martedì 30 giugno 2015

COSTA VOLPINO

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Costa Volpino è un comune situato al termine della Val Camonica, dove il fiume Oglio confluisce nel Lago d'Iseo, al confine tra le province di Brescia e Bergamo.

In territorio comunale è interamente contenuto il torrente Supine, che confluisce nell'Oglio.

Dal nome di questo luogo deriva quello della roccia qui estratta chiamata volpinite.

Secondo il Lorenzi, il nome "Costa Volpino" deriva da castra Wulpinii, nome che ne indicava un'antica zona fortificata.

Il territorio comunale di Costa Volpino fu interessato da primitivi insediamenti già in periodo neolitico da parte degli antichi Camuni.

Vi furono in seguito, nel III secolo a.C., influenze dei Galli Cenomani che occuparono alcune località, tra cui l’attuale frazione Branico, come si evince dal toponimo stesso, di derivazione celtica.

Anche l’epoca romana lasciò segni della propria presenza, tra i quali spiccano i toponimi di Flaccanico e Qualino.  In questo periodo il territorio era conosciuto anche per la presenza di attività estrattive di un particolare tipo di gesso chiamato appunto volpinite.

Il principale castello del XII secolo, di proprietà della famiglia dei Brusati, si trovava nella frazione Volpino. In un successivo trattato di pace stipulato tra Bergamo e Brescia, ne venne decisa la demolizione, avvenuta nel 1198.

Nel 1415 Andreolo Ronchi infeudava Volpino per parte del vescovo di Brescia Guglielmo Pusterla.

Nel 1428, il paese passò, unitamente ai comuni limitrofi, alla Repubblica di Venezia, sotto il cui controllo rimase fino all’avvento della Repubblica Cisalpina.

Tra il 1488 ed il 1751 annualmente si formava il consiglio di vicinia, che aveva sei ragionatori, un console ed un cancelliere. Essi erano scelti con un procedimento elettivo incrociato di rappresentanti delle varie contrade: due per gli abitati di Branico, Flaccanico, Qualino e Ceratello, uno per Corti e tre per Volpino. I membri nominati sopra eleggevano a loro volta venti rappresentanti delle sei contrade.

Nel 1751 si istituì il consiglio di credenza, che era formato da 18 membri: 6 sindaci e dodici consiglieri, provenienti due da Branico, Qualino, Flaccanico, Ceratello, uno da Volpino e tre da Corti.

Con l'arrivo della rivoluzione francese, tra il 1798 ed il 1804 i comuni di Volpino e di La Costa presero il nome di Terre della Costa di Lovere; tra il 1805 ed il 1812 di Costa di Volpino. Nel regno d'Italia dal 1859 ebbe il nome di Costa Volpino.

Il 21 agosto 1884 il re Umberto I concede al Comune di Volpino di mutare il nome in Comune di Costa Volpino. Già nel cinquecento era ricordata la denominazione "Comune della Costa, di Corte, di Volpino".

L’economia locale è tipicamente industriale e commerciale, sviluppatasi durante la fase del boom economico italiano di metà ’900. Le cave antiche del pregiato marmo volpinite, del gesso di Volpino e del marmo statuario sono ancora oggi in uso.
Il territorio del comune di Costa Volpino è suddiviso in sette piccoli centri storici, che vanno a comporre altrettante frazioni.

