sabato 20 giugno 2015

LE CITTA' DELLA PIANURA PADANA : LENO



Leno è un comune italiano della provincia di Brescia. Centro di importanza agricola ed industriale, è stato luogo di ritrovamenti di epoca longobarda e dell'Abbazia di Leno.
La totalità del territorio lenese giace in pianura geologicamente costituita da territorio alluvionale "copertura quaternaria " formatasi circa un milione di anni fa a causa delle poderose alluvioni fluvioglaciali che portarono a sedimentazione materiali ghiaiosi leggeri e minuti.

Sebbene non siano stati finora trovati reperti di un certo interesse, attestanti insediamenti umani in epoca preistorica nel territorio lenese, si presuppone che esso fosse abitato. Non sembra ammissibile infatti che, circondato da vari gruppi di primitivi in possesso di un certo grado di civiltà - ricordiamo Remedello, Gottolengo e Manerbio -, il territorio lenese non fosse abitato da genti dei suddetti gruppi.

Del resto, una punta di freccia in selce - lunga cm. 5, di forma triangolare e fornita di peduncolo - e alcune asce di pietra verde, ritrovate nella campagna di Leno, avallano l`ipotesi che il nostro paese fosse già abitato nel periodo eneolitico, cioè duemila anni prima della nascita di Cristo.

Facciamo risalire quindi a quel periodo il primo insediamento umano a Leno, insediamento di pescatori e cacciatori, che si dislocavano nell`immensa palude in cerca di pesce e selvaggina per procurarsi il cibo quotidiano. Ricordando l`ambiente paludoso, alcuni storici fanno derivare il nome Leno dal termine greco Limnos, che significa, lama, palude, stagno. Altri derivano Leno da Leuni, nome di un antico popolo che abitava la pianura prima che genti Liguri - Etrusche vi si insediassero.

L`esistenza del popolo dei Leuni c`è tramandata da alcuni scrittori latini.
La tradizione popolare fa derivare il nome Leno dai famosi leoni della leggenda connessa con la fondazione dell`abbazia benedettina.

All'interno del territorio comunale di Leno, sono riconosciute tre frazioni:

Castelleto .
L'attuale frazione, come la intendiamo oggi è pressoché di recente costruzione, come si nota nel Catasto del 1812 in quell'area non esistevano paesi; esistevano viceversa i "Fienili di Castelletto", un agglomerato di case che gravitava intorno alla cascina - fortezza chiamata appunto Castelletto.
Tale architettura darà poi il nome al nuovo nucleo urbano che si svilupperà in età moderna.
Il paesaggio prevalente è quello agricolo che caratterizza molti paesi della Bassa Bresciana.
A Castelletto di Leno, si trova inoltre il Lago delle Sette Fontane,che si estende per una superficie di 250.000 metri quadrati, immerso in un parco.
Cascina fortezza Castelletto, di probabile origine seicentesca, è l'edificio principale del quale è possibile ancora notare il carettere fortificato. Abitato da un ramo della nobile famiglia bresciana dei Martinengo.
All'interno del compresso sorge inoltre una piccola cappella che doveva servire alla piccola comunità.
Antistante il complesso è ancora possibile notare due colonne in marmo poste di fronte all'ingresso che costituivano l'accesso del parco, ora scomparso.

Milzanello

Porzano
La chiesa di San Martino è la chiesa parrocchiale di Porzano. Costruita nella seconda metà del Settecento in sostituzione di un precedente edificio quattrocentesco, è stata poi variamente restaurata e abbellita fra l'Ottocento e il Novecento. Contiene la Madonna col Bambino in gloria con i santi Martino e Caterina del Moretto all'altare maggiore e un affresco del Quattrocento sull'altare della Madonna, più altre opere pittoriche e scultoree d'arte locale.
Notizie sull'esistenza della chiesa si hanno in epoca medievale. L'intitolazione a san Martino è segno della vicinanza alla Badia leonense, benedettina. A questo edificio dovrebbero appartenere due formelle in laterizio che facevano parte del fregio del cornicione esterno, costituito da archetti trilobati impostati su figurine umane. Ancora appartenente alla chiesa quattrocentesca è un affresco raffigurante la Madonna con il Bambino, conservato su un altare laterale. Questa struttura viene restaurata nel primo Cinquecento, soprattutto per merito dei feudatari subentrati al monastero.
Nel 1756 viene dato il via alla costruzione della nuova chiesa. Il progetto, attribuito da Sandro Guerrini a Antonio Marchetti, venne approvato dalla Curia vescovile il 30 aprile di quell'anno. Il cantiere dura un decennio e la nuova chiesa viene consacrata il 24 novembre 1765 dall'arciprete di Bagnolo Mella don Benedetto Perugini. Nel 1898 la chiesa viene restaurata negli interni su progetto di Luigi Tombola, che sistema gli altari laterali, mentre la bottega dei Poisa esegue la cornice dell'altare maggiore e altri apparati decorativi. Nel 1904 sono posizionate le stazioni della Via Crucis e altre statue sono messe in opera negli anni successivi. Altri interventi saranno eseguiti nei decenni successivi, in particolare nel 1988 quando la facciata e le strutture murarie vengono ampiamente restaurate.
Il primo altare a destra è dedicato a san Giuseppe ed è decorato da una statua di gesso raffigurante il santo. Segue la cappella del Redentore e poi dell'Addolorata, adorna di una pala raffigurante la Deposizione, commissionata intorno al 1580 dalla Scuola del Santissimo Sacramento ad un pittore di scuola bresciana.
L'altare maggiore è stato realizzato nel 1766 da Carlo Cristini in marmi bianchi e colorati, mentre il tabernacolo venne eseguito nel 1800. Domina l'abside, la Madonna col Bambino in gloria con i santi Martino e Caterina del Moretto, pregevole opere della prima maturità dell'artista, risalente al 1530 circa.
Lungo la navata destra si trovano invece l'altare dedicato alla Madonna della Stalla, raffigurata nell'antico affresco prima citato. Pregevole è il paliotto, ricco di marmi e di motivi ornamentali, avente al centro una medaglia con la Madonna del Rosario tra i santi Domenico e Caterina da Siena. Segue la cappella di san Carlo Borromeo, meno ricca della precedente ma comunque elegante, che accoglie una pala di Carlo Baciocchi del 1672, raffigurante il santo inginocchiato in adorazione del Bambino Gesù presentatogli da sant'Antonio di Padova. La tela, fra l'altro, proviene dalla soppressa chiesa dei Santi Giacomo e Filippo di Brescia. L'organo risale al 1987, montato in sostituzione di uno precedente ottocentesco.
Nel territorio di Leno, accanto all' italiano, è parlata la Lingua lombarda prevalentemente nella sua variante di dialetto bresciano.


La Fiera di San Benedetto è una mostra mercato agroalimentare biologico che si tiene nel centro storico di Leno nel mese di luglio e che vuole essere uno stimolo per l`agricoltura del nostro territorio.
La Fiera di San Benedetto si pone come obiettivo quello di presentare esempi concreti di produzione e lavoro nel settore del biologico, esempi necessari da far conoscere presso gli operatori della nostra zona (agricoltori e allevatori, ma anche negozianti e ristoratori, ossia tutta la filiera interessata).


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