Visualizzazione post con etichetta crivelli. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta crivelli. Mostra tutti i post

martedì 19 maggio 2015

LE VILLE DI LIMBIATE : VILLA CRIVELLI

.


Villa Pusterla-Crivelli-Arconati è una villa settecentesca situata a Mombello, (frazione di Limbiate in Provincia di Monza e della Brianza), in cui soggiornarono Ferdinando IV di Borbone, re di Napoli, e Napoleone Bonaparte, che la utilizzò anche come suo quartier generale.

E´ la più importante villa di Limbiate sia sotto l´aspetto storico sia sotto quello artistico.Palazzo Crivelli, più conosciuto come Villa Pusterla - Crivelli, è una delle maggiori testimonianze dell´architettura lombarda del Settecento.
L´attuale struttura è stata realizzata dall´architetto Francesco Croce su incarico del conte Stefano Gaetano Crivelli e risale probabilmente al 1754.
In realtà, le origini dell´edificio sono molto più antiche e giungono al periodo dell´alto medioevo.
Giacomo Antonio Carcano, appartenente alla nobile e antichissima famiglia milanese, lascia alla sua morte, avvenuta nel 1543, come eredi delle sue proprietà i nipoti Arconati, figli di sua sorella Elena e di Giovanni Gaspare. Di questa eredità anche Mombello, con i suoi molti terreni e le case da nobili.

La villa si presenta con una forma a ferro di cavallo, con la facciata, ornata da due semi torri, rivolta a levante. La costruzione risale al XIV secolo per volere dei Pusterla che la utilizzavano come dimora suburbana. L'aspetto della villa in quel tempo erano quelle di una fortezza-palazzo dalla forma quadrata: gli edifici, molto semplici, occupavano i quattro lati lungo una corte chiusa e un bastione la recingeva. Si pensa anche che fosse molto più antica, risalente addirittura al medioevo, come risulterebbe dalle indagini svolte dall’ingegner Quarantini per conto della famiglia Crivelli: egli riconobbe antichi locali posti nel palazzo (dispense, cucina e cantine sotterranee) che erano preesistenti ai lavori svolti nel ‘500 dalla famiglia Arconati.

La villa nel XVI secolo era divenuta proprietà di Giacomo Antonio Carcano che alla sua morte la lasciò in eredità ai nipoti Arconati, figli di sua sorella Elena e del marito di lei Giovanni Gaspare. Oltre all’edificio i nipoti, ebbero in eredità anche Mombello: terreni e case. La famiglia Arconati apportò delle modifiche alla residenza, in particolare Giovanni Battista Arconati che tra il 1560 e il 1564 fece modificare la struttura preesistente creando poco armonici contrasti tra la parte antica e quella nuova . In seguito fu Anna Visconti a ordinare dei lavori alla villa, in particolare il doppio portico aperto sulla facciata a ponente del palazzo. Il portico venne chiuso e riaperto più volte; oggi è aperto, anche se non più nell'aspetto con cui si presentava all’epoca.

La famiglia Arconati cedette quindi la residenza al Conte Giuseppe Angelo Crivelli nel 1718 che la trasformò in un lussuoso palazzo con giardino all’italiana ricco di fontane e giochi d’acqua. Durante questo periodo la villa fu in parte rifatta in stile barocco e fu alleggerita delle residue sue forme medioevali. Le venne conferita una pianta a U con le ali unite da un doppio porticato che racchiude un cortile interno. La facciata della villa venne ornata da due torri sotto le quali si stendono delle terrazze degradanti che sostituiscono il precedente scalone che risaliva il declivio della collina. Le terrazze si affacciavano sull’ampio giardino dove l’abate Crivelli impiantò un giardino botanico che al tempo era tra i più grandi d’Europa. La struttura, che è quella che ritroviamo oggi, venne realizzata da Francesco Croce su incarico di Stefano Gaetano Crivelli nel 1754. Venne anche costruito l’oratorio di S. Francesco (di cui oggi rimane la chiesetta non collegata all’edificio) che era collegato alla villa: una semplice cappella privata in stile barocco con affreschi rappresentanti san Francesco D' Assisi, san Carlo Borromeo e santo Stefano Martire.

Nel 1797, Napoleone Bonaparte per la sua bellezza preferì la villa Crivelli alla Reggia di Monza e vi insediò il suo quartier generale. Qui prese la decisione di creare la Repubblica Cisalpina. Napoleone fece anche celebrare il matrimonio delle sue sorelle Elisa e Paolina nell’ oratorio dei Crivelli, l’oratorio dedicato a San Francesco. In questo periodo Mombello ospitò anche Giovanni Gros, autore del primo grande ritratto di Napoleone che si trovava esposto nella Villa.

È stato prodotto un breve documentario, a cura dell'ass. Teses, che mostra i numerosi ambienti sotterranei del complesso.

Nel corso del XIX secolo la villa è rimasta in stato di abbandono sino a quando il comune di Milano nel 1863 acquistò l’edificio per utilizzarlo come manicomio apportando alla struttura numerose e depauperanti modifiche e fu utilizzata come manicomio sino all'entrata in vigore della famosa Legge Basaglia del 1978. Il manicomio di Mombello è il punto di arrivo di De là del mur, un poemetto di Delio Tessa.

Oggi l’edificio è sede dell’Istituto Tecnico Agrario Statale Luigi Castiglioni. Il nome gli deriva dall’illuminista italiano Luigi Castiglioni che abitò la villa per un breve periodo durante la seconda metà del ‘700 e ne utilizzò il parco per i suoi studi botanici, per i quali fu premiato da Napoleone .

