venerdì 31 luglio 2015

BOVEZZO



Bovezzo è un comune situato nella Valle del Garza alla confluenza con la Val Trompia, afferente a quest'ultima.

Nel territorio di Bovezzo scorre il torrente Garza, seguendo il percorso della Strada statale 237 del Caffaro. Con i suoi 42 chilometri di lunghezza e con una portata di 1,2 m³/s è il maggior corso d'acqua del territorio.

In prossimità del quartiere conosciuto come "Le Brede", sul confine con il comune di Concesio, scorre il torrente Tronto.

Il Fosso della Valle del Cannone è un affluente del Garza che segna il confine con il comune di Nave. Svolge la funzione di colatore montano per l'omonima valle.

Bovezzo sorge ai piedi del monte Spina (detto anche monte Sant'Onofrio), sotto l'appendice del Dosso Pentere(comunemente chiamato solo Pentera). Il monte Spina è una montagna delle Prealpi Bresciane nelle Prealpi Bresciane e Gardesane, che raggiunge un'altitudine di 962 m s.l.m. È il punto di unione tra la val Trompia e la dorsale che delimita la valle del Garza.

I primi insediamenti storici sul territorio di Bovezzo risalgono al passaggio dei Galli Cenomani (200 a.C.), mentre abbastanza numerosi risultano i reperti archeologici di epoca romana fra cui possono essere ricordate un'armilla e una fibula in bronzo (databile tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C.) ed un'ope di terracotta rossa-mattone.

Una delle più evidenti prove della presenza romana sul territorio sono le tracce dell'antico acquedotto, realizzato all'epoca dell'imperatore Ottaviano Augusto (I secolo d.C.) L'acquedotto romano attraversava la Valle Trompia, convogliando le acque della Valle Gobbia sino a Brescia e fu utilizzato integralmente per tutta la lunghezza del percorso originario sino al V secolo d.C. Attualmente parti ben conservate dell'acquedotto sono presenti nel piano interrato di alcune palazzine private del paese.

Durante il periodo medioevale Bovezzo è sotto la giurisdizione religiosa della pieve di Concesio, e risulta compreso - fra il 1385 e il 1403 - nella quadra di Nave, insieme a Caino, Lumezzane, Concesio e San Vigilio. Sempre in questo periodo Bovezzo si unisce sempre più a Concesio, tanto che nell'estimo del territorio bresciano del 18 gennaio 1435 viene indicato quale comune de Bovetio et Consetio.

Le lotte che coinvolgono la Repubblica di Venezia nel XVI secolo per il predominio sui territori della terraferma fra cui l'agro bresciano su cui insiste Bovezzo culminano nella battaglia di Agnadello, presso Cremona, dove il 14 maggio 1509 l'esercito Veneto viene travolto dalla poderosa lega di Cambrai, composta da francesi, spagnoli e soldati delle signorie dei Gonzaga e degli Estensi. Durante l'assedio di Brescia, avvenuto nel 1512 in seguito alla sconfitta della Serenissima, Bovezzo e i paesi limitrofi sono soggetti al saccheggio da parte dei francesi.

Dopo alterne vicende ed occupazioni la provincia bresciana ritorna sotto il dominio veneziano il 26 maggio 1516, per rimanervi sino alla caduta della Serenissima Repubblica avvenuta nel 1797 ad opera di Napoleone Bonaparte. Durante la dominazione di Venezia la vita di Bovezzo segue le sorti dei paesi vicini e non è protagonista di particolari episodi, eccetto le pestilenze del 1576-77 e del 1630 che provocano numerosi morti e l'occupazione da parte della cavalleria imperiale austriaca nel 1704, all'epoca della guerra di successione spagnola.

Alla caduta del governo veneto segue un periodo di influenza francese che determina la diffusione degli ideali della rivoluzione francese in gran parte dell'Europa e la creazione della Repubblica Cisalpina nell'Italia nord-orientale. Nel 1797 le truppe francesi e gli alleati bresciani si scontrano presso Nave con i valsabbini, fedeli a Venezia, derubano la sacrestia della parrocchiale e assaltano l'oratorio di San Carlo in Palazzo Rota.

Nell'Ottocento Bovezzo segue le sorti della Lombardia: dapprima inclusa, dopo il congresso di Vienna del 1815, nel Regno Lombardo-Veneto, sotto influenza asburgica, è poi annessa al Regno d'Italia nel 1859, a seguito della seconda guerra di indipendenza.