Branico
La terminazione in "ico" denota la indubbia origine celtica, mentre la radice può derivare dal nome proprio gentilizio di persona, Branius. Si stende sul versante sud del monte detto della Costa a 319 metri s.l.m. La chiesa parrocchiale, che sorge su un poggio roccioso dedicata a S. Bartolomeo Apostolo, fu edificata intorno al 400 e successivamente ampliata nel 700.
Nel 1975 durante lavori di restauro, sono stati scoperti affreschi del 400, raffiguranti l'ultima cena e una crocifissione, opere di scuola locale. Il centro abitato è in notevole espansione grazie alla realizzazione di complessi edilizi sorti negli ultimi anni.
E' sorto inoltre un centro sportivo assai moderno ed efficiente grazie alla realizzazione di un nuovo campo polivalente (tennis-pallavolo-pallacanestro) sorto a fianco dell'esistente campo di calcio; completa la struttura ricreativo-sportiva della frazione, il bocciodromo coperto.
Ceratello
Posto a dominare le sottostanti frazioni dai suoi 813 mt. slm., aveva anticamente nei pressi dei ruderi di un castello, una semplice cappella per la pietà dei mandriani.
Sulla stessa area sorse nel 1737 l' attuale chiesa dedicata a S.Giorgio martire. Nell'impianto architettonico essa ripropone lo schema consueto alle chiese della zona: facciata a due ordini sovrapposti con timpano curvilineo e portico a tutta ampiezza. Nel suo interno, rinnovato nella decorazione generale del 1965, si distingue nettamente la tavola centrale con la Madonna e il Bambino tra i santi Giorgio e Rocco di ignoti esecutori del 500, racchiusa in una bella ancona lignea con colonne riccamente intagliate.
Pure di ignoto ma presumibilmente del 700 la pala del Madonna col Bambino ed i santi Fermo ed Antonio di Padova. Assai pregevole il settecentesco altare del Rosario in marmi scelti intarsiati con medaglia incisa al paliotto. Ceratello dette i suoi natali all'inizio di marzo 1850 a don Alessio Amichetti, nobile figura di sacerdote e di illustre naturalista, grande cultore della geologia del Sebino. Pubblicà numerosi scritti, ma l'opera che più lo rese famoso fu "Una gemma subalpina", pubblicata a Lovere nel 1896, in cui l'Amighetti mette in risalto le meraviglie geologiche della zona del Sebino. Per le sue benemerenze e per le sue doti fu membro della Società Geologica Italiana, socio dell'Ateneo di Bergamo e Brescia e venne insignito della Croce di Cavaliere della Corona d'Italia. Morì a Branico il 27 gennaio 1937. E' tra le frazioni, data la posizione ambientale, che vanta una discreta affluenza turistica. Attività ricreative stanno sorgendo come supporto al turismo.
Corti
Frazione il cui nome viene fatto risalire alla "Curtis" medievale, complesso di edifici-castello-fattoria. Il patrono è S. Antonio Abate a cui fu dedicata la prima chiesa parrocchiale, ricostruita in forme più ampie nel 1848 dal capomastro Giuseppe Pellini di Como. Durante recenti lavori di restauro dell'ancona a soasa maggiore, si è scoperto che la stessa risale al primo cinquecento e che la decorazione originaria è per la maggior parte in oro zecchino.
La vecchia parrocchiale, nella quale fra l'altro, fin dal 1896 venne esposta una statua raffigurante la Madonna di Lourdes, risultò del tutto inadeguata alle esigenze di una comunità in continua espansione, per cui nel 1960 fu dato incarico all'arch. Luigi Cottinelli di progettare una nuova chiesa i cui lavori furono ultimati nel 1973.
La nuova parrocchiale sfruttando un suggestivo scenario ambientale, si affida ad un moderato movimento di masse orizzontali, articolate da un telaio strutturale a paraste abbinate in cemento armato. In essa si inseriscono, secondo un ritmo modulare, pannelli prefabbricati in calcestruzzo contenenti vetrate istoriate, realizzate su disegno di Franca Ghitti e ispiratesi ai temi della Genesi, dell'Apocalisse ed ecclesiali.
A Corti dal 1925/1926 è sistemata la sede municipale ed è la zona che ha conosciuto intorno agli anni '60 il maggiore sviluppo demografico ed edilizio; vi hanno sede inoltre la scuola Media Statale, la Biblioteca Civica, il pensionato per anziani "F. Contessi", palestra - campo da tennis e scuola professionale.
Flaccanico
