano aumentarono da 23 del 1895 a 54 del 1900, per toccare i 160 titoli nel 1913.

La rapida crescita del mercato mobiliare già sul finire del XIX secolo, rese il Palazzo dei Giureconsulti non più sufficiente ad accogliere tutti gli operatori, così fu deciso di realizzare un nuovo edificio specificatamente destinato a questo in Piazza Cordusio. Palazzo Broggi (opera di Luigi Broggi, oggi sede centrale milanese delle Poste Italiane) venne inaugurato nel 1901.

Nel corso del XIX secolo si erano diffuse anche piazze di scambio minori e con funzione prettamente regionale come la Borsa Valori di Roma, la Borsa Valori di Torino, la Borsa Valori di Bologna, la Borsa Valori di Genova e la Borsa Valori di Firenze.

La Borsa di Milano emerse su tutte le altre poiché su di essa erano quotate le principali società industriali italiane, e per questo i volumi degli scambi aumentarono ancora considerevolmente. Alla metà degli anni venti Palazzo Broggi si decise che non bastava più e nel 1928 venne assegnata a Paolo Mezzanotte la realizzazione della nuova (e ultima) sede: Palazzo Mezzanotte (1932) in Piazza Affari.

La forte riduzione della liquidità, attuata dalla Banca d'Italia su ordine del governo, a partire dall'estate del 1927 tuttavia iniziò a riverberarsi sull'economia e sulla Borsa. La crisi finanziaria del 1929 e seguenti depresse foremente i valori dei titoli industriali, rivalutando il reddito fisso. La volontà del governo di indirizzare il risparmio privato verso il titoli del debito pubblico si realizzò negli anni seguenti al 1929.

Con l'avvento dello stato imprenditore e banchiere (IRI e più tardi IMI) e con altri provvedimenti dirigistici, tra cui la chiusura dell'Italia nei confronti del mercato internazionale dei capitali, la funzione della Borsa quale intermediaria del capitale privato per le imprese perse di importanza, fatti salvi ancora alcuni titoli come Edison, Bastogi, Fiat, Pirelli, Ras, Assicurazioni generali.

Nel dopoguerra il paese visse il boom economico e anche la borsa milanese per tutti gli anni cinquanta visse un periodo di ritrovata espansione domestica, nonostante il fatto che l'Italia perseguisse la continuazione della chiusura al mercato internazionale di capitali; in cui questa fase si assistette anche alla comparsa di rampanti speculatori come Michelangelo Virgillito (scalate alla Liquigas, Lanerossi, Assicuratrice Italiana) e poi la vicenda di Michele Sindona. Sia in parte per la responsabilità di personaggi del genere, sia di più per la perdurante disattenzione del governo ai temi dell'investimento borsistico in titoli industriali che di fatto privilegiava i titoli del debito pubblico, cui si aggiungevano i perduranti ostacoli normativi alla libertà di movimento di capitali, nei due decenni successivi la borsa vide una fase di stagnazione.

Nel 1978 su impulso della Banca d'Italia nasce Monte Titoli con lo scopo di avere un deposito unico degli strumenti finanziari di diritto italiano.

Nel 1983 furono quotati i primi fondi comuni di investimento di diritto italiano, pratica diffusa in tutti i maggiori Paesi del mondo Occidentale.

Nel 1991 venne approvata la riforma della Borsa che tra le varie innovazione portò agli scambi telematici e alla definitiva abolizione del mercato gridato nel 1994 e all'accorpamento, nel 1997, di tutte le piazze finanziarie italiane in una sola società privata: Borsa Italiana con sede a Milano.

I provvedimenti delle parziali (Eni, Enel, etc) o totali privatizzazioni (Telecom) e quelli sui movimenti internazionali dei capitali dettero nuove possibilità alla borsa.




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