domenica 19 luglio 2015

BEDULITA

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Bedulita è un comune situato in Valle Imagna.

Il paese vanta una storia millenaria. Risalgono approssimativamente all'anno 1000 le origini di questo borgo posto a mezza costa sul monte Albenza, anche se è presumibile che vi fossero insediamenti umani già molti secoli prima di questa data, come si evince da alcuni ritrovamenti avvenuti nella grotta denominata Buco del Corno, dove sono stati portati alla luce frammenti di ceramica.
Si presume inoltre che già in epoca longobarda fossero presenti piccoli agglomerati, tanto che il paese originariamente veniva chiamato con il nome di San Michil, in onore al santo venerato dai Longobardi stessi e che tutt'ora è il patrono della parrocchia.

E' comunque in epoca medievale che il paese comincia ad assumere una fisionomia ben precisa, tanto da essere citato in documenti ufficiali per la prima volta nell'anno 1219. La tradizione vuole che il toponimo prenda spunto dal contesto naturalistico, un grande bosco di betulle (appunto beduletas), che avvolgeva il paese.
L'epoca medievale vide imperversare nella zona scontri cruenti, molto più che nelle altre zone della provincia bergamasca, tra guelfi e ghibellini. Questo per il fatto che la valle Imagna, prevalentemente guelfa, era in netta contrapposizione con l'attigua valle Brembilla, schierata con i ghibellini. In tutta la zona sorsero castelli e fortificazioni, e Bedulita non fu da meno: a tal riguardo esistono alcuni resti di costruzioni, tra le quali spicca il campanile dell'attuale chiesa, sorto appunto su una torre utilizzata a scopi difensivi risalente ad un periodo compreso tra il XII ed il XIII secolo.
I primi scontri videro prevalere i guelfi, tanto che i ghibellini chiesero aiuto ai Visconti, signori di Milano. Questi riuscirono a sconfiggere gli avversari e ad estendere il proprio dominio sulle valli della zona. Il modo con cui infierirono sugli avversari portò i guelfi a cercare più volte la vendetta con ulteriori uccisioni.

Dopo continui ribaltamenti di fronte il dominio dei Visconti e dei ghibellini fu definitivo, anche se il rancore guelfo dava spesso seguito a rivolte popolari, avvenute anche a Bedulita nel 1363, nel 1376 e nel 1407, e soffocate con le armi.

La situazione si rovesciò quando la zona passò sotto il controllo della repubblica di Venezia che, in contrapposizione con i Visconti, sosteneva lo schieramento guelfo. Seguirono distruzioni nei confronti dei possedimenti ghibellini, mentre i paesi guelfi, tra cui Bedulita, ebbero un trattamento di favore come citato in documenti dell'epoca:

«I Valdimagnini per la loro integrità della fede e fedeltà alla Repubblica, difendendola contro il Duca di Milano, furono dal Doge con privilegi, grazie e favori arricchiti et onorati» (Effemeridi di Padre Donato Calvi)

Nel corso degli anni andò acquisendo sempre maggiore prestigio la locale famiglia dei Personeni, che annoverò tra le sue fila illustri personaggi, tra cui spiccano Aurelio, cognato di Papa Clemente VIII, e Cinzio, elevato al porporato.

Un fatto curioso vide protagonista l'intera comunità nel 1756: in epoca illuminista, il ruolo centrale della chiesa cattolica era messo in discussione dalle teorie del tempo, divulgate nella zona da numerosi adepti. Gli abitanti si riunirono così presso il Ponte Giurino dove giurarono fedeltà alla chiesa romana.

I secoli successivi videro pochi fatti di rilievo coinvolgere la piccola comunità che, forte del proprio isolamento, seguì le vicende del resto della provincia senza parteciparvi in modo diretto.

La chiesa dedicata al culto dell'arcangelo Michele sorge su un piccolo terrazzo in posizione isolata dai nuclei abitati. Fu costruita nel 1859 sui resti di una preesistente chiesa e rinnovata completamente nel 1906. All'esterno è circondata da un porticato a tre arcate con affreschi, tra i quali un San Bernardino del 1400. All'interno sono presenti tracce di affreschi antichissimi e una pala della Natività di Gesù attribuito al Romanino. Degno di nota è l'affresco raffigurante il "Crocifisso e Santa Maria Maddalena" di Vincenzo Orelli (1797) sito nella prima cappella di sinistra.

