venerdì 12 giugno 2015

LE CHIESE DI BRESCIA

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La basilica di San Salvatore è il cuore dell'antico monastero longobardo, fu edificata nel 753 per volere del duca di Brescia Desiderio, futuro re longobardo, e di sua moglie Ansa. Caratterizzata dal contemporaneo utilizzo di stilemi longobardi e motivi decorativi classici e bizantini, rappresenta uno dei maggiori esempi di architettura religiosa altomedioevale. La basilica si presenta a tre navate ed ha un transetto a tre apsidi. È presente anche una cripta, anch'essa a tre apsidi. Ampliata nei secoli successivi, conserva al suo interno diverse opere d'arte, tra cui le Storie di sant'Obizio dipinte dal Romanino e le Storie della Vergine e dell'infanzia di Cristo di Paolo da Caylina il Giovane.
La chiesa di Santa Maria in Solario è stata costruita verso la metà del XII secolo come sacello interno al monastero, è a base quadrata e si articola su due livelli interni. Il piano inferiore è coperto da quattro volte a crociera sorrette al centro da un'antica ara romana, mentre l'aula superiore è coperta da una cupola emisferica e presenta, scavate nella muratura est, tre piccole absidi. Conserva all'interno pregevoli affreschi di Floriano Ferramola, eseguiti all'inizio del Cinquecento, e due fra i più importanti pezzi del tesoro dell'antico monastero: la Lipsanoteca di Brescia (composta da un piccolo scrigno d'avorio, risalente al IV secolo) e la Croce di Desiderio (realizzata in argento e lamina d‘oro, tempestata da 212 gemme preziose).
Il coro delle monache è compreso tra la basilica di San Salvatore e la chiesa di Santa Giulia, è stato costruito tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento come coro per San Salvatore. L'edificio si sviluppa su due livelli: il piano inferiore costituisce l'antico sagrato coperto previsto per accedere a San Salvatore. Il piano superiore è invece il coro vero e proprio, formato da un ambiente coperto da una volta a botte, collegato a est con San Salvatore tramite tre piccole finestre dotate di grata, a ovest con Santa Giulia tramite un arcone. L'interno del coro è interamente ricoperto da affreschi eseguiti dal Ferramola e dal Caylina, e vi sono esposti diversi monumenti funerari di età veneta, tra cui il Mausoleo Martinengo, uno dei massimi capolavori della scultura rinascimentale bresciana.
La chiesa di Santa Giulia è stata costruita tra il 1593 e il 1599. La facciata è in marmo di Botticino, decorata da un doppio ordine di lesene di ordine corinzio, divisi da un ricco fregio marmoreo e connessi ai fianchi da volute. All'interno, la chiesa presenta una spaziosa navata unica coperta con volta a botte costolonata. Nella chiesa non rimane alcun arredo sacro o decorazione. Gli affreschi che originariamente ricoprivano ogni superficie sono quasi tutti scomparsi e ne rimangono poche tracce sulle pareti delle cappelle laterali e sulla volta. Scomparsi anche tutti gli altari laterali. Benché annessa al monastero, non rientra nel percorso di visita del Museo di Santa Giulia ed è adibita a sala conferenze.

Il Duomo vecchio, ufficialmente concattedrale invernale di Santa Maria Assunta, è la concattedrale di Brescia, titolo che divide con l'adiacente Duomo nuovo. Costruito a partire dall'XI secolo sopra una precedente basilica, ha subito più di un ampliamento nel corso dei secoli ma ha conservato intatta l'originale struttura romanica, che ne fa uno dei più importanti esempi di rotonde romaniche in Italia. La cattedrale contiene anche numerose e importanti opere, fra le quali spiccano un sepolcro di Bonino da Campione, l'organo di Giangiacomo Antegnati, il sarcofago marmoreo di Berardo Maggi e il ciclo di tele del Moretto e del Romanino realizzato per la cappella del Santissimo Sacramento della Basilica di San Pietro de Dom e qui trasferite dopo la sua demolizione. Di grande importanza è anche la cripta, risalente al VI secolo ma restaurata nell'VIII secolo.

La chiesa di San Francesco d’Assisi sorge su un terreno donato dal comune di Brescia ai frati francescani, come ringraziamento per aver pacificato dei dissidi interni al comune. Alla chiesa è affiancato un antico convento francescano risalente al Trecento, da sempre abitato dai Frati Minori Conventuali, e sede del loro Postulato per il Nord Italia.

La chiesa conserva un importante tesoro, non esposto al pubblico, composto da vari oggetti liturgici antichi legati alla storia del monastero. Spicca, all'interno della collezione, la Croce di San Francesco, grande opera di oreficeria di inizio Cinquecento di Giovanni Francesco delle Croci.

