venerdì 1 gennaio 2016

VERCEIA

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Verceia è un comune situato sulla sponda orientale del Lago di Mezzola, a 200 m s.l.m.

In latino il paese è indicato come Vercilia, forse da un nome personale, ma è stata anche avanzata l'ipotesi di una derivazione legata a Cii, località, una volta permanentemente abitata, sul monte a est di Verceia: "versus Cilium", cioè verso Cii. Nel 1092 è citato come "fundo Vercelli" e fu "cantone" del comune di Lezzeno Superiore o Novate fino alla seconda metà del '600, quando divenne comune autonomo. Nel '600 durante le guerre tra Francia e Spagna fu occupato dapprima dagli Spagnoli che dominavano nel vicino stato di Milano, poi dai Francesi, alleati della repubblica di Venezia e dei Savoia nella lega di Avignone. Nel 1625 il colonnello tedesco Pappenheim, al servizio degli Spagnoli, riconquistò Verceia ricacciando gli occupanti avversi fino a Traona. In seguito a quella vittoria fece eseguire una tela che lo raffigura tra i santi a cui sono dedicate le chiese dell'originario comune di Lezzeno Superiore. La pala, già a Novate, è ora nell'abside della chiesa di San Fedele a Verceia, di origini romaniche, come hanno appurato recenti scavi, ampliata nel 1724 e restaurata nel 1898.
All'ingresso meridionale del paese, presso una fontana pubblica, due lapidi ricordano il luogo dove il 22 ottobre 1848 duecento volontari valchiavennaschi tentarono di resistere al rientro degli Austriaci al comando del chiavennasco mazziniano Francesco Dolzino.
A monte passa la strada dei cavalli, utilizzata fino alla costruzione della strada ottocentesca sotto gli Austriaci. Poco a nord, tra le gallerie della vecchia statale a lago e quella della ferrovia, fu scavata nel 1917 una serie di cunicoli nell'ambito della cosiddetta Linea Cadorna per interrompere con la dinamite il passaggio delle truppe tedesche nel caso avessero scelto come via di invasione l'Engadina e la Valchiavenna.
Nella valle dei Ratti due sono le località principali, un tempo sempre abitate: Frasnédo a quota 1287 con la chiesetta dedicata alla Madonna della neve nel 1677 e con campanile del 1844, e Foppaccia con chiesetta eretta in onore di Sant'Anna nel 1762.

La parrocchiale di San Fedele già esistente in epoca romanica, come hanno testimoniato i ritrovamenti del 2004, l´edificio religioso intitolato a San Fedele subì un incendio nel 1625. Un secolo dopo la chiesa venne ampliata e, tra la fine dell´Ottocento e il principio del Novecento, e si affrescarono le pareti. Al centro dell´altare maggiore c´è una pala del XVII secolo, commissionata dal condottiero tedesco Goffredo Enrico von Pappenheim, rappresentato nella tela con i santi a cui sono intitolate le chiese della zona. Per conto degli Spagnoli a Verceia egli combatté le truppe del marchese di Coeuvres nella battaglia del 21 settembre 1625, oggetto di importanti ricerche da parte di Sandro Massera.

Il borgo di Frasnedo è raggiungibile soltanto a piedi e sorge a 1266 metri di altezza, a circa 2 ore e mezza di cammino da Verceia. Seguendo la mulattiera e il sentiero in selciato si risale la Valle dei Ratti, prendendo quota rapidamente. È una meta perfetta durante l’autunno: le gradazioni cromatiche suggeriscono ambientazioni diverse e affascinanti. La zona è molto apprezzata per le sue selve di castagni e per la natura incontaminata.
Poco distante, a Foppaccia, si stende un magnifico maggengo dal quale si gode una meravigliosa vista sul Lago di Mezzola, la Valchiavenna e la Valle dei Ratti. È presente un rifugio, il "Chianova", non presidiato, gestito dal Consorzio Alpe Foppaccia. A sinistra si scorgono le eleganti cime della punta Redescala (m. 2304), il Sasso Manduino (m. 2888) e la punta Magnaghi (m. 2871).

Non si può parlare di Verceia senza menzionare il suo lago. Il paese è dotato di un piccolo e moderno porticciolo per l’attracco delle barche. C’è anche la possibilità di praticare canottaggio grazie ad un centro organizzato. Il lago offre inoltre la possibilità di balneazione, circondati dalla natura meravigliosa caratterizzata da un habitat unico, nel quale convivono specie diverse del mondo lacustre tra cui anatre, cigni, aironi, folaghe, alzavole e molte altre ancora.


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