lunedì 20 aprile 2015

VARARO



Vararo è una frazione del comune di Cittiglio, in provincia di Varese, situata a 725 m s.l.m.

Chi vuole vivere la montagna prealpina e scoprirne la bellezza può salire fino alla frazione di Vararo, Adagiato tra sogno e realtà, in una valle che ricorda gnomi, fate e folletti, consegna al turista una molteplicità di umori e fragranze, la possibilità di vivere una dimensione naturale dell'esistenza, lontano dai rumori assordanti del consumismo moderno. La suggestiva frazione di Cittiglio può essere di volta in volta poesia o racconto, studio o ricerca, amabile sintesi di valori usciti dalla bacchetta magica di un genio creativo. Vararo è un'isola felice, un luogo dov'è possibile riconciliarsi con se stessi e con l'ambiente, circondati dai silenzi di una montagna sempre nuova, sempre diversa, una sorta di scrigno che custodisce con cura i suoi tesori. Dai suoi vicoli contigui fino quasi a toccarsi, spiccano corti e portali, cascine, travi, balconi in legno, angoli riservati al silenzio, sentieri che salgono verso il Cuvignone, il Monte Nudo, il Sasso del Ferro, Sant'Antonio, Arcumeggia, zizaganti tra speroni rocciosi che emergono dal verde come la prua di una nave. Vararo è anche luogo scelto di artisti, scultori, amanti di un'antichità lignea che ha caratterizzato la cultura e l'architettura di fine ottocento. E' paradiso di cercatori di funghi, di castagne, di gente che vuole riappropriarsi di un artigianato scomparso, di amanti della natura, di chi è alla ricerca di un modo di vivere più umano. Baite sparse nel verde fanno da cornice alla vocazione narrativa del luogo. Greggi di pecore pascolano sotto l'occhio vigile del pastore, come una volta. Vararo è una bella realtà bucolica che mantiene intatti i suoi caratteri, regalando momenti di quiete e di serenità a chi ama il verde, la montagna, la sua cultura e la sua vita.

Un tempo comune autonomo, venne annesso al comune di Cittiglio nel 1927 (R.D. 12 agosto 1927, n. 2443).

Nel 1977 vi è stato girato il primo episodio del film Tre tigri contro tre tigri, con Renato Pozzetto.

Non é possibile datare i primi insediamenti umani nella zona, o la nascita di un nucleo abitativo perché non esistono i documenti, ma il testo più antico in cui viene nominato Vararo risale all'846, quando il nobile Eremberto concedette i propri terreni a pascolo agli abitanti del paese. Dopo questo documento Vararo rimase dimenticato per secoli, fino al 1558 quando ne vennero elencati i beni nel catasto di Carlo V. Nel 1636, i Lavenesi, spaventati dalla pericolosa e distruttiva avanzata francese, si rifugiarono a Vararo in massa portando con loro numerosi capi di bestiame (dai documenti sembra fossero più di duemila); questo arrivo improvviso, rese insufficienti i viveri ed il foraggio. Oltre a problemi di tipo alimentare si crearono anche problemi igienici, infatti per il gran numero di persone ed animali si scatenò una devastante epidemia di peste che decimò la popolazione. Tra la fine del 19° secolo e l'inizio del 20° si é raggiunto il picco storico di popolazione, con circa 300 abitanti, il cui numero però diminuì con la partenza dei ragazzi per vivere in altri paesi o per la 1° guerra mondiale, ormai alle porte.

Durante il ventennio fascista, nel 1927, Vararo, fino ad allora comune indipendente, venne annesso a quello di Cittiglio, come é tutt'oggi. negli anni della 2° guerra mondiale le montagne ed il paese divennero rifugio per i partigiani e, allo stesso tempo, vennero raggiunte dai nazisti. Infine nel 1986, Vararo é in tutto e per tutto parte di Cittiglio anche nella parrocchia.

La zona di Vararo gode di una biodiversità che spazia tra molte specie di animali e vegetali, al contrario della maggior parte delle zone abitate. Questa situazione è dovuta soprattutto alla presenza delle ampie zone boschive a ridosso dell'abitato, portando molti animali anche lungo le vie del paese.

