domenica 21 giugno 2015

LE PREALPI COMASCHE



Le Prealpi Comasche sono una sottosezione delle Prealpi Luganesi. La vetta più alta è il Pizzo di Gino che raggiunge i 2.245 m s.l.m..
Si trovano in Italia (Provincia di Como) ed in Svizzera (Canton Ticino).
Secondo la SOIUSA si suddividono in tre supergruppi:
la Catena Gino-Camoghè-Fiorina a nord del Lago di Lugano,
la Catena Tremezzo-Generoso-Gordona tra il Lago di Lugano ed il Lago di Como,
la Catena del Triangolo Lariano tra i due rami del Lago di Como.

La Catena Gino-Camoghè-Fiorina prende il nome dal Pizzo di Gino, dal Monte Camoghè e dalla Cima di Fiorina, montagne più significative del gruppo.

La Catena Tremezzo-Generoso-Gordona prende il nome dal Monte di Tremezzo, dal Monte Generoso e dal Sasso Gordona, montagne più significative del gruppo.

Il Triangolo Lariano o Penisola Lariana è la parte di terra compresa fra i due rami del Lago di Como, detto anche "Lario", da cui il nome del triangolo. Occupato da rilievi montuosi prealpini, che culminano col Monte San Primo (1.686 metri), è tagliato in senso verticale dal solco della Valassina (o Vallassina), entro cui scorre il primo tratto del fiume Lambro. L'ente territoriale ad esso corrispondente è la Comunità montana del Triangolo Lariano.

È cinto a sud da cinque laghi di piccole dimensioni: Montorfano, Alserio, Pusiano, Annone e Garlate

I suoi vertici ideali sono Como, Bellagio e Lecco. Per quanto riguarda i suoi lati, i primi due sono facilmente delimitati dalla sponda del Lario; mentre il lato meridionale è più difficile da chiarire, tuttavia si può fare riferimento alla strada che da Como porta a Lecco, costituita nel primo tratto dalla Statale Briantea e poi dal bivio di Tavernerio dalla Statale dei laghi di Pusiano e di Garlate. Oltre i centri urbani sopracitati, fra i comuni più importanti vi sono Erba, Ponte Lambro, Canzo e Asso (con i vicini comuni di Sormano, Caglio e Rezzago). Dopo Asso si arriva a Lasnigo, proseguendo poi fino a Magreglio e Civenna. Distinti sono i comuni lacuali e perilacuali: Blevio, Torno, FaggetoLario, Pognana Lario, Nesso, Lezzeno, Bellagio, Zelbio, Veleso e Valbrona in provincia di Como; Oliveto Lario, Valmadrera e Malgrate (LC). Nel suo territorio è compresa la Comunità Montana del Triangolo Lariano che ne costituisce la gran parte della superficie, in pratica quella appartenente alla Provincia di Como.

Il Camoghè è una montagna alta 2228 m s.l.m. La sua vetta segna il confine tra il Distretto di Bellinzona (comunanza Monteceneri-Cadenazzo) e quello di Lugano (comune di Ponte Capriasca).
Il fianco di nord-est scende verso la Valmaggina, una laterale della Valle Morobbia; il fianco di nord-ovest scende verso la Val di Caneggio; il fianco meridionale forma la Valle di Serdena. Le acque delle valli di Serdena e Caneggio danno origine al fiume Vedeggio. La sua quota relativamente elevata per le prealpi la pone in un ambiente intermedio tra quello alpino e quello prealpino. L'abbondanza di ferro nelle sue rocce le tinge spesso di colore rossiccio. Vi cresce una specie floreale endemica di questa regione la Androsace Brevis.

Il Gazzirola è una montagna imponente, dalla cui vetta si snodano tre crinali, che determinano anche i confini comunali di Lugano (Svizzera, a sud-ovest), Ponte Capriasca (Svizzera, a nord) e Cavargna (Italia, a est). Dal versante sud-occidentale della montagna nasce il fiume Cassarate che forma la Val Colla; il pendio nord scende ripido verso la Corte Lagoni, da cui si origina il ramo meridionale del fiume Vedeggio; il fianco orientale costituisce alcune laterali della Val Cavargna. Salendo sulla montagna da Bogno o da Certara, sul sentiero si possono incontrare tre rifugi: la Capanna San Lucio (Svizzera, 1.540 m s.l.m.), il Rifugio San Lucio (Italia, 1.554 m s.l.m.) e il Rifugio Garzirola (Italia, 1.974 m s.l.m.).

