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domenica 20 settembre 2015

GUERRA E COSTI

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Un F117 Stealth Fighter costa 45 milioni di dollari. Basterebbero 22.000 euro per costruire una scuola in Burkina Faso dove il 76.1% della popolazione non ha accesso all’istruzione primaria.
839 miliardi di dollari: spesa militare mondiale nel 2001.
364.6 miliardi di dollari: spesa a bilancio per il 2003 negli Stati Uniti per la difesa.
379.9 miliardi di dollari: spesa a bilancio per il 2004 negli Stati Uniti per la difesa.
2.1 miliardi di dollari: costo di un bombardiere B2.
750 milioni di dollari: costo dei missili Tomahawk lanciati dagli USA dal 1991 ad oggi (Iraq, Bosnia, Sudan, Afghanistan).
(Fonti: ONU; Dipartimento della difesa USA; Raytheon; Le Monde)
La situazione in Italia:
19 miliardi di euro: spesa per la difesa nel 2002
1.15 miliardi di euro: il costo per l’acquisizione della nuova portaerei “Andrea Doria”.
1.75 miliardi di euro: il costo per l’industrializzazione e l’acquisizione di 56 elicotteri NH90 (modello compatibile con la portaerei).
900 milioni di euro: il costo per l’acquisizione di 16 elicotteri EH101 (modello compatibile con la portaerei).
(Fonti: Ministero della Difesa)

Che cosa si dovrebbe fare, per raggiungere gli obiettivi internazionali:
50 miliardi di dollari: spesa annuale stimata dall’ONU necessaria a conseguire gli obiettivi internazionali di sviluppo.
Di cui ad esempio:
10 miliardi di dollari: spesa annuale stimata dall’UNICEF per garantire l’accesso universale all’istruzione primaria.
7/10 miliardi di dollari: spesa annua necessaria stimata da UNAIDS per rispondere efficacemente all’epidemia dell’AIDS.
(Fonti: UNDP; UNAIDS; UNICEF)

Un esempio da un paese africano:
22mila euro: il costo per la costruzione di una scuola in Burkina Faso.
8mila euro: il costo per la costruzione di un pozzo in Burkina Faso.
Il 71% della popolazione del Burkina Faso non ha accesso all’acqua potabile.
Il 76.1% della popolazione del Burkina Faso non ha accesso all’istruzione primaria.

In base al decreto legge che rinnova il finanziamento della missione militare in Afghanistan, il contribuente italiano spenderà 308 milioni di euro.
Su base annua, salvo complicazioni, vuol dire che si spenderanno non meno di 600 milioni di euro.

All’inizio della missione (novembre 2001) la presenza dei nostri militari era giustificata dal concetto della “missione di pace” dietro al quale si è cercato di dissimulare l’aperta violazione della Costituzione italiana che all’art. 11 vieta alla nostra Repubblica la partecipazione alle guerre di aggressione.

Scegliendo di non andare in Afghanistan lo stato italiano avrebbe a disposizione una somma di denaro che potrebbe coprire quasi integralmente l’intero stanziamento annuale di un 5 per mille che in sostanza finanzia quasi tutto il settore non profit italiano, ricerca scientifica e medica comprese.

E’ perciò abbastanza semplice calcolare che per ogni ora il contribuente italiano spenderà almeno 70.900 euro per mantenere un contingente militare impiegato teoricamente in un’azione di pacificazione ma in realtà illegalmente in un’azione di guerra.
Dopo anni di guerra non hanno portato ad alcun risultato di stabilizzazione di un paese come l’Afghanistan. Al contrario lo hanno reso ancor più instabile e alla mercè di signori della guerra che si finanziano con la coltivazione del papavero da oppio se non addirittura il commercio dell’eroina.
Sarebbe perciò ora di cambiare registro. La cura verso la pace si può praticare per esempio con ospedali dove sono garantite cure gratuite per tutti i pazienti.
Se la guerra annienta la socialità dell’uomo, negli ospedali spesso rinasce attraverso il percorso che accomuna i pazienti, uniti da un’identica sofferenza.

