giovedì 12 novembre 2015

PARONA



Parona è un comune situato nella Lomellina settentrionale, nella pianura tra l'Agogna e il Terdoppio.

Il paese è noto soprattutto per il suo biscotto tipico, le "Offelle". La ricetta del dolce, inventato alla fine dell'Ottocento, è oggi gelosamente custodita segreta. Dal 1969 ogni anno, la prima domenica di ottobre, l'Offella è la protagonista di una sagra con spettacoli musicali, luna-park e la parata dei carri allegorici.

Parona, appartenente nell'alto medioevo al Contado di Lomello, fu definitivamente assegnata a Pavia nel 1164, con diploma di Federico I. Nell'ambito dei domini pavesi, appartenne alla squadra (podesteria) di Mortara, ed è nominato come Payrona nell'elenco delle terre pavesi (1250). Divenne poi signoria dei Tornielli, famiglia che fu poi per secoli la maggiore proprietaria nel comune, regolarmente infeudata in epoca viscontea. Successivamente risultano feudatari di Parona i Visconti Borromeo e dal 1651 gli Stampa di Milano, per il matrimonio di Anna Visconti con Girolamo Stampa; infine, ereditata Parona dalla figlia Camilla, il feudo passa al marito Filippo Archinto, che nel 1707 è nominato Marchese di Parona. I suoi discendenti reggono il feudo fino all'abolizione del feudalesimo (1797). Nel 1713 Parona, con tutta la Lomellina, passa sotto i Savoia, e nel 1859 è incluso nella provincia di Pavia.

Parona è un borgo di origine antica, che nel volgere di pochi anni si è trasformato, da paese rustico ed in un certo senso "vecchio", in un comune moderno, dinamico ed ospitale. Col passare degli anni, infatti, l'economia del paese si è andata gradualmente modificando: da centro agricolo qual era, è diventato poco per volta un paese di piccoli artigiani ed imprenditori, nonchè paese residenziale per i numerosi operai che lavorano nei vicini centri lomellini. Parona sta ridefinendo in questi anni la sua identità, ma rimane un paese a misura d'uomo, immerso in una campagna che crea scenari sempre nuovi e suggestivi, con alcune particolarità che meritano di essere conosciute.

Degna di nota è la Chiesa parrocchiale, dedicata a San Pietro Apostolo, ricca di pregevoli affreschi. Nell'altare della Madonna, entro una bella urna di legno dorato, si venera un Bambino Gesù di cera del 1700, che è stato posto nella Basilica della Natività di Betlemme e deposto nella notte di Natale, nel luogo stesso dove i pastori adorarono il celeste infante. La chiesa conserva inoltre la maestosa tela "Tibi dabo claves", del pittore paronese Lorenzo Toma; dello stesso autore le quattordici tele della Via Crucis, lungo la navata centrale.

Caratteristica anche la Chiesa di San Siro, da anni non più utilizzata per le funzioni religiose, il cui campanile è considerato simbolo di Parona, essendo stato scelto come emblema raffigurato sulle confezioni delle "Offelle di Parona".

A Parona esisteva anche un Castello, in cui dimorarono alcune famiglie feudatarie, di cui però rimane ben poco.

Tra le opere architettoniche di rilievo, in primo piano si inserisce Piazza Nuova; inaugurata nel 1989, ha ridato un nuovo volto al centro del paese.

Nel paese sono ancora evidenti, tuttavia, i segni del proprio passato rurale, che ci rimandano ad un tempo neanche tanto remoto, in cui la vita di tutti i giorni era difficile, ma semplice e genuina, con le sue tradizioni tramandate di padre in figlio, di cui parte essenziale era l'aspetto religioso. Un filo comune che legava tutte le persone era la lingua utilizzata, il dialetto, parlato veramente da tutti, dalle persone anziane ai bambini; questa parlata è ormai praticamente scomparsa tra le giovani generazioni.
Per scoprire il trascorso rurale del paese può essere interessante una visita nella parte orientale, ove si trovano le tracce del mondo rurale paronese, ad iniziare dal mulino Santo Spirito, per poi proseguire con le vicine cascine ancora in funzione: la Cascina Castello o "Cascinino" e la Cascina Scocchellina che prende il nome dai ritrovamenti archeologici, "cocci", nella zona circostante. Vi è poi la Cascina Scoglio, che racchiude all'interno numerosi e suggestivi gruppi marmorei ispirati a scene di mitologia agreste, della fine anni venti, nonché affreschi raffiguranti le quattro stagioni. Lungo la statale per Vigevano, si trova la Cascina Naìna, ora adibita a ristorante, in cui si notano, oltre alle decorazioni sugli edifici, i comignoli, riproducenti in modo molto fedele quelli di piazza Ducale di Vigevano.

Dal punto di vista ambientale, degno di nota sono il Bosco Acqualunga con il vicino Parco Nuovi Nati ed il Bosco Rampi.


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