Il monte Bregagno è una montagna alta 2.107 m s.l.m. Si trova sulla sponda occidentale del lago di Como e, benché di modesta altezza, con la sua imponenza domina tutto l'alto Lario.
Dalla sua vetta, che segna il confine tra i comuni di Plesio, Cremia e Garzeno, si delinea verso ovest il cosiddetto "costone del Bregagno" che comprende le cime del monte Marnotto (2.088 m s.l.m.), pizzo d'Aigua (1.954 m s.l.m.), monte Tabor (2.079 m s.l.m.), cima Pianchette (2.158 m s.l.m.). e pizzo di Gino (2.245 m s.l.m.).
La lunga dorsale sud, altrepassata l'anticima del Bregagnino e la sella di Sant'Amate, si innalza negli speroni rocciosi del monte Grona.

Il monte Bar si presenta con una forma particolarmente tondeggiante affiancato alla cima gemella del monte Cavaldrossa a sud-ovest. Proprio per questa sua forma caratteristica è meta di escursioni tutto l'anno, d'estate e in inverno. Con neve abbondante può essere salito con ciaspole e anche in scialpinismo.
Diversi sentieri consentono, senza particolari difficoltà, di raggiungere la vetta; il più diretto parte dal paese di Corticiasca, la meta si raggiunge in circa 2 ore. Bella è anche l'escursione che parte dalla chiesa parrocchiale di Colla. Un comodo sentiero porta all'alpeggio di case Barchi (1243 m), prosegue poi per ampi pascoli fino a raggiungere la cresta che separa il monte Bar dal monte Gazzirola. Si segue tutta la cresta fino in vetta.
Nonostante la quota relativamente modesta, il panorama dalla cima è estremamente vasto. In giornate limpide sono visibili praticamente tutti i gruppi montuosi delle Alpi, la pianura lombarda, l'Appennino Ligure. Poco sotto la cima si trova a 1.600 m la capanna Monte Bar, aperta tutti i giorni, dove è possibile rifocillarsi e trovare alloggio per la notte.

La Cima di Fiorina (1.810 m s.l.m. - detta anche Cima di Fojorina) si trova sul confine tra l'Italia e la Svizzera.
La montagna è collocata a nord del Lago di Lugano tra il Gazzirola e la Cima dell'Oress.

Il monte Generoso o Calvagione (1.704 m) è situato al confine tra Svizzera e Italia. La vetta conosciuta anche come punta Càdola è condivisa tra il comune italiano di San Fedele Intelvi e quello svizzero di Rovio. Del massiccio fa parte una cima leggermente più bassa detta Baraghetto (1.701 m), appena più a nord di quella principale.
Il 7 settembre 1893 accolse la visita della regina Margherita di Savoia e del principe ereditario futuro re Vittorio Emanuele III.
Il monte si trova sulla sponda orientale del lago Ceresio tra Lugano e Chiasso, così come non è lontano dalla sponda occidentale del Lario (lo separa la val d'Intelvi). Il confine tra Italia e Svizzera si trova sui versanti orientale e settentrionale. I versanti sud e ovest appartengono alla Svizzera, il versante nordest all'Italia, l'area della parte elvetica risulta preponderante.
La montagna è di facili e molteplici accessibilità, anche se il suo lato nordoccidentale è particolarmente scosceso. Dalla frazione Orimento (1.275 m) nel comune di San Fedele Intelvi in Italia, dove sorge l'omonimo rifugio, partono un paio di sentieri che in meno di due ore portano agevolmente in cima.
Sul versante orientale in territorio italiano è stata da pochi anni scoperta una grotta, che ha preso il nome di Caverna Generosa, ma comunemente conosciuta come Grotta dell'Orso perché vi sono stati trovati i resti di un orso delle caverne (Ursus spelaeus) risalenti ad un periodo compreso tra i 50.000 ed i 30.000 anni fa. La fauna fossile è costituita da molte altre specie tra cui il lupo (Canis lupus), l'orso bruno (Ursus arctos), lo stambecco (Capra ibex), l'alce (Alces alces) e molti altri.
Ancora al suo interno più recentemente sono stati rinvenuti reperti attribuibili all'uomo di Neandertal, risalenti ad un periodo compreso tra i 50.000 ed i 60.000 anni fa. La montagna è comunque ricchissima di anfratti, ad oggi sono censite 92 grotte per una lunghezza totale di 13 chilometri.