E se si deve cambiare registro, potremmo partire dal fatto che il budget di spesa per un ospedale di Emergency in Afghanistan è di circa 1,8 milioni di euro/anno.
Per inciso, in Afghanistan, Emergency ha tre ospedali.
Facendo un conto banalissimo, si può concludere che sono sufficienti circa 26 ore di permanenza del nostro esercito in quel paese per raggiungere il budget annuale di un ospedale di Emergency.
Con poco più di tre giorni di permanenza militare italiana si coprono le spese di tre ospedali funzionanti, dotati di standard occidentali, una TAC in quello di Kabul, ciascuno dei quali ha un centinaio di posti letto e le foresterie per i parenti dei pazienti, sale di lettura e svago per i bambini e altre cosucce.
E dopo aver idealmente pagato gli ospedali di Emergency resterebbero così tante risorse che si potrebbe avviare un programma di rifondazione di uno stato sociale, all’interno del quale si potrebbero sostenere lo sviluppo della scuola, della cultura, della salute e altro ancora.



Dopo gli attacchi dell'11 settembre 2001, gli Stati Uniti hanno speso almeno 1600 miliardi di dollari per la lotta contro il terrorismo, in Medio Oriente, Nord America e anche in Africa, ha rivelato un rapporto del Congresso ripreso dalla rivista francese Basta!. Con 350.000 persone uccise, il costo umano dell'invasione dell'Afghanistan e dell'Iraq è estremamente elevato. Di queste centinaia di miliardi di dollari ha beneficiato principalmente l'industria delle armi e società militari private. E con quali risultati, dal momento che il Medio Oriente continua a sprofondare nella guerra, il terrorismo e la povertà?

Una fattura di 1.600 miliardi di dollari. Dopo l'11 settembre 2001, è la somma astronomica che gli Stati Uniti hanno speso in tredici anni, per tutte le guerre che hanno condotto e principalmente in Afghanistan e in Iraq. Nel corso di un decennio, è quasi il doppio del costo dell' assicurazione sanitaria, la "Obamacare", di cui beneficiano quasi 20 milioni di americani (900 miliardi dollari in dieci anni). Ed è l'equivalente di quello che l'India e i suoi 1,2 miliardi di abitanti hanno prodotto in un anno (PIL). Tale importo non è stato svelato da una ONG anti-globalizzazione o un gruppo di pacifisti. Non è né più né meno che un organo del Parlamento degli Stati Uniti, il Congressional Research Service, che lo ha svelato in un rapporto intitolato "Il costo della guerra in Iraq, Afghanistan e della guerra globale contro il terrorismo dopo l'11 Settembre", pubblicato nel dicembre 2014.

Nonostante la grandezza della stima, diverse università considerano questi importi ancora troppo bassi. Il premio Nobel Joseph Stiglitz e Linda Bilmes sostengono in un libro ormai celebre, "La guerra da tre triliardi di dollari" , 3.000 miliardi di dollari! Dietro il costo finanziario, altri ricordano l'incapacità di valutare il costo umano. "Un resoconto completo dei costi della guerra potrebbe andare bene in un libro di conti. Ma dai civili feriti o sfollati dalla violenza, ai soldati morti e feriti, ai bambini che giocano su strade e campi puntellati di ordigni esplosivi improvvisati, nessun insieme di numeri può specificare il costo umano delle guerre in Iraq e in Afghanistan, o di come si sono diffuse negli Stati vicini e sono ritornate negli Stati Uniti , dice Neta Crawford, professore di scienze politiche presso la Boston University.

Neta Crawford co-conduce anche il progetto "Cost of War", una piattaforma di ricerca interdisciplinare. Il bilancio della piattaforma del costo delle guerre degli Stati Uniti è terrificante: 350.000 morti, tra cui 174.000 civili in Iraq, Afghanistan e Pakistan. Neta Crawford stima che il costo finanziario complessivo si avvicini a 4400 miliardi di dollari. Perché questa differenza con le cifre del Congresso? In questa valutazione, Neta Crawford aggiunge 316 miliardi dollari in interessi che gli Stati Uniti hanno rimborsato ai loro creditori, dal momento che la maggior parte di questi fondi è stato preso in prestito. E include altri 1.000 miliardi dollari, il costo della copertura sanitaria "veterani".

