Castegnato è un comune nella parte meridionale della Franciacorta in un contesto sostanzialmente pianeggiante.
Dal punto di vista idrografico, il territorio comunale viene attraversato ad est dal torrente Gandovere e ad ovest dal canale della Seriola nuova di Chiari che per un certo tratto del suo percorso funge da linea di confine con il comune di Rodengo Saiano.
Il nome deriva da "castinea", a indicare un bosco di castagni che si trovava a sud dell’abitato. Nella zona erano anticamente proprietà dei monasteri di Santa Giulia e di Rodengo, in seguito fece parte del territorio di Brescia.
L’opera di disboscamento intrapresa nel corso del X secolo non si conclude che sette secoli circa più tardi. Ancora alla fine del secolo XVI la parte del Nord confinante con Gussago, era per la massima parte sterile ed i pochi pascoli esistenti erano spesso teatro di sanguinose liti fra acerrimi contendenti decisi ad entrarne in possesso.
Pare che nel periodo del Medioevo anche Castegnato avesse un suo castello. Si narra infatti che in contrada Torre ne esistesse uno, sia pur modesto, dal quale si ergeva una poderosa torre. E’ ignoto ancora a chi appartenesse. Non è da escludere che la sua costruzione debba attribuirsi al noto Biemino da Manerba, il quale ebbe Castegnato in feudo all’imperatore Federico II; così come non si deve trascurare l’ipotesi che la località abbia avuto il nome dalla dimora di un discendente di Filippo Della Torre di cui sono ricordate nella storia le gesta da lui compiute nella seconda metà del secolo XIII.
Dal 1426 al 1797 il paese appartenne a Venezia. Secondo il nuovo ordinamento della Serenissima esso faceva parte della quadra di Gussago e del quartiere di Rovato. La comunità era amministrata da un console coadiuvato da tre sindaci assistiti a loro volta da un cancelliere.
Il console ogni anno era solito convocare i rappresentanti delle famiglie in piazza. Solitamente durante tali adunanze si procedeva anche alla selezione di tre galeotti (marinai addetti alle "galere" veneziane), quattro guastatori e dodici fanti, che venivano messi a disposizione del Governo centrale: inoltre si determinavano le imposte che dovevano essere corrisposte dai possidenti. Come ricorda il Lezze, nel 1600 la maggior parte delle imposte si introitavano dai tre mulini esistenti sul territorio. Tutte queste deliberazioni venivano poi sottoposte alla approvazione del Capitano o Prefetto di Brescia.
In quel tempo la comunità amministrava anche i beni della chiesa e di solito lo faceva delegando due o tre reggenti per ogni scuola o confraternita. Nel 1654 sorsero alcune scuole e nel 1700 aprì un collegio femminile. La suddetta forma di amministrazione si protrasse fino al 18 marzo 1797, anno in cui Venezia perdeva la sua indipendenza. Ad essa fece seguito la dominazione napoleonica; sotto la quale, in forza del decreto 8 giugno 1805 che regolava la pubblica amministrazione, Castegnato era considerato frazione di Ospitaletto. Questa unione ebbe termine nel 1816 allorchè il governo austriaco instaurò una nuova organizzazione comunale.
Nel 1809 le frazione "Barco" e "Pianera", le quali appartenevano a Rogengo, furono incorporate nel comune di Travagliato. Ma con un Decreto Reale del 9 gennaio 1879 queste frazioni vennero aggregate a Castegnato. Con un precedente decreto, del 23 maggio 1869, già erano state unite a Castegnato le contrade denominate "Borbone" e "Case", che precedentemente appartenevano a Rodengo.
Sotto il governo Lombardo-Veneto il paese dipendeva dalla Pretura urbana di Brescia e dal Commissario distrettuale e di Polizia di Ospitaletto. L’amministrazione interna era in mano a deputati politici i cui due ultimi rappresentanti furono i sigg. Giovanni Mainetti e Francesco Rosola delluogo.
Anche per la dittatura austriaca suonò l’ultima campana, infatti gli eserciti di Vittorio Emanuale II e di Napoleone III entrarono trionfalmente in paese all’alba del 14 giugno 1859. Toccò al sig. Lorenzo Panzerini l’onore di offrire il proprio palazzo alla residenza del "Padre della Patria". Il Re vi pose il suo Quartier Generale. Ne rimangono tangibili tracce nella attuale dimora dei signori De Leone, in località Case.