Il Monte di Tremezzo è una montagna alta 1.700 metri s.l.m. Si trova in provincia di Como sulla sponda occidentale del Lario, prende il nome dall'omonima località situata sotto il suo versante est.
La vetta è raggiungibile senza particolari problemi anche perché non molto lontano sorge il Rifugio Venini-Cornelio (1.576 metri s.l.m.) collegato da una strada militare ai paesi di Pigra e Ponna e costruita nel periodo della prima guerra mondiale. Infatti, nella parte di tracciato tra il rifugio e la cima, sono presenti quattro postazioni d'artiglieria, un tempo blindate, costruite durante la realizzazione della Frontiera Nord, il sistema difensivo italiano verso la Svizzera popolarmente noto come Linea Cadorna. Sulla sommità è posto un piccolo monumento con una statuetta stilizzata della Vergine.
Dal Monte di Tremezzo si possono raggiungere comodamente a piedi il Monte Crocione (1.641 m s.l.m.) ed il Monte Galbiga (1.698 m s.l.m.).

Il monte Galbiga è una montagna alta 1.698 m s.l.m. Si trova in provincia di Como sulla sponda occidentale del Lario, chiude ad ovest la val Perlana.
Dalla vetta nelle giornate terse si possono vedere ben sei laghi in fila: da sud-ovest a nord-est il Lago Maggiore, il lago di Muzzano, il lago di Lugano, il lago del Piano, il lago di Como e il lago di Mezzola. Inoltre è ben visibile a nord la cittadina di Porlezza, il monte Grona e a sud la val Perlana e la val d'Intelvi. Non manca un bella vista sulle Alpi tra le quali spicca il Monte Rosa.
Nei pressi della vetta è sito un piccolo osservatorio astronomico e sulla cima sono posti una croce rivolta verso Porlezza e la val Menaggio, una statuina della Vergine, un altare ed uno spazio adibito a chiesa, inaugurati e benedetti dal cardinale Carlo Maria Martini.

Il Monte San Primo è una montagna alta 1.682 m s.l.m. È la cima più elevata del triangolo lariano e sovrasta le rive del lago di Como a Bellagio.
Nel gruppo montuoso di San Primo nasce il Lambro; (la sorgente del Lambro è l’apice della linea che fa da confine nord della Brianza; linea prealpina che da un lato si dirige alle sorgenti del Seveso a Cavallasca, escludendo Como e lago, e dall’altro lato, escludendo Lecco e lago, si dirige fino a Galbiate-Garlate).
Vi sono numerosi boschi alle pendici del monte, mentre in cima essi degradano fino a lasciare spazio esclusivamente alle distese erbose. Numerosi i fiori, molti dei quali di montagna; vi sono tante specie protette come le orchidee e le genziane. Per quanto riguarda la fauna troviamo piccoli animali: forte è la presenza di cinghiali, vipere, ricci, volpi, falchi, poiane e altri rapaci.
Sotto il Monte San Primo, nella località di Parco Monte San Primo, posta in territorio di Bellagio, è possibile praticare lo sci alpino. La località è frequentata anche da praticanti di sci-alpinismo e da bambini con bob e slittini. La stazione sciistica del San Primo nacque nel 1957. In pochi anni sorsero tre skilift, denominati Baby Pianone, Terrabiotta e Forcella, a servizio di circa 12 km di piste. Gli impianti, essendo i più vicini alla Brianza e poco distanti anche da Como, Milano e Lecco, furono ben presto molto apprezzati. Tecniche e frequentate erano le piste panoramiche servite dallo skilift Terrabiotta.

