domenica 26 luglio 2015

LOSINE

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Losine è un comune della Val Camonica,ed è situato ai piedi del monte Concarena e sulle sponde del fiume Oglio. È attraversato dal torrente Poia.

Vi erano numerose cave di calcare ed alcune venature di marmo occhialino

Questa terra esisteva un castello con alcune torri di proprietà della famiglia Griffi.

Il ritrovamento di tre lapidi romane nelle vicinanze dalla parrocchiale, con nomi di importanti personaggi, edili e decurioni, classi di alti funzionari, forse imparentati con famiglie del luogo, fanno pensare ad una probabile zona residenziale romana in zona opposta al nucleo delle abitazioni medioevali.

Un'epigrafe murata all'esterno della sacrestia dell'ex parrocchiale, insieme ad altri ritrovamenti, attesta la presenza di uno stanziamento romano. Una prima chiesa di San Maurizio potrebbe essere stata fondata dai monaci di Tours nel sec. VIII-X, quando già forse esisteva la chiesa di Santa Maria del Castello. Un documento del 1182 ricorda la pacificazione, avvenuta appunto in San Maurizio, tra due rami della famiglia dei Griffi: nel 1174 il brenese Guiscardo aveva ucciso il losinese Biscardo e doveva ora riconsegnare ai figli dell'ucciso la torre di Losine. La famiglia Griffi, legata ai Martinengo, fu di parte guelfa e un Giovanni Griffi da Losine fu eletto nel 1182 vescovo di Brescia, contribuendo ad ampliare la potenza della famiglia. Nel 1311 l'imperatore Enrico VII nominò Stefano Griffi vice-vicario imperiale in valle e un Giovanni Griffi da Losine ebbe in seguito in feudo Bione. I Griffi (dei quali, secondo alcuni, era un ramo la famiglia dei Nobili di Lozio) ebbero vita difficile durante il periodo visconteo e furono presenti alla pacificazione tra le fazioni tenutasi nel 1397 al ponte Minerva, a sud di Breno. Nel 1402 i guelfi costruirono un fortilizio a Losine e uno a Niardo, che servì come base per disturbare i viscontei che occupavano il castello di Breno. Episodio saliente di queste contese fu il massacro dei Nobili per mano dei ghibellini Federici, che irruppero nel loro castello di Lozio il giorno di Natale del 1410. La dominazione di Venezia nel 1428 restituì agli alleati guelfi, e quindi anche ai Griffi, diritti e possedimenti. La famiglia si adoperò a favore di Venezia anche nella guerra contro Milano del 1446-48. Solo nel '300 la chiesa di Losine fu autorizzata ad avere il battistero e un sacerdote officiante. Il comune di Losine si costituì nel '400, traendo origine dalla primitiva vicinia, assorbendo gradualmente le proprietà dei Griffi, dediti ormai alla professione notarile o al commercio in centri più importanti. Nel ventennio fascista Losine fu aggregata amministrativamente a Breno; riconquistò la propria autonomia nel 1949.

La Chiesa di S. Maria del Castello venne fatta costruire dalla famiglia Griffi, signori del luogo, all’inizio del XII secolo, o forse anche prima (verso il 1050). La parte più antica era costruita a conci piuttosto larghi e squadrati, con una sola navata orientata est –ovest e con l’entrata laterale, poiché la facciata era addossata al terreno. Nel XVI secolo, probabilmente dopo un incendio che toccò anche il vicino castello, la chiesa venne ampliata su entrambi i lati, cambiandone l’orientazione, e aggiungendovi la Sacrestia. Nel Settecento, venne poi accresciuta la zona presbiteriale, aggiungendo un corpo più elevato rispetto alla restante parte della costruzione. All'interno vi sono degli affreschi, il più notevole dei quali è il Cristo Pantocreatore nel catino absidale e un ex- voto raffigurante un incendio e l'apparizione della Madonna con un'incisione che manifesta la volontà di Paolo Griffi di ringraziare la Vergine per lo scampato pericolo.

Un albero di ulivo ed un muretto di pietre ornano il piccolo sagrato di S. Maria in Castello, alto sulla Valle, di fronte al pizzo Badile. Già nel secolo XII la chiesina doveva essere lì, semplice e lineare, a dominare le case di Losine medioevale. Rimane di essa una piccola abside rotonda con leggere lesene e finestrelle strombate ed il muro di facciata, inglobato nella parete occidentale, entrambi romanici, severi e puri nel verde del bosco circostante. Dal sec. XVI la chiesa fu allungata e più volte rimaneggiata, forse a causa di un incendio che colpì anche il vicino castello: oggi l’abside di granito sembra messa lì per scherzo, vicino ad una porta architravata di pietra di Sarnico, con una lunetta superiore che racchiude un affresco molto semplice ed ormai quasi illeggibile. Sotto senti scorrere un torrente, quello certo che, in piena, distrusse la parte di collina prospiciente alla chiesa antica. La località si chiama Castello: pare, infatti, certa l’esistenza di un castelliere antico, di proprietà dei nobili Griffi, perché citato in documenti a partire dal 1182. Nei primi decenni del nostro secolo all’interno della chiesa, a destra della porta maggiore, si trovava murato un occhiello in ferro (Canevali) da cui pendeva una grossa chiave, che la leggenda vuole essere stata del castello antico. La chiave è sparita. Forse ha fatto la stessa fine del paliotto dell’altare con relativa ancona in legno, ornata da statuette e bei rami di fiori, del sec. XVII, venduti da uno sprovveduto parroco di campagna. Essi ornavano l’allora parrocchiale di S. Maurizio, bella costruzione cinque - seicentesca, pura nelle linee architettoniche, ora adibita ad oratorio.

