venerdì 3 luglio 2015

BERZO INFERIORE



Berzo Inferiore è un comune della Val Camonica.

La zona di Berzo Inferiore era frequentata e abitata dagli antichi Camuni fin dalla preistoria, che vi transitavano, risalendo la Val Grigna, per raggiungere i passi montani che collegavano le valli contigue (Passo Maniva, Passo Corcedomini). Era probabilmente la propaggine più a nord del lago d’Iseo o il confine di una vasta palude che giungeva anche alle pendici dei colli a nord dell’abitato di Berzo. I Romani, dopo aver conquistato la Val Camonica, fecero passare per Berzo un ramo della via Valeriana; un’epigrafe romana attesta come a Berzo venissero onorate le “Fonti Divine”. Le terre del Comune di Berzo prospicienti l’Oglio, confinanti con il Comune di Esine, sotto il dominio longobardo appartennero al “Gasindo”, un vassallo di rango inferiore del re Desiderio, che nel 774 lasciò per testamento la volontà di vendere la corte di “Bergis” (Berzo): questo è il primo atto in cui viene nominata la zona. Un documento attesta la cessione, avvenuta nel 960, di proprietà berzesi dal Vescovo di Cremona al Conte di Lecco. Nel Medio Evo anche a Berzo sorgeva un castello, di cui ora non si hanno più tracce: è menzionato soltanto fra le tante proprietà della potente famiglia dei Conti Lambertini. La diaconia di Berzo fu la prima, in ordine alfabetico, a essere nominata tra quelle dell’antica pieve di Cividate, che aveva competenza amministrativa religiosa sulla media Val Camonica. Intorno al Mille, probabilmente sulle rovine di un tempietto precedente, fu costruita la piccola chiesa di San Lorenzo, che, nel 1415, fu poi ricostruita totalmente e divenne per secoli l’antica parrocchiale. Il “Catastico” del Lezze (1610) ricorda la buona produzione di biade e vini e soprattutto la rifinitura, in dieci fucine, dei prelavorati per armature provenienti da Bienno. Nel periodo fascista, quando più paesi di piccole dimensioni venivano riuniti in uniche amministrazioni, Berzo fu aggregato a Bienno. Riacquistò l’indipendenza amministrativa nel 1947.

La chiesa parrocchiale di Berzo Inferiore, dedicata alla Natività di Maria, è conosciuta anche come santuario della Madonna Pellegrina. Realizzata nel ‘600 deve la devozione a un’apparizione mariana. La leggenda narra che nel 1609 presero avvio i lavori per la costruzione di una nuova chiesa parrocchiale, che però progredivano a rilento. Così il 24 settembre del 1616 la Madonna apparve a una ragazza berzese (Marta Damioli Polentini) dicendole che se i lavori fossero proseguiti alacremente, l’intero paese sarebbe stato risparmiato da un’alluvione che incombeva sulla valle del fiume Grigna. La ragazza corse a riferire agli abitanti quello che la Madonna le aveva detto e i lavori per l’erigenda parrocchia si risolsero in poco tempo. La Madonna mantenne il voto fatto e l’abitato di Berzo fu salvo. L’apparizione venne rappresentata sulla parete sinistra (per chi guarda il portale) esterna della chiesa e una lapide ricorda l’evento. All’interno della chiesa è possibile vedere la pala della “Natività della Vergine” del Fiamminghino opera del 1633 e diversi affreschi dell’artista Scalvini e Paglia. In un altare laterale sono conservate e ben visibili le spoglie del beato Innocenzo da Berzo (per i camuni ma soprattutto per i berzesi affettuosamente chiamato ‘l fratasì).