I Denti della Vecchia sono un gruppo di montagne delle Prealpi Luganesi, tra Svizzera (val Colla) ed Italia (Valsolda). Il "Sasso Grande", che raggiunge i 1.492 m s.l.m., è il più suggestivo dei pennoni calcarei che lo compongono. Sono anche definiti "Canne d'organo". Principali rifugi di appoggio per escursioni nel gruppo sono la Capanna Pairolo e la capanna situata presso l'Alpe Bolla.
I "denti" sono formati da uno strato geologico più antico: quello del Triassico superiore che è costituito da dolomia. Tra i Denti della Vecchia e la Capanna Pairolo si possono osservare dei conglomerati verrucani che risalgono ad un'epoca ancora più remota. Tutto il massiccio del Gazzirola è costituito invece da uno zoccolo cristallino in forma di gneiss, che rappresenta le rocce affioranti più antiche del Sottoceneri. In Val Colla, sul fondo valle, si riscontrano rocce coperte da ghiaia, sabbie e argille che erano in origine antiche morene d'epoca glaciale.
I Denti della Vecchia rappresentano uno dei luoghi storici dell'arrampicata ticinese. Il "Gruppo Scoiattoli Denti della Vecchia" ha confezionato una guida completa delle vie d'arrampicata presenti nella montagna.
La particolare conformazione di queste montagne ha ispirato tutta una serie di leggende popolari.

Il Pizzo della Croce, anche detto Monte Crocione, è una montagna alta 1.491 m s.l.m., in Provincia di Como.
Fino al 2005 erano presenti anche alcuni impianti di risalita per lo sci, ma data la limitata altitudine e l'assenza di un impianto di innevamento artificiale, il loro funzionamento era mediamente modesto ed in alcuni inverni addirittura nullo.
La stazione sciistica del Monte Crocione nacque nei primi anni Sessanta, con la costruzione degli skilift "Bolla-Monte Crocione", "Bolla-Capanna Bruno" e della manovia "Baby". Le prime stagioni videro un ottimo afflusso di clientela, tanto che a metà degli anni Sessanta, il comprensorio venne ampliato verso l'Alpe d'Orimento, con la realizzazione dello skilift "Alpe Grande-Pizzo d'Orimento" e della manovia "Baby Alpe Grande". Gli sciatori potevano quindi contare su un comprensorio di oltre 15 chilometri di piste, tutte contornate da panorama.
A partire dalla seconda metà degli anni ottanta, il calo di presenze e soprattutto le sempre minori nevicate, determinarono l'inizio delle difficoltà per la stazione sciistica. Vennero dismessi gli impianti dell'area dell'"Alpe Grande", il comprensorio sciistico, si ridueceva quindi a tre soli impianti. Negli anni Novanta, pur con un'apertura incostante, la stazione sciitica continuò a vivere. Il definitivo declino si ebbe con l'avvento del terzo Millennio, quando il termine della "vita tecnica" degli impianti e l'impossibilità di rinnovarli, a causa di insufficienti risorse economiche, portò ad una progressiva chiusura completa della stazione. Inizialmente venne dismesso il solo skilift "Bolla-Monte Crocione". Nel 2004 fu la volta dello skilift "Bolla-Capanna Bruno" ed infine nel 2005 anche la manovia "Baby" fu chiusa definitivamente.
Attualmente gli impianti, in completo stato di abbandono, sono stati parzialmente smantellati e le possibilità di riattivarli in futuro sono pressoché nulle.

