sabato 27 giugno 2015

I MUSEI DI VIGGIU'



Il Museo civico Enrico Butti fu istituito nel 1927 grazie alla donazione dello stesso  scultore viggiutese ha incrementato il proprio patrimonio nel corso degli anni.
Negli anni tra il 1950 ed il 1960 era stata acquisita la raccolta delle opere relative della Scultura viggiutese dell’Ottocento, collocate, dal 2008, nell’ex orangerie di Villa Borromeo.
Nel 1960 ha acquisito la donazione dello scultore Giacomo Buzzi Reschini costituente la parte principale della raccolta dedicata agli Artisti Viggiutesi del Novecento; cui nel 1988 si è aggiunta la donazione dello scultore Nando Conti.
Nel 1995 è stata aggiunta la sezione dedicata all’attività degli scalpellini, Museo dei Picasass, collocata, dal 2005, nella ex scuderia di Villa Borromeo. Il Museo e le sue raccolte, sono di proprietà del Comune di Viggiù.

Nel parco Butti, sede principale delle raccolte museali, trovano la loro collocazione il Museo Gipsoteca Enrico Butti, nucleo storico del complesso, la raccolta degli Artisti viggiutesi del Novecento e la casa studio di Enrico Butti.
La gipsoteca dello scultore viggiutese Enrico Butti espone oltre a circa 80 modelli in gesso dell’artista, la sua produzione pittorica. Gli spazi espositivi si articolano in 6 sale che permettono una panoramica esaustiva sull’attività artistica del Butti. Tra le opere esposte ricordiamo: il modello del monumento ad Alberto da Giussano, quello per il monumento milanese a Giuseppe Verdi, quelli dei monumenti ai caduti di Varese, Gallarate e Viggiù oltre agli studi per numerosi monumenti funebri collocati al Cimitero Monumentale di Milano.
Nel vicino padiglione, che ospita il Museo degli artisti viggiutesi del Novecento, in 4 ambienti contigui, sono collocate le opere degli scultori Giacomo Buzzi Reschini, Nando Conti, Ettore Cedraschi, Enrico Rusconi, Luigi Bottinelli, Gottardo Freschetti e Vincenzo Cattò; la collezione conta oltre 400 modelli in gesso.
L’ultimo edificio del complesso museale è la Casa studio di Enrico Butti, costruzione eclettica degli inizi del Novecento, nella quale si trovavano l’abitazione e lo studio dell’artista. Dopo una ristrutturazione degli anni ’80, nell’ex studio, sono stati ricavati spazi espositivi per mostre temporanee.
Nella sede distaccata di Villa Borromeo, nell’ex orangerie ha sede il Museo della Scultura Viggiutese dell’Ottocento dove sono esposte opere di Luigi e Giuseppe Buzzi Leone, Antonio e Angelo Bottinelli, Antonio e Giosuè Argenti, Stefano Butti; la raccolta conta oltre 200 opere.
Nell’attigua ex scuderia ha invece sede la raccolta etnografica denominata Museo dei Picasass che racconta la storia di tutte le professioni e le attività collegate alla cavatura e lavorazione della pietra, principale risorsa economica viggiutese tra il 1500 e la metà del Novecento.

Dal 2007 gli spazi del comune dedicati all’arte sono stati incrementati con l’inaugurazione del museo dell’Ottocento viggiutese. La nuova rassegna artistica ha trovato spazio nell’orangerie di villa Borromeo, nel centro storico cittadino, a pochi passi dal museo dei Picasass.
Lo spazio espositivo è stato dedicato a quella schiera di illustri e validi scultori che si sono distinti nel panorama artistico italiano a cavallo tra Otto e Novecento.
Le opere, esposte sino a metà degli anni ‘90 nel museo degli artisti viggiutesi, dopo la trasformazione dello stesso in sede del museo dei picasass, giacevano dimenticate, in attesa di nuova destinazione, al secondo piano di Casa Butti. Grazie a questa iniziativa sono tornati alla luce capolavori pregevoli come il “Monumento al cacciatore delle Alpi”, “Terrore”, “Le prime rose”, “Ritratto di Felice Argenti” e molte altre.
Nell’orangerie sono raccolte circa ottanta opere, dai piccoli bozzetti del validissimo Giuseppe Buzzi Leone, rappresentanti animali, il busto ritratto in gesso di Felice Argenti di Stefano Butti, a quello del monumento ai Cacciatori delle Alpi di Luigi Buzzi Leone.