La Chiesa di Santa Maria (1300-1400) all'interno contiene alcune sculture di Nazareno Panzeri e Costantino Ruggeri. La Parrocchiale di San Giovanni Battista (1685) eretta per ospitare le spoglie di San Vitale, il patrono del paese. Contiene preziosi dipinti di Giacomo Ferraboschi, Sante Cattaneo e Angelo Paglia. Interessanti le ville ed i palazzi: Baitella (1700), Calini, Rodengo, Camadini, Panzerini.
Villa Baitella è una grande tenuta agricola con nucleo centrale costituito da una villa settecentesca e dalle abitazioni seicentesche. Si trova al confine tra Castegnato e Ospitaletto.
Il nome è derivato da quello dei Baitelli, una ricca famiglia bergamasca di commercianti di stoffe, che nel Trecento si trasferirono in Franciacorta, acquisendo delle terre facendo costruire il primo nucleo edilizio del complesso. Nel 1670 la proprietà passò alla famiglia Martinengo, che diede inizio alla costruzione della villa. Dal 1838, estintosi l'ultimo dei discendenti, la tenuta passo varie volte di mano, iniziando una fase di decadenza, che, alla fine della seconda guerra mondiale, durante la quale la struttura fu occupata, si trasformò in abbandono.
Oggi la Baitella è stata completamente ristrutturata dall’architetto Gianfranco Cominelli. Il restauro ha portato la villa ma anche gli edifici circostanti alla riconduzione del loro aspetto originario. Nella villa padronale sono stati ricavati degli alloggi esclusivi, dove sono stati conservati e restaurati gli elementi caratterizzanti dell'edificio. Nella cascina sono stati invece ricavati degli alloggi rustici. Il complesso è circondato da un parco di 30.000 m2.
I lavori di restauro della villa padronale, facciate, sale interne, elementi in pietra, dipinti murali e quanto di competenza sono stati condotti dal Restauratore Tucci Stefano.
La Chiesa di San Giovanni Battista sorse nel Quattrocento su una cappella precedente. I resti di questa cappella sono incorporati nella casa canonica e nel campanile. Nella seconda metà del XVII secolo si impose la necessità della costruzione di una nuova Chiesa a causa dell'aumento demografico. La costruzione iniziò nel 1682 sotto la direzione, e forse anche su progetto, di Bartolomeo Spazio. Dopo due anni fu sospesa e si riprese poi definitivamente la costruzione nel 1685. Fu consacrata il 17 settembre 1693.
All'esterno il portale è composto da una statua di San Giovanni Battista sorretta da cherubini e da due colonne a tutto tondo in Marmo di Botticino. La navata risulta del XVII secolo, mentre transetto, cupola e presbiterio sono ben più recenti a causa degli ampliamenti degli Anni '40 e '90 del 1900. Sull'altare maggiore vi è una pala (olio su tela) di Santo Cattaneo raffigurante la Sacra Famiglia con San Vitale, San Giovanni Battista e Sant'Antonio da Padova in una fastosa cornice barocca. Lungo tutta la navata sono presenti i ritratti dei Dodici Apostoli del 1714. A destra, nel primo altare detto "di Sant'Anna", vi è una tela raffigurante la Madonna tra i santi Angelo, Anna e Gioacchino. Sul secondo altare a destra vi è una statua della Beata Vergine del Rosario affiancata dai misteri dal rosario e da due statue di evangelisti; sotto alla statua della Madonna è presente la teca contenente i resti mortali del Patrono, San Vitale. Sul lato sinistro il primo altare detto "dei Santi Filippo Neri e Francesco di Sales" ospita un dipinto di Sante Cattaneo. Sopra il portale centrale vi è una grande tela (450 x 280 cm) raffigurante la decollazione di San Giovanni Battista. Maestosa è anche la tela (390 x 340 cm) raffigurante l'Imposizione del nome del Battista collocata nel transetto destro.
Corte San Camillo, chiamata così perché Camillo Benso Conte di Cavour pernottò qui per una notte. La via si chiama proprio via Cavour in localitá Case, che confina con il comune di Rodengo-Saiano e bagnata dalla Seriola Nuova. La localitá conta circa 180 abitanti ed è formata da 12-13 abitazioni. Dietro le abitazioni più a sud della localitá è presente un campo da calcio dove giocano le giovanili del Brescia Calcio.
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