Il Palanzone è una cima alta 1436 metri s.l.m. che nel Triangolo Lariano viene sorpassata solo dal Monte San Primo.
Il Rifugio del Monte Palanzone, chiamato anche Rifugio Riella, si trova ai piedi della vetta, all'altezza di 1285 m s.l.m. lungo il sentiero detto Dorsale del Triangolo Lariano ed è gestito dalla Sezione di Como del Club Alpino Italiano.
Questa cima è meta di molte escursioni essendo facile da raggiungere da molte direzioni. Forse la via più facile parte dall'Alpe del Viceré (Albavilla), ma sono altrettanto semplici anche quella dal Pian del Tivano, nei pressi del Rifugio Stoppani e quella dal Forum Franciscanum di Caslino d'Erba.
Dalla frazione Palanzo (ha dato il nome alla montagna) del comune di Faggeto Lario sale una lunga e noiosa strada selciata, percorribile anche con mezzi meccanici.
Il percorso classico dei comaschi parte da Brunate, dopo la salita con la funicolare e l'ascensione al Bolettone: si tratta della prima parte della Dorsale del Triangolo Lariano.
Sulla vetta c'è una cappella a forma di piramide, edificata nel 1900 a cura del Circolo Alessandro Volta di Como e restaurata nel 1981 e nel 2002 grazie al gruppo alpini di Palanzo. Dalla cima si gode di panorama sul Lago di Como e sulla Pianura Padana.
Tutte le montagne della zona, essendo costituite da rocce calcaree, sono soggette a carsismo. A poche centinaia di metri del Rifugio Palanzone, seguendo la Dorsale del Triangolo Lariano in direzione nord, si incontra la grotta Guglielmo, poco più avanti, nel piccolo pianoro tra il Monte Bûl ed il Monte di Faello, una grossa dolina coperta da un gruppo di piante.
Sul lato est del Palanzone, lungo il sentiero che porta verso Rezzago, si trova un'altra piccola grotta, non facile da individuare.
Il 26 aprile 2005 un elicottero Agusta-Bell AB212 dell'Aeronautica Militare partito dall'Aeroporto di Linate e giunto sul posto per un'esercitazione di soccorso in montagna precipitò nei pressi della cima del Palanzone causa un colpo di vento. Dei sei membri dell'equipaggio, tutti appartenenti alla squadriglia SAR di Linate, quattro morirono sul colpo, uno poche ore dopo all'ospedale di Gravellona Toce, mentre il sesto - sceso dal velivolo poco prima per recitare la parte del ferito - ne uscì illeso.

Il Sasso Gordona si trova al confine tra Italia e Svizzera, anche se per lo più in territorio italiano dove si trova la vetta alta 1.410 m, situata nel comune di Schignano. Il monte, la cui cima offre un variegato ed interessante panorama, è meta ambita dagli appassionati di escursionismo. A circa 1200 m si trova il Rifugio Prabello, ex caserma della Guardia di Finanza.
Attorno al monte e sulla sua sommità sono presenti diverse opere fortificate, mai utilizzate a scopo militare, risalenti alla prima guerra mondiale, che facevano parte della Frontiera Nord, il sistema difensivo popolarmamente noto come Linea Cadorna. Sotto il suo versante nord passa la via dei Monti Lariani. .

Il monte Colmegnone (1.383 m s.l.m.) è compreso tra i comuni di Carate Urio, Moltrasio e Laglio, in cui si trova la vetta.
La cima si raggiunge con una strada privata che, dalla colma dei Murelli, lungo la prima tappa della via dei Monti Lariani, sale fino alla colma del Roccolo dove sorge l'agriturismo Roccolo San Bernardo. Da qui si prosegue con un sentiero panoramico poco impegnativo. Antiche e ripide mulattiere in sasso di Moltrasio risalgono il versante orientale, dai paesi rivieraschi di Carate Urio e Laglio, in un percorso immerso in secolari castagneti e boschi di faggio.
Il monte è popolato da una ricca fauna, in particolare da una comunità di Camosci che vive le zone più scoscese della cima e i boschi sottostanti. In vetta, nelle giornate terse, si gode di un'ampia visuale sul lago di Como, dal primo bacino fino al Lario centrale, si gode di una vista privilegiata su Monte Rosa, Cervino e Alpi Bernesi (Finsteraarhorn) e si scorgono le montagne (fino all'Appennino ligure, all'Appennino tosco-emiliano e al Monviso) al di là della pianura padana).
Sulla sommità è presente una croce in legno posta dalla sezione CAI di Moltrasio. La vetta del monte ha un andamento dolce verso la val d'Intelvi e verso Sud, mentre presenta tipiche formazioni calcaree verso il Lario. Proprio verso il Lario, nel territorio di Laglio, nello specifico a Torriggia, si trova la celebre caverna del Buco dell'Orso.