A cosa sono serviti tutti questi miliardi? Se ci atteniamo al rapporto del Congresso: al supporto logistico delle basi nordamericane, alla manutenzione di armi, all'addestramento delle forze di sicurezza irachene e afgane, al costo delle ambasciate nordamericane, all'assistenza agli stati o agli sforzi di ricostruzione ... Tre importanti voci di bilancio: il prezzo dell'invasione dell'Iraq (815 miliardi di dollari), la guerra in Afghanistan (686 miliardi dollari) e le spese per la prevenzione del terrorismo - 108 miliardi di cui 27 miliardi per l'operazione Noble Eagle che assicura il monitoraggio costante dello spazio aereo statunitense e parte dello spazio aereo del Canada da parte di aerei da combattimento.

Tale importo da solo dimostra il gigantismo che caratterizza il complesso militare-industriale nordamericano. Si noti che questi fondi non si sovrappongano al bilancio per la difesa degli Stati Uniti. Il Pentagono ha un bilancio separato di 550 miliardi dollari. Da soli, gli Stati Uniti coprono quasi il 40% della spesa militare nel mondo, per il 5% della popolazione mondiale! Che li mette molto più avanti di tutti i suoi rivali.

Questo bilancio non tiene conto delle recenti operazioni contro "Stato islamico" . Non include le spese per le operazioni segrete della CIA in Afghanistan, Pakistan, Yemen e altrove, come il Sahel, dove l'amministrazione di George W. Bush ha lanciato la "Trans-Sahel Counterrorism Initiative". Un'iniziativa di 500 milioni di dollari che unisce gli stati del Sahel e la Nigeria e il Ghana nel combattere il terrorismo. Con l'emergere di Al-Qaeda nel Maghreb Islamico (AQIM) in Mali e l'ascesa di Boko Haram in Nigeria, questa iniziativa non ha davvero dato i suoi frutti.

Queste enormi somme hanno comunque fatto felice qualcuno: il complesso militare-industriale. Queste società sono le prime ad averne beneficiato. Con un fatturato di oltre 45 miliardi, Lockheed Martin, una delle multinazionali delle armi più importante del mondo ha venduto tutto, dai veicoli blindati, agli aerei da combattimento e trasporto ai missili Patriot o Hellfire ... E non solo negli Stati Uniti ma anche ad Iraq, Afghanistan, Israele. Boeing - che costruisce sia aerei di linea, che missili - e Raytheon, Northrop Grumman, General Dynamics hanno anche loro beneficiato di questo decennio di guerre. Queste cinque società rappresentano più di un terzo dei fornitori dell'esercito statunitense.




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martedì 24 febbraio 2015

STUDIARE A MILANO - UNIVERSITA' CATTOLICA -

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L'Università Cattolica del Sacro Cuore (UCSC), fondata nel 1921, è un'università privata italiana di ispirazione cattolica, con sede centrale a Milano e altre sedi a Brescia, Campobasso, Piacenza-Cremona e Roma. Ente fondatore e promotore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Gesù è l'«Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori».

L'università è articolata in 12 facoltà e 7 alte scuole (postgraduate schools). L'ateneo offre corsi sia in italiano sia in inglese.

È legata a una rete di nove strutture sanitarie, in particolare ospedali, centri di ricerca e case di cura, tra cui il Policlinico Agostino Gemelli, intitolato al fondatore dell'ateneo.

Il progetto embrionale di una università cattolica nasce verso gli anni settanta dell'Ottocento, sostenuto da esponenti di tutte le correnti culturali cattoliche cui fa da guida Giuseppe Toniolo. Nel settembre 1918, quando la prima guerra mondiale stava per finire, Giuseppe Toniolo, prima di morire, raccomandò a padre Agostino Gemelli e ai suoi collaboratori di realizzare l’Università con le seguenti parole: "Io non vedrò la fine della guerra: ma voi, appena essa è terminata, fatela, fatela, l’Università Cattolica".