Il paese non ha quasi più nulla d’antico: c’è qualche resto del borgo medioevale, ma mal conservato o riadattato modernamente con poco gusto. Rimangono le tre antiche case dei nobili Griffi, rimaneggiate nei secoli, con bei portali in pietra, resti d’affreschi, finestre ovali nei solai, balconi sostenuti da grosse mensole in granito.

La chiesa del Sacro Cuore è stata costruita fra il 1884 e il 1904 su progetto di Fortunato Canevali. La facciata è di stile barocco a due ordini, mentre l'interno, a una navata con volta a botte, contiene opere di pregio, quali affreschi cinquecenteschi e una tela a olio "Assunzione di Maria" del '600. Nella parete sud-ovest della casa parrocchiale è murata una lapide romana con iscrizione.

La chiesa di S. Maurizio è stata la prima chiesa parrocchiale di Losine, ampliata nel XVIII secolo sulle vestigia di una precedente chiesetta del XII secolo. Ha facciata barocca, campanile molto grande, usato dall'attuale parrocchiale, e nella parte sud si distinguono resti della torre campanaria e una monofora della prima chiesa. L'interno a una navata, piuttosto spoglio, contiene affreschi del Quaglio.

La Chiesetta di Santa Maria Nascente alle Tezze,  campestre del XVII secolo, costruita all’interno di un borgo del 1600, probabilmente casa di campagna di antichi nobili che venivano in quel di Losine a trascorrere periodi di riposo.

