martedì 15 dicembre 2015

LE CITTA' DELLA PIANURA PADANA : CASTANO PRIMO

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Càstano Primo è un comune della città metropolitana di Milano.

Il nome Castano deriva, molto probabilmente, dall'esistenza in antico di "Silvae Castanae" ossia di boschi di castagno. Altre notizie dicono che in origine il suo nome era "Castro Casteno", il che fa supporre che il paese sorse attorno ad un castello. Si ha notizia di un antico stemma del borgo che recava un castello color rosso, dalle cui fondazioni usciva una pianta di castagno verdeggiante, stemma raffigurato tutt'oggi sul gonfalone del comune di Castano Primo. L'aggettivo "Primo" fu aggiunto in seguito al decreto in data 10 dicembre 1863, dall'allora Re d'Italia Vittorio Emanuele II, per distinguere Castano da un altro centro omonimo in provincia di Pavia.
L'abitato di Castano ebbe probabilmente origine da un accampamento (castrum) romano. lo confermano documenti medievali in cui si cita l’intervallum, cioè il classico fossato degli accampamenti romani, situato nella zona dell’attuale via Roma.
Il più antico documento in cui compaia il nome di “Casteno” è un atto del 712 riferito a una donazione del Re longobardo Liutprando in favore di un monastero di Pavia che aveva qui delle proprietà.
Nel Medioevo esisteva un castello, eretto sull’area dell’attuale chiesa prepositurale di cui è rimasta memoria nello stemma del Comune e che andò distrutto nell’ambito delle lotte tra i Visconti per il controllo di Milano.
Ancora nel XII secolo sono religiosi i padroni di Castano, che infatti risulta soggetto direttamente agli arcivescovi di Milano; poi nel corso dei secoli appartenne ai Conti di Biandrate, ai Visconti ed agli Sforza. Già nel 1300 Castano aveva il titolo di “borgo”, e questo attesta la sua discreta importanza nel territorio.

Nel 1500 divenne feudo dei Visconti di Brignano, che vi rimasero fino al 1717. Un membro di questa famiglia, Francesco Bernardino, che aveva una sua casa anche in Castano, sarebbe da identificarsi con l’”Innominato” de “I Promessi Sposi”.
Castano fu quasi completamente distrutta nel giugno del 1636, durante la guerra dei Trent’Anni, ad opera delle soldatesche spagnole in ritirata dopo la sconfitta contro i francesi nella storica battaglia di Tornavento.
Estintisi i Visconti di Brignano, il feudo venne assegnato al nobile Antonio Nuño de Portugal, che l’ottenne in feudo nel 1717 da Carlo VI d’Austria e al quale è legata la villa che ospita oggi il Municipio. Seguirono altri signori, finchè nel 1772 il regime feudale ebbe fine.
Nel secolo XIX le vicende del Risorgimento non lasciarono grandi tracce nella storia di Castano: solo nel giugno 1859 il paese rischiò di diventare teatro di uno scontro tra Austriaci e Franco-piemontesi, ma fortunatamente tale eventualità non si verificò ed i Castanesi attribuirono ciò all’intercessione del Santo Crocifisso.

Dal 1786 al 1791, il paese fu aggregato alla Provincia di Gallarate. Dopo il periodo napoleonico, Castano tornò sotto gli austriaci.
Dopo l’Unità, nel 1863, Castano aggiunse al proprio nome l’aggettivo “Primo”, per decreto del Re Vittorio Emanuele II, al fine di distinguersi da altri centri omonimi di minori dimensioni.
Negli anni ’80 del secolo XIX si realizzarono grandi opere che interessarono anche il territorio castanese: nel 1880 entrò in funzione la linea tranviaria che collegava Castano a Milano, nel 1885 venne ultimato lo scavo del Canale Villoresi e nel 1887 venne attivata la linea ferroviaria Novara-Saronno-Seregno.