Nel 1919, cinque eminenti personalità sotto il profilo culturale e religioso, padre Agostino Gemelli, Ludovico Necchi, Francesco Olgiati, Armida Barelli ed Ernesto Lombardo fondano l'Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, ente garante e fondatore dell'Università Cattolica. Il 24 giugno 1920 ottiene l'approvazione del ministro dell'istruzione Benedetto Croce, sotto l'avallo di papa Benedetto XV.

Il 7 dicembre 1921 si inaugura ufficialmente a Milano la nascita del nuovo ateneo nella sede storica di via Sant'Agnese 2, donata all'Università. Ad inaugurarla è il cardinale Achille Ratti, che pochi mesi più tardi salirà al soglio pontificio col nome di Pio XI.

Le prime facoltà attivate sono filosofia e scienze sociali, ma già nel 1923 vedono la luce lettere e giurisprudenza. Lo Stato approva lo statuto dell'ateneo, e con esso il riconoscimento legale dei titoli di studio, il 2 ottobre 1924. Nel 1926 dalla facoltà di giurisprudenza nasce la facoltà autonoma di scienze politiche, economiche e commerciali.

Nel 1932 l'Università si trasferisce nello storico monastero cistercense di Sant'Ambrogio caratterizzato dai 2 chiostri bramanteschi i quali sono diventati uno dei simboli dell'università. L'ex monastero è situato accanto all'omonima basilica ed è tuttora la sede centrale dell'ateneo. Nel 1936, viene istituita la facoltà di magistero (oggi scienze della formazione). Nel 1947 si istituisce a Milano della facoltà di economia e commercio con due sezioni, una diurna e una serale. La nuova facoltà è destinata in tempi brevi a divenire la principale facoltà dell'ateneo per numero di studenti.

Alla presenza dell'allora presidente della Repubblica Luigi Einaudi, nel 1949 viene posata la prima pietra della facoltà di agraria a Piacenza, mentre l'avvio ufficiale del corso di laurea avviene nel novembre del 1952 (la facoltà è stata istituita nel 1951).

Trent'anni dopo la fondazione, nel 1958, viene istituita a Roma la facoltà di medicina e chirurgia, fortemente voluta dal fondatore dell'ateneo, Agostino Gemelli, egli stesso laureato in medicina. A tutt'oggi la sede sanitaria dell'ospedale prende il nome dal suo fondatore “Gemelli”. È la prima facoltà in Italia a introdurre il numero chiuso.

Nel 1965 a Brescia si inaugura una nuova sede con la facoltà di magistero. Sempre a Brescia nel 1968 viene istituita la facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali e i corsi iniziano ufficialmente nel 1971.

Gli anni novanta sono propizi per la nascita della facoltà di scienze bancarie, finanziarie e assicurative che a tutt'oggi è l'unica facoltà di scienze bancarie in Italia. Dopo un anno, nel 1991, si inaugura la facoltà di scienze linguistiche e letterature straniere con sede a Milano e Brescia. Alla fine del secolo viene attivata la facoltà di psicologia e di scienze motorie.

Nel 2000 a conferma dello spirito di sostegno dell'intera nazione vengono costituiti tredici centri di cultura per lo sviluppo in diverse regioni italiane. Nei centri di cultura, grazie all'utilizzo del satellite, sono attivati alcuni corsi di laurea a distanza in collaborazione con le principali sedi dell'ateneo. I centri di cultura, inoltre, promuovono anche la ricerca applicata sul territorio, organizzano iniziative formative a vari livelli e iniziative di educazione permanente.

A partire dall'anno accademico 2000/2001 nel Campus della sede di Roma viene inaugurato il corso di laurea in "Economia e gestione delle imprese, delle aziende e dei servizi sanitari" articolato su due profili: management per l'impresa ("Economia e gestione delle imprese") e management per la sanità ("Economia e gestione delle aziende e dei servizi sanitari"). Corso di laurea interfacoltà tra la Facoltà di Economia della sede di Milano e la Facoltà di Medicina e Chirurgia "Agostino Gemelli" della sede di Roma.

Successivamente dopo un anno nasce la facoltà di sociologia.