La chiesa di San Faustino in Riposo o chiesa di Santa Rita dalla caratteristica forma esterna a cono, fu costruito nel XII secolo come santuario votivo sul luogo dove, per tradizione, avevano sostato, "riposato" le salme dei santi patroni Faustino e Giovita durante la loro traslazione. Il vicoletto sul fondo del quale è visibile l'esterno dell'edificio rappresenta uno dei tanti, affascinanti scorci della Brescia medievale, solitamente poco noto ai più e sempre motivo di meraviglia alla prima veduta.

La struttura originaria dell'edificio si colloca attorno all'VIII-IX secolo, quando era presente la primitiva cappella. Durante il XII secolo l'edificio fu distrutto da un incendio e si procedette quindi alla costruzione del santuario ancora oggi presente.

La chiesa di Santa Maria del Carmine molto importante all'interno del panorama religioso della città, diede il nome al quartiere medievale che la circonda, che ancora oggi è chiamato Quartiere Carmine, forse il più caratteristico e pittoresco della città, sempre sotto accusa per le sue scarse condizioni igieniche e di sicurezza sociale, oggi molto degradato a causa dell'immigrazione. I chiostri del convento ospitano la biblioteca dell'Università degli Studi di Brescia.

La chiesa del Santissimo Corpo di Cristo, nota anche come chiesa del Santo Corpo di Cristo o chiesa di San Cristo fu costruita nella seconda metà del Quattrocento, fa parte del vasto monastero annesso giunto intatto fino a noi, comprendente tre chiostri.

Completamente affrescata nel corso del Cinquecento da Benedetto da Marone e in seguito ampliata e arricchita da Pietro Maria Bagnadore, la chiesa è solitamente definita come la Cappella Sistina di Brescia, viste le affinità scenografiche con l'opera di Michelangelo nella Cappella Sistina romana. Chiesa e monastero sono oggi gestiti dai Padri Saveriani.

La Chiesa di Santa Maria dei Miracoli fu edificata dopo la peste che aveva afflitto la città tra il 1480 e il 1484, si diffuse a Brescia la notizia che un affresco votivo raffigurante una Madonna col Bambino dipinto in facciata a una casa lungo il corso del quartiere di San Nazaro aveva poteri miracolosi. Sull'onda del fervore religioso popolare, il Comune avviò nel 1486 le trattative per l'acquisto della casa. Nel 1488 fu finalmente inaugurato il cantiere del primitivo santuario, costituito da una parte degli interni della chiesa e, soprattutto, dalla maestosa facciata in marmo cesellato, la cui esecuzione è probabilmente da attribuire alla bottega dei Sanmicheli, da poco insediatisi in città, forse proprio in concomitanza con l'ottenimento di questa eccezionale commessa, e all'epoca unica bottega di scultori attiva a Brescia in grado di operare su un manufatto di livello tecnico e culturale così elevato.

La chiesa di San Giuseppe è situata in vicolo San Giuseppe, a nord di piazza della Loggia.
Il 22 febbraio 1515 gli osservanti minori francescani acquisirono due case nel cuore artigianale e commerciale di Brescia, la Curia dei Fabii. Questa era in parte occupata da case degradate, orti, sedimenti, ospizi, nonché dal postribolo pubblico. Brescia e Venezia avevano da tempo avviato l'opera di ristrutturazione abbellimento e risanamento del tessuto urbano: questa vedeva la sua massima espressione nell'apertura della vicina Piazza Grande e nella costruzione dei monumentali edifici che la circondavano. La collaborazione con l'ordine degli Osservanti ed il loro insediamento nella Curia dei Fabii avrebbe favorito l'organizzazione e la normalizzazione della vita sociale e l'allontanamento della prostituzione e delle attività illecite dal centro della città. Contavano inoltre di usufruire della tradizionale predicazione dell'Ordine contro l'usura, piaga contro la quale il Comune aveva istituito fin dal 1490 il Monte di Pietà.

La chiesa dei Santi Faustino e Giovita, nota anche come chiesa di San Faustino Maggiore, è la chiesa patronale della città di Brescia e, per questo motivo, è il più importante edificio di culto cittadino dopo le cattedrali, il Duomo vecchio e il Duomo nuovo.

La chiesa, legata all'attiguo monastero fondato nel IX secolo dal vescovo Ramperto, affonda le proprie origini in un edificio risalente forse all'VIII secolo, che ha visto nel corso dei secoli numerosi ampliamenti e ricostruzioni, in particolare l'intervento seicentesco, che ha comportato un rinnovo radicale della struttura e delle decorazioni.

La chiesa conserva estesi affreschi barocchi, in particolare quello della navata maggiore di Tommaso Sandrino e quello del presbiterio, l'Apoteosi dei santi Faustino, Giovita, Benedetto e Scolastica di Giandomenico Tiepolo. Notevoli opere d'arte pittorica sono poi la Natività di Gesù di Lattanzio Gambara, la Deposizione di Cristo di Sante Cattaneo e lo stendardo del Santissimo Sacramento dipinto dal Romanino. Tra le altre opere artistiche spicca invece l'arca sepolcrale dei due santi titolari. Un tempo nella chiesa e ora al museo di Santa Giulia sono il trittico di sant'Onorio e il celebre gallo di Ramperto.