Tra il 1800 e il 1900 Castano passò da un’economia prevalentemente agricola ad una industriale. Ai primi del ‘900 i settori più sviluppati erano quelli della filatura della seta e della tessitura seguiti dalla meccanica.
Nel giugno 1859, Castano rischiò di diventare teatro di uno scontro tra Austriaci e Franco-piemontesi, ma fortunatamente tale eventualità non si verificò ed i Castanesi attribuirono ciò all’intercessione del Santo Crocifisso.
Tra gli eventi più drammatici del XX secolo a Castano ricordiamo in particolare il sacrificio dei Tre Martiri Patrioti (Franco Griffanti, Antonio Noè e Franco Noè), fucilati dagli occupanti tedeschi il 26 febbraio 1945.
A partire dal secondo dopoguerra Castano andò in contro ad un sempre più accentuato sviluppo tanto urbanistico quanto produttivo.
Negli anni del “boom” economico si ebbe, inoltre, un sempre più consistente afflusso di immigrati dall’Italia meridionale.

L’11 ottobre 1984, con decreto del Presidente della Repubblica, a Castano è stato riconosciuto il titolo di Città.

Il canale Villoresi attraversa il paese, ed il territorio comunale si protende verso la valle del Ticino, con la piccola e piacevole località di Ponte, isolata tra la campagna e il fiume. Il cosiddetto canale industriale, il vecchio corso del Naviglio Grande e il canale Villoresi sono le direttrici principali di quell’articolato sistema di vie d’acqua artificiali che l’amministrazione comunale sta negli ultimi anni riscoprendo con la creazione di piste ciclo-pedonali.

All’estremità est della grande e allungata piazza Mazzini sorge una delle due parrocchiali della città: quella di S. Zenone. L’attuale chiesa prepositurale di San Zenone è il frutto di un ingrandimento dell’antica chiesetta dedicata allo stesso Santo che sorgeva, già nell’anno 974, nell’area dell’antico castello di Castano; alla distruzione del castello, nel 1345, viene edificata l’attuale chiesa che però è frutto di un radicale rifacimento di fine Settecento. Come fosse originariamente, lo si può dedurre da alcune descrizioni dei resoconti delle visite pastorali dei secolo XVI e XVII. La chiesa all’epoca era lunga 50 metri, larga 15 ed alta 21, sulla facciata c’era una sola finestra circolare (oculus) ed una porta. La facciata era inoltre ornata da semicolonne di pietra che partivano dalla base ed arrivavano alla sommità dell’edificio. Il campanile era, come adesso, sulla parete meridionale ed aveva due porte: una che dava nella chiesa ed una che dava all’esterno. Proprio la sua forma quadrata e la sua posizione inducono a pensare che in origine fosse stata una torre dell’antico castello. La chiesa era divisa in tre navate da dieci colonne di mattoni, il soffitto era a capriate e il pavimento di laterizio. Il presbiterio era alzato dal piano delle navate mediante una gradinata di sasso di cinque gradini. Sullo sfondo c’erano solo due finestre con dei vetri rotondi.
All’interno si trova il Crocifisso ligneo del Cinquecento, che sarebbe stato portato da Gerusalemme dal nobile castanese fra’ Rodolfo della Croce e che a partire dal 1630 venne considerato miracoloso, allorquando fu invocato per proteggere dall’epidemia di peste e da allora innalzato ogni volta che la sofferenza colpiva gli abitanti di Castano. Per devozione a questo Crocifisso si tengono solenni festeggiamenti ogni 25 anni. Attualmente è posto nella nicchia sull’altare maggiore.
In una cappella dell’attiguo centro parrocchiale si trova un affresco con la deposizione del Cristo, proveniente da una casa privata e databile alla prima metà del XVI secolo.

La Chiesa della Madonna dei Poveri è la seconda chiesa parrocchiale di Castano. I lavori di costruzione del recente edificio religioso risalgono al 29 settembre 1957, data in cui venne posata la prima pietra. L’edificazione della chiesa fu poi portata a termine in poco più di un anno.
Essa ha una pianta a tre navate. La struttura portante dell’edificio è costituita da pilastri e travi in cemento e questo ha permesso di apportarvi anche un sostanziale ampliamento successivo. Esternamente l’edificio è rivestito in cotto, mentre internamente, per i pavimenti ed i rivestimenti, sono stati utilizzati marmi veronesi. L’istituzione della nuova parrocchia venne stabilita con decreto del 30 settembre 1967.

La Chiesa di San Gerolamo risale all’anno 1475, quando era dedicata a San Bartolomeo.
Da una piantina del secolo XVI, essa risulta di forma rettangolare, senza abside, e con cinque pilastri esterni di contrafforto che fanno pensare ad una chiesa di stile gotico lombardo.
La facciata era senza finestre ed aveva una porta centrale. I lati settentrionale ed orientale erano senza porte né finestre e confinavano con case appoggiate.
Nel 1566 era ancora coperta di tegole seppur senza pavimento e con il campanile sopra il tetto, ma senza campana.

Nel 1566 l’attuale bella chiesetta dedicata a San Rocco recentemente ristrutturata risulta abbandonata, aperta, con due finestrelle presso la porta. Viene restaurata solo vent’anni dopo ed imbiancata. Il soffitto, però, non c’è ancora e l’altare è spoglio. Nel 1605, sopra l’altare, esiste un gradino di mattoni sui cui appoggia l’icona della Madonna con San Rocco e San Sebastiano. A sud ci sono due finestre e ad ovest una porta chiusa con catenaccio a chiave. Solo nel 1838 il pittore Cozzi fa la bronzatura dei pulpiti e dipinge due statue all’esterno della chiesa.

La Chiesa della Madonna di Gree ha origini antichissime, citata anch'essa nel documento del 974. Si trova in mezzo ai boschi di robinie a nord del paese; ha mantenuto l’originale architettura cinquecentesca e conserva una statua lignea della Vergine.

La chiesa della Madonna del Lazzaretto, tuttora esistente, fu eretta nel 1630 per commemorare le vittime della terribile peste, narrata nei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, che aveva colpito anche il territorio di Castano. Nel 1639, infatti, esisteva già un piccolo cimitero dove erano stati bruciati e sepolti diversi corpi di defunti appestati. Essa, dunque, venne edificata proprio sulla parte più antica dell’attuale Camposanto, nel quale - narrano le cronache dell’epoca - la prima ad essere sepolta, nel 1787, fu una bambina di soli 8 mesi di nome Maria Margherita, figlia di Giovanni Maccagno.

Della cascina Malpaga si ha notizia addirittura dal 1491, alcune carte notarili dell'epoca infatti riportano che un certo “Berto de Genoni Antonio abita sul luogo della Malpaga nel territorio di Castano”. All’epoca conosciuta come Cascina di San Bernardo era già proprietà della famiglia De Magistris o De Maestri, rimase in loro possesso fino all’inizio del secolo XX. La chiesetta di San Bernardo fu edificata nel 1562 nella quale venne collocata un'opera pittorica raffigurante San Bernardo.Fino alla metà del XX secolo, la Cascina Malpaga era ancora abitata da alcuni nuclei famigliari di contadini che coltivavano le terre circostanti, fino ad un massimo di ben 137 persone residenti. Ora però versa in condizioni di completo abbandono. Ora la cascina è parte del patrimonio dell’Opera Pia Colleoni, fondata dalla stessa contessa Francesca Colleoni de Maestri, la quale nel 1902 istituì a Castano un Ospedale Civile, ora casa di riposo per gli anziani appunto in via Colleoni.

Villa Rusconi è stata riaperta al pubblico nel 1999 e sede del Municipio dal 2000. Il complesso ha avuto origine da un palazzo feudale ma deve il suo aspetto al rifacimento attuato da Antonio Nuno de Portugal nel Settecento e alle ristrutturazioni volute da Giuseppe Rusconi negli anni Venti del Novecento. A quest’ultimo si deve il recupero del patrimonio decorativo e architettonico della villa, passata nel corso dell’Ottocento di mano in mano e spogliata del suo primitivo splendore. Gli elementi di maggior valore della struttura sono il loggiato centrale con i suoi affreschi e il parco retrostante, significativo esempio di giardini all’italiana, nel cuore del centro storico.

Villa Rusconi ha le caratteristiche architettoniche degli edifici seicenteschi di progettazione ricchiniana. Si tratta di una villa con la tipica pianta ad U, con uno scenografico corpo centrale a tre piani e con due ali laterali destinate a pars rustica. Un giardino diffuso si sviluppa in due aree: quella prospiciente l’edificio e quella retrostante. Le sale di rappresentanza sono affrescate con i motivi tipici della “civiltà di villa” che nel territorio animò un fenomeno di monumentalizzazione delle aree periferiche rispetto ai grandi centri, privilegiando le campagne e le zone lacustri. La villa è un esempio di casa da nobile che la famiglia milanese dei Corio fece costruire con i proventi derivati dalle rendite della prepositura di Sant’Ambrogio a Milano, carica che alcuni membri della famiglia ricoprirono, tra cui il committente, Giulio Cesare Corio.

L'Auditorium "Angelo Paccagnini" di Castano Primo è una delle realtà di riferimento e di richiamo per la città di Castano Primo e più in generale per il territorio del Castanese è situato nella grande struttura di piazza XXV aprile e può contenere fino a 350 spettatori ed ha un grande palcoscenico che si protende ad emiciclo verso la sala.

Tra le quattro principali cascine presenti sul territorio castanese la cascina Malpaga è la più grossa. Il primo documento storico che ne parla è un atto notarile datato 3 giugno 1491. La cascina era anche detta "di San Bernardo" dalla chiesetta a lui dedicata che vi sorgeva. La prima notizia relativa ad essa risale addirittura ad un atto notarile del 3 giugno 1491 in cui si legge che un certo “Berto de Genoni q. Antonio abita sul luogo della Malpaga nel territorio di Castano,Pieve di Dairago”. All’epoca essa era conosciuta come Cascina di San Bernardo ed era già allora proprietà della famiglia De Magistris o De Maestri,che continuerà a possederla fino all’inizio del secolo XX. Nel 1562, inoltre, fu edificata la chiesetta di San Bernardo nella quale venne collocata una pala d’altare raffigurante per l’appunto il Santo. Fino alla metà del XX secolo, inoltre la Cascina Malpaga era ancora abitata da un discreto numero di famiglie di contadini che coltivavano le terre circostanti, a tale riguardo,infatti,si arrivò ad un massimo di ben 137 persone residenti, ma ora versa in condizioni di completo abbandono.Attualmente essa fa parte del patrimonio dell’Opera Pia Colleoni.

La Cascina Cantona è abitata da un nucleo famigliare. Vi sono poche notizie riguardo alla sua storia, se non che il suo nome deriva verosimilmente dai suoi antichi proprietari, la nobile famiglia Cantoni.

La Cascina Cornarina è abitata da 4 nuclei famigliari, sede di un importante allevamento suino. Si ritiene che il suo nome derivi dal comandante romano Cornelio Scipione che nel 528 della fondazione di roma dominò gli Insubri. Con più probabilità pare che derivi dalla nobile famiglia De Cornate che ne era proprietaria già nel 1517.

LA Cascina Saronna è abitata da diversi nuclei famigliari. Era detta anche di S. Cornelio per la chiesetta che vi sorgeva poco distante: quando i Serono ne divennero proprietari, mutò il suo nome. La prima notizia che si ha di questa cascina è datata 23 ottobre 1943, in un atto notarile in cui "Giovanni de Rotondi de Serono figlio del sig. Luigi abitande a Castano, da in affitto a Pierino de Passicarimbus un sedime della cascina di S. Cornelio".

A 4 Km dal centro cittadino si trova Ponte di Castano. Qui il Naviglio Grande è attraversato da un ponte in pietra settecentesco, che ha sostituito l’originale e molto più antico ponte di legno. Nei pressi della località sono ancora visibili alcuni dei numerosi mulini un tempo presenti lungo la cosiddetta Roggia Molinara; appena varcato il canale, si trova il mulino del Ponte, già esistente nel 1474, che conserva le ruote lungo la roggia.

Proseguendo fino al Ticino si trova la località denominata Casa delle Barche, storico punto di approdo per imbarcazioni.

La "Via Crucis" — già "del Cimitero" — è una delle numerosissime opere religiose di Gaetano Previati.

Compiuta nel 1888, fu fatta restaurare — una prima volta — dopo la guerra dall’Ing. Giuseppe Torno, poiché il tempo la aveva alquanto deteriorata. In anni più recenti subì un trattamento più radicale, che portò all’asportazione degli affreschi — al Cimitero residuano solo le sinopie — custoditi nella pinacoteca della Villa Rusconi fino a qualche anno or sono, quando un incendio della Villa la rese, per un lungo periodo, totalmente inagibile.

L’opera — recentemente esposta al Museo Diocesano di Milano — lascia l’impressione di elementare essenzialità: trascurati sono i particolari, quasi escluso il paesaggio, eccetto lo sfondo del cielo, sempre ispirato nel colore al tono della scena che si svolge. Anche i personaggi di ogni stazione sono limitati nel numero e sono ridotti all’essenzialità dell’espressione.

Centro di ogni quadro è sempre Gesù, che di stazione in stazione si fa sempre più curvo. Non ha mai gli occhi aperti, salvo in alcune scene: forse l’Autore si è sentito incapace di rendere la potenza dello sguardo di un Dio.

Attualmente l'opera è conservata presso il Museo Civico comunale.

La G.S. Castanese è una società calcistica fondata nel 1967. Ha militato per 5 anni nella Serie D (chiamata allora Campionato Interregionale) del campionato italiano di calcio, dalla stagione 1984-1985 fino alla retrocessione nella stagione 1988-1989. Negli stessi anni la squadra ebbe l'opportunità di misurarsi con squadre di prestigio come la Pro Patria, squadra della vicina Busto Arsizio. Il 22 marzo 2015 ha ottenuto il passaggio alla categoria Promozione con 5 giornate di anticipo.

Il campo da gioco della squadra è lo Stadio Comunale "Annibale Sacchi".

L'Associazione Sportiva Virtus Madonna dei Poveri è una società di calcio a 7 che milita nei campionati provinciali CSI della provincia di Varese, nata nel 1997 per volere dell’allor parroco della parrocchia Madonna dei Poveri Don Giulio Vegezzi. Ha vinto il campionato provinciale 1999-2000 con la squadra Cadetti e quello 2011-2012 con la squadra Eccellenza.

Il Gruppo Padano Levrieristi è un’associazione amatoriale senza fini di lucro nata nel 1995 per promuovere l’attività sportiva dei levrieri. Il gruppo gestisce, a Castano Primo, una pista omologata ENCI: fondo in sabbia; partenze 350 e 525 metri; curva parabolica con pendenza 8%; traino continuo; irrigazione e illuminazione artificiali.

La Japan Karate Shotokan Castano Primo è un'associazione sportiva non a scopo di lucro nata nel 1982 grazie alla castanese Pinuccia Cattini. Nel 1992 Francesca Adriatico, atleta vincitrice di diversi titoli italiani e campionessa europea Master, ha ottenuto al qualifica di Allenatore Federale. Nel corso degli anni la società si è vista protagonista in diverse manifestazioni anche di livello internazionale (Coppa Europa).

La società Pallacanestro Stella Azzurra nasce nel 1985 su iniziativa è Giorgio Bonazza, legnanese trapiantato a Castano Primo con un passato di giocatore in serie D.

Nel corso degli anni la Stella Azzurra ha avuto molte squadre che hanno militato nei vari campionati FIP, PGS e UISP.

Castano Primo ospita sul suo territorio dal 1966 un gruppo scout. Nel 2007 il gruppo si è fatto promotore della rinascita del movimento scout sul territorio di Turbigo. Dal 2014 la sezione di Turbigo è stata spostata a Robecchetto con Induno, presso il centro civico di Malvaglio.

Nel 1872 si hanno le prime notizie della Banda Cittadina di Castano Primo, la quale partecipa attivamente a ricorrenze laiche e sacre fino alla fondazione dell'oratorio nel 1897. Nello stesso anno infatti il parroco don Zaccaria Bigatti fonda sia la Banda sia la Corale dell'Oratorio che si sciolgono in seguito al trasferimento dello stesso nel 1903. La Banda Cittadina torna a prestare servizio, ma solo fino al 1907 quando alla fondazione del Circolone dei Social-Liberali l'allora parroco Giuseppe Cermentati contatta bande esterne per i servizi religiosi, come si faceva prima del 1872. Nel 1910 viene costituita la Fanfara dell'Oratorio. Durante la Grande guerra la Fanfara sospende il suo operato e torna operativa solo nel 1919. Tra i primi maestri vanno ricordati Giovanni Paganini e Angelo Nava negli anni Venti, Piero Marazzini negli anni Trenta, grazie al quale la banda partecipa a parecchi concorsi e concerti fuori paese, soprattutto nella zona di Novara. In seguito alla seconda guerra mondiale la banda riprende il servizio nel 1948 con il maestro Franco Gianella. La Banda Cittadina si scioglie negli anni 50 e numerosi componenti entrano a far parte del Corpo Musicale Santa Cecilia. Nel settembre 1987 subentra il maestro Enrico Tinelli, che lascia la direzione del corpo bandistico in occasione del concerto di primavera del 2013, dopo 26 anni di servizio: a sostituirlo alla guida del corpo musicale è stato chiamato il maestro Mario Arrigoni.

La Festa del Crocifisso è un evento che richiama migliaia di persone dalla città dai paesi vicini e da tutta la Provincia. Si tratta della manifestazione religiosa più sentita di tutta la zona. Si svolge ogni 25 anni da metà Ottocento. Bandiere, luci, porte trionfali invadono Castano Primo, come testimonianza di fede e devozione al Santo Crocifisso.

Secondo un racconto sarebbe stato portato da Gerusalemme al tempo delle crociate e donato alla Parrocchia di Castano Primo dal cavaliere di Malta Fra Rotondo della Croce. Alcuni addirittura avanzano l'ipotesi che fosse opera dell'Evangelista San Luca. Nel 1800 i contadini raccontavano che fosse arrivato in paese miracolosamente portato dalle acque del Ticino in piena.Il Crocifisso esposto nell'abside della Chiesa Prepositurale di San Zenone, in piazza San Zenone, risale, secondo gli storici dell'arte, all'inizio del Cinquecento, epoca in cui a Milano e nel circondario si ebbe una notevole fioritura della devozione al Crocifisso. Se ne parla per la prima volta in un documento del 1566. Si tratta di una descrizione della Chiesa di San Zenone di Castano Primo, dove si dice che davanti all'altare maggiore era innalzato un "grande crocifisso". La devozione crebbe velocemente, tanto che già nel Seicento il Crocifisso era considerato miracoloso e circondato da una grande devozione popolare che crebbe anche nel Settecento. Diverse sono le testimonianze sui miracoli del Crocifisso. Nel 1714 a Castano Primo e zona ci fu una terribile siccità, che devastò la vita dei contadini. Inutili furono gli sforzi per salvare i raccolti. Dietro consiglio di uno dei curati del borgo il popolo castanese si rivolse con fiducia al Santo Crocifisso e, secondo quanto si narra, prima che facesse notte, il cielo, da azzurro che era, si coprì di nubi e cominciò a cadere un'abbondante pioggia che ristorò le campagne e riempì i pozzi di cui si servivano i contadini. In seguito si verificarono altri miracoli che suscitarono sempre maggiore devozione anche nei paesi vicini. Nella prima metà dell'Ottocento la devozione al Crocifisso di Castano continuò a mantenersi molto viva: si facevano celebrare numerose messe e molte persone portavano doni da appendere come ex-voto. Nel contempo si stampavano immagini da offrire alla venerazione dei fedeli. Nel 1859, al tempo della Seconda Guerra d'Indipendenza, si verificò un altro fatto in cui i castanesi ravvisarono una speciale protezione del Crocifisso al paese ed ai suoi abitanti. Il 3 giugno di quell'anno gli austriaci puntarono i loro cannoni sulla piazza, come misura difensiva per far fronte all'avanzata dei piemontesi. I castanesi si rifugiarono in Chiesa a pregare il Crocifisso di scongiurare il pericolo.La paventata rovina non si verificò: gli austriaci si ritirarono senza sparare e il paese fu salvo. In seguito a questo fatto si stabilì, in segno di riconoscenza, di trasportare solennemente in processione per il paese il taumaturgo Crocifisso ogni 25 anni. La promessa fatta fu mantenuta e la solenne traslazione si ripete puntualmente. Le ultime celebrazioni sono state quelle del 2009.


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