Dell'antico castello di Losine oggi non rimane che una debole traccia storica: un ex-voto secentesco, che assurge quasi a prova documentaria, rinvenuto nella chiesetta di S. Maria Assunta, in cui nella prima parte a sinistra si raffigura un borgo fortificato, sovrastante tre alti caseggiati in cui s'intravedono torri e case fortificate, collegate per mezzo di una possente muraglia munita di cammino di ronda. In basso a destra la seguente didascalia: "QUESTA OPERA FATA PER SATISFAR A UNO VOTO FATTO ( ) P. UOLO AGUSTI' E G. CAUSA DUNO GRANDISSIMO INCENDIO INTORNO ALE SUE CASE ".
Tutti gli storiografi del passato sono concordi nell'identificare il complesso fortificato del dipinto con il castello di Losine, che tuttavia così come appare sembra più un borgoforte che un castello feudale. Padre Gregorio Brunelli alla fine del seicento dice di Losine: "terra già decorata d'alcune torri, e d'un castello sul eminenza, dovè situata la chiesa della Madonna, del quale ritiene il nome la contrada superiore, ch'in alto s'estende, ed essendo stata signoria della famiglia Griffi…".
Il Canevali si affida alla tradizione popolare e ricorda di aver visto "a destra della porta maggiore della chiesina, murato un occhiello di ferro da cui pende una lunga e grossa chiave. Vuolsi che da secoli trovisi in tal posto assicurata e dal paese viene gelosamente custodita quale unico ricordo dell'antico castello…" (chiave da tempo trafugata). La toponomastica di S. Maria in Castello viene in aiuto al Fappani che argomenta: "I Griffi costruirono in Losine, su un poggio sovrastante l'attuale chiesetta di S. Maria Assunta, un forte castello, di cui non resta che il ricordo ma che ebbe un ruolo importante. E' anzi probabile che la chiesetta di S. Maria la cui abside è del sec. XI fosse inclusa nelle sue mura". Quindi, a detta del Fappani, castello e chiesa sarebbero coevi ed edificati intorno al mille. Ancora il Canevali nel 1911 presenta per Losine una fotografia con la seguente didascalia: "Chiesa di Santa Maria Assunta: avanzo di abside lombarda". Dello stesso avviso è pure il Melotti il quale asserisce che se i documenti nominano il castello solo nel 1175 come proprietà della famiglia Griffi tuttavia dovette esser stato costruito molto antecedentemente e si dice pienamente convinto che i resti del maniero esistano ancora, basterebbe scavare: "oggi di esso non resta che il ricordo, ma sono convinto che sotto le zolle del caratteristico e bel promontorio di proprietà Zanetta, esistono ancora i ruderi di un maniero che doveva essere famoso e antichissimo; credo di non errare se penso che quel castello esisteva già nel 1000". L'ipotesi del Melotti sarebbe confermata dall'episodio, che Maggioni e Bono definiscono leggenda, accaduto ad un contadino di Losine che mentre stava scavando una buca nelle adiacenze del sito un tempo fortificato, si vide inghiottire dal terreno l'attrezzo che teneva in mano udendo che cadeva perpendicolarmente battendo su dei ciottoli. Per tutti i castelli la tradizione popolare attribuisce l'esistenza di una galleria sotterranea che collega la fortificazione ad una dimora dell'abitato o ad una sicura via di fuga e ciò è confermato anche per il castello di Losine. Secondo ciò che è stato tramandato oralmente, un passaggio segreto partiva dai sotterranei del maniero e arrivava fino all'abitazione dei Griffi in via Dasser, oggi casa Castagna. Forse per questa fortificazione non si tratta di mera leggenda in quanto nell'anno 1993, in un terreno scosceso sotto la via Castello, è stato scoperto un cunicolo alto circa un metro e mezzo e largo 90 cm. Il tunnel, oggi coperto, andava nella giusta direzione di casa Griffi, finendo in un pozzo ed era percorribile da una persona in posizione china.
Un dato è inconfutabile per questo castello: la sua posizione strategica e la sua funzione di collegamento e di comunicazione anche visiva con gli altri castelli guelfi della zona (Breno, Ceto, Cemmo, Cimbergo). Accertata la proprietà della famiglia Griffi, si può tranquillamente asserire che l'alleanza di questo casato, presente anche in Braone, con i Ronchi di Breno, i Pellegrini di Cemmo e di Cimbergo, i De Figna di Ceto, i Nobili di Lozio faceva sì che la fazione o partito guelfo controllasse buona parte della media Valcamonica, sottraendola alla fazione opposta e spezzando il dominio dei Federici sull'intera Valle, costringendoli a spadroneggiare solo nella bassa e nell'alta valle. Ma chi erano e da dove provenivano questi Griffi, proprietari del castello di Losine di cui si dice che abitassero anche in contrada Cadì e di cui il Da Lezze scrisse che il territorio di Losine "è quasi tutto dei signori Griffi di Breno?". Secondo l'Istituto Araldico Fiorentino il casato Griffi si riscontra a Bologna, Padova, Modena e Brescia. Pare che fossero già in vista a Brescia nel XII sec. e secondo il Sina che discendessero dalla famiglia dei Lavellongo. Da Brescia ebbero diramazioni a Monticelli d'Oglio, Drugolo, Salò, Breno, Losine, Braone, Cemmo ed Edolo, dove ancor oggi vi è un palazzo che reca il caratteristico stemma col grifone rampante. E' dato per certo che i rami di Losine e di Braone originassero da quello di Breno da un certo Ubertus Griffus de Breno, nel 1182 sono ricordati un Uberto fu Biscardo e suo figlio di nome Alberto da cui, secondo il Sina discendono i Griffi losinesi. Il Lechi sostiene che anche il Vescovo Giovanni detto Fiumicello che concluse la pace di Losine, intimando a Guiscardo di Breno di restituire la torre di Losine ai figli di Biscardo che aveva assassinato, fosse un Griffi e che avesse infeudato alcuni suoi parenti perfino a Lozio. Altri personaggi di spicco furono Milius, maggiorente di Brescia presente al giuramento della Lega Lombarda a Lodi nel 1167, Griffo Griffolino rettore della Lega Lombarda nel 1236, Mileto capitano del popolo a Bologna nel 1292, Jacopo presente alla stipula della pace di Milano nel 1311, Comino e Boccaccino investiti dei feudi di Volpino e Rogno da Pandolfo Malatesta nel 1414, Nilino che fu podestà di Modena nel 1462. La famiglia in Brescia decadde intorno alla fine del '500. Il castello di Losine pare non fosse appartenuto sempre ai Griffi, il Putelli nel 1915 cita un documento del senato veneto in cui si dice che Bartolomeo Pellegrini di Cemmo possedeva un fortilizio e alcuni beni nell'abitato di Losine "supra quam villam habet unum fortilicium et aliqua bona in tenuta dicte ville". Secondo gli storiografi camuni il castello di Losine venne comunque smantellato assieme a tutte le altre fortificazioni ghibelline, per ordine di Venezia, nel 1455, pur essendo di parte guelfa e filo-veneta, non certo per un voltafaccia dei suoi proprietari, ma perché troppo fatiscente ed inservibile. Venezia temeva che negli antichi fortilizi abbandonati vi potessero trovare rifugio tanto dei briganti malavitosi quanto dei cospiratori antirepubblicani.


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