Nel 2002 a Campobasso viene inaugurata la quinta sede dell'università, il Centro di Ricerche e Formazione ad Alta Tecnologia nelle Scienze Biomediche (la prima pietra venne benedetta il 19 marzo 1995 da Giovanni Paolo II).

Il 2004 è un anno importante per il policlinico universitario Gemelli: viene inaugurata una nuova struttura, unica nel suo genere in Europa, denominata “piastra polifunzionale”. La struttura è destinata a imporsi come un modello organizzativo del tutto innovativo in campo sanitario, dato che consentirà di ridurre drasticamente i costi ed aumentare nettamente produttività ed efficienza. L'opera è la più importante mai realizzata nella storia del policlinico Gemelli. Lo stesso anno il rettore Lorenzo Ornaghi firma un accordo con il demanio dello Stato per la cessione della Caserma Garibaldi di Milano all'Università Cattolica, realizzando un antico desiderio del fondatore padre Agostino Gemelli. L'acquisizione è il primo tassello per la riqualificazione dell'area intorno alla sede centrale con parcheggi sotterranei e numerosi progetti che porteranno alla realizzazione di un nuovo "super campus" denominato cittadella del sapere di Sant'Ambrogio.

L'espansione dell'Università continua nel 2007 con l'inaugurazione della facoltà di psicologia a Brescia e l'acquisto di un'ala del seminario vescovile di Brescia di 21.700 metri su un totale di 70.000 metri.

Nel 2013 viene inaugurato presso la sede di Roma il nuovo edificio universitario "Giovanni XXIII", nuovo polo per gli studenti della Facoltà di Economia ma in realtà utilizzato anche dai colleghi di Medicina, con all'interno la segreteria, alcune aule, la nuova mensa, dei laboratori, una nuova biblioteca.

Durante la seconda guerra mondiale Ezio Franceschini, che appoggiava la Resistenza, ospitò all'interno dell'ateneo le riunioni del comando Corpo volontari della libertà (struttura di coordinamento dei partigiani). Sul finire della guerra, nel 1944, il professore di lettere latine medievali nascose nei sotterranei della Cattolica una cassetta contenente documenti e testi sulla Resistenza e sul gruppo FRAMA (un gruppo, fondato da Ezio Franceschini, che svolgeva un ruolo importante nella lotta antinazista). Le SS rovistarono ovunque alla Cattolica per trovare quelle carte ma, sepolti fra le ossa di cinquanta scheletri, morti per un'epidemia di peste nel XVI secolo, essi rimasero lì e riemersero solo dopo la guerra.

Parzialmente distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale il 15-16 agosto 1943, la Cattolica è stata ricostruita iniziando quello sviluppo che l'avrebbe portata allo stato attuale. Durante i bombardamenti vennero distrutte varie aule, il rettorato, il palazzo degli uffici, la segreteria, un chiostro bramantesco, l'aula degli atti accademici Pio XI, il superbo e antico scalone, l'atrio d'onore e i collegi. I lavori di ricostruzione cominciarono subito, mossi dalle parole di Agostino Gemelli "risorgerà più bella e più grande di prima".

Il Sessantotto in Italia ebbe la sua scintilla iniziale nell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Dopo che l'università ebbe aumentato le rette universitarie, il 15 novembre 1967 gli studenti decidono di compiere la prima occupazione dell'Università Cattolica di Milano. La notte stessa il rettore Ezio Franceschini fa sgombrare centocinquanta occupanti dalla polizia, comandata dal commissario Luigi Calabresi. Dopo tre giorni 30.000 studenti sfilavano per Milano fino all'arcivescovado e la protesta si diffuse in tutte le principali università del paese. Il 21 marzo 1968 la Cattolica viene nuovamente occupata; dopo essere stata sgomberata viene chiusa a tempo indeterminato. Qualche giorno dopo, il 25 marzo, avviene la cosiddetta "battaglia di Largo Gemelli": migliaia di studenti tentano di riaprire l'Università, ma sono respinti con forza dalla polizia. Il leader iniziale della rivolta era Mario Capanna, studente di filosofia della UCSC.