La chiesa di San Lorenzo secondo la tradizione fu edificata da Carlo Magno nell'ambito del Castello di Berzo, ed è costruita nel luogo di una struttura fortificata, di cui rimangono tratti di muratura lungo il sentiero ed integrati ai successivi edifici.
Citata in alcuni documenti del XIV secolo, essa subì una ristrutturazione nei primi decenni del XV così da apparire, al delegato del vescovo che la visitò del 1459, di recente ricostruita e riparata. Nel XVII secolo fu aggiunta sul lato nord la cappella del battistero e nel secolo scorso fu eliminata la loggia dei Disciplini.
Svolse funzioni di parrocchiale fino al 1648 quando, ritenuta oramai scomoda, fu sostituita in tale ruolo dalla nuova chiesa di Santa Maria, collocata in paese.
Accanto alla chiesa sorgono due piccoli edifici: il Lazzaretto, o oratorio dei Disciplini, e la cappella di San Carlo Borromeo.
Nell'aspetto attuale la chiesa di San Lorenzo conserva in massima parte i caratteri quattrocenteschi.
Ha un'unica navata con copertura lignea sostenuta da archi acuti, ed il presbiterio formato da due ambienti comunicanti: l'anteriore con volta a botte acuta e il successivo con volta a crociera.
Al presbiterio si accostano da un lato la sacrestia, dall'altro il campanile. Sulla controfacciata si appoggiava una loggia, ora demolita, raggiungibile attraverso la scala in muratura esterna, sotto cui è ricavata la tomba che secondo la tradizione popolare appartiene a san Glisente.
A sinistra, in aggetto rispetto alla prima campata, vi è la "cappella del battistero", aggiunta all'inizio del XVII secolo; a destra, appoggiata alla parete della seconda campata, la cappella della famiglia Federici.
La facciata è a capanna, resa asimmetrica dalla presenza della cappella del battistero; vi si apre un portale in pietra simona, con lunetta contenente un affresco. Sull'architrave sono incisi una scritta dedicatoria, il monogramma di san Bernardino e la data del 1486.
Sul prospetto principale, in alto a destra, si intravedono le tracce delle aureole e di un cartiglio, appartenuti ad un enorme figura di San Cristoforo, oggi quasi scomparso. San Cristoforo, protettore dei viandanti e dei Disciplini, era dipinto in grandi dimensioni sull'esterno delle chiese, poiché si riteneva che la sua immagine, vista anche da lontano, preservasse per quel giorno dalla morte improvvisa.
La chiesa presenta un ricco repertorio di affreschi attribuiti ad autori diversi (tra cui Girardo da Cemmo) che vi lavorarono nel corso del XV secolo. A Giovan Pietro da Cemmo spetta la decorazione della cappella Federici, datata al 1504 e dedicata ai santi Fabiano, Sebastiano e Rocco dopo una epidemia di peste. Vi sono raffigurati, oltre ai tre santi, alcuni episodi della vita dei santi Sebastiano e di Rocco.
La volta del presbiterio è decorata con storie del santo titolare (san Lorenzo), mentre sulla parete di fondo si trova una Crocifissione dove compaiono anche i santi Lorenzo e Glisente. Nella parete laterale del presbiterio si trovano gli affreschi con la storia di san Glisente, secondo la leggenda un valoroso cavaliere al seguito di Carlo Magno che si sarebbe ritirato a vita eremitica sui monti di Berzo Inferiore; egli è inoltre ripetutamente raffigurato nella tradizionale iconografia del santo cavaliere.
Gli affreschi di San Lorenzo presentano particolare interesse per la presenza, oltre alle consuete raffigurazioni di Gesù, della Madonna e dei Santi, di molteplici riferimenti alla ritualità dei Disciplini ed alla devozione per san Glisente.
L'oratorio dei Disciplini, chiamato "Lazzaretto" poiché utilizzato come ospedale durante le epidemie, fu originariamente oratorio dei Disciplini.
Contiene infatti la sala dove i confratelli si riunivano, decorata, sulla parete di fondo, da un semplice affresco con una Flagellazione, cui assistono alcuni Disciplini inginocchiati.
L'oratorio fu ricavato, probabilmente nel XV secolo, riutilizzando il perimetro murario di una persistente struttura medioevale. Vi si aggiunse, verso il fianco della chiesa, il piccolo portico dove ancora si leggono le tracce di antichi affreschi. A questo ciclo appartiene anche l'affresco della Deposizione oggi distaccato e restaurato ed esposto nella cappella del battistero entro la chiesa.
La Cappella di San Carlo, costruita nel XVII secolo, si apre sui due lati contigui con archi poggianti su colonna con capitello. La parete di fondo, a cui si addossa un rozzo altare, reca tracce di affresco.

La chiesa di San Glisente è adagiata ad alta quota (quasi 2.000 m s.l.m.).
La prima attestazione della chiesa risale al 1222, in un documento conservato nella parrocchia di Esine. L'attuale aspetto si deve ad una ricostruzione del XV secolo.
San Carlo Borromeo visitò l'edificio durante la sua visita pastorale in valle Camonica nel 1580.
Presenta in facciata un rustico e asimmetrico profilo a capanna. Al di sotto della struttura è presente una cripta di stile romanico di notevole interesse; vi si accede da un lungo e stretto cunicolo. La leggenda vuole che in questo luogo vivesse san Glisente.

La casa-museo dove visse il frate cappuccino Fra’ Innocenzo, detto “Il Fratino” (dichiarato Beato da Papa Giovanni XXIII nel 1961), è di proprietà della Parrocchia di Berzo Inferiore. L’edificio, ristrutturato, è costituito da due piani: al pianterreno ci sono tre vani, che non sono più stati modificati dalla morte di Innocenzo, con alcuni strumenti di cucina della madre, abiti per le celebrazioni e altri oggetti appartenuti al fratino, come il piccolo altare francescano. Al primo piano si trovano tutti gli ex voto posti a riconoscenza, “per grazia ricevuta”; in particolare troviamo una piccola bacheca contenente un pezzo di corda che testimonia un “fatto miracoloso” avvenuto negli anni '20 in Adamello. Al secondo piano troviamo una sala con soffitto e balconi in legno, arredata con mobili d’epoca.

La Chiesa di Zuvolo, dedicata agli Alpini, si trova in località Zuvolo (1420m) sul monte di San Glisente.


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