Il Duomo nuovo, o più correttamente cattedrale estiva di Santa Maria Assunta, è la chiesa principale di Brescia, situata in piazza Paolo VI, già piazza del Duomo. Fu eretta tra il 1604 e il 1825 sull'area in cui sorgeva la basilica paleocristiana di San Pietro de Dom (V-VI secolo).

La storia della cattedrale ha inizio nel 1603, quando Agostino Avanzo rileva l'antica basilica paleocristiana di San Pietro de Dom, per ottenere una visuale completa dell'area disponibile alla realizzazione di un nuovo edificio religioso. La vecchia basilica, ormai in condizioni pericolanti, doveva essere sostituita da una nuova cattedrale, più idonea alle nuove esigenze architettoniche dettate dalla Controriforma e più in linea con le architetture dell'epoca. Agostino Avanzo presenta un primo progetto del Duomo, un ibrido fra il manierismo e il classicismo: pianta a croce latina, con tre navate e transetto, altari laterali sporgenti e grande cupola centrale. Quest'ultima, in particolare, si impose fin dalle primissime idee sul progetto e accompagnerà il cantiere nei secoli come una specie di grande aspirazione comune, voluta e, in fondo, sognata da tutti gli architetti che vi lavoreranno.

La chiesa di Santa Maria della Carità, conosciuta anche come chiesa del Buon Pastore poiché retta fino al 1998 dall'adiacente monastero omonimo, impostata su una caratteristica pianta ottagonale, ospita un notevole apparato decorativo barocco e alcune opere, anche scultoree, degne di nota

La chiesa viene edificata a partire dal 1640 su progetto dell'architetto Agostino Avanzo per volere del sacerdote Pietro Franzoni, superiore del Pio Istituto delle Penitenti, e grazie al contributo economico della popolazione: il cantiere durerà fino al 1655. Il nuovo edificio si sovrappose al precedente, dedicato alla Maria Maddalena, con il ben preciso scopo di accogliere al suo interno una fedele riproduzione della Santa Casa di Nazaret, custodita nel Santuario della Santa Casa a Loreto, riproduzione che vi fu difatti posta nel 1658. Già nel 1654, comunque, la chiesa aveva ricevuto al suo interno il miracoloso affresco della Madonna della Carità, opera della fine del Quattrocento-inizio Cinquecento originariamente posta nel cosiddetto monastero di San Girolamo, retto dalle suore carmelitane, oggi ex Caserma Randaccio in via Lupi di Toscana[1]. Del santuario precedente si mantennero i due altari laterali e le relative pale, che furono ricollocati nella nuova chiesa e che ancora oggi sono presenti.

La chiesa di San Giovanni Evangelista è una delle chiese più antiche della città e fa da prezioso scrigno a prestigiose opere d'arte, soprattutto pittoriche, fra le quali spicca la Cappella del Santissimo Sacramento con affreschi e tele dei pittori Romanino e Moretto.

La chiesa di Santa Maria della Pace appartiene alla Congregazione dell'Oratorio di San Filippo Neri.
La fondazione della chiesa di Santa Maria della Pace, nella prima metà del Settecento, si pone al centro di un periodo di grande rinnovo e fervore religioso a Brescia dovuto alla rinascita economica e sociale della città dopo l'epidemia di peste del 1630, in larga parte favorito dall'operato del vescovo Angelo Maria Querini che venne a capo della diocesi di Brescia nel 1728. Nello stesso periodo, anche il cantiere del Duomo nuovo si riapriva, dopo anni di abbandono. La fondazione della chiesa si deve ai Padri Filippini che, nel 1686, lasciano il convento della chiesa di San Gaetano e si trasferiscono in un palazzo vicino alla Torre della Pallata, dove viene aperto un nuovo oratorio. Il primo accenno alla chiesa viene fatto in un verbale della Congregazione Universale datato 10 luglio 1697, dove viene registrata la scelta comune, messa ai voti, di edificare il nuovo luogo di culto.

La chiesa dei Santi Nazaro e Celso, ricostruita integralmente nella seconda metà del Settecento sulla base di un edificio molto più antico, è oggi un grande esempio di architettura neoclassica unitaria a Brescia e una delle più grandi chiese della città. Contiene numerose e preziose opere d'arte, fra le quali spicca il Polittico Averoldi, capolavoro giovanile di Tiziano.

Il cimitero monumentale di Brescia o Vantiniano è il grande cimitero del comune lombardo. Realizzato sul campo santo del 1813, fu l'opera prima di Rodolfo Vantini.





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