Nel novembre del 2011 il presidente del consiglio Mario Monti ha nominato ministri 3 professori della Cattolica. Il rettore dell'ateneo e docente di scienza politica alla facoltà di scienze politiche Lorenzo Ornaghi è stato nominato ministro per i beni e le attività culturali; a Renato Balduzzi, docente di diritto costituzionale alla facoltà di giurisprudenza, è stato affidato il ministero della salute; Piero Dino Giarda, professore di scienza delle finanze alla facoltà di economia, è diventato ministro per i rapporti col Parlamento.

La sede centrale dell'Università Cattolica del Sacro Cuore (sede di largo Gemelli) è collocata a fianco della Basilica di Sant'Ambrogio di Milano, nell'antico monastero cistercense dell’abbazia di Sant’Ambrogio.

La ristrutturazione del monastero benedettino, ad opera di Giovanni Muzio in collaborazione con l'ingegnere Pier Fausto Barelli, è iniziata nel 1929 e terminata vent'anni dopo. Il progetto ha iniziato a prendere forma dal restauro dei chiostri bramanteschi del complesso ecclesiastico di Sant'Ambrogio, restauro profondamente contestato dal quale presero forma i nuclei didattici iniziali.

A questi corpi vennero poi aggiunti l'edificio d'ingresso, sede degli uffici e della Cappella Maggiore, esattamente in asse con il chiostro preesistente e collegato ad esso da un percorso porticato aperto. Caratteristica dell'architettura di Muzio è la torre campanaria a sottolineare l'edificio principale e l'utilizzo del marmo per l'ingresso, differenziando così la superficie "nobile" dalle altre, in mattone; ruolo di spicco riveste anche il cotto, ripreso direttamente dalla tradizione costruttiva lombarda ottocentesca. Vennero aggiunte ai chiostri preesistenti quattro nuove scale e furono demolite alcune pareti settecentesche per accorpare i vari ambienti a formare le aule. Infine venne aggiunta la biblioteca tra i corpi dei due chiostri e il refettorio benedettino venne riadattato per diventare l'Aula Magna demolendo solai e tramezzi e valorizzando sia l'antica volta a lunette che le finestre murate in epoca napoleonica.

Tra il 1933 e il 1934 al corpo centrale vennero aggiunti il Collegio Augustinianum (maschile), dotato di una sezione riservata ai seminaristi (chiamata Ludovicianum): si tratta di due edifici indipendenti e alti cinque piani collegati da un corpo di distribuzione orizzontale, dato che gli studenti avevano la stessa direzione; oggi sono due collegi distinti. Nel 1937 venne aggiunto anche il collegio femminile Marianum. L'ultima aggiunta fu la mensa nel 1949, caratterizzata da uno stile particolarmente sobrio in cui Muzio fa largo uso di paramenti intonacati, finimenti di mattoni e grigliati a sottolineare le finestre.

La sede centrale di largo Gemelli è composta dai seguenti edifici: Edificio monumentale (chiostri bramanteschi), Palazzo uffici, Edificio Gregorianum, Edificio Antonianum, Edificio Via Lanzone 18, Edificio Ambrosianum, Edificio Franciscanum, Edificio Domenicanum. Nella sede è presente un giardino (giardino di Santa Caterina d'Alessandria) il cui accesso è consentito solo alla studentesse. Per questo motivo è soprannominato "Il Giardino delle Vergini".

La maggior parte degli edifici, collegi e strutture del campus si trova nel quartiere Sant'Ambrogio di Milano. La sede di via Necchi 5/9 era la sede storica del Collegio Augustinianum; nell'edificio si trovano, oltre ad aule ed uffici, gli istituti di economia, i dipartimenti dell'area economica e il dipartimento di scienze linguistiche, la biblioteca di scienze economiche, matematiche, statistiche, i servizi di ristorazione per il personale e per gli studenti e, infine, il ristorante Domus nostra. La sede di via Carducci 28/30 è situata nel Palazzo Gonzaga di Vescovado, costruito dall'architetto Arpesani in uno stile lombardo che riprendeva alcuni motivi del preesistente chiostro di San Girolamo. In questa sede vi è l'ufficio master e l'ufficio delle relazioni internazionale. La sede storica della Cattolica è quella di via Sant'Agnese 2, costituita dal Palazzo del Canonica. In questo edificio è presente ALMED Alta Scuola in Media, Comunicazione, spettacolo. Le altre sedi milanesi sono: sede di via Buonarroti 30, via Morozzo della Rocca 2/a, via Nirone 15, Via Pagliano 10, via San Vittore 18, via S. Valeria 3, viale Suzzani 279 e viale Murillo 17.