I Corni di Canzo sono tre cime rocciose, disposte da est a ovest che prendono il nome dal comune di Canzo, infatti quella centrale e quella occidentale delimitano la testata settentrionale della val Ravella ed al contempo costituiscono il confine fra il comune di Canzo e quello di Valbrona. Solo la terza cima, quella più bassa, è nel territorio del comune di Valmadrera.
Il Corno occidentale è alto 1.373 m s.l.m., quello centrale 1.368 metri, mentre quello orientale raggiunge solo 1.232 m s.l.m.
Le due vette più alte sono ben visibili in Brianza ed hanno l'aspetto di due grandi "corni", come si vede nella fotografia. Inoltre, tutte e tre le cime sono visibili contemporaneamente dal lungolago di Menaggio fino all'alto Lago di Como; tuttavia, man mano che si prosegue verso nord, è necessario elevarsi di quota perché esse rimangano visibili.
Le cime, trovandosi nel mezzo di una zona fortemente antropizzata, vengono frequentate da moltissimi escursionisti e sono state tra le prime in Lombardia ad essere popolari.

Il monte Bisbino è una montagna alta 1.325 m s.l.m. appartenente alla sezione delle Prealpi Luganesi ed alla sottosezione delle Prealpi Comasche, posta al confine tra la provincia di Como ed il canton Ticino, tra i territori dei comuni italiani di Carate Urio, Cernobbio, Maslianico, Moltrasio, e quelli svizzeri di Breggia, Chiasso e Vacallo.
La cima si raggiunge con una strada che parte dal comune di Cernobbio sul lago di Como, passa dalle frazioni Rovenna e Madrona e sale per circa 17 km, sino alla vetta del Monte (1325 metri), una strada stretta e tortuosa, ma con meravigliosi punti panoramici su Como, sul lago e sui monti circostanti. La strada, nel tratto compreso tra il cimitero di Rovenna e la vetta, fu realizzata durante la prima guerra mondiale nell'ambito dei lavori di realizzazione della Frontiera Nord, il sistema difensivo popolarmente noto come "linea Cadorna"; ancora oggi, nei pressi del cimitero di Rovenna, si può vedere il cippo che indica l'inizio della strada e, poco oltre, la catena che limitava l'accesso alla zona militare. In alcuni punti panoramici, ma specialmente in vetta nelle giornate terse si gode di un'ampia visuale sul lago e si scorgono le montagne (fino agli Appennini e al Monviso) al di là della pianura padana.
Sulla sommità sono presenti un santuario dedicato alla Beata Vergine che è punto di riferimento per la comunità della Beata Vergine del Bisbino, documentato a partire dal XIV secolo e indicato sulla mappa teresiana di Rovenna, una stazione meteorologica ed un ristorante. All'interno del Santuario abbiamo una bella statua della Madonna in marmo bianco di autore ignoto attribuita alla scuola di Leonardo da Vinci e tanti ex voto donati alla Madonna da soldati scampati nella seconda guerra mondiale.
Al di sotto del santuario è stato realizzato un complesso osservatorio d'artiglieria in caverna, mentre negli immediati dintorni, si trovano diverse trincee e due appostamenti d'artiglieria: il presidio era destinato a sorvegliare e battere la valle di Muggio, la conca di Mendrisio e le pendici meridionali del monte Generoso.
La vetta del monte è circondata da un bosco di abeti, risultato di un rimboschimento effettuato negli anni trenta del XX secolo.

