martedì 21 aprile 2015

LE CITTA' DEL LAGO MAGGIORE : BESOZZO

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Adagiato tra le colline che si distendono tra il lago di Varese e il lago Maggiore, Besozzo è attraversato dal torrente Bardello.

Situato al centro di antichi percorsi che dai passi alpini scendevano verso la pianura lombarda, Besozzo è già conosciuto in epoca romana, e appartenne nel medioevo al territorio pievano di Brebbia.

Il nucleo antico del paese, nella parte alta del borgo a dominare il corso del Bardello, fu presto fortificato per controllare il traffico e il passaggio delle strade nella sottostante vallata del fiume.

Ancora oggi la fisionomia di Besozzo superiore è data dai diversi edifici abitati nel medioevo e nel rinascimento dalle nobili famiglie dei Besozzi e Castelbesozzo, nativi del posto, che ebbero un ruolo importante nel panorama politico ed economico di tutta la plaga per diversi secoli.

Su tutti i palazzi spicca il nucleo originario delle dimore dei Besozzi denominato il Castello. Il corpo settentrionale, sorto sulle antiche strutture fortificate, è conosciuto come Castello Cadario, contraddistinto da una elegante torre d'ingresso tardorinascimentale con una leggera loggia a colonne su beccatelli che la conclude nella parte sommitale e un bel portale bugnato fiancheggiato da due colonne. All'interno si apre un raccolto cortile su possenti colonne in pietra d'Angera.

Di fronte al Castello Cadario, ma sempre facente parte dello stesso nucleo originario, è il palazzo Adamoli, frutto di trasformazioni e modifiche, con bel portale d'ingresso di fattura rinascimentale e un elegante cortile con decorazioni e balconcini settecenteschi. Tra i due edifici, nel parco, sussiste ancora l'antica torre del primitivo castello medievale, in massiccia muratura in pietra a vista.
Ai piedi del castello, nelle antiche strade del borgo, si sgranano gli antichi palazzi delle casate Besozzi, che conservano tutti i nobili segni del passato con notevoli elementi architettonici: portali, cortili, colonnati, decorazioni scultoree, balconi in ferro battuto, scaloni interni, bei giardini. Tra tutti si evidenziano i palazzi Contini, Cà Marchetta, casa Bossi, il cosiddetto Palazzo, l'attuale Sede comunale e le adiacenti case lungo la via Mazzini.

Sulla collina di fronte al castello, si raggruppa il nucleo religioso del borgo, formatosi già nel medioevo, ma che assunse forme più evidenti quando la pieve di Brebbia fu trasferita a Besozzo nel 1574 dal cardinale arcivescovo Carlo Borromeo.

La seicentesca chiesa prepositurale dei Santi Alessandro e Tiburzio, dalle eleganti forme del barocco lombardo, presenta all'interno, più volte modificato, un'ampia unica navata con cappelle laterali. Notevoli elementi artistici si riscontrano nella cappella della Madonna del Rosario, con esuberanti decorazioni a stucco, e nel marmoreo altare maggiore, opera settecentesca della bottega dei Buzzi di Viggiù. Conserva un organo tardo neoclassico del 1884, opera di Giacomo Mascioni e figli di Azzio.
Dalla prepositurale si sale per un viottolo affiancato dalle edicole della Via Crucis all'oratorio di S. Nicone, dove si venera il corpo del beato Nicone, conservato in una pregevole teca sull'altare maggiore. All'interno dell'oratorio le pareti presentano ricche decorazioni prospettiche settecentesche dei Baroffio di Varese, mentre sul lato settentrionale della navata si aprono due cappelle. Ai piedi della scalinata che sale alla prepositurale si allungano sulla via gli edifici canonicali, con bei cortiletti e logge verso il paese.

Il nucleo abitato di Besozzo inferiore ha un aspetto più moderno e rappresenta il centro della vita commerciale del paese. Sorto attorno agli antichi mulini, folle e segherie che si disponevano lungo le rive del Bardello fin dal medioevo, ebbe un periodo di riqualificazione tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento quando sorsero diversi opifici industriali cartari e cotonieri. Ancor oggi sussistono alcuni di quegli edifici industriali, ormai dismessi, che rappresentano interessanti elementi architettonici di archeologia industriale, come la fabbrica Sonnino, degni di essere salvaguardati e valorizzati. La presenza delle fabbriche favorì la collocazione in Besozzo inferiore della Stazione ferroviaria e da qui i nuovi quartieri residenziali d'inizio Novecento lungo la via Roma e la via XXV Aprile. Ancor oggi via XXV Aprile rappresenta il corso commerciale di Besozzo, con negozi, banche e uffici.

Simbolo del paese è il Faro, monumento ai caduti della Prima Guerra mondiale inaugurato nel 1927

Persone legate a Besozzo:
Nicone da Besozzo, beato
Alberto da Besozzo (1290 – 1350), beato
Michelino da Besozzo (Besozzo, 1370 circa – 1455 circa), pittore
Leonardo da Besozzo, pittore
Stocchetti, pittore
Giulio Adamoli (Besozzo, 29 febbraio 1840 – Il Cairo, 25 dicembre 1926), ingegnere, patriota garibaldino, senatore del Regno
Domenico De Bernardi, pittore.


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