Il campanile è discosto rispetto la chiesa ed si imposta forse sui resti di un'antica torre difensiva del secolo XII-XIII secolo.

L'organo, di tipo italiano/lombardo è opera del Perolini, un allievo del Serassi. Si caratterizza per i registri a coulisse e una tavolozza fonica con il tipico ripieno italiano. Ha un manuale con tastiera corta e pedaliera scavezza a leggio. Il campanile conserva la base ed alcune caratteristiche di una fortificazione medievale (risalente al XII secolo), sulla base della quale la chiesa venne costruita.

In località Capersoneni si trova una villa signorile che risale al XV secolo e diede i natali ad Aurelio Personeni.

Vi sono piccoli ponti che permettono il superamento del torrente Imagna: il Ponte Giurino, in struttura romanica, ed il Ponte di Berbenno (che divide il comune con il vicino Berbenno) con una struttura a schiena d’asino, risalente al periodo medievale.



L’Europa, una delle più belle grotte delle valli bergamasche, la si raggiunge superando il paese in direzione di Costa Imagna.

L’ingresso è di circa 100x40 cm, da cui fuoriesce aria fredda. Si avanza per 6/7 mt in orizzontale (le misure variano sino ai 2 mt di larghezza), dopodichè il soffitto si alza gradualmente fino ad un metro per una lunghezza di 3 mt.

Rimanendo sulla destra si supera il gradino di un metro (dopo aver tolto la sbarra chiusa con lucchetto) e tramite una strettoia di 2 mt si raggiunge la grande sala.

La sala è stata resa accessibile da un lavoro di forzatura in strettoia, durato una quindicina di notti e culminato nella domenica delle elezioni del Parlamento Europeo del 1986; da qui il nome di Grotta Europa.

La grande sala dalla forma ovale ha dimensioni di 30 mt di lunghezza per 20 di larghezza e 10 d’altezza; dal centro della cupola fuoriesce una cascatella perenne la cui acqua si dilegua sulla destra della grotta. Sempre al fianco della cascata si trova un’enorme stalagmite dalla forma tozza. La cavità è ricca di concrezioni di ogni tipo, cannule, drappi e colonne per non parlare di eccentriche e stalagmiti; sul fondo della sala ci sono inoltre enormi colate alte fino a 5 metri, che scendono dal soffitto fino al pavimento.

Il torrentello creato dalla cascata non dà problemi; l’acqua è alta non più di 20 cm e lo si percorre per 3-4 mt dopo di che ci troviamo nella zona delle cannule; da qui generalmente si prosegue sulla sinistra, mentre la grotta avanza nella stessa direzione per altri 30 mt.Per accedere a questo ramo bisogna raggiungere la colonna in fondo alla zona cannule, per spostarsi poi sulla destra contro la parete ed immettersi nella strettoia lunga 2 mt.

Si prosegue nella sala incontrando alcune stalagmiti alte non più di un metro, fino a raggiungere le grandi colate. Si supera poi una piccola gola che ci porta ad una vaschetta attiva, dove il calcare nell’acqua contribuisce ad accrescerne l’orlo. Sui lati, sott’acqua, ci sono altre concrezioni tipiche di questo genere. La vaschetta è alimentata da un piccolo fiotto d’acqua che nel contempo perfora ed accresce una stalagmite. Superata la vaschetta sulla sinistra, per un passaggio esiguo, si arriva ad un piccolo laghetto fossile di circa 2x2 mt. Qui nella nicchia si possono trovare altre concrezioni, stalattiti e drappi.

La cascata è alla nostra sinistra e ci siamo alzati rispetto al torrentello di circa 3 metri.

Si prosegue poi per quattro metri su una cresta, porgendo attenzione agli anfratti laterali, fino a raggiungere il punto di partenza dove, in passato, si sono trovati resti di animali carnivori. L’uscita in discesa la si prende di testa, lasciandosi scivolare lentamente fuori dalla strettoia.



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