La Sighignola è una montagna alta 1.320 m. Si trova sul confine italo-svizzero, tra il comune italiano di Lanzo d'Intelvi (dove si trova la cima) e quelli svizzeri di Arogno e Lugano.
Il versante orientale (italiano) non si distacca molto dalla piana sottostante, presentandosi dolce e boscoso. Quello occidentale (svizzero) è invece molto più pronunciato e scosceso, precipitando, con un dislivello di oltre 1.000 metri, direttamente nel Lago di Lugano. La vetta è anche il punto culminante della Val d'Intelvi, e può essere raggiunta partendo dalla località di Lanzo attraverso una strada piuttosto tortuosa, costruita poco prima dello scoppio della prima guerra mondiale, nell'ambito dei lavori di realizzazione della Frontiera Nord (il sistema difensivo italiano verso la Svizzera, noto come Linea Cadorna).
Sulla cima della montagna, oltre ad una piccola cappella, era allestito un ristorante (oggi chiuso). L'attrattiva principale, tuttavia, resta il terrazzo panoramico posto proprio sul confine, ma ancora in territorio italiano. Da esso si può ammirare (specie nelle giornate terse) una spettacolare vista, soprattutto in direzione ovest, che spazia dal vicino Ceresio fino a diversi quattromila delle Alpi. La cima più alta visibile è quella del Monte Rosa, ma si intravede pure il Cervino. Proprio per questo motivo il sito prende il nome di Balcone d'Italia.
L'opera stradale che la collega a Lanzo fu progettata e finanziata (con il determinante concorso di un anonimo mecenate) dal Touring Club Italiano a partire dal 1912. Fu Luigi Vittorio Bertarelli, già fondatore del sodalizio, a volere fortemente la realizzazione dell'opera, intendendo dotare il punto panoramico di un nuovo, comodo collegamento, al fine di favorire l'afflusso degli escursionisti, e consentire loro di trovare sulla vetta un confortevole punto di sosta e di ristoro. La strada troverà il suo compimento già l'anno successivo. Poco dopo, nell'aprile 1914, entrerà in funzione il ristorante.
Nel 1969 la Società anonima funivia Campione approvò il progetto di una funivia che, a partire dal 1970, avrebbe dovuto collegare la cima con la sottostante Campione d'Italia, dando impulso al turismo locale. Tuttavia, furono costruite solo le intelaiature in cemento armato, che negli anni assunsero il ruolo di scempio ambientale.
Sulla sommità della Sighignola, in territorio di Lanzo d'Intelvi è attiva una stazione sciistica, l'ultima ancora funzionante in Provincia di Como..

Il Monte San Salvatore alto 912 m s.l.m. è un monte della Svizzera nel Canton Ticino nei pressi di Lugano e di Paradiso.
Dal 1890 è raggiungibile da Paradiso tramite funicolare costruita da Franz Josef Bucher e Josef Durrer-Gasser.
La vetta è raggiungibile in circa 1 ora e mezza con un dislivello di 150 m con una lunghezza totale di 250 m tramite la ferrata del Monte San Salvatore. Dalla cima del monte si ha una vista sul lago di Lugano e su tutto il Luganese e il Mendrisiotto. Dal Monte San Salvatore si può effettuare un'escursione di due ore e mezzo dal quartiere di Carona a Morcote.