Sono molto comuni scoiattoli e ghiri, che è facilissimo vedere correre tra i rami degli alberi e sui fili; inoltre è facile vedere, soprattutto nelle ore serali o mattutine, animali quali cervi, caprioli, cinghiali, mufloni e anche volpi o faine, o persino qualche lepre selvatica. oltre ai più comuni merli, passeri, pettirossi e tutte le specie di uccelli tipiche delle zone boschive, è facile notare anche falchi, poiane, civette e i piccoli codarossa. Oltre a questo accenno alla vita animale del posto (perchè la lista è esageratamente lunga), è utile sapere che è possibile incontrare orbettini, le cosiddette "ratere",serpenti non velenosi di media lunghezza di colore scuro, e vipere.

Anche nella flora si può spaziare tra moltissime specie, dai comuni faggi e castagni, fino ai cespugli di more e lamponi, passando per le tante varietà di fiori quali primule ,violette, segnatempo e molti altri.

L'attenzione di molte persone che vengono a visitare questa zona è invece focalizzata sulla gran varietà di funghi quali porcini, chiodini, mazze di tamburo, gambette, amaniti di tutti i tipi.

Il roseto di Vararo è un vecchio cascinale, situato a circa 500 m dal paese, che è stato ristrutturato e trasformato in edificio abitativo. Nel 1996 Martinello Dario, l'attuale proprietario, lo comprò, lo restaurò e si trasferì qui. Il terreno circostante all'edificio venne pulito dai rovi che l'avevano invaso, per coltivare la passione verso le piante (non solo in senso metaforico), fino ad arrivare ai quasi 3000 esemplari, tra rose e moltissime altre piante, che popolano il roseto. Le piante sono curate in maniera particolare dai proprietari  che assicurano loro diverse concimazioni l'anno (il terreno in quella zona è particolarmente roccioso) e molti altri trattamenti per mantenere le piante belle e rigogliose.

Una forte attrattiva per molti turisti è il "rally dei laghi", che annualmente corre sulla Strada Provinciale 8, tra Vararo e Castelveccana. Alla gara partecipano spesso auto di tutti i tipi, anche auto d'epoca, ma generalmente vetture di piccole dimensioni, più facili da controllare sulle strade strette.

La chiesa di San Bernardo è stata edificata nel 1796, dopo le continue suppliche degli abitanti del paese per la ristrutturazione della vecchia, all'ora in uno stato disastroso. E' posizionata in una posizione periferica rispetto all'abitato. La struttura architettonica è molto semplice, sviluppata su un'unica navata con una piccola abside semicircolare. Il campanile è addossato all'edificio e le campane sono ancora quelle della chiesa preesistente. All'esterno del portone principale è stato costruito un portico sorretto da due colonne e decorato da un affresco di san Bernardo. Altre decorazioni ad affresco sono posizionate sul lato esterno e all'interno sulla campata e sull'abside. In posizione retrostante all'altare si trovano le statue di San Bernardo, della Madonna con in braccio Gesù e di San Giuseppe. Ogni anno, nel mese di Agosto, si tiene la festa del santo patrono, alla quale, negli anni passati, partecipavano anche gli abitanti di Laveno, Cittiglio e di altri paesi.

Il parco giochi si trova in un'area sottostante alla chiesa e vi sono poste diverse giostre e anche dei tavoli per pranzare. La zona in cui adesso si trova il parco era ricoperta da rovi e arbusti e, solo grazie al lavoro degli abitanti del paese, è stata ripulita e vi sono state poste le giostre donate dall'associazione di Cittiglio "Amici di Vararo". Il parco è stato inaugurato nel 2005, dedicato a Diego Turuani, ragazzo deceduto negli anni novanta all'età di 19 anni per un incidente stradale.

La Madonnina è una statua rappresentante la Madonna, posizionata su un sasso a forma di torre (Sass de Turesela). Questa statuetta si trova nella località del Rü de Sela, punto d'incontro dei sentieri a nord ovest della Val Buseggia. La Madonna, posta in una zona sopraelevata al paese, ha lo sguardo rivolto verso esso, come a volerne proteggere gli abitanti. Il Rü de Sela è distante dal paese all'incirca 500 metri, quindi anche la Madonnina è facilmente raggiungibile attraverso un sentiero che inizia dalle ultime case del paese.

Il torrente San Giulio nasce dalla Fontana Mora, ultimi resti del Lago Moro, e scorre fino a valle, per confluire nel Boesio, a Cittiglio. Il torrente dà vita alle tre famose cascate di Cittiglio, che scendono a strapionbo lungo la valle scavata dallo stesso fiume. Nelle sue acque, come in quelle dei suoi affluenti, si possono trovare moltissime specie di animali, da insetti (per la maggior parte larve) a pesci (come trote e alborelle) e anfibi (principalmente girini di rane, rospi e salamandre).



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