All’interno del Museo della scultura viggiutese dell'Ottocento, costruito negli anni ’60 per volere della vedova dello scultore Giacomo Buzzi Reschini (1881-1962) e situato nel parco Butti sono esposte, oltre a numerosi modelli in gesso dell’artista citato, anche opere di artisti quali: Vincenzo Cattò (1878-1938), Gottardo Freschetti (1906-1979), Ettore Cedraschi (1909-1996), Luigi Bottinelli (1882-1958), Luigi Buzzi Leone (1823-1909) e Nando Conti (1906-1960).Nello spazio del museo si contano quattro ambienti: la sala III, alla sinistra, dedicata alle opere dello scultore Conti cui l’associazione Amici dei Musei Viggiutesi, ha iniziato la pubblicazione di una monografia cura di Marina degl’Innocenti che per la prima volta, assegna una datazione precisa a molte sculture inedite, oltre che alle sue opere più famose e celebrate.
Le due sale centrali (I e II) nelle quali spicca l’opera più rappresentativa dell’arte di Buzzi Reschini: il gruppo monumentale “Il bene che atterra il male” sono dedicate al maestro, e permettono di analizzare il complesso approccio dell’artista alla realizzazione di grandi monumenti.
Infatti si possono vedere piccoli modelli d’insieme dei monumenti nei quali prevale il lato della composizione architettonica ed il successivo sviluppo delle parti propriamente scultoree degli stessi. Recentemente si è iniziato un restauro complessivo della raccolta per riportarla alle cromie originali.
La sala di destra (IV) raccoglie invece le opere di Bottinelli, Cattò, Cedraschi, e Freschetti tra cui si segnala il modello in gesso per la testa del Battista la cui traduzione marmorea si trova nella chiesa parrocchiale viggiutese.

Il Museo dei picasass nasce agli inizi degli anni ottanta del secolo scorso, nell'ambito del piano di riorganizzazione del Museo Butti. Tale progetto fu realizzato al fine di evitare che, con la scomparsa degli ultimi scalpellini e con la chiusura delle cave e delle ultime botteghe, andassero perse importanti documentazioni relative all'estrazione e alla lavorazione della pietra. Nel 1983, nella casa studio di Enrico Butti, venne così allestita una prima esposizione sull'Arte dei “Picasass” che, con l'ausilio di bacheche e di tabelloni, illustrava le fasi salienti di quell'antico mestiere. Visto il buon esito della manifestazione si organizzò un simposio al quale presero parte gli ultimi scalpellini di Viggiù e, si chiese loro, in vista di un allestimento permanente, di donare al Museo Butti gli attrezzi per la lavorazione della pietra, utilizzati durante la loro attività lavorativa. La richiesta ebbe un forte riscontro: numerose donazioni vennero effettuate a favore del Museo e si cominciò a costituire il primo nucleo del Museo dei “Picasass”. Le donazioni di utensili e di materiali continuarono nel tempo. Si creò così un notevole patrimonio di testimonianze, che fece sì che nel padiglione degli Artisti Viggiutesi, presso il Museo Butti, entro i primi mesi del 1995, venisse allestita la Mostra Permanente dei “Picasass”. L'evento ebbe una risonanza particolare a livello locale, regionale e anche nel vicino Canton Ticino. In questa occasione, inoltre, venne presentato il libro “PICASASS: Storia del mestiere e degli uomini che hanno fatto la storia di Viggiù”. Alcune parti di questa Mostra Permanente vennero esposte a Como, alla Fiera di Milano e a quella di Busto Arsizio, in concomitanza a mostre sui materiali lapidei. La mostra, nel settembre del 2000, venne allestita anche in Villa Recalcati, sede della Provincia di Varese, in occasione della visita del Presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi, con l'intento di presentare le caratteristiche della millenaria tradizione viggiutese della lavorazione della pietra. In seguito, grazie al tenace impegno del Conservatore Prof. Nino Cassani, la mostra venne spostata definitivamente presso Villa Borromeo ed allestita nella bellissima ex scuderia, dove venne ampliata ed aggiornata con nuovo materiale documentario fotografico e con sculture provenienti dai cimiteri locali.


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