L'ultimo secolo di storia coincide per Bovezzo con le vicende del capoluogo bresciano al cui territorio si unisce sempre più strettamente. Nel 1910, ad opera del Senatore Angelo Passerini, viene eretto ad ente morale l'omonimo asilo per l'infanzia che ancora oggi opera in collaborazione con l'Amministrazione comunale.

Particolare menzione merita la figura del partigiano Gigi Rota, a cui è dedicata la piazza principale del paese. Luigi Rota, Gigi per i familiari e per gli amici, studente del politecnico di Milano, entra dopo alterne vicende di guerra, nella divisione partigiana autonoma "Brigata Vecchia Centro Croci" che opera fra la Val di Taro e il passo del Bracco. Cade il 22 gennaio 1945 a Carrodano in provincia di La Spezia, nel tentativo di rompere l'accerchiamento delle truppe tedesche e repubblichine che si erano attestate sulla linea Gotica. Nel 1951 il Consiglio Comunale gli dedica la piazza principale del paese, che tra l'altro era stata donata in precedenza al comune proprio della famiglia Rota.

Nel 1979 viene fondata l'Accademia Musicale Giovanni Gabrieli, che ha come scopo la diffusione della musica attraverso vari corsi strumentali e con un'attività concertistica di tutto rispetto. Negli ultimi anni il paese ha conosciuto uno sviluppo edilizio ed un incremento demografico di notevoli proporzioni che ha fatto più che raddoppiare la popolazione residente, con insediamenti industriali e artigianali che hanno mutato il tessuto socio-economico della comunità locale.

Oggi il territorio di Bovezzo non conosce praticamente soluzioni di continuità con quello della città di Brescia, se si eccettua la collina di S. Onofrio che sovrasta il nucleo storico dell'abitato.

Dalla sommità del monte Spina, a circa 1.000 metri di altitudine, si domina un punto panoramico. Il Santuario di Sant’Onofrio, eretto sulla cima del monte, risale al XV secolo. Contiene un affresco della Madonna con il Bambino, attribuita al Foppa ed un ciclo di affreschi con scene della vita di Sant’Onofrio, attribuiti alla scuola del Romanino.

Palazzo Rota è il simbolo di Bovezzo e si incontra sulla strada per Cortine. Fu costruito tra il ‘700 e ‘800 dall’Ing. Vincenzo Berenzi, il quale riutilizzò, nella propria realizzazione neoclassica, materiale proveniente dal demolito Collegio ecclesiastico di Sant’Eustacchio.
La Chiesa di San Rocco, edificata durante il periodo pestilenziale, presenta degli affreschi quattrocenteschi egregiamente conservati.

Continuando la nostra passeggiata incontriamo la quattrocentesca Casa Avogadro, sul lato sud di Piazza Gigi Rota.
Della struttura originale rimangono soltanto un paio di colonne blasonate e tre portalini scolpiti.
Salendo le pendici del monte si imbocca la rete di sentieri e di strade vicinali che un tempo facilitava gli interventi ed il lavoro dei mandriani, dei pastori e dei boscaioli.

A circa 530 metri sul livello del mare si raggiunge la Località Pentere di Sotto e di Sopra. Superata una pozza per l’abbeverata in ottimo stato di manutenzione si arriva alla località Santella delle Pentere. Dal territorio collinare, boschivo, l’uomo ha sempre tratto profittevole vantaggio: numerosi i castagneti da frutto e gli alberi ad alto fusto, questi ultimi utili per la raccolta di legname. Oggi, purtroppo, lo stato del bosco è in progressivo abbandono.

In prossimità della Cascina dei Grassi la vegetazione e la fauna erompono in tutta la loro bellezza: qui troviamo un’interessante pozza per l’abbeverata e alcuni splendidi alberi monumentali.
La pozza che si trova presso la Cascina dei Grassi è il luogo ideale per la riproduzione della fauna anfibia.

L’etimologia stessa del nome Bovezzo si dovrebbe ricondurre alla natura geologica del luogo. Per somiglianza fonetica il nome Bovezzo si accosta alla parola da cui deriva Bova o Boa, che significa fango, melma. Caratteristica dei luoghi acquitrinosi: questa è la natura del territorio di Bovezzo.
L’esemplare di castagno più grande di tutta la Valle Trompia si trova qui: circa 8 metri di circonferenza. Anche l’esemplare di carpino bianco di dimensioni maggiori, rinvenuto in tutta la valle, si trova a Bovezzo.


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