Deriva dal nome proprio di persona di origine romana "Flaccanius". Si stende sul versante della Costa ed era abitato, nel passato, prevalentemente da contadini e pastori. Lungo il corso dei secoli seguì le vicende di Qualino da cui dipendeva sia come territorio che come parrocchia. E' la frazione di Costa Volpino che ha subito ultimamente una diminuzione per la presenza di nuove industrie ed attività commerciali a valle del paese.
Agli inizi del novecento venne costituita una specie di "cassa mutua" da parte dei capofamiglia locali per aiutare i più bisognosi. L'istituzione svolse la sua opera fino all'avvento di nuove forme socio assistenziali.
Piano
E' la zona piana compresa tra il fiume Oglio, il lago e il comune di Bisogne. Frazione che si è sviluppata negli anni '60 con l'insediamento in zona dello stabilimento Dal mine.
Nel 1952 vi è stata costruita la nuova chiesa dedicata alla Beata Vergine della Mercede. Nel 1962 la frazione è stata eretta canonicamente e civilmente a Parrocchia.
Costruzione di un certo interesse storico è il Palazzo Baglioni, da cui prende nome la via che gli passa vicino: Via Ca' Baglioni. Ora è in condizioni fatiscenti, se non pericolanti. Annesso vi è un caseggiato in cui è inserita la chiesina che era dedicata a S. Fermo, ora sconsacrata.
Degni di nota i nomi di alcune vie che vogliono rievocare un po' di passato remoto: Ca' Poeta, Ca' Nistol, Ca' S.Martina, Ca' Ronchi ecc.
Caratteristico il gruppetto di case denominato Pizzo: un insieme di antico e di nuovo, di passato e di recente. Nel territorio di Piano vi operano parecchie industrie ed alcuni laboratori di confezioni che occupano buona parte del posto. E' di recente costituzione un'area da attrezzare ad attività artigianale denominata P.I.P.
Qualino
Frazione che deve il nome dal latino "Aqualinus", luogo ricco di acqua posta a 438 mt. slm. La chiesa di S. Ambrogio fu costruita nel 400 nelle vicinanze delle rovine di un castello, ricostruita nel 600 e prolungata dall'ing. Pellini nel 1902. Un portico rinascimentale in facciata, retto da colonne scanalate in arenaria, protegge uno splendido portale seicentesco in marmo nero con svecchiature policrome, che incornicia un portale in legno con pannelli finemente intagliati.
All'interno campeggia la grande tribuna absidale, in legno intarsiato e dorato, a forma di tempietto a due ordini, con edicola e cupoletta del 600. La sovrasta una stupenda ancona di bottega Fantoniana (1736) che fa da cornice alla pala della Madonna in gloria con i santi Ambrogio, Antonio abate, Giorgio e Bartolomeo di ignoto dell'epoca.
Altre due ancone con colonne tortili in legno intagliato e dorato sono agli altari laterali: una del 600 di artigianato locale e l'altra del 1730 di bottega Fantoniana. La pala della Madonna del Rosario con i santi Domenico e Caterina da Siena è del clusonese Domenico Carpinoni (XVII secolo). Sulla parete destra dell'aula è una bellissima Madonna col Bambino, residuo affresco della fine 400.
Sulla volta, affreschi del 6-700 mostrano episodi della vita di S. Ambrogio. L'organo recentemente restaurato, è del Serassi, celebri costruttori del 700.
E' di recente costruzione un centro sportivo ricreativo comprendente un campo di calcio, un campo di tennis e uno di pallavolo il tutto gestito a livello oratoriale.
Volpino
Già conosciuto al tempo della dominazione Romana, indicava zona abitata da numerose volpi. Il gesso chiamato "volpinite", non ha dato il nome al paese, come erroneamente taluni ritengono, ma dal paese lo ha assunto. Per salire alla frazione di Volpino si devia al km. 45 della statale del Tonale, subito dopo Ponte Barcotto e si va verso monte tenendo la destra. Più alta, quasi arroccata a vigilare, si leva la parrocchiale del paese, ampia e solenne, intitolata a S. Stefano Martire, che ha come elemento più appariscente la grandiosa ancona lignea di scuola Fantoniana con le statue di S. Giovanni Battista e S. Michele. La pala raffigura la Madonna con il bambino in gloria, coi santi Stefano e Girolamo. Poco distante dalla chiesa si erge la cappella S. Carlo Borromeo, a lui intitolata a memoria del passaggio a Volpino. Questa cappelletta degna di menzione fu restaurata nel 1186. Negli ultimi anni sono sorte una serie di iniziative sportivo-ricreative sullo spunto di una attività oratoriale assai dinamica.


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