La villa di recente è stata restaurata negli esterni; mantiene a grandi linee i caratteri barocchi e neoclassici apportati dai Crivelli, la chiesa di San Francesco oggi non è più collegata al palazzo, se non tramite i sotterranei, che sono la parte più antica dell’edificio, dove vi sono resti delle scale che scendevano la collina prima delle attuali terrazze. All’interno l’edificio conserva affreschi e varie decorazioni che tuttora testimoniano l’importanza della villa e la sua passata bellezza.







FAI VOLARE LA FANTASIA 
NON FARTI RUBARE IL TEMPO
 I TUOI SOGNI DIVENTANO REALTA'
 OGNI DESIDERIO SARA' REALIZZATO 
IL TUO FUTURO E' ADESSO .
 MUNDIMAGO
http://www.mundimago.org/
.
 GUARDA ANCHE


LA NOSTRA APP



http://www.mundimago.org/



lunedì 9 marzo 2015

ABBAZIA DI BERNATE TICINO

.


Le origini e l'istituzione del canonicato parrocchiale a Bernate Ticino risalgono al 1186 quando Urbano III concesse agli agostiniani di insediarsi come autorità ecclesiastica in paese. Fu il Pontefice stesso ad erigere in quello stesso anno la prepositura legata alla chiesa, slegata completamente dalle vicine pievi di Corbetta e Dairago, sottoposta unicamente alla Santa Sede di Roma, garantendo ai canonici anche la dignità di Canonici Lateranensi, garantendo anche con la stessa bolla il patronato della chiesa alla famiglia Crivelli a cui Urbano III apparteneva.

La chiesa rimase ai canonici di Crescenzago sino al 1498, anno in cui venne assegnata in commenda ad Antonio Stanga, con una bolla siglata da Alessandro VI, nella quale si fa anche cenno alla costruzione della nuova chiesa, lavori di ampliamento necessari per poter ospitare più comodamente il nuovo prevosto e la capienza di 14 canonici. La famiglia Stanga contribuì sicuramente alle spese di costruzioni, compiendo anche una donazione a favore della chiesa pari a 50 pertiche milanesi di terreno.

In epoche successive la famiglia Stanga, rinunciò definitivamente alla commenda sulla chiesa parrocchiale e con bolla pontificia del 1511 la canonica venne affidata ad una congregazione lateranense. Nel 1512, Tommaso Crivelli, erede di Urbano III, rifacendosi proprio al diritto di iuspatronato invocato dal suo antenato nel 1186, vendette tutti i possedimenti della chiesa, raggiungendo un accordo coi canonici romani solo nel 1523, accordo secondo il quale i Crivelli avrebbero beneficiato di un terzo dei beni ecclesiastici della chiesa, con l'obbligo però di costruire a circa un miglio di distanza dalla canonica un'altra chiesa col titolo di Santa Maria della Pace.

Il capitolo della chiesa venne soppresso nel 1772 sotto la giurisdizione del giuseppinismo, con una valutazione in 5.000 pertiche di terreno del patrimonio della prepositura.

L'attuale chiesa di San Giorgio si presenta in stile seicentesco ed è il frutto di numerosi restauri che l'hanno interessata nel corso dei secoli, consentendole peraltro di inglobare i resti della struttura più antica preesistente. La ricostruzione venne voluta da Don Desiderio Tirone nel 1582, affidandone la costruzione ai maestri di muro Bernardo e Giacomo Mottello di Lonate, sulla base di un progetto dell'architetto Martino Bassi.

Il campanile, snello e corredato da bifore e da piccoli archi, si staglia sovrastante sulle campagne circostanti la collegiata e ospita un imponente concerto di 8 campane, intonate in La2 maggiore. L'intero concerto, che si conserva ancora oggi originale, è stato fuso dalla fonderia Barigozzi di Milano nel 1925 ed è posto su due piani: le tre campane più piccole (La3, Sol#3 e Fa#3) si trovano collocate al piano inferiore, mentre nella cella superiore sono collocate le 5 campane maggiori (Mi3 in alto, Re3, Do#3, Si2 e La2 sui finestroni). L'unica campana, ancora oggi suonabile a mano è il campanone, che con il suo diametro di 1,7 metri è una delle campane più pesanti dell'intera Diocesi di Milano.

Rimarchevole e suggestiva è la cripta duecentesca sottostante la chiesa che riporta ancora le rifiniture originali dell'antica chiesa di stile romanico, contraddistinta da volte a crociera in mattoni a vista. Parte di questa antica struttura è anche un bassorilievo di marmo realizzato dai maestri campionesi, raffigurante la Madonna con un offerente inginocchiato, San Giorgio e San Giacomo.

LEGGI ANCHE : asiamicky.blogspot.it/2015/03/lombardia-la-regione-che-ospita-expo.html


http://www.mundimago.org/

FAI VOLARE LA FANTASIA 
NON FARTI RUBARE IL TEMPO
 I TUOI SOGNI DIVENTANO REALTA'
 OGNI DESIDERIO SARA' REALIZZATO 
IL TUO FUTURO E' ADESSO .
 MUNDIMAGO
http://www.mundimago.org/
.
 GUARDA ANCHE
LA NOSTRA APP


http://mundimago.org/le_imago.html



.

Post più popolari

Elenco blog AMICI