venerdì 29 maggio 2015

LA BASILICA DI SAN MARTINO A TREVIGLIO

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La basilica di San Martino è la chiesa principale della città di Treviglio, in provincia di Bergamo.La chiesa si trova nella piazza centrale della città, di fronte al palazzo comunale. Fu restaurata e ammodernata più volte, così che risulta una fusione di diversi stili; intorno all'anno 1000 fu costruito il campanile di Treviglio, che è uno dei campanili più alti della Lombardia.La chiesa è dedicata a san Martino di Tours, che è rappresentato sopra l'entrata principale e in numerosi affreschi, nonché nel polittico di San Martino, una delle opere più importanti capolavori del rinascimento lombardo.

Il Polittico di San Martino è un dipinto su tavola (594x363cm) di Bernardo Zenale e Bernardino Butinone, realizzato tra il 1485 e il 1505.

Il polittico fu commissionato a Bernardo Zenale e Bernardino Butinone dal parroco Simone da San Pellegrino il 6 maggio 1485. La somma che egli s'impegnò a pagare, esorbitante per l'epoca, fu di mille lire imperiali. Il progetto è così complesso che, gli artisti, consapevoli che questa era l'opera della loro vita, impiegheranno vent'anni per completarlo.

L'opera venne realizzata dai due maestri trevigliesi dividendosi equamente il lavoro, con l'aiuto di Ambrogio de' Donati per la cornice lignea dorata di tipo bramantesco. Questa cooperazione tra maestri diversamente specializzati era tipica della cultura medievale e col tempo divenne obsoleta. In Lombardia ad esempio iniziava a scomparire proprio in quegli anni, dopo le rivoluzioni portate da Leonardo da Vinci.
L'opera, una volta completata, era posta sull'altare maggiore ma, nel corso del 1700 fu spostata ai piedi dell'altare sulla destra. L'opera si venne così a trovare in penombra e anche a questo fattore è dovuto lo straordinario stato di conservazione in cui l'opera versa tutt'oggi.

Nella seconda metà del XX secolo il polittico è stato protetto da una barriera di vetro alla base, assieme a svariati affreschi della basilica. Al termine del secolo l'opera è stata dotata di un impianto d'illuminazione temporanea a pagamento.

« ...il polittico sembra esporre la facciata di un edificio immaginario, in un teatro soprannaturale, adorno di Santi e Sante al balcone.»
(André Chastel)
Si tratta di una grande pala d'altare lignea tra delle più interessanti opere del Rinascimento lombardo, che coniuga i canoni stilistici gotici con quelli compositivi rinascimentali. L'opera è collocata sul lato destro della basilica, vicino alla sagrestia.

L'opera è composta su due registri più predella e timpano che contiene un tondo della Pietà. Ciascun registro è diviso in tre pannelli di dimensioni uguali, che simulano, con l'aiuto della cornice, la presenza di una loggia dove i santi si affacciano in un continuum spaziale. Modelli di questo tipo di rappresentazione illusionistica sono opere di Vincenzo Foppa (tra cui si credeva anche il Polittico di Santa Maria delle Grazie di Bergamo, in realtà databile a dopo il 1500) e soprattutto di Andrea Mantegna, quali la Pala di San Zeno (1457-1459).

Butinone lavorò soprattutto nel pannello centrale superiore con la Madonna col Bambino e in quelli di destra, mentre Zenale in quelli restanti, anche se gli interventi dei due furono mirati a ottenere la maggiore omogeneità possibile.

Il registro inferiore mostra un finto portico aperto sul paesaggio, con tre santi per lato e, al centro, San Martino che dona il mantello, dove il patrono della città a cavallo taglia il proprio indumento per donarlo ad un povero. In alto pendono ghirlande che evidenziano ciò che sta in primo piano: san Martino ad esempio si trova oltre la ghirlanda, come se stesse uscendo dalla pala per andare incontro allo spettatore. La prospettiva è organizzata geometricamente, con il punto di fuga posto più o meno sul ginocchio di Martino al centro del pannello centrale, ma gli scorci in profondità non sono proporzionali: agli artisti stava infatti più a cuore l'effetto scenografico e una generica verosimiglianza piuttosto che l'esattezza matematica. Ai lati si trovano i santi disposti in profondità, come dimostra il deverso appoggio sul pavimento geometrico. A sinistra sono raffigurati san Zeno, san Maurizio e san Pietro, a destra san Sebastiano, sant'Antonio da Padova e san Paolo.

Il registro superiore è organizzato col medesimo punto di fuga, me mostra da sott'in su le travi dorate del soffitto. Al centro si trova la Vergine in trono col Bambino tra angeli musicanti e con due cherubini in volo che la stanno incoronando; ai lati si trovano due gruppi di tre santi ciascuno, che si affacciano da una ringhiera dipinta scaglionandosi lungo una linea diagonale, analogamente a quelli del registro inferiore. A sinistra si trovano santa Lucia, santa Caterina d'Alessandria e santa Maria Maddalena, a destra san Giovanni Battista, santo Stefano e san Giovanni evangelista.

La rappresentazione modernamente rinascimentale è mischiata con l'esuberanza decorativa e il brulicare degli ori legati ancora alla tradizione tardogotica lombarda, creando un interessante ibrido.

La predella è composta da tre scene principali, intervallate, sui pilastri, da quattro figure di santi a mezzo busto: san Girolamo, san Gregorio, sant'Ambrogio e sant'Agostino. Le scene sono dedicate alla vita di Cristo e mostrano l'Adorazione del Bambino, la Crocifissione e la Resurrezione.

I santi furono scelti tra quelli più venerati nella città di Treviglio, che appare nell'opera centrale della predella, facendo così da sfondo alla crocifissione del Cristo.

La basilica fu edificata nel 1008 dove sorgeva la chiesa preromanica dell'Assunta, e subì diversi interventi di ampliamento nel corso dei secoli. Nel 1482 venne ampliata e rimodellata secondo i dettami dello stile gotico lombardo; nel 1500 fu impreziosita da alcune opere di Gian Paolo Cavagna, oltre che dal polittico terminato dopo circa vent'anni di lavoro e posto a fianco dell'altare; altra opere notevole è il Presepe ligneo intagliato da Giovanni Angelo Del Maino verso il 1515. Nel 1740 la facciata viene ammordernata in stile tardo-barocco, ad opera dell'architetto Giovanni Ruggeri; nel corso dello stesso secolo il polittico viene spostato ai piedi dell'altare.

L'interno dell'edificio di culto, a tre navate e con cappella laterale, ospita affreschi e tele di Nicola Moietta, dei fratelli Galliari, di Gian Paolo Cavagna, di Camillo Procaccini, dei Danedi de' Montalti, del Molinari e del Manetta. L'opera più celebre è tuttavia il polittico Madonna e Santi di Bernardo Zenale e Bernardino Butinone, risalente al 1485 e considerato uno dei maggiori capolavori del Quattrocento lombardo.Il campanile della basilica fu edificato attorno al 1000 come torre civica, in stile romanico, ed annesso all'edificio sacro solo nel 1482. L'altezza della costruzione fu a lungo tema di discordia con la vicina città di Caravaggio, che si fregiava di un campanile più alto.




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