Il Monte Sasso, è una collina situata nei pressi del confine italo-svizzero. Si trova sopra Cavallasca, un paesino a pochi chilometri da Como e, con la misura di 618 m s.l.m., è la cima più alta fra quelle appartenenti al Parco della Spina Verde. Il monte è ricco di natura, arte e storia e, dalla sua sommità, si godono sempre spettacolari panorami
Il rilievo è costituito principalmente da rocce sedimentarie di ambiente marino databili dal Mesozoico (Giurassico-Cretaceo; Calcare di Domaro e Maiolica; calcari prevalenti) all'Oligocene (Gruppo della Gonfolite; marne, arenarie e conglomerati), con un'estesa copertura morenica derivata dell'ultima era glaciale (Pleistocene).
Una delle maggiori attrazioni del Sasso di Cavallasca sono le trincee. Infatti l'area è ricca di fortificazioni costruite nell'ambito della Frontiera Nord, il sistema difensivo popolarmente noto come Linea Cadorna, realizzato per difendere il territorio della Pianura Padana nel caso di un’invasione da parte degli imperi centrali (Austria e Germania) attraverso la neutrale Svizzera.
Dopo la fine della guerra, nel 1918, il sistema difensivo fu abbandonato. I resti delle trincee sono tuttora visitabili e costituiscono una delle mete preferite dai turisti per la presenza di numerose e interessanti strutture. In particolare si possono vedere trincee scoperte, gallerie, ricoveri e depositi in caverna per i materiali e per viveri, stanze, cunicoli scavati nella roccia, postazioni di avvistamento, targhe del Genio Militare, abbeveratoi e anche postazioni per fucilieri e per mitragliatrici.
Il 22 novembre 2008 l'Associazione Nazionale Alpini, Sezione di Como in collaborazione con il parco della Spina Verde ha restituito dopo 3 anni di lavori le vestigia recuperate del "Fortino del Monte Sasso", una delle opere inserite nelle fortificazioni del territorio.
Sul monte Sasso vi sono anche due punti panoramici che attirano moltissime persone per la spettacolare vista che si può godere dalla loro posizione.
Dal primo è possibile vedere la collina del "monte Goj", il "monte Tre Croci", i comuni di Cavallasca e di San Fermo della Battaglia, la prosecuzione della collina del Parco verso Parè e Drezzo nonché, sullo sfondo, la cerchia morenica e la pianura padana con Milano, nelle giornate terse gli Appennini, segnatamente il Monte Lesima e il Monte Penice.
Dal secondo punto panoramico chiamato "Pin Umbrela" per la presenza di un pino marittimo, simbolo dell’ex club sciistico di Monte Olimpino, è possibile ammirare la meravigliosa veduta sulla collina di Cardina, sul monte Bisbino, sui paesi di Cernobbio, Maslianico, Rovenna, Piazza, Santo Stefano e sul primo bacino del lago di Como.
Un'altra delle mete più visitate è la chiesa dei Pittori che sorge in località "Colombirolino". Essa è sopraelevata rispetto alla strada ed è costruita lungo il corso del fiume Seveso. È di color rosa, con quattro lesene gialle ai lati del portone d’ingresso. Tra queste, due cavità blu movimentano la facciata che termina con un frontone triangolare, al di sopra del quale spicca un campanile a vela. I decori della porta sono in rame e rappresentano San Rocco a cui è dedicata la chiesa, costruita nel 1857 e consacrata l'anno successivo. Il nome "dei Pittori" deriva dal fatto che furono chiamati 14 diversi artisti, nel 1978, per decorare le 14 stazioni della Via Crucis.
Un'altra importante opera architettonica che si trova sul monte è la scala del Paradiso. È una scala con più di 900 gradini che collega Ponte Chiasso con il Sasso di Cavallasca. La scala fu costruita agli inizi del secolo scorso dalla Guardia di Finanza per agevolare il controllo del confine italo-svizzero.
Il bosco è caratterizzato da latifoglie, con in primo piano il castagno, ma non mancano betulle, nocciòli, ciliegi selvatici, e faggi.
La fauna è quella tipica collinare. In particolare nei boschi del monte Sasso si possono trovare alcune specie di mammiferi, tra cui lo scoiattolo comune, il ghiro, la lepre comune, la volpe e la faina. Sono presenti anche molte specie di uccelli, sia stanziali che migratori, come il picchio, il corvo, il pettirosso, l'usignolo, il merlo, il fringuello, la cinciarella e il nibbio bruno.
Non mancano rettili come la lucertola, l'orbettino, lo scorzone e qualche vipera. Negli ambienti umidi presso i ruscelli e le piccole raccolte d'acqua, si possono trovare anche varie specie di anfibi, tra cui le rane rosse, il rospo, la salamandra e, se si è fortunati, si può avvistare anche qualche gambero di fiume.
Sono decine i sentieri che percorrono in lungo ed in largo l'intero monte e son percorribili a piendi, a cavallo ma il metodo migliore rimane la bici, che sia una mountain-bike normalissima oppure una specialissima da downhill, i vari sentieri son praticabili da tutti senza problemi. Troviamo da lievi pendii a discese che richiedono molta attenzione se si vogliono percorrere al massimo. Tra i sentieri che val la pena menzionare ricordiamo il Pin Umbrella con la sua vista panoramica sul bacino del lago di Como e la stupenda Scala Paradiso (tra l'altro accanto ad essa sta nascendo un piccolo sentiero da discesa molto tecnico.



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