Tutte le biblioteche delle sedi della Università Cattolica condividono, attraverso il catalogo generale, un sistema bibliotecario unificato, con un patrimonio complessivo di oltre 2 milioni di volumi, più di 32.000 periodici a stampa e 12.000 periodici elettronici. Il Sistema Bibliotecario UCSC collabora con numerosi enti nazionali ed internazionali: IFLA - International Federation of Library Associations and Institutions, AIB - Associazione Italiana Biblioteche, AIDA - Associazione Italiana per la Documentazione Avanzata, NDLTD - Networked Digital Library of Theses and Dissertations, LIBER - Ligue des Bibliothèques Européennes de Recherche, LOCKSS - Lots of Copies Keep Stuff Safe, CLOCKSS - Controlled Lots of Copies Keep Stuff Safe, NEREUS e INNOVATIVE.

La biblioteca della sede di Milano, costituita fin dalla fondazione dell'Ateneo nel 1921 con un patrimonio di 50.000 volumi, è la più grande e più antica tra le biblioteche di tutto l'ateneo. La biblioteca si articola in una biblioteca centrale con deposito, 8 biblioteche di sezione (dislocate presso istituti e dipartimenti), la Sala di consultazione Giuseppe Billanovich e 12 sale di lettura.

La biblioteca di Milano vanta nel suo patrimonio librario anche numerosi fondi speciali. Tra questi fondi si trovano 73 tavolette sumeriche dell'antica città di Ur, che risalgono al III millennio a. C. Tra il III secolo a. C. e il VII d. C. si colloca un migliaio di papiri di provenienza egiziana. Risalente all'età medievale vi è il diploma reale del 1387 con cui Venceslao di Boemia investì Nicolò Terzi del fondo di Castelnuovo Fogliani. Sempre di epoca rinascimentale vi è un processionale ambrosiano miniato del 1492 con il testo e la musica delle litanie triduane tradizionalmente cantate in processione nei 3 giorni precedenti la festa dell'ascensione. L'albero genealogico dei Visconti è conservato all'interno di questo rarissimo incunabolo che pubblica una cronica di fatti storici e naturali dalla creazione del mondo fino al 1942; tale documento proviene assieme ad altri incunaboli da prestigiose collezioni private milanesi come le biblioteche di Silvio Cipriani e di Vincenzo Negri da Oleggio. Altro esemplare raro è il Messale Romano stampato a Venezia nel 1488, il quale è redatto in caratteri gotici solenni. Dalla ricca collezione di Cinquecentine, di circa 1800 volumi, vi è l'edizione curata da Marsilio Ficino dei Dialoghi di Platone. Risalgono invece al 1800 le prime edizioni de I promessi sposi. Sempre del XVIII secolo risale un manoscritto del Corano finemente decorato in oro. Appartengono, in fine, al XIX secolo le prime edizioni di alcune opere futuriste di Filippo Tommaso Marinetti e di Umberto Boccioni.

Nel 2014, nella tradizionale classifica stilata dal Censis in collaborazione con La Repubblica, la UCSC risulta essere all'8º posto in Italia tra le università private (col punteggio di 80), risulta invece al 7º posto su 16 nella classifica delle migliori università non statali stilata dal Sole 24 ore. Nel 2012 secondo la classifica QS World University Rankings, la UCSC risulta tra il 51º e il 100º posto nell’area per filosofia, tra il 151º e 200º per agraria, economia e medicina e tra il 100º e 151º per psicologia.

La classifica QS Stars, ha assegnato alla Cattolica un punteggio di 5 stelle nei campi dell'insegnamento, del grado di assunzione dei laureati, delle agevolazioni economiche e delle infrastrutture, mentre ha attribuito tre stelle nel campo della ricerca e due nell'innovazione.

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