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martedì 2 giugno 2015

LA COMUNITA' EBRAICA A CASTEL GOFFREDO

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La presenza di un nucleo ebraico è attestata a partire dal 1468. Il banco di prestito fu gestito per tre secoli da alcuni membri delle famiglie Norsa e Finzi, provenienti da Mantova e Ferrara, e da altri ashkenaziti fra cui i Basilea e i da Praga. I Gonzaga, signori di Castel Goffredo, concessero agli ebrei residenti a "Castel Giuffrè" condizioni particolarmente favorevoli per l'esercizio del prestito, la gestione di altre attività commerciali e l'appalto del dazio di alcuni beni, assieme ad una piena libertà di praticare la loro religione e di vivere secondo le loro tradizioni. Richiesto inizialmente dalla comunità locale con supplica al principe, il banco ebraico fu in seguito alternativamente osteggiato da uomini d'affari del luogo, che ne temevano la concorrenza, e difeso dall'autorità civica per il ruolo indispensabile che svolgeva a favore delle fasce più povere della popolazione. Quando nel secondo Cinquecento a Castel Goffredo sorse anche un Monte di pietà, il banco degli ebrei convisse con esso per quasi un secolo e mezzo senza particolari conflitti, data la loro natura insieme diversa e complementare. La comunità ebraica di Castel Goffredo costituì per circa trecento anni un'importante componente del sistema creditizio locale, sovvenendo anche alle necessità del Comune e mantenendo vivi i rapporti economici con Mantova e le realtà circostanti.

L'edificio della sinagoga sorgeva nella zona compresa tra il vecchio ospedale e vicolo Cannone, corrispondente all'attuale vicolo Remoto.

Della presenza della sinagoga non resta neppure una lapide e le stanze che accoglievano il luogo di culto sono andate irrimediabilmente perdute nel corso del 2010, durante l'abbattimento dell'edificio che le ospitava.



LEGGI ANCHE : http://asiamicky.blogspot.it/2015/06/in-giro-per-castel-goffredo.html





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lunedì 1 giugno 2015

LA CHIESA DI SANTA MARIA DEL CONSORZIO A CASTEL GOFFREDO





Primo edificio di culto eretto entro le mura del borgo di Castelvecchio nel 1288, nel quale aveva sede il Consorzio della Misericordia, fu ricostruita nel 1434. Il marchese Aloisio Gonzaga ne fece il mausoleo di famiglia e successivamente fu trasformata in Monte di Pietà. Attualmente della chiesa non resta che il campanile, quattrocentesco, con bifore e monofore e l'abside poligonale affrescato.

Dell'antica chiesa di Santa Maria del Consorzio, ricostruita nel 1434 in stile tardo gotico ed abbattuta nel 1986, si conserva solo l'abside poligonale affrescata con volta a ombrello, il campanile quattrocentesco, con bifore e monofore, ed alcune epigrafi del marchese Luigi Gonzaga e il portale in marmo bianco del 1532, poste attualmente sul fianco della Chiesa parrocchiale di Sant'Erasmo. Di interesse gli affreschi cinquecenteschi dell’abside.

Nel 1532 il marchese Aloisio Gonzaga la fece restaurare e, in una cappella aderente al presbiterio, vi fece erigere la cappella funeraria di famiglia, che accolse inizialmente le spoglie sue il 19 luglio 1549 e del figlio Alfonso, assassinato alla Corte Gambaredolo il 6 maggio 1592 dai sicari del nipote Rodolfo. Nello stesso anno Ippolita Maggi, vedova di Alfonso, fece traslare il suo corpo assieme a quello di Aloisio nel Santuario della Madonna delle Grazie presso Mantova: una lapide in marmo bianco all'interno ne ricorda l'evento.

Nel 1798 venne adibita ad uso monte pegni.

Durante gli anni venti fu adibita a laboratorio di falegnameria e successivamente trasformata in ufficio postale della città e a civile abitazione. In alcune stanze ebbe sede la biblioteca comunale e il comando dei vigili urbani, prima della attuale sistemazione definitiva.

Dopo l'abbattimento della chiesa, avvenuto nel 1986 per fare posto ad nuovo edificio civile, sono venuti alla luce importanti reperti altomedievali (VIII e IX secolo) riguardanti la fortificazione di Castelvecchio e l'esistenza del castello medievale.

Della chiesa si conserva solo l'abside poligonale con volta a ombrello, alcuni affreschi del Cinquecento, il campanile quattrocentesco, con bifore e monofore, tre epigrafi aloysiane e il portale in marmo datato 1532, tutti posti sul fianco della Chiesa Prepositurale di Sant'Erasmo.

Da alcuni documenti presenti all'Archivio di Stato di Mantova risulta che nel 1468 venne istituita a Castel Goffredo una “banca di prestito”, sollecitata da una lettera scritta dal Comune al marchese Ludovico Gonzaga. L'autorizzazione fu concessa a Leone Norsa.

La sede del banco venne inizialmente posta nel Torrazzo, sito sul fianco destro del Palazzo Gonzaga-Acerbi. Nel 1477 però il Comune chiese al marchese la soppressione del banco in quanto dannoso per la popolazione, ma la richiesta cadde nel vuoto.

Nel 1540 il marchese Aloisio Gonzaga concesse alla famiglia Jacobo Norsa autorizzazione decennale per la costituzione del banco dei pegni che venne rinnovata nel 1568 dal marchese Alfonso Gonzaga a favore della famiglia di Giacomo e Prospero Norsa di Mantova. Il banco dei pegni continuò la sua attività sino agli inizi del Settecento con Mosè Coen.

Intorno al 1570 risale l'istituzione del Monte di Pietà, che si affiancò all'attività degli ebrei e che venne aperto nella Chiesa di Santa Maria del Consorzio a seguito delle predicazioni dei Frati Minori nel mantovano. Il primo amministratore fu B. de Reb. L'istituzione fallì nel 1578 e il marchese Alfonso Gonzaga concesse di ricostruire nuovamente il Monte, che sopravvisse anche per merito di donazioni e lasciti di cittadini castellani.

Nel 1877 il Monte di Pietà venne trasferito dal comune nell'edificio posto in Vicolo Monte Scuole e qui rimase sino alla cessazione della sua attività.




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