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domenica 12 aprile 2015

LE CITTA' DEL GARDA : LIMONE SUL GARDA

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Limone è senza dubbio una delle roccaforti del turismo sul Lago di Garda. Circa 10.000 turisti passeggiano qui ogni giorno attraverso la piccola città. Ci sono poche cose da vedere qui. Limone si mantiene grazie alla sua bella spiaggia ed alla sua reputazione come eccezionale destinazione turistica. Tuttavia, il luogo guadagnò fama mondiale a causa delle molte serre di limoni ed i suoi abitanti perfezionarono il frutto col passar del tempo. Malgrado ciò, il nome della località di Limone non ha niente a che fare con il frutto. Il nome proviene dalla parola latina "limes" (= confine) ed è dovuto all'antica funzione di Limone come città-confine tra Italia e Austria. Tuttavia, con il nome di Limone si possono tutt´ora guadagnare molti soldi, vendendo ai turisti souvenir che hanno la forma del frutto giallo.

A parte le serre di limoni – alcune delle quali sono di nuovo in funzione – Limone iniziò a guadagnare sempre più importanza solo nel 1950 con l'aumento del turismo. Ecco perché il nucleo del centro storico è relativamente piccolo e insignificante. La vita turistica è focalizzata sugli alberghi, ristoranti, bar e vie dello shopping così come sulla spiaggia. Tuttavia, alcuni edifici religiosi meritano una visita: la chiesa parrocchiale barocca di San Benedetto sopra il centro storico con opere selezionate di Andrea Celesti; la chiesa di San Rocco del XIV secolo al porto e la cappella in pietra di San Pietro con antichi affreschi, situata sulla strada per Tremosine. Anche il missionario africano e vescovo Monsignor Daniele Comboni (1831 - 1881) nacque a Limone. Una piccola cappella con un´esposizione e la sua casa natale ricordano la sua vita ed il suo lavoro.

Se vi piacciono le olive, vi consigliamo di visitare il museo dell'olio d'oliva ed il vecchio frantoio in via Campaldo. Qui potrete imparare tutto ciò che c´è da sapere sul prezioso olio e fare scorta di nuovi prodotti nell´adiacente negozio.

Fino agli anni quaranta il paese era confinato all'isolamento e raggiungibile solo via lago o attraverso le montagne, comunque da sud. La costruzione della strada gardesana (ultimata nel 1932) ha rotto questo isolamento ed ha portato un notevole sviluppo turistico della zona, aprendola anche verso Riva del Garda e il turismo straniero. Oggi Limone è una tra le località turistiche più frequentate della riviera bresciana.

Il comune, il più settentrionale della sponda lombarda del Lago di Garda, si trova al confine tra tre regioni. È infatti contiguo a Riva del Garda, in Trentino-Alto Adige, mentre la superficie del Lago di Garda appartenente al territorio comunale confina con Malcesine, in Veneto.

Limone venne finalmente collegata agli altri paesi rivieraschi nel 1932 quando fu terminata la strada Gardesana Occidentale e finirono così anni di isolamento e di confine. La poverissima economia locale iniziò a trasformarsi nell'immediato dopoguerra, grazie all'afflusso dei primi turisti provenienti dalle regioni del nord Europa.
Gli abitanti di Limone si trasformarono abbastanza rapidamente da poverissimi agricoltori o pescatori in affluenti albergatori, trasformando il piccolo e caratteristico paese di pescatori in un centro turistico fra i più importanti del lago di Garda.

Gli abitanti di Limone sul Garda non vanno fieri solo del prezioso centro storico e delle profumate coltivazioni di agrumi della loro cittadina lacustre, ma anche del loro DNA. Limone infatti salì all'onore delle cronache nel 1979 quando fu scoperta una proteina particolare presente nel sangue degli indigeni che pare avere una positiva influenza sulla loro salute e longevità.
E proprio da questa scoperta potrebbe nascere un farmaco rivoluzionario contro l'aterosclerosi, da poco entrato nella sperimentazione clinica. Per raccontare la vicenda dobbiamo fare un passo indietro nel tempo.
E' il 1975 quando il signor D., un ferroviere originario di Limone, si presenta ad una visita di controllo a Milano.
Ai medici che esaminano le sue analisi del sangue sembra quasi impossibile che il paziente sia ancora vivo e vegeto davanti a loro. Non solo i suoi livelli di trigliceridi sono alle stelle, ma anche i valori di HDL – il colesterolo "spazzino" che elimina l'eccesso di grassi dal sangue - è di tre o quattro volte inferiore alla norma.
Una combinazione infausta che, secondo tutte le casistiche, avrebbe già dovuto riempire di placche le arterie dell'ignaro ferroviere, causandogli seri problemi cardiaci. Ancora più grande è sorpresa dei medici quando arrivano i risultati degli esami clinici: non solo il signor D. possiede un cuore di ferro, ma le sue arterie non mostrano alcun segno di danno, nonostante abbia abbondantemente superato la quarantina.
Dato ancora più interessante, anche il padre e i figli del fortunato paziente presentano lo stesso incredibile fenomeno.
Fra i medici che visitano il signor D. ci sono Cesare Sirtori e il suo collega Guido Franceschini dell'Università di Milano che incuriositi dallo strano fenomeno, decidono di vederci chiaro.
Siamo negli anni '80 e i due, armati di provette e di molta pazienza iniziano ad analizzare il migliaio di abitanti di Limone, trovandone almeno 40 con le stesse paradossali caratteristiche.
Tutti parenti alla lontana del loro primo paziente, dato l'isolamento e l'altissimo grado di consanguineità di quella piccola popolazione, e come lui dotati di cuore e arterie a prova di bomba, nonostante il loro sangue ricco di grassi e povero di HDL.
Sirtori e i suoi colleghi arrivano perfino a scartabellare negli archivi delle parrocchie per risalire agli alberi genealogici delle poche famiglie del villaggio, fino a risalire al capostipite della famiglia un certo Giovanni Pomaroli, nato nel 1780.
E' da lui, ipotizzano i ricercatori, che ha avuto origine la mutazione genetica che protegge dalle insidie del colesterolo.
Una mutazione inutile e perfino controproducente per chi, come il buon Pomaroli, avrà vissuto del sano ma scarso vitto di due secoli fa, ma che si trasformerà in un toccasana per i suoi moderni e ipernutriti discendenti.

E’ bellissimo poter salire sulla costa della montagna, per osservare il panorama del lago, le cittadine dell’altra sponda e scoprire, dopo aver superato anfratti e risalito anguste scale, le piante profumate e cariche d'agrumi, con i pilastri a far da sentinelle e muraglie che proteggono dal vento e raccolgono i raggi del sole.

La visita alle diverse limonaie è un piacere particolare, in alcuni casi possibile anche in orario notturno grazie alla loro illuminazione, trovandosi immersi tra i profumi fragranti degli agrumi e quelli dei fiori portati dal vento che scende dai pascoli sulle montagne.

Tra le tante cose da vedere a Limone sul Garda, oltre ad una salutare passeggiata tra i profumi delle strette viuzze del suo piccolo centro storico e la passeggiata sul lungolago, c’è anche la millenaria Chiesetta di San Pietro, a una sola navata e con all’interno affreschi di grande pregio databili ai secoli XIII-XIV, posta in mezzo ad un oliveto, lungo la strada che porta a Tremosine.

Il turismo ha sostituito il commercio dei limoni in vetta alle risorse economiche del paese, che è particolarmente amato dai tedeschi, uno dei quali, Johann Wolfgang Goethe, a fine ‘700, visitò Limone e restò estasiato alla vista delle grandi serre di agrumi che gli ispirarono i versi iniziali della sua famosa poesia:"Conosci il paese dove fioriscono i limoni?".

La produzione di olio d’oliva è, assieme a quella dei limoni, l’altra importante attività che caratterizza Limone sul Garda; un olio di grandissima qualità esportato in tutto il mondo.

Persone legate a Limone:
Ettore Colombo, imprenditore
San Daniele Comboni, missionario, primo vescovo cattolico in Africa centrale
Giuseppe Leonardi, patriota.


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giovedì 5 marzo 2015

IL FIUME MINCIO

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Il Mincio è un fiume dell'Italia settentrionale, principale emissario del lago di Garda e ultimo affluente di sinistra del Po. Con l'immissario Sarca e lo stesso lago costituisce un unico sistema fluviale lungo 203 km (Sarca-Mincio).

Il Mincio esce dal Lago di Garda presso Peschiera e prende a scorrere prima tra le colline moreniche del Garda fino a Valeggio sul Mincio poi nella Pianura Padana con un certo dislivello (da Peschiera a Goito 34 m in 28 km), bagnando lungo il suo corso inferiore la città di Mantova, dove forma tre piccoli laghi (Superiore, di Mezzo e Inferiore). A sud della città entra nel Po come affluente di sinistra presso Governolo, dove è regolato da alcune dighe per consentirne la navigazione.

Tra le località attraversate dal fiume v'è da ricordare: Ponti sul Mincio, Salionze, Monzambano, Valeggio sul Mincio, Volta Mantovana, Goito, Marmirolo, Porto Mantovano, Rivalta sul Mincio, Grazie di Curtatone, Curtatone, Virgilio, Bagnolo San Vito e Roncoferraro. Presso il comune di Valeggio il fiume incontra l'edificio regolatore del Garda o diga di Salionze che regola il flusso del fiume, quindi attraversa Borghetto sul Mincio, dove esiste un canale artificiale costruito per deviare l’eccesso d’acqua del fiume in caso di piena. Per rallentare il flusso del canale, prima del ritorno nel Mincio, si costruirono due scivoli ad imbuto con interposta una vasca di contenimento. Da citare che questo punto del fiume è pericolosissimo tanto che vi hanno perso la vita parecchie persone (l'ultimo incidente mortale risale al 25/06/06). L’imboccatura di tale canale artificiale infatti appare ingannevolmente per chi è in navigazione come il proseguimento naturale del Mincio, mentre in realtà il percorso originario del fiume passa attraverso la chiusa di uno sbarramento che sembra una diga, spesso in parte chiusa alla navigazione.

Il fiume è navigabile con imbarcazioni piccole dal Lago di Garda ai Laghi di Mantova e da questi fino all'immissione nel Po anche con imbarcazioni pesanti (bettoline), in località Borghetto molta attenzione va dedicata ad una deviazione pericolosa.

Il corso in Pianura Padana fino al Lago Superiore è caratterizzato dal non essere arginato, questo perché è al centro in un'ampia depressione rispetto al livello della pianura circostante detta Valle del Mincio (valle di pianura).

Dal Lago di Garda fino a qualche chilometro a monte di Mantova scorre in suoli marcatamente calcarei, caratteristica unica nella Pianura Padana, queste concrezioni calcaree sono chiamate dagli agricoltori bambole o castracan.

Nel periodo etrusco probabilmente il Mincio si univa con il Tartaro e sboccava nel Mar Adriatico nella fossa Filistina, in epoca romana fu fatto confluire nel Po con tre rami da Mantova ad opera di Quinto Curio Ostilio (Quinto Curio Hostilio), successivamente riuniti in un tronco unico arginato nel 1198 su progetto di Alberto Pitentino e regimato il suo corso con diverse dighe (Ponte dei Molini e sbarramento di Governolo) per renderlo navigabile, per evitare che la Città di Mantova fosse inondata dai regurgiti del fiume Po in piena e per migliorare la qualità dell'aria.

In particolare il Ponte dei Molini è una vera e propria diga tra il Lago Superiore ed il Lago di Mezzo, fondamentale nel creare il lago Superiore. Al tempo della creazione del Ponte il salto d'acqua era di circa 3 metri e veniva utilizzato per azionare numerosi mulini per gli opifici situati sul ponte stesso, ad oggi il dislivello complessivo tra Lago Superiore ed Inferiore è di circa 5 metri.

Fino alla fine del Settecento creava 4 laghi con al centro la città di Mantova: Lago Superiore, Lago di Mezzo, Lago Inferiore e Lago Paiolo oggi non più esistente, inoltre da Curtatone si staccava un ramo che dopo essersi sdoppiato all'altezza di Montanara entrava in Po poco a monte di Borgoforte. L'area così delimitata dai Laghi di Mantova, da questi rami del Mincio e dal Po aveva un'alta valenza di protezione militare e veniva chiamata il Serraglio.

Prima di entrare nei laghi di Mantova il Mincio curva bruscamente verso Est, tale piega è parallela all'anticlinale di Piadena ed è probabilmente dovuta allo spostamento di questa faglia.

Il Mincio invece, con una portata minima assoluta 30 m³/s, una massima di 150 m³/s e un modulo medio annuo di 56,8 m³/s presso Peschiera del Garda (i dati, misurati all'uscita del Lago di Garda sono praticamente gli stessi che si hanno alla foce, in quanto il fiume non riceve più affluenti di rilievo nel tratto in pianura), è un fiume assai regolare e anzi, sicuramente il più regolare fra gli affluenti di sinistra del Po, con scarti di sole 5 volte fra la portata massima e quella minima.

Circa il 60% dell'intera portata del fiume viene deviato sia nel Canale Scaricatore di Mincio, a Pozzolo, sia nel Canale Fossa di Pozzolo, a Marengo di Pozzolo.

La portata del Mincio è inoltre influenzata anche dal ruolo assunto negli ultimi decenni dal Lago di Garda quale occasionale collettore dell'Adige a seguito della costruzione della galleria Adige-Garda. Tale galleria, lunga 9873 metri, si stacca dall'Adige in località Mori e termina nel lago a Torbole ed è capace di una portata di 500 m³/s. Essa viene usata solamente in casi eccezionali come canale scolmatore - ad esempio è stata usata in occasione della piena del 2001 - ed ha la funzione di salvaguardare dalle inondazioni la città di Verona e tutto il basso corso del secondo fiume italiano.

Il Mincio attraversa una zona di confine fra Veneto e Lombardia e presso le sue rive sono avvenute molte delle grandi battaglie e altri importanti eventi storici risorgimentali.

Nelle vicinanze del suo corso si trovano importanti industrie pesanti e raffinerie, in particolare in prossimità di Mantova.

Parco Giardino Sigurtà, grazie ad un antico diritto concesso in quanto membro del Consorzio Consorzio Opificianti e Sifonisti, attinge dal Mincio per prelevare l'acqua necessaria per la sua irrigazione.

Nel 1984 è stato costituito il Parco regionale del Mincio, che si estende da Ponti